Film > La Bella e la Bestia
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Autore: michaelgosling    23/03/2024    0 recensioni
Tre amiche appassionate una di Harry Potter, una di Star Trek e una della Disney in seguito ad un incidente vengono catapultate ognuna in uno di questi universi, ma non di quello di cui sono fan.
Proveranno ad usare quello che sanno della storia per renderla migliore? O le loro azioni porteranno ad un finale peggiore? La loro presenza influenzerà queste storie molto più di quanto immaginano, perché una sola persona può cambiare tutto.
[Fandom Variabile: il Fandom in cui verrà pubblicata la storia dipenderà dall'ambientazione dell'ultimo capitolo pubblicato. Sarà comunque possibile trovare la storia anche negli altri due Fandom nella categoria Crossover]
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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QUEL CASTELLO DELLA SCOZIA – CAPITOLO 19

 

 

 

 

 

 

 

Stava allungando il collo più che poteva, cercando di guardare ovunque intorno a loro, muovendo la testa a scatti come se temesse di essere spiata da qualcuno.

 

“Non c'è nessuno, Yvonne.” la tranquilizzò Andrea “siamo sole.”

 

Effettivamente sembrava che lo fossero davvero, ma lei voleva esserne assolutamente certa. Erano fuori dal castello proprio per questo, per essere sicura di non avere nelle vicinanze orecchie indiscrete.

 

Ci aveva pensato per giorni, per settimane. Nonostante tutto quello che era successo con Harry, Ron, Hermione, Neville e Malfoy, non si era pentita di aver detto loro la verità. Nonostante fosse diventata lo zimbello della scuola, nonostante morisse di vergogna ogni volta che qualcuno la vedeva e rideva di lei, nonostante quel bullismo lacerante che era tornato a perseguitarla, nonostante loro l'avessero completamente cancellata dalla loro esistenza, sapeva di aver fatto bene. Non era stata una scelta consapevole a dirla tutta, ma si era comunque rivelata la cosa giusta da fare, anche se avrebbe preferito che fosse successo in modo diverso, sarebbe stato molto meglio se fosse accaduto prima.. e in luogo discreto dove solo i diretti interessati potevano sentire quello che aveva da dire. Non avrebbe commesso lo stesso errore due volte.

 

Andrea e Beverly erano sempre state così gentili con lei, così pazienti, e anche loro si meritavano la verità, ma non avrebbe permesso che accadesse nello stesso modo in cui era accaduto la prima volta. Non che si aspettasse che accettassero la verità senza battere ciglio, ma almeno sarebbe uscita da quella situazione con quel poco di dignità che le rimaneva.

 

“C'è una cosa che devo dirvi.. io.. non sono stata del tutto sincera con voi.. e meritate di sapere. Tutte e due.”

 

Le due la guardarono con attenzione senza proferire parola, incoraggiandola a continuare.

 

“Io.. io..”

 

Il suo respiro si fece più pesante, ma poi sentì Beverly posare la mano sulla sua, e le sembrò di calmarsi un poco. “..tranquilla.” le sussurrò.

 

“Io.. non sono di qui. Vengo da un altro posto.”

 

“Un altro posto? Cioé fuori dalla Gran Bretagna?”

 

“No. Cioé sì, anche. Fuori da questo universo. Io.. è difficile da spiegare, ma.. vengo da un mondo che è come parallelo a questo. Un mondo dove non esiste la magia. Un mondo dove io conducevo una vita diversa.”

 

“Non credo di capire..” disse titubante Andrea.

 

“Nemmeno io..” aggiunse Beverly, continuando però a toccare la mano di Yvonne.

 

“Neanche io capisco perfettamente cosa mi sia successo. E' tutto così confuso.. io... ero una ragazza di ventiquattro anni in un mondo non magico e poi il giorno dopo mi sono trovata qui, undicenne, in un mondo magico che non dovrebbe esistere, in una scuola di magia che non dovrei frequentare.. che non potrei frequentare!”

 

“Chiedo scusa.. hai forse detto.. ventiquattro..?” mormorò sconvolta Andrea.

 

Beverly si limitava a guardarla sconvolta, ma sentì comunque che la sua mano si allontana, e per quanto Yvonne se lo aspettasse, beh, fece comunque male.

