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Autore: Placebogirl_Black Stones    25/03/2024    2 recensioni
Le prese il volto fra le mani e con i pollici le asciugò le lacrime che colavano sulle guance rese pallide dall’emorragia.
- Non me ne vado senza di te, Jodie-
Quelle parole riscaldarono il suo cuore, rendendola felice come non lo era da tempo. Se fosse morta di colpo in quel momento le sarebbe andato bene comunque. Shuichi era venuto per lei e questo le bastava. Non sarebbe morta da sola e l’ultima cosa che avrebbe visto sarebbe stata il volto di quell’uomo che aveva amato con tutto il cuore.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jodie Starling, Shuichi Akai, Vermouth
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: È una promessa
 
 
Era ormai trascorsa più di una settimana da quando era stata dimessa e come predisposto stava trascorrendo la sua convalescenza a villa Kudo, aiutata da Yukiko ma soprattutto da Shuichi, quando non era al lavoro con gli altri dell’FBI prima di sbrigare le ultime cose. Ogni giorno tornava a casa prima che tramontasse il sole, in modo da poterla accompagnare a fare una passeggiata e mantenere così la sua promessa. Camminavano piano, l’uno accanto all’altra, fino a quando la gamba non le dava il segnale che era ora di riposarsi.
Le aveva preparato quel fantomatico stufato e doveva ammettere che non era male, ma aveva preferito di gran lunga le due cene fuori in cui l’aveva portata a mangiare dell’ottimo sushi e la pizza che tanto desiderava.
Non avevano più toccato l’argomento iniziato in ospedale, forse perché entrambi convenivano che certi tasti dolenti era meglio non toccarli. Yukiko aveva provato a farle alcune domande trabocchetto, indagando sulla natura della relazione che la legava a Shuichi e sostenendo che fosse innamorato di lei. Per quanto le sarebbe piaciuto, dubitava che la realtà dei fatti fosse quella. Condividevano lo stesso letto ogni notte, ma non si erano mai sfiorati nemmeno per sbaglio.
Anche quel giorno non era stato diverso dagli altri: verso le sei Shuichi era tornato dal lavoro ed erano usciti subito per la loro passeggiata. Durante il tragitto l’aveva aggiornata su come procedevano le varie burocrazie necessarie a chiudere una volta per tutte la storia (durata anche troppo) degli uomini in nero.
 
- E tu? Che cosa hai fatto oggi?- le chiese infine.
- Beh, vediamo…Ho cavalcato un unicorno, sconfitto un drago e dato la caccia ai fantasmi- ironizzò.
- Ti annoi, vero?- sorrise beffardo, avendo intuito il messaggio fra le righe.
- Mi conosci, non ci riesco a stare ferma-
- Presto tornerai alla tua vita, mi sembra che le tue condizioni migliorino in fretta-
- Sì, il Dottore dice che sto facendo grandi progressi e queste camminate aiutano. Però il segno della cicatrice resterà-
- Tutti i guerrieri hanno cicatrici-
- A me non piacciono-
- Le tue gambe saranno comunque piacevoli anche con una piccola imperfezione-
- Ma che dici, Shu!- arrossì, guardando dall’altra parte.
- Non è forse questa la tua preoccupazione?-
- Certo che no! Ok, forse un po’, ma…Tu da quando guardi le mie gambe?!-
- Da sempre- ammise.
 
Sentiva il cuore batterle a mille, nonostante stesse camminando troppo piano per aumentare il ritmo cardiaco. Era la sfacciataggine con cui Shuichi le aveva fatto quella confessione ad alzare la sua temperatura corporea e causarle le palpitazioni. Da quando era diventato così diretto?! Ma soprattutto: perché le guardava le gambe?
 
- Senti Shu- cercò di andare in fondo alla questione - Ultimamente sei strano-
- Strano? In che senso?-
- Da quando mi hai salvata non hai fatto altro che starmi vicino in tutti i modi, trascurando persino la tua famiglia. Mi hai portato i fiori all’ospedale, hai fatto riparare gli occhiali di mio padre, cucini per me, mi fai compagnia durante le mie passeggiate e ora mi dici senza peli sulla lingua che mi guardi le gambe. Io non capisco-
 
Shuichi restò in silenzio qualche secondo prima di replicare.
 
