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Autore: Marc25    10/03/2024    0 recensioni
Sequel diretto di Occhi color mare. ( Consiglio la lettura quindi del primo libro ma non è obbligatoria. )
4 protagonisti:
Dylan: Il giorno della scarcerazione del padre è arrivata, lui aspettava quel momento soltanto per ucciderlo, lo farà?
Anton: Il rapporto con il fratello e la sorella ormai è idilliaco, ma non solo quello...
Luis: Il lavoro va a gonfie vele, soprattutto dopo la cattura del pericolosissimo Gundogan, ma non va bene solo quello...
Ricky: Con sua moglie e sua figlia non potrebbe essere uomo più felice, ma qualcosa o qualcuno stravolgerà tutto.
Vedremo come le vite di questi personaggi si intrecceranno e non solo le loro. Avremo delle risposte a vecchie domande che ne faranno scaturire delle nuove. Spero che vi piaccia.
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Cap 6 – La famiglia perfetta
Ricky 24 Gennaio 2022 – 18:00
Le petunie erano apparentemente facili da coltivare e curare, ma nascondevano più di una insidia. Clare, sua moglie gli aveva insegnato per bene a curare varie piante, tra cui la petunia. Era una pianta in cui la semina iniziava proprio verso febbraio, marzo e proprio dal mese di marzo o aprile si poteva iniziare a metterle fuori. Lui e sua moglie erano riusciti a far sopravvivere le piante dall’anno prima e presto se tutto fosse andato bene sarebbe ricominciata la fioritura. Quel giorno Ricky si occupò di tagliare le parti avvizzite delle piante, uno dei segreti più importanti nella cura delle petunie. Quel pomeriggio non si accorse subito che Clare lo guardava con ammirazione.
Quando se ne accorse le sorrise.
<< Sei molto bravo. >>
<< Ho imparato dalla migliore. >>
<< È rilassante, non trovi? >>
<< Certo, non lo farei altrimenti. >>
<< Come è andata a lavoro? >>
<< Non abbiamo avuto molto da fare, e noi dovremmo sempre sperare che sia così. >>
<< Ma alcuni farebbero i crimini peggiori loro stessi pur di far carriera. >>
<< Già, ma per fortuna né io né Luis faremmo una cosa del genere. >>
<< Anton sembra proprio un bravo ragazzo, sono contenta per Luis, spero che duri, mi sembra la persona giusta per lui. >>
<< Si, Luis è fin troppo serio, ci vuole un tipo alla Anton. >>
<< Come se non bastassi tu a lavoro. Ahah. >>
Ricky fece una faccia offesa, ma non riuscì a fregare Clare perché scoppiò anche lui in una fragorosa risata subito dopo.
 
Fecero una ottima cena, lui, lei e la loro vivace figlia di cinque anni, come tutte le sere. Ma quella sera era il compleanno di Ricky.
Il poliziotto quasi se ne era dimenticato ma non poteva farlo quando Clare uscì la torta che aveva preparato con le sue mani.
<< Auguri papà! >> disse subito la figlia abbracciandolo. Era riuscita a non dirlo prima, neanche quando Ricky era tornato da lavoro, in modo che la sorpresa funzionasse come voleva la madre.
<< Ora il regalo!! >> disse la figlia impaziente.
<< Avete fatto anche il regalo? >> disse sorpreso Ricky.
<< Certo papone. >> disse la figlia, Margot.
 
Quando Ricky aprì il regalo fu sorpreso di vedere una tuta nera con delle strisce bianche alle maniche che era per lo meno del doppio della sua taglia.
Prima che potesse dire qualcosa, intervenne la moglie: << Hanno sbagliato taglia, avevo detto L, non XXL, avrei dovuto controllare meglio quando la incartavano. >>
<< Abbiamo sbagliato mamma? >> disse dolcemente Margot.
<< Ma no! >> disse Ricky che mettendosi velocemente la tuta nascose la testa e con le maniche lunghe e a penzoloni e disse: << Sono diventato un fantasma! >> e iniziò a inseguire la figlia che urlava e scappava con lui che ogni tanto sbirciava con la testa per non sbattere da nessuna parte e dopo qualche minuto di gioco prese in braccio la figlia e le fece il solletico facendola sbellicare.
Dopo mangiarono la torta e lasciarono gli avanzi nel frigo.
Poco dopo Margot si addormentò, Ricky la prese in braccio e la portò nel suo letto, le rimboccò le coperte e le diede un bacio sulla fronte sussurrando: << Buona notte angelo mio. >>
Clare lo guardava con molto amore.
 