 

“Ma non mi sento una ragazza di ventiquattro anni adesso! E' proprio questo il punto! Io so che quella era la mia vita una volta, che avevo quegli anni, ma non me li sento adesso. Non sento di averli! Io so di averla vissuta quella vita, ne sono assolutamente certa perché ne ho i ricordi, ricordo cosa ho provato e vissuto, ma la sento così lontana adesso.. come se fosse successo a qualcun altro, ma io so che non è così.” sentiva gli occhi pieni di lacrime, ma non erano lacrime che sgorgavano a dirotto come l'ultima volta che aveva detto ad alta voce quella verità.

 

No.

 

Queste lacrime contenevano più paura, solitudine, insicurezza,.. e confusione.

 

“Tutto quello che so è che sono sola, che nessuno mi conosce davvero perché se lo facessero.. penserebbero che c'è qualcosa che non va in me. E forse è così. Forse c'è qualcosa di rotto in me, qualcosa che è sempre stato rotto e che né io né nessun altro al mondo sarà in grado di aggiustare. E ho paura.. perché non so cosa fare.. non posso parlarne con nessuno perché nessuno mi crederebbe e..” le lacrime si fecero più incontrollabili, fino a quando non sfociarono in un pianto “..io voglio solo tornare a casa mia..”

 

Iniziò a singhiozzare, e mise entrambe le mani davanti al viso, persino davanti agli occhi, pur sapendo che così facendo avrebbe sporcato gli occhiali e la vista si sarebbe fatta più difficile.

 

Pianse ancora per qualche minuto, poi riaprì gli occhi. Per un momento pensò che Andrea e Beverly se ne fossero andate perché non avevano detto una sola parola da quando aveva iniziato a piangere, ma poi vide le loro ombre. Erano ancora lì.

 

“Ora sapete la verità. E la ragione per cui sono diventata lo zimbello della scuola è che.. non siete le prime a cui l'ho detto, ma sono stata così stupida da farlo in un luogo pubblico, ed è per questo che tutti mi credono pazza.” fece spallucce “..come biasimarli? Io stessa non crederei a questa storia se non l'avessi vissuta. Se ora non volete più avere a che fare con me, io lo capirei.”

 

Continuava a guardare le loro ombre, invece che loro. Non aveva proprio il coraggio di guardarle dritto negli occhi.

 

“Perché dircelo? Perché dircelo sapendo che non ti avremmo creduto? Che sarebbe stato troppo folle?” chiese Andrea, apparendo confusa, ma gentile.

 

“Perché siete delle brave persone.. perché meritate di meglio.. perché..” lottò a lungo contro sé stessa tra il dire la vera ragione per la quale aveva agito in quel modo e il tacere perché si sentiva stupida nel dirlo a voce alta, ma alla fine la bambina che era dentro di lei ebbe la meglio, come accadeva sempre ultimamente “..vi voglio bene.”

 

Era certa che si sarebbe sentita stupida nel dirlo, che fosse una cosa ingenua ed infantile da dire, e in parte fu così, ma si sentì anche come se il fardello che stava portando si era fatto tutto d'un tratto meno pesante, come se si fosse liberata di un sassolino nella scarpa che la perseguitava da giorni.

 

Sentì nuovamente la mano di Beverly sulla sua. Abbassò lo sguardo e vide che la stringeva.

 

“..ti voglio bene anche io.”

 

Yvonne guardò Beverly con la bocca spalancata e gli occhi aperti come non mai, non sapendo neanche come reagire a qualcosa che non si sarebbe mai aspettata.

 

“Tu.. tu credi alla mia storia?” balbettò in risposta, sentendo il cuore nel petto che batteva all'impazzata.

 

“Io credo in te.”

 

Dall'altra parte, anche Andrea si avvicinò a lei, mettendo una mano sul suo braccio “..e io anche.”

 

“..davvero?”

 

“Non credo di aver capito bene cosa ti sia successo, ma.. ti conosco abbastanza da sapere che non sai mentire. E tu non l'hai fatto.” spiegò Andrea.

 

“Non sei sola. Non lo sarai più.” continuò Beverly.

 

E furono di parola.

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

Non aveva nessuna idea di cosa avesse fatto di così speciale nella sua vita o anche in quella passata, per meritare due amiche come Beverly e Andrea. Erano passate settimane ormai, ma ancora stentava a credere che ora la conoscessero davvero, che poteva davvero essere sé stessa con loro, che sapeva che c'erano delle persone, in quel mondo sconosciuto, a cui poteva dire tutto. A cui poteva confidare paure, incertezze, con cui poteva parlare della sua vita passata, di ciò che faceva nel suo mondo. Qualcuno con cui potesse essere sé stessa tutto il giorno, tutti i giorni. Senza filtri.

