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Autore: Fingalad    15/11/2023    0 recensioni
"Un urlò agghiacciante riempì le pendici del Monte Fato.
L’Anello era stato consegnato a Sauron.
I portatori avevano fallito."
Genere: Dark, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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“Ritirata!” Urlò Aragorn al suo esercito che aveva già capito la gravità della situazione. La voce si era diffusa. Sauron era entrato in possesso dell’Anello. L’ombra di Mordor incombeva già su di loro. “Non può essere vero!”, “Com’è possibile! Sauron non può avere vinto!”, l’esercito oltre ad essere allo stremo delle forze ora era anche spaventato e abbattuto. “Aragorn! Verso le paludi!” Urlò Gandalf durante la ritirata. Aragorn diresse suo malgrado l’esercito verso le paludi. Sapeva che le condizioni dell’esercito non lo permettevano, ma altrimenti avrebbero avuto gli orchi alle calcagna. L’attraversamento di essa sembrava durare ore ma si erano addentrati da soli pochi minuti. Molti perirono intrappolati dagli spiriti dentro essa. “Aragorn!” lo chiamò Gandalf. Mentre lui parlava, Aragorn era assorto nei suoi pensieri. Come aveva fatto a fallire? Perché il diversivo non aveva funzionato? Come avrebbero fatto i suoi uomini a considerarlo degno del titolo di Erede di Isildur, quando quest'ultimo durante l’ultima alleanza aveva sconfitto Sauron, e lui no? “Aragorn, ma mi stai ascoltando?” Lo svegliò Gandalf. "Dobbiamo trovare un rifugio per la notte. Ormai abbiamo seminato gli orchi. So di un rifugio usato dai raminghi dell’Ithilien. Dovrebbe distare qualche miglio da dove ci troviamo ora. Potremmo ricoverare i feriti più gravi nel rifugio e poi accamparci nei dintorni. Non so esattamente la sua ubicazione, ma potremmo chiedere a un ramingo dove si trova.” concluse Gandalf. “Quante persone può ospitare quel rifugio, Gandalf.?” “Circa 200, a quanto ne so. Per questo dico di metterci solo i feriti.” “Il sole incomincia a calare. Se è così vicino come dici tu ci conviene accamparci lì. Riguardo alla sua ubicazione, portami uno dei raminghi”, disse Aragorn. Gandalf portò da lui un uomo di nome Damrod. L’uomo si inginocchiò davanti al suo Re, cosa che stupì Aragorn. Certamente, sapeva di essere il legittimo Re, ma avendo portato l’esercito alla sconfitta, non si aspettava tanta fedeltà da parte dei suoi uomini. Aragorn disse al ramingo di alzarsi, e con l’aiuto di Gandalf gli spiegò la situazione. L’uomo, inizialmente reticente a rivelare la posizione del nascondiglio, alla fine parlò. “Circa 37 miglia, mio Signore. Sono circa due giorni di strada da qui” disse Damrod. Aragorn scosse la testa sconsolato. "Dovremo fermarci qui per la notte. Ordina all'esercito di fermarsi, Gandalf. Costruiremo un accampamento di fortuna." Aragorn fece spostare i feriti più gravi nelle tende che avrebbero dovuto ospitare lui. Entrando in una di queste riconobbe due figure familiari. "Frodo! Sam!" Esclamò l'uomo incredulo nel vederli vivi. "Ora stanno riposando. Sono stati portati dalle aquile qualche ora fa. Aragorn, a hótule asinye i meneltannar tirien, aníron peded (Vieni con me a vedere le stelle, desidero parlarti)." Aragorn si giró. Davanti a lui c'era il suo amico Legolas. "Elen síla lúmenn' omentielvo, Legolas (una stella brilla sull'ora del nostro incontro). Sono felice di rivederti!" I due uscirono dalla tenda, si sedettero e guardarono verso il cielo. "L'ombra di Mordor si sta espandendo velocemente. Abbiamo