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Autore: Opalix    05/10/2009    15 recensioni
PARADOSSO DI KIERKEGAARD: Se ti sposi, te ne pentirai. Se non ti sposi, te ne pentirai lo stesso.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10: HOW TO DEVORCE FROM A MILLIONAIRE

“Signor Draco Malfoy?”
Draco guardò Hermione, che annuì impercettibilmente. “Presente.”
Il Decano del Wizengamot storse il naso rugoso, Hermione imprecò in silenzio.
“Signor Malfoy, mi vedo costretto a pregarla di non essere irrispettoso nei confronti dei rappresentanti del Wizengamot.”
Draco aprì la bocca, ma l’unghia aguzza dell’avvocato Granger gli si conficcò nella coscia, perciò si ritrovò costretto ad annuire in silenzio. Il Decano srotolò una pergamena e la scorse velocemente. “Signor Malfoy, lei è stato accusato dalla Signora Malfoy di adulterio. Di conseguenza, in sede di divorzio consensuale, l’avvocato Nott ha richiesto, a beneficio della signora Malfoy, un assegno di mantenimento superiore ai duemila galeoni mensili, la proprietà di un attico in Diagon Alley e di una tenuta nobiliare in Bretagna. Durante questa settimana di sospensione dell’udienza l’avvocato Granger, legale del signor Malfoy, ci ha fatto pervenire documenti riguardanti la suddetta proprietà, che ne certificano l’intestazione alla signora Narcissa Black Malfoy. Non essendo di proprietà del marito, tali tenute non possono essere oggetto di negoziati in sede di divorzio. Avvocati, mi confermate la correttezza delle informazioni in mio possesso?”
Hermione e Theodore assentirono all’unisono, e il decano riprese a leggere dai propri documenti.
“Ci risulta quindi che l’avvocato Nott abbia richiesto che la residenza di campagna della famiglia Malfoy, denominata “Malfoy Manor”, venisse ceduta alla signora Malfoy, in quanto genitore affidatario dell’unica figlia ed erede del Signor Malfoy. Anche questo è corretto?”
Di nuovo, Hermione e Nott risposero affermativamente.
“Benissimo. Dalle comunicazioni durante questa settimana di sospensione dell’udienza risulta che l’avvocato Granger e il suo assistito rifiutano l’accordo di divorzio consensuale proposto dall’avvocato Nott. L’avvocato Granger ci ha inoltre comunicato una lista di testimoni che desidera interrogare alla presenza di questa Delegazione per dimostrare che le richieste dell’avvocato Nott sono eccessive e non consone alla reale situazione della famiglia Malfoy. Avvocato Granger, può procedere.”

TEOREMA DI GINSBERG
1. Non puoi vincere
2. Non puoi pareggiare
3. Non puoi nemmeno abbandonare

“Chiamo a testimoniare il signor John Rowland.”
I presenti si voltarono a guardare l’aitante giardiniere che entrava in aula: bruno, alto, con quegli occhi ambrati che sembravano fatti apposta per irretire povere, disperate casalinghe… con l’aiuto di quelle spalle incredibilmente ampie e squadrate, e quei bicipiti che il lavoro di zappa (e non solo) manteneva tonici e allenati, ovvio. Pansy lanciò un’occhiata a Theodore, poi alzò gli occhi al cielo. L’avvocato Granger salutò il giardiniere con una stretta di mano, il giudice gli fece giurare di raccontare solo la verità e finalmente quelle braccia rubate all’agricoltura poterono trovare riposo sul banco dei testimoni.
“Signor Rowland, lei ha prestato servizio come giardiniere presso Malfoy Manor a partire da circa cinque anni fa, per un periodo di 15 mesi, è corretto?”
“Si, è corretto.”
“E durante quel periodo ha avuto modo di conoscere la signora Malfoy?”
John Rowland sembrò interdetto. Forse aveva motