Now you surrender your heart, I surrender every dream,
Every weapon you've got, every secret that I keep,
You can fight this all you want, but tonight belongs to me
And I'll watch you in your sleep,
You can fight this all you want, but tonight belongs to me.
(My Chemical Romance – Surrender the night)
https://www.youtube.com/watch?v=6_kCpzMJ1Wo
Every weapon you've got, every secret that I keep,
You can fight this all you want, but tonight belongs to me
And I'll watch you in your sleep,
You can fight this all you want, but tonight belongs to me.
(My Chemical Romance – Surrender the night)
https://www.youtube.com/watch?v=6_kCpzMJ1Wo
Il profondo russare di Peter è l’unico suono che invade il dormitorio.
James e Sirius sono sgattaiolati via un’ora fa con indosso il mantello del padre di James per chissà quale scorribanda notturna. Hanno invitato anche Peter e me, in realtà, ma lui ha troppa paura di essere scoperto, quindi ha finto un mal di testa ed è corso a letto. Io ho declinato gentilmente l’offerta e ho ripreso a studiare, ho sentito lo sguardo di James indugiare su di me, come per valutarmi, ma non ci ho dato troppo peso.
Mi sarebbe piaciuto davvero uscire con loro, ma non dipende da me: questa è la sua notte e io non ho potere decisionale.
Lo stomaco inizia a farmi davvero male e capisco che è il momento. Mi precipito fuori dal letto, fuori dal dormitorio e dalla Sala Comune, giù per la torre Grifondoro e via a rotta di collo per i vari piani del castello. Spingo l’enorme portone e lo richiudo piano, sollevato per non aver incontrato nessuno durante il tragitto.
Il Platano Picchiatore ha la mia stessa altezza, ma non per questo è debole. Gli corro attorno per provare a confonderlo, ma riesce lo stesso ad assestarmi un bel gancio prima di riuscire a infilarmi sotto terra.
Un’altra fitta allo stomaco e so che ci siamo quasi. Percorro il tunnel scavato da una delle creature del professor Kettleburn e mi ritrovo nella Stamberga Strillante.
Mi spoglio e nascondo il pigiama e le scarpe, poi mi osservo allo specchio, tenendomi la pancia per il gran male.
Ho il petto pieno di graffi, la schiena costellata di cicatrici, delle occhiaie da far spavento e il volto stanco.
Ho solo dodici anni e già non ce la faccio più.
Vorrei sparire, morire, ma so che non ho molta scelta. Il tempo di un battito di ciglia e cado sul pavimento in preda a dei tremendi spasmi. Lotto per restare lucido, ma so che quella contro me stesso è una battaglia persa.
Una voce bassa e ringhiosa mi esplode nel cervello, mi oppongo, scivolo piano oltre il velo della consapevolezza, mentre il Remus che odio mi deride.
<<Fa’ cedere il tuo cuore >> sogghigna piano il volto che vedo allo specchio, mentre io perdo tutti i sogni e ogni segreto che porto con me.
<< Puoi combatterlo quanto vuoi, ma non ce la farai. Puoi combatterlo quanto vuoi, ma stanotte appartiene a me >>.
Purtroppo ha ragione, sono suo.
Mi arrendo alla notte. E a me stesso.