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Autore: Ninfea Blu    26/04/2024    5 recensioni
Una raccolta di piccole storie, non troppo impegnate, per sorridere un po' e non pensare a questo momento brutto che stiamo attraversando. Coppie improbabili oppure canoniche, dipenderà dall'estro del momento.
Protagonisti, un po' tutti i personaggi di VnB.
Piccole one-shot, storie brevi, divertenti, comiche o parodistiche, indipendenti l'una dall'altra... e potrebbe pure esserci qualche traccia di fantasy, oppure crossover, eventualmente lo segnalerò, sempre in base al mio estro, ma senza esagerare.
Stiamo tutti a casa... lo farei anch'io, se potessi...
Genere: Commedia, Fantasy, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un amore infelice per Fersen

 

Per la serie, non tutte le sfighe toccano ad André.
 
 
Il conte di Fersen, nel suo gran tour europeo, tra la Germania, Torino e Napoli, aveva visitato tanti luoghi diversi, imparato diverse lingue e conosciuto presto le gioie dell’amore spirituale e carnale… più carnale a voler ben guardare.
Purtroppo non si era perso nel Regno Sabaudo e neppure in quello delle Due Sicilie come sperava chi scrive, ma era tornato verso il regno di Francia per terminare i suoi studi, e interrompere la quiete – si fa per dire - dei giorni di Maria Antonietta, Oscar, André, Luigi e Girodelle, che non lo faceva vedere, ma non aveva simpatia per lo straniero venuto dal freddo della Svezia.

Sappiamo tutti che il conte s’innamorò al primo sguardo della Delfina di Francia, e lei altrettanto s’innamorò di lui; sappiamo che il nobile svedese faceva strage di cuori tra le dame di palazzo, che gli mandavano lettere d’amore profumate alla lavanda per invitarlo nelle loro alcove.

André invece, - e io pure - gli avrebbe mandato un sacchetto con del repellente per tenerlo lontano da Palazzo Jarjayes.

Lui, che professava l’amore e il sesso libero, non si tirava mai indietro; sappiamo che da vero figlio di… emh, dei fiori, rispettava alla lettera il precetto “fate l’amore con il sapore”, anche se la sua massima preferita era “fate l’amore e non la guerra”, la coerenza fatta a persona visto che deciderà di andare a combattere in America.
Nonostante tanti successi, sparsi a tutte le latitudini e longitudini del pianeta, quello che in pochi sanno è che anche il conte ha fatto esperienza di un amore non corrisposto, e pure non consumato.
 
E che credevate? Che tutte le donne cadessero ai suoi piedi?
Non è assolutamente così.
E sapete chi fu il primo e solo testimone privilegiato di tale insuccesso del nobile svedese?
L’unico che avrebbe potuto scoprirlo e tenere tutto per sé.

Colui che avrebbe diritto di esultare con un po’ di maligna soddisfazione e pensare “in fondo, non siete il dio dell’amore romantico, ma un uomo che prende il due di picche come tutti gli altri comuni mortali”, ossia, il nostro discreto André.

Il conte frequentava la villa del suo amore segreto abitualmente; fu così che André, il gossiparo più affascinante di Versailles, nonché il più informato, scoprì i clamorosi retroscena della frequentazione di Palazzo Jarjayes.

L’amicizia con Oscar, in parte vera, era una scusa, ma non era per duellare con il capitano delle guardie reali, che Fersen frequentava il salotto della sua amica soldato.
Oh, no, lui voleva incontrare un’altra persona, una donna conosciuta a corte e piuttosto nota nell’ambiente, per ovvi motivi, essendo la santa donna che aveva sposato quel pazzo, fanatico dell’onore che era il generale Jarjayes e messo al mondo quella creatura meravigliosa che è Oscar.

Siete sorprese? Scandalizzate?

Il conte ‘fate l’amore con il sapore’ non si è mai fatto problemi sull’età, sapete?
Inoltre, ha la massima fiducia nel detto “gallina vecchia fa buon brodo”, che applica fin dalle prime esperienze amorose alla sua educazione sentimentale; la sua prima volta è stata con un’amica di sua madre… non ditelo però a Madame Von Fersen, convinta di avere un figlio irreprensibile, e un’amica tutta casa e chiesa.
Le donne, da bravo casanova, lui le ama tutte; giovani, mature, sposate, vedove, prostitute, suore di clausura, principesse, imperatrici e regine (una in particolare).
Le uniche che non considera sono le donne soldato; quelle come Oscar, appunto. Gli confondono le idee, facendolo dubitare delle sue naturali inclinazioni da vero maschio dominante, mentre si tormenta sul motivo per cui Dio le abbia fatte nascere donne…

Lo so io: per permettere a lui di sparare certe castronerie.

Ma di Oscar ce n’è una sola, e per fortuna, Fersen non la considera neppure una donna. Che delicatezza, eh?
D'altronde stiamo parlando di Fersen, l’uomo più sveglio dell’emisfero boreale.

