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Autore: Lara Ponte    05/04/2024    0 recensioni
Per prima cosa grazie per essere qua, era davvero tanto tempo che non pubblicavo qualcosa.
In questa breve FF molto semplicemente volevo che il mio personaggio ritrovasse il suo adorato (nonostante tutto) Imperatore dopo tanto tempo dalla battaglia finale.
Spero non ci siano troppi spoiler (per chi ancora non avesse giocato questo capolavoro) e se ho messo la bandierina gialla è stato più che altro per il linguaggio un po' sopra le righe adottato dal mio Elrick.
A tutt* buona lettura. ^_^
p.s. Mentre scrivevo ascoltavo la canzone della soundtrack del gioco, "Song of Balduran"... e chi vuole intendere... ;)
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I

L’imperatore

 

Aveva camminato più di un’ora quando raggiunse un edificio nei pressi del porto che aveva l’aspetto anonimo di un magazzino merci. Le ampie vesti che aveva indossato, utili a camuffare le proprie fattezze, ora lo stavano facendo sudare ma avrebbe dovuto pazientare ancora un po’ prima di poter togliere almeno il cappuccio che teneva ben in ombra il volto. Seguendo le istruzioni ricevute in precedenza, fece il giro del caseggiato fino ad arrivare a un ingresso sul retro sorvegliato da due mercenari.
Si avvicinò in silenzio e mostrò loro la lettera d’invito senza la quale avrebbe dovuto usare metodi decisamente meno civili per accedere all’interno.
“Sir Loran suppongo ?” Chiese uno dei due.
“In persona.” Risposte Elrick simulando una voce leggermente rauca.
“Normalmente le avremmo chiesto di mostrarsi, ma siamo stati informati del suo problema e non intendiamo metterla a disagio.” Disse il più giovane dei due.
“Grazie per la cortesia.”

Se li lasciò indietro ringraziando col pensiero Jaheira e Miss Nove dita per averlo aiutato a costruire una falsa identità perfettamente plausibile. In poco meno di tre mesi era riuscito a far circolare la voce che un ricco mercante, molto riservato, di Neverwinter sarebbe stato in visita non ufficiale a Baldur’s Gate per estendere la propria rete di commerci legali e non, e che ci sarebbe stata una buona opportunità di guadagno per tutti gli interessati. Ovviamente tutto stava nel far trovare alle persone giuste, in questo caso gli uomini al servizio dell’imperatore, le prove giuste. La cosa più complicata era stata costruire un sistema di controllo anonimo di tipo piramidale, in modo che i nomi di Jaheira e della capogilda non saltassero mai sotto agli occhi di quella vecchia volpe che ci avrebbe messo meno di due secondi a fare “2 + 2”…
...ad ogni modo riteneva fossero stati i soldi meglio spesi della sua vita.


“Siete stato coraggioso a presentarvi da solo, pochi lo avrebbero fatto.” Gli fece i complimenti una cameriera mentre lo accompagnava ad una parete dove si nascondeva un ingresso segreto.
“La mia gente sa perfettamente dove mi trovo e se non dovessi tornare da questo incontro, voi tutti dovrete aspettarvi un brutto quarto d’ora.” Commentò con freddezza. Non era la prima volta che bluffava e per quanto fosse divertente recitare la parte del ricco criminale, in realtà questa volta si riteneva tutto sommato al sicuro.

La parte difficile da quando aveva varcato la soglia del magazzino era stata più che altro quella di dover concentrare la propria mente sulla falsa identità, per ingannare la sonda mentale che potevano esercitare i mindflayer quando le distanze si riducevano.
Quando prese a scendere la scalinata ben illuminata, si rese conto di faticare non poco a mantenere la calma, i suoi veri ricordi spingevano per stare in prima linea, il respiro si spezzava nello sforzo e anche gli occhi si fecero fastidiosamente umidi, attimi che sembravano durare un’eternità e quando riuscì a riprendere il controllo di se fu soltanto grazie alla rabbia, covata in tutto quel tempo, che si era messa a ringhiare in tutte le sue sinapsi.

Come si aspettava, la saletta dall’arredamento semplice dove arrivò non era molto illuminata e l’imperatore sedeva composto dietro una grande scrivania di legno scuro sulla quale erano poggiati libri e registri. Era davvero lui.

“Vi ringrazio moltissimo di aver accolto il mio invito Sir Loran…”
“E io ti ringrazio moltissimo per esserci cascato.” Lo schernì Elrick abbassando il proprio copricapo.
“Non è possibile.” Il suo vecchio compagno d'avventura scattò in piedi per lo stupore. “Come stai?”  Aggiunse poi con un tono di scuse.
“Davvero ti interessa? Cazzo…” Imprecò lui a fil di voce.
“Elrick… posso soltanto immaginare quanto tu sia arrabbiato.”
“Sei sparito per un anno intero razza di stronzo. E adesso che ti ho finalmente davanti non so se abbracciarti o scagliarti contro una palla di fuoco, dannazione!”

