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Autore: Ciuffettina    27/04/2024    4 recensioni
Michael era orgoglioso della missione affidatagli, lui era un bravo figlio obbediente, desideroso di compiacere suo Padre, tuttavia avrebbe preferito non avere quel mantra sempre nelle orecchie
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Gabriel, Metatron, Michael, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il dietro le quinte della Bibbia'
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Se da un lato l’intervento di Uriel, fu un enorme successo, dall’altro presentava degli spiacevoli effetti collaterali: era vero che gli Israeliti “purificati” da lui smettevano di peccare, ma smettevano anche di respirare e di fare altre cose un po’ più importanti (tipo procreare discendenti a cui sarebbe andata la famosa Terra Promessa dove scorreva il latte e il miele).
Un altro popolo un po’ più furbo avrebbe intuito che gli schiattamenti improvvisi erano dovuti al fatto che fornicavano allegramente con delle straniere e che, per farlo, si erano messi ad adorare i loro dèi, ma loro o non lo capivano oppure avevano deciso di seguire il consiglio di Lucifer preferendo farsi ammazzare subito dopo esser stati fra le braccia di una bella donna che dopo 40 anni di deserto (e di manna).
In Paradiso, la domanda che più ci si poneva era: «E ora che si fa?» Da un lato gli Israeliti dovevano assolutamente smettere di fornicare con quelle donne, dall’altra, a furia di “purificarli” non ne sarebbero rimasti abbastanza per mettere al mondo una nuova generazione abbastanza numerosa per conquistare il Canaan.
Finalmente qualcuno nell’accampamento decise di prendere in mano la situazione…
Il giovane Pînhas, figlio di Elazar, figlio di Aronne, non era stato colpito dalla punizione che Michael aveva inflitto agli Israeliti dai vent'anni in su perciò aveva ottime speranze di poter vedere la tanto sospirata terra in cui scorreva il latte e il miele ma dover aspettare per 40 anni nel deserto non gli piaceva neanche un po’ pertanto pensò a come procurarsi un passaporto per entrare subito…
Si precipitò nella tenda di Mosè: «Zio, dammi subito il tuo bastone!»
Mosè lo fissò preoccupato e poi disse: «Che cosa ci devi fare? Dio ha detto che il Bastone posso usarlo solo io…»
«Tranquillo, zio» rispose con baldanza, «non voglio scatenare alcuna piaga, anzi voglio fermarne una».
Titubante, Mosè porse il Bastone al nipote, chiedendosi come potesse fermare quell’epidemia, visto che né le parole né le morti erano servite a far desistere i suoi compatrioti dal fornicare come conigli in calore.
Pînhas prese il Bastone, corse fuori dalla tenda e, come un Daredevil ante litteram, cominciò a inseguire quelle povere madianite e moabite che dovettero scappare mezze nude, mentre lui mulinava il Bastone sopra le loro teste.
«Pînhas, che cosa stai facendo?» era la protesta che si levava da più parti.
«Vi sto salvando dalla perversione! Via, meretrici, via! Andate a fornicare altrove!»
Finalmente tutte le ragazze scapparono, col fermo proposito di non tornare mai più in quell’accampamento di matti.
«Complimenti, eh! Avevamo trovato un passatempo che non fosse star qui a girarci i pollici e tu ce l’hai levato!» Stavano già per picchiarlo, quando comparve Michael con le ali spalancate.
«Fermi! Dovreste solo ringraziarlo per avervi salvato dalla depravazione».
«Ringraziarlo??? Ma noi…» tentò di protestare uno di loro, subito zittito da una gomitata nelle costole. «Taci! Vuoi che ci allunghi la pena di altri 10 anni?» gli sussurrò un altro che, essendo anch’egli della vecchia guardia, alla fine dei 40 anni di Esodo, avrebbe fatto imbiancare le sue ossa nel deserto.
Michael finse di non sentire e si rivolse al ragazzo: «Pînhas, figlio di Elazar, figlio del sacerdote Aronne, hai allontanato l’ira del Signore dagli Israeliti, perché sei stato animato dal Suo zelo fra di loro, ed Egli, nella Sua gelosia, non ha sterminato gli Israeliti. Perciò sappi che Egli stabilisce con te un’alleanza di pace, che sarà per te e per la tua stirpe dopo di te un’alleanza di un sacerdozio perenne, perché tu hai avuto zelo per il tuo Dio e hai fatto il rito espiatorio per gli Israeliti». “Ma perché Metatron deve sempre scrivere dei messaggi così complicati?
Nel frattempo, Uriel se ne tornava in Paradiso assai contrariato visto che il suo divertimento era finito troppo in fretta per i suoi gusti ma aveva comunque la speranza che prima o poi il cosiddetto Popolo Eletto si sarebbe di nuovo pervertito e lui l’avrebbe potuto di nuovo “purificare.”
Pînhas si domandò che razza di ricompensa fosse visto che, essendo della tribù di Levi, i suoi figli sarebbero stati comunque sacerdoti; il suo premio non poteva essere solo quello perciò domandò speranzoso: «Allora posso entrare subito nella Terra Promessa?»
«No, vi ho già detto che voi della nuova generazione entrerete solo fra 40 anni, non fatemi ripetere sempre le stesse cose» rispose Michael severamente e scomparve.
“🌩️🗡️☠️🤬✨!” pensò Pînhas cupamente: sperava di essersi guadagnato un biglietto per la famosa Terra Promessa, invece gli toccava rimanere lì, per di più odiato da tutti perché aveva guastato il loro divertimento.
«Ecco, sei contento?» si sentì gridare da più parti.
«Voleva entrare prima il signorino, invece ti tocca aspettare come tutti noi».
«Già, almeno tu ci potrai entrare in questa fantomatica Terra Promessa…»
«Mosè, che cosa ti è saltato in mente di farci uscire dall’Egitto e di portarci in questo posto schifoso in cui non ci si può nemmeno divertire un po’?»
«Sentite!» saltò su uno. «Quelle ragazze non possono essersi allontanate di molto, forse faccio ancora in tempo a raggiungerle e a riportarle qui».
«E secondo te, ci tornerebbero dopo la bella pensata di Pînhas? Ormai siamo condannati a marcire qui…»
 
 
“Il sole tramonta nel deserto, dipingendo il cielo con sfumature di arancio, rosso e viola. Mentre l’ultima luce del giorno sfiora le dune ondulate, un gruppo di persone emerge come ombre danzanti sull’orizzonte. Non hanno una destinazione precisa, almeno, non più, l’unica che avevano è stata loro preclusa per 40 anni, ma ogni loro passo è un racconto di resilienza e speranza. La vastità del deserto diventa la tela su cui si disegnano le loro storie, storie di viaggiatori che, come il sole, seguono un ciclo eterno di sfide e rinascite. Questo gruppo di anime erranti, con il cielo che si oscura sopra di loro, trova conforto nella compagnia reciproca e nella bellezza incommensurabile della natura che li circonda”. “Ecco fatto!” pensò Dio soddisfatto dopo aver scritto l’ultima parola. “Fantastico finale, i lettori impazziranno”.
   
 
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