Pochi minuti dopo Ricky la raggiunse e andarono nel salotto, mentre Ricky le chiedeva di ballare.
<< Ma non c’è musica. >> disse Clare
<< Da quando ne abbiamo bisogno? >>
<< Ma Margot sta dormendo. >>
<< Canterò a bassa voce. >>
Clare sorrise e gli diede la mano.
Fecero un ballo improvvisato ma entrambi se la cavarono e Ricky cantò la canzone Perfect di Ed Sheeran che piaceva ad entrambi: << Baby, i’m dancing in the dark with you between my arms, barefoot on the grass, listening to our favourite song. When you said you looked a mess, i whispered underneath my breath but you heard it, darling, you look perfect tonight. >>
<< Sei bravissimo e la canzone è bellissima. >>
<< Si, ma tu lo sei di più. >>
Dicendo questo la baciò.
Poco dopo fecero l’amore, fu appassionato, nonostante cercassero di fare poco rumore per non svegliare la piccola Margot.
Quella notte, quando la moglie dormiva, lui la guardò innamorato e fu grato alla vita di essere l’uomo più fortunato del Mondo e di vivere in quella famiglia perfetta.
 
 
Quella stessa notte
Dylan – 24 Gennaio 2022 – 23:07
Non amava il freddo, odiava coprirsi, soprattutto quando andava in discoteca come aveva programmato per quella sera, aveva 29 anni, da un certo punto di vista si sentiva un po’ vecchio ma dopo quei giorni strani in cui era successo di tutto sarebbe stato bello bere e spogliarsi in compagnia di qualche bel ragazzo o ragazza consenzienti. Odiava chi si approfittava degli altri e era già capitato che avesse dato una bella lezione a chi aveva tentato di farlo.
Ma i soldi iniziavano a scarseggiare e lui avrebbe dovuto trovarsi un lavoro onesto e smettere di andare in discoteca per un po’.
Ma non quella sera, pensava, ma appena uscito dal pianerottolo vide un uomo accasciato vicino alla sua porta, era come se lo avessero pestato a sangue, quando lo vide bene capì che era suo padre. Decise di portarlo più velocemente possibile al pronto soccorso.
 
Qualche ora dopo:
il dottore chiamò Dylan dove avevano messo il padre per quella notte, Jean pareva dormire.
<< Lei è un parente? >> chiese il dottore
<< Si, lui è…mio zio. Come sta? >>
<< Le dirò, è stato picchiato ma fortunatamente le ferite sono superficiali. Credo che una notte in ospedale possa bastare, giusto per tenerlo in osservazione. Certo, è molto meglio che ci sia qualcuno per qualche giorno che lo tenga d’occhio, intendo un parente, lei può, vero? >>
<< Io? >>
<< Beh, se può, o se conosce un figlio, una figlia se li ha. >>
Quel nominare un ipotetico figlio fu un colpo duro per Dylan, sembrava che la vita volesse assolutamente metterlo davanti all’uomo che odiava.
<< Ci penso io. >>
<< Ok, allora domani farò firmare le dimissioni a suo zio e può portarlo a casa, Le scrivo subito le medicine che dovrà prendere per tre giorni, una la mattina e una la sera. Le darei direttamente a suo zio ma sta dormendo. Ecco qua! Qualche giorno di osservazione basterà e si riprenderà al 100%. >>
Il dottore se ne andò e lui rimase qualche secondo col padre che stava dormendo, il cuore batteva forte e il respiro era affannato, si chiedeva come avrebbe fatto quando sarebbe stato a casa. Appena attraversata la porta, sentì Jean dire a bassa voce: “ Mi dispiace figlio mio. “
A Dylan scappò un sorriso che per fortuna Jean non poteva vedere, fece finta di non sentire niente e se ne andò.
   
 
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