Il cuore gli martellava tanto forte nel petto che dovette cercare una poltrona per sedersi e riprendere fiato. Apprezzò il silenzio con cui Roy, così come lo aveva soprannominato in passato, rispettava i suoi tempi. Lo osservò andare a prendere una caraffa da una mensola e riempire un grosso calice d’acqua che gli offri gentilmente.
“Grazie.” Accettò abbassando lo sguardo.
Nonostante l’abbigliamento, del tutto simile al suo, con cui anche l’imperatore celava il proprio aspetto, nella propria mente lo vedeva esattamente come quella volta in cui nel reame astrale si erano concessi l’uno all’altro e usò la propria magia per farglielo sapere attraverso un’immagine telepatica.
“Dimmi soltanto perché…”
“Cosa sarebbe più facile per te?” Domandò assecondando il suo desiderio e sfilando la propria tonaca, rimanendo con addosso soltanto i pantaloni e il suo corpo da mindflayer in bella mostra, i lunghi tentacoli e tutto il resto.
Elrick alzò lo sguardo, un brivido gli correva lungo la schiena a partire dalla nuca, le emozioni di quei momenti bruciavano ancora sotto la sua pelle, ma preferì rimanere dove stava.
“Non mi è mai importato del tuo aspetto e questo lo hai sempre saputo. Avevo detto che volevo stare con te dopo la battaglia contro quella... Cosa… desideravo davvero conoscerti, in una situazione di vita più normale.” Sospirò.
“Cambierebbe qualcosa se dicessi che l’ho fatto per la sua stessa sicurezza?”
“Fanculo! Non ho mai avuto bisogno di una balia, sapevi benissimo anche questo.”
“Non capisci: sono io, il pericolo per te.”
“Tu? Mi hai salvato la vita senza nemmeno conoscermi! Vero che avevi bisogno di aiuto, ma avresti potuto rivolgerti a chiunque altro o usare ben altri metodi… e …è una storia troppo lunga per rivangarla e non è questo il momento. Come credi mi sia sentito quando dopo avermi scritto quella lettera, ben sei mesi fa, dove dicevi che mi avresti ricontattato, poi non hai mosso un dito per trovarmi? Anzi ! Non avevi alcun bisogno di cercarmi: sapevi benissimo dov’ero e non sei mai tornato… mai! Cazzo!”
“E se ti dicessi che sarebbe stato più semplice, un futuro per noi, se avessi scelto di diventare anche tu un Illithid?”
“Non ho mai visto l'appartenere a due specie diverse come un ostacolo, anche questo te l’avevo detto. A questo punto mi chiedo se mi hai mai ascoltato qualche volta.”
“Il problema è mio Elrick, non hai idea di cosa mi tormenti ogni volta che sto accanto a esseri senzienti dalla mente meravigliosa, come la tua.”
“Stai dicendo che devi sforzarti di non divorarmi, è questo il punto?”
“Anche adesso è così. Mentre stiamo parliamo e sono davvero felice che tu mi abbia trovato… questa è un’altra dimostrazione delle tue abilità straordinarie.”
“Hai sempre usato la logica per risolvere le questioni, sai bene che se cedessi al tuo istinto non ci sarebbe più un noi. Questo non basta al tuo autocontrollo?”
“Se mi ritrovassi in una qualsiasi condizione in cui non possa avere il controllo di me stesso non oso immaginare cosa potrebbe succederti.”
“Dici che ho grandi abilità ma mi sottovaluti sempre. Sono nato stregone e me la cavo bene anche con la spada. Credi davvero che mi lascerei mangiare senza obbiettare? Perché non riesci mai a fidarti, merda.” Sapeva che non lo faceva con cattiveria, e probabilmente era proprio un modo di ragionare freddo e tipico della sua specie, ma aveva sempre odiato la difficoltà che l’imperatore dimostrava a fidarsi di qualcuno che non fosse se stesso, tuttavia riprese il discorso senza perdere la calma.
“Quando ho scoperto dove avevi la tua nuova base, avevo due modi per raggiungerti. Uno, quello che ho scelto, era attraverso l’inganno e la diplomazia, il che mi è costato parecchio tempo e denaro; ma l’altro sarebbe sarebbe stato quello molto più semplice di sbaragliare con la forza i tuoi servitori e metterti con le spalle al muro a suon di calci. Chissà? Magari sarebbe stato decisamente più appagante di questo imbarazzante teatrino pietoso.”
“Apprezzo molto che tu abbia scelto questo metodo, inoltre non posso garantire come avrei reagito a un attacco.”
“Lo so io perfettamente: sarebbe finita a merda per tutti. Quindi ora che si fa?” Lo sfidò con ironia.
“Se ti conosco hai già in mente qualcosa. Come diresti tu: sputa il rospo.” Commentò rimettendosi la veste, ma tenendone abbassato il cappuccio.
“Possibile che devi sempre stare appresso a qualcosa? Prenditi una dannata vacanza una buona volta! Ci sarà pure qualcuno a cui potrai affidare ’sta baracca per un po’, no?!”
“Potrei assentarmi per un mese, poco più.”
A quelle parole Elrick distese la propria espressione in un sorriso, guardandolo dritto negli occhi, quella luce viola che aveva sempre trovato tanto intrigante.
“Sul serio? Potremmo anche scoprire che nella famosa vita normale non andiamo poi così d’accordo.”
“Dopo quanto ti sei impegnato per arrivare fin qui, non posso e non voglio allontanarti di nuovo. Ammetto che mi sei mancato, mia piccola canaglia.”