 

Sono Arielle e Nolwenn.

In qualche modo, sono state loro a mandarle da me, per vegliare su di me.

 

Persino il bullismo si era fatto meno fastidioso, come se fosse diminuito notevolmente rispetto a prima.

 

Ma...

 

Non era ancora tutto perfetto. C'era ancora qualcosa.. qualcosa che la rendeva vagamente triste, quasi malinconica.

 

Non sapeva cosa fosse, ma c'era.

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

Un pomeriggio stava studiando Pozioni nel cortile della Torre dell'Orologio, quando sentì un verso lontano provenire dai giardini di Hogwarts. Un verso che aveva già sentito. Incuriosita, chiuse il libro e lo seguì. Alcune volte le sembrava di essere certa da quale direzione provenisse il suono, mentre altre volte dovette stare ferma per diversi minuti per poterlo riascoltare prima di poter decidere con assoluta sicurezza. Le tornò alla mente un vecchio videogioco, uno dei primi ai quali avesse mai giocato, in cui il suo personaggio si trovava in un labirinto e doveva capire come uscirne semplicemente lasciandosi seguire dalle voci che sentiva. Non ricordava nemmeno il titolo, ma sapeva di essere stata in grado di superare quel livello, e se ci era già riuscita una volta, poteva riuscirci ancora.

 

Attraversò tutti i giardini di Hogwarts fino ad arrivare all'inizio della Foresta Proibita, non lontano dalla casa di Hagrid. L'idea di entrare in quel luogo pericoloso e proibito non la entusiasmava e aveva quasi lasciato perdere pensando che non ne valesse davvero la pena, ma proprio quando fece per andarsene, vide in lontananza la causa di quel rumore. Un asino. Quell'asino.

 

Si trovava all'inizio della Foresta Proibita, ma sempre della Foresta Proibita si trattava. Ciò nonostante, Yvonne si avvicinò, attratta come falene dalla luce.

 

Ad ogni passo, l'asino continuava a guardarla, quasi immobile. Per un secondo, le era sembrato che l'animale avesse mosso leggermente la testa dall'alto verso il basso, come se facesse un cenno di approvazione. Ma probabilmente se lo era immaginato.

 

Quando solo pochi passi li separavano, l'asino corse via nel cuore della Foresta, con una velocità che Yvonne non sapeva che potesse avere, ma anche se fosse andato più piano lei di certo non lo avrebbe seguito.

 

Scoraggiata, si preparò a tornare indietro, ma qualcos'altro attirò la sua attenzione. Per terra, proprio accanto ai suoi piedi, c'era un piccolo filamento azzurro, che brillava di una luce quasi accecante. Yvonne si chinò per guardarlo meglio, forse anche con l'intenzione di toccarlo, ma proprio quando fu sul punto di farlo, quella luce azzurrina sparì dentro una piccola custodia fatta di legno, apparsa come all'improvviso per contenere quella fonte di luce.

 

Yvonne la raccolse, la nascose sotto il mantello e andò via.

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

Aveva nascosto la confezione, e presumibilmente ciò che c'era al suo interno, in un cassetto dell'armadio del suo Dormitorio, proprio accanto al letto in cui dormiva, ma non si sentiva affatto tranquilla. Sentiva che non era un luogo abbastanza sicuro per qualcosa che non sapeva cosa fosse ma che sentiva si trattasse di qualcosa di molto importante, ma non aveva idea di dove altro metterla. Non aveva nemmeno provato ad aprirla, per paura che quel filamento scappasse via.

 

Le sembrava di aver già visto qualcosa del genere, eppure non riusciva a collegarla a niente.

 

E quell'asino.. cosa poteva significare? Perché continuava a vederlo?

 

Era così immersa nei suoi pensieri che neanche si era resa conto che qualcuno era davanti a lei. Andrea, seduta accanto a lei nella Sala Grande, la fece tornare alla realtà con una amichevole gomitata, indicando con la testa davanti a loro, incoraggiandola ad alzare lo sguardo dal piatto e vedere chi aveva davanti.

 

E davanti aveva Harry, Ron, Hermione, Neville e Malfoy. Sembravano agitati e nervosi, ma sicuramente non potevano esserlo più di lei, che a fatica riusciva a deglutire.

 

“Ciao..” sussurrò Hermione, come se avesse paura di qualcosa, probabilmente di lei.. “..possiamo parlare?”

 

E d'un tratto quel filamento azzurro fu l'ultimo dei suoi pensieri.

 

 




 

  
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