- Non ti viene in mente davvero nessun motivo?-
- Se non sapessi come stanno le cose penserei che hai una cotta per me-
- Le cotte le hanno gli adolescenti. Fra adulti, normalmente, si definisce amore-
 
Si fermò di colpo, come paralizzata. Non riusciva a credere alle sue orecchie…Aveva appena detto, anche se in modo indiretto, che la amava? Possibile che quello che aveva desiderato per così tanto tempo si stesse finalmente avverando? Com’era riuscito a dissimulare così bene quel sentimento?
Se prima era confusa adesso lo era anche di più.
Shuichi era andato avanti di qualche passo, poi si era accorto che lei non lo stava seguendo e si era fermato, tornando indietro. Adesso si trovavano l’uno di fronte all’altra e si fissavano negli occhi.
Fu lui a rompere il silenzio.
 
- Quando ti ho vista in quelle condizioni ho temuto che potessi non farcela. Eri in bilico tra la vita e la morte, se fossi arrivato più tardi ora non saresti qui-
- Questo lo so e te ne sono grata-
- Avevi ragione quando hai detto che non ho mai smesso di pensare a lei. È morta a causa mia, come potevo non pensarci-
- È più che comprensibile, tutti noi ci sentiamo in colpa. Ma c’è molto di più di questo. Tu l’amavi-
 
Ammettere quella dura verità ad alta voce le causò una sensazione di nodo alla gola.
 
- Hai ragione anche su questo-
- Dunque se ami lei non puoi amare anche me. Non si possono amare due donne contemporaneamente: me lo dicesti tu, ricordi?-
- Certo che lo ricordo, ma non avrei mai immaginato di avere torto marcio-
- Cosa vuoi dire?-
- Voglio dire che per quanto avessi iniziato a provare qualcosa per lei, non sono mai riuscito a cancellarti del tutto. È stata dura rinunciare a te-
- Shu…-
- Ho già perso qualcuno che amavo, non voglio che si ripeta di nuovo. Fin quando mi sarà possibile ti proteggerò, a costo della mia vita. È una promessa-
 
Colta da un impeto irrefrenabile, si spinse verso di lui prendendogli il volto fra le mani e baciandolo, questa volta con molta più passione rispetto al delicato sfioramento di labbra a cui si era limitata quando l’aveva salvata.
Colto alla sprovvista, dapprima Shuichi sembrò solo accettare passivamente; poi si sciolse e ricambiò a sua volta quel bacio. Le sembrava di sognare, non riusciva a crederci: forse era davvero morta dissanguata e tutto ciò che aveva vissuto dopo era una vita ultraterrena in paradiso, in cui tutti i suoi desideri potevano realizzarsi.
Si staccarono quando si accorsero di essere osservati da altri passanti: in Giappone amoreggiare pubblicamente era considerato un atto inappropriato e a volte si rischiava persino di essere arrestati.
 
- Stiamo dando spettacolo- sorrise.
- Già, meglio se torniamo a villa Kudo-
- Ti ricordo che non siamo soli nemmeno lì-
- Ma almeno abbiamo una stanza dove avere un po’ di privacy-
- Cosa pensi di fare, agente Akai?- lo guardò maliziosamente - Guarda che se vuoi che ti conceda le mie grazie, te le devi guadagnare- gli picchiettò una mano sulla guancia.
 
Ridacchiando fra sé e sé, gli diede le spalle e si incamminò sulla strada di ritorno. Shuichi l’affiancò con un’espressione tra il sereno e il divertito sul volto. Di certo avrebbero dovuto chiarire molte altre cose, ma quello era già un ottimo inizio da cui ripartire.
 
Tornati a villa Kudo cercarono di non dare troppo nell’occhio di fronte ai padroni di casa e a Conan (ormai tornato Shinichi), per non alimentare i loro sospetti. Non che ci fosse qualcosa di male, ma per il momento preferivano che quel ritrovato rapporto restasse fra loro, almeno fino a quando non avrebbero messo un punto definitivo al passato.
Dopo aver cenato e trascorso qualche ora tutti insieme nel salotto, ognuno si ritirò nella propria stanza. Si coricarono nel letto, questa volta però avvicinando i loro corpi e abbracciandosi. Parlarono per un’altra mezz’ora, alternando le chiacchiere a baci come quello che si erano scambiati poche ore prima, fino a quando non si addormentò con la testa posata sul suo petto, cullata dai battiti del suo cuore.
Si dice che non tutto il male venga per nuocere e forse era proprio così: aveva rischiato la vita, ma alla fine ne aveva ottenuta una nuova.
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
Ed eccoci arrivati alla fine di questa mini-long. Spero che vi sia piaciuta!
   
 
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