Si sentì un leggero bussare alla porta e una voce maschile, di uno dei vari mercenari presenti nello stabile, che chiedeva se fosse tutto a posto.
“Solitamente il primo incontro con un nuovo cliente dura molto meno…” Dichiarò distaccato il mindflayer facendo un gesto della mano in direzione della porta, meno di un attimo dopo si sentirono dei passi che si allontanavano.
“Usi sempre i tuoi poteri su di loro?”
“Mai più del necessario.” Ammise, come sempre, senza alcuna difficoltà “Se ti può consolare con te non ha mai funzionato: hai sempre avuto una mente troppo forte per le mie capacità, anche se in passato penso di averti fatto credere il contrario.”
Un altro sorriso, stavolta di sollievo, si dipinse nel volto dell’elfo. “Felice di sentirlo e non è una battuta, dico sul serio, saperlo mi rende tutto più chiaro, più semplice.”
“Credevo lo avessi capito tempo fa.” Si sorprese l’altro.
“Mi sa che non abbiamo mai avuto troppo tempo per parlarne, in effetti non abbiamo mai avuto troppo tempo per alcun ché, a parte salvarci la pellaccia.”
“E adesso cosa proponi?”
“Ho procurato una piccola imbarcazione, di quelle che si possono governare anche in due. Nei primi giorni assieme vorrei visitare le isole Moonshae, mentre al ritorno potremmo annoiarci crogiolandoci nella banale quotidianità offerta dalla nostra bella città.”
“Come desideri.”
“Quanto tempo ti serve per organizzarti?”
“Due, tre giorni al massimo.”
“D’accordo allora. Ti aspetterò alla banchina numero quattro del vecchio porto tra tre giorni, dopo il tramonto, e non sognarti nemmeno di non presentarti.”

“Mi hai già trovato una volta, non intendo sfidarti a cercarmi nuovamente. Hai diritto a questa piccola vittoria e io ho bisogno di esplorare un nuovo modo di stare con qualcuno, che non sia un mio simile. Credo che ci meritiamo entrambi questa possibilità.”

 

 

 

 

L’angolo di Lara.

Cercherò di non scrivere troppo per evitare i più grossi spoiler e colpi di scena che il gioco ha da offrire, tuttavia spero di far capire perché la mia FF si basa proprio sul “caro vecchio” Illithid che ti accompagna durante la tua avventura.

L’imperatore è sicuramente uno dei personaggi migliori (Ben scritti e ben caratterizzati) che mi sia capitato di trovare in un videogioco.
Questa che ho scritto qua è soltanto una delle tante storie immaginate dalla mia fantasia perversa, ma di sicuro è una di quelle che più rappresentano una cosa che mi ha dato parecchio fastidio in uno dei possibili finali del gioco.

Infatti non ho mai digerito di non poter scegliere, dopo la battaglia finale, di stare con l’imperatore se il mio personaggio rimaneva in forma umana, perché ciò accadeva soltanto se si diventava un illithid come lui. Che ok: ha il suo senso logico e la cosa ben si chiarisce durante la festa di rimpatrio (se ci partecipi come mindflayer) però, dato che ho creato un personaggio fortemente convinto del libero arbitrio e delle proprie scelte ho immaginato un proseguimento della storia, in cui il mio elfo umano andava a riprendersi il suo compagno... per “particolare” che possa essere.
Tutto qua.

Grazie a tutti per avermi letto. Ciao ciao ! <3

 

  
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