fallito." Disse rassegnato l'uomo all'elfo. "Non del tutto però. Guarda verso Ovest. Lì brillano ancora delle stelle. Aragorn, devi seguirle. Porta il tuo popolo alla vittoria." Aragorn a quelle parole si alzò. Come poteva Legolas non capire che Sauron aveva vinto? "Havo dad (siediti), Aragorn! Non puoi rinunciare così alla vittoria! Pensa a tutti gli uomini che ti hanno seguito! Pensa a quelli che sono morti per te! Dov'è finito l'Aragorn che al Fosso di Helm mi disse che sarebbe morto con gli uomini di Rohan? Ortheritham sain (noi li sconfiggeremo), Aragorn. Auta i lóme (la notte sta per finire)! Aurë entuluva (il giorno risorgerà)!". Le parole dell'elfo lasciarono Aragorn a bocca aperta. "Dago 'ni ngurth (combatteró fino alla morte)! Mettanna (Fino alla fine dei tempi)!" Disse alzandosi Aragorn. Durante la notte Aragorn faticò a prendere sonno. Le immagini di Sauron che distruggeva la Terra di Mezzo, la terra per cui aveva tanto combattuto gli facevano ribollire il sangue nelle vene. Era stato stupido a rassegnarsi subito. Non avrebbe mai permesso a Sauron di vincere così. Ad un certo punto però, nemmeno lui si rese conto di quando le sue palpebre si fecero sempre più pesanti, fino al punto di addormentarsi. Un caldo sole splendeva su di lui, un cielo azzurro ricopriva la volta celeste. Armoniose strutture architettoniche rendevano l'ambiente magico. Riconosceva quel luogo. Era cresciuto lì per tutta la sua infanzia. "Imladris!" Era così bello rivedere quella che lui ormai considerava come una casa. Passeggió per qualche minuto nelle grandi sale elfiche finché non arrivó al punto dove era depositata Narsil. Era ancora lì, spezzata, come l'aveva lasciata mesi prima. "Mae govannen (ben incontrato) Aragorn!" La salutó una soave voce femminile. "Arwen! Cormamin lindua ele lle (il mio cuore canta rivedendoti)!" La prese tra le braccia e la bació. "Aragorn, Lle naa belegohtar, u-'osto (Aragorn, sei un abile guerriero, non avere paura)." "Ma se dovessi non farcela? Sauron è potente ora che ha l'Anello. Se dovessi non riuscire in quest'impresa non me lo perdonerei mai. Il solo pensiero di Sauron che distrugge la nostra bellissima terra mi fa rabbrividire e allo stesso tempo fa nascere in me un sentimento di ira molto profondo. Arwen… non voglio … non voglio una terra dove non posso vivere in pace e gioia. Non voglio che il mio popolo continui a combattere…" Arwen si avvicinó ad Aragorn e lo abbracció. "Aragorn, Mela en' coiamin cormlle naa tanya tel'raa. Le meluvan úne ar alye lúmessen tenna nurucilie. Tenna' san' Quel kaima, Aragorn. Namárie. (Aragorn, amore della mia vita, il tuo cuore è come quello di un leone. Ti amerò fino alla fine dei miei giorni. Fino ad allora, dormi bene, Aragorn. Addio.)" La dama elfica bació teneramente il suo amato. Aragorn si risveglió. Il sole stava sorgendo, o almeno così sembrava. Ad est l'Ombra oscurava l'alba. Quanto tempo era che non vedeva l'alba? "Aragorn! Finalmente sei sveglio! Dobbiamo affrettarci a partire." Lo raggiunse Gandalf. L'uomo ri-organizzó l'esercito. Prima di partire si giró verso i suoi uomini e incominció a parlare con Anduril, fiamma dell'ovest, sguainata. "Fratelli! Quanto tempo é che non vediamo il sole sorgere? Perché dobbiamo permettere che l' ombra oscuri le nostre terre? Non permetteremo che Sauron prenda la nostra terra! Ortheritham sain! Aurë entuluva (noi li sconfiggeremo, il giorno risorgerà)!"
   
 
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