Così, il nostro bel conte ha preso a considerare sua madre, Madame Jarjayes. Ancora prima di incontrarla, si è invaghito della sua nobile bellezza muliebre, dopo averla vista ritratta in un quadro, posto nel salotto della villa.
Amore a prima vista. Folgorato come San Paolo sulla via di Damasco.

Quando si dice, gli strani casi della vita; il quadro della signora prima era appeso nella camera di Oscar (vi ricordate quello che contempla madamigella nella prima puntata dell’anime? Proprio quello!) e in tali circostanze Fersen non avrebbe mai potuto vederlo, non avendo libero accesso alla stanza privata di Oscar (e vorrei ben vedere! Per fare cosa, poi? Nel santuario della rosa bianca di Versailles, solo André può entrare.)

Così, un pomeriggio, Fersen si è presentato a Palazzo come l’idraulico di una nota pubblicità.

“Buonaseeeraa.” (Cit.)

Al saluto, André ha cambiato espressione.

Con la scusa di attendere Oscar di ritorno da Versailles, si è fermato a prendere un tè nel salotto di Palazzo Jarjayes, in compagnia di Madame Marguerite, che da brava padrona di casa, voleva conversare e conoscere meglio uno dei pochi amici della figlia che le sia capitato di incontrare, di fatto l’unico che lei abbia, se escludiamo André.
Anche per Madame Marguerite quella era una novità; era conscia che l’ultimogenita non avesse mai legato con nessun appartenente alla sua casta, ma solo con il nipote della sua governante, e questa asocialità di Oscar verso i giovani aristocratici come lei, un po’ la preoccupava.

E di pomeriggi a prendere il tè, ne erano seguiti molti altri, tra il conte e Marguerite, e lui si era ritrovato invaghito e suggestionato dalla sua dolcezza e delicatezza d’animo, dalle attenzioni che aveva per la figlia soldato e le parole di rispetto per il marito.

“Mi fa davvero piacere che Oscar abbia un amico sincero come voi. André è un caro ragazzo, ma penso che sia importante per mia figlia avere amicizie nell’ambito della sua cerchia, tra coloro che sono come lei. Temevo che non sarebbe mai successo. Vi prego di essere un buon amico per mia figlia.”

“Voi siete davvero una madre dolcissima per Oscar; siete una donna stupenda, il generale vostro marito, è un uomo fortunato ad avervi al suo fianco. Ah, io potrei innamorarmi di una donna come voi, sapete?”

Madame Jarjayes sorrideva con aria bonaria, dietro il suo ventaglio, e con la classe che le era propria, smorzava i facili entusiasmi del giovane straniero, giudicandolo un po’ facilone, ma tutto sommato non una cattiva persona.

“Ma cosa dite? Vi piace scherzare, vero? Potrei essere vostra madre…”

“Vi adorerei come madre, come moglie, come compagna di vita. Siete il mio ideale di donna, madame. E siete bellissima: avete il fascino della saggezza e dell’esperienza…” esclamava con impeto, trattenendole le mani, mentre la contessa cercava di sottrarsi ai suoi assalti.

“Ora smettetela con tali sciocchezze; ci sono tante giovinette che farebbero più al caso vostro, conte di Fersen. Sono certa che un giorno troverete una moglie degna di voi.”
 
In effetti, Madame Jarjayes, di fronte a certi approcci e complimenti tanto diretti del giovanotto, iniziò a pensare che ci fosse del vero dietro i pettegolezzi che riguardavano il conte, definito da qualcuno come un uomo un po’ troppo disinvolto col gentil sesso.
Così la signora, un poco preoccupata per le insistenze del conte, che le faceva regali quasi ogni giorno, fiori, letture, essenze rare e preziose, perfino qualche gioiello che lei rifiutava, confidò alla governante, la nonna di André, il disagio che le creava ricevere simili attenzioni da un uomo, sì di bell’aspetto e di nobili natali, ma tanto giovane che poteva essere suo figlio.
Guai se il generale lo fosse venuto a sapere, o peggio ancora sua figlia Oscar, sempre così inflessibile e integerrima. Già la vedeva estrarre la spada per sfidarlo a duello e farlo a fette, immaginava perfino le parole.

“Come osate? Il vostro atteggiamento libertino lo giudico un grave affronto alla mia nobile madre. E io che vi credevo diverso dagli altri nobili! Difendetevi, laverò l’onore di mia madre col vostro sangue!”

Come da copione, André si sarebbe messo in mezzo per fermarla dall’accoppare il libertino, salvo poi pentirsene dopo qualche anno. (nda. André, ogni tanto, va a gossipare da un'altra parte.)
 
Un giorno, il nostro conte-idraulico, si presentò a Palazzo, recando l’ennesimo regalo, pensato per l’oggetto dei suoi desideri, che non aveva nessuna intenzione di concedersi; si trattava di un pregiato profumo, fatto produrre da un inquietante profumiere di Parigi… (il serial killer del romanzo di Suskind ossessionato dalle donne coi capelli rossi. A parziale beneficio di Fersen, lui non ha letto il romanzo, dunque non immaginava il disastro in cui ha rischiato di cacciarsi, ma la legge non ammette ignoranza… e a Fersen non si perdona nulla.)
 
Gli avevano assicurato che si trattava di un potente afrodisiaco; la sua innamorata gli sarebbe caduta tra le braccia, senza opporre la minima resistenza. Insomma, una roba da querela.
Anche il conte ogni tanto aveva bisogno di questi mezzucci; mantenere la sua reputazione di ‘idraulico’ latin lover era dura, il Viagra non era stato ancora inventato e il rischio di brutte figure era molto alto, la sua immagine ‘social’ a Versailles sarebbe stata danneggiata.

L’incontro amoroso non ci fu; invece, trovò ad accoglierlo la nonna di André, armata di mestolo, messa in allarme dalle preoccupazioni della padrona di casa, molto in imbarazzo per quelle attenzioni non richieste.
“Giovanotto, smettetela di venire qui, per importunare la mia signora! – disse minacciosa, brandendo l’attrezzo da cucina come un bastone – Siete fortunato se non avviso il padrone, altrimenti vi avrebbe dato lui una bella lezione. E adesso, andatevene!”

“Vi prego, volevo solo porgere i miei omaggi a Madame Jarjayes, ho portato anche un piccolo presente per lei, non c’è nulla di male in questo; sono un buon amico di Oscar e il capitano non avrebbe nulla da obiettare alle mie gentilezze.” Di questo, André non era troppo convinto.

“Siete uno screanzato! Se non ve ne andate subito, giuro che vi picchio!” urlò ancora, la iraconda nonnina. Andrè era con lei e cercava di trattenerla (ma non troppo, in realtà avrebbe voluto liberarla come un rottweiler).

“Nonna calmati. Sono certo che il conte non ha cattive intenzioni, e tu non puoi accogliere un ospite in questa maniera.”

“Sta facendo il cascamorto con la signora, è intollerabile. Che vergogna! Andrè, mandalo via, altrimenti non rispondo di me.”

Così, André fu ben contento a prendere le redini della situazione, e con diplomazia, convinse il conte ad andarsene col suo due di bastoni nella schiena. Fersen non si dette per vinto; credendo di trovare in André un alleato, gli infilò in tasca la sua piccola strategia di conquista, o per restare in tema di carte, asso nella manica.

“Andrè, siamo uomini di mondo. Fate avere a madame questa boccetta di profumo e ditele che verrò a trovarla in un altro momento.” E lasciò Palazzo Jarjayes.

André non diede mai il profumo alla madre di Oscar, se ne dimenticò completamente fino a sera, quando togliendosi la giacca, qualcosa finì a terra rompendosi, spargendo il suo contenuto, un liquido trasparente un po’ oleoso. André lo toccò con le dita, ma non avvertì alcun odore particolare, poi raccolse i pezzi di vetro e parte del liquido gli bagnò le mani, ma non se ne preoccupò.
 
Mezzora più tardi, nella stanza di Oscar successe qualcosa di meraviglioso e incredibile; era andato da lei per portarle la cioccolata, la sua bevanda preferita.
Aveva posato il vassoio sul piccolo tavolo della camera, e Oscar si era avvicinata per prendere la tazza… ma la sua mano aveva cambiato traiettoria, e si era infilata tra i suoi capelli con una carezza… poi gli aveva slacciato il nastro di velluto del codino…
“Che capelli morbidi che hai, André…” Colto di sorpresa, il nostro attendente preferito, non capì più nulla.

Non ricorda come, si era ritrovato sul letto con lei addosso, le loro bocche che si inseguivano e le mani che andavano oltre…
Poi, oltre non posso andare, altrimenti, questo delirio folle, diventerebbe un hentai. Sappiate solo che Oscar e Andrè hanno passato una notte indimenticabile, dandosi alla pazza gioia; che sia merito dell’afrodisiaco, della cioccolata o dell’asso di cuori, non è dato sapere.
 
Fersen tornò di nuovo a cercare la madre di Oscar, ma Marguerite si rifiutò più volte di riceverlo; esasperata, gli fece avere un piccolo biglietto dove, con delicatezza, lo esortava a dimenticarla.
Tale madre, tale figlia quando darà il due di picche a Girodelle.
Fersen si arrese, ma conserva quel biglietto ancora adesso, come un tesoro prezioso.
Del due di picche del conte ne ha goduto solo André, con somma gioia.
 
 
 
****
 
Dopo tanto tempo che non scrivo, torno su EFP per mettere una fine a questa raccolta di deliri, scritti per divertimento in un momento particolare. A questo raccontino, potrebbe seguirne ancora uno conclusivo, con altri due personaggi, vedremo cosa riuscirà a partorire la mia fantasia malata.
Non prendeteli troppo sul serio, questi sono amori inverosimili, storielle che vogliono far sorridere; qui, a prendere in giro Fersen mi sono proprio divertita, non me ne vogliano le sue ammiratrici.
 
"Il profumo" è un bellissimo romanzo di Patrick Suskind, che vi consiglio di leggere, ambientato nel '700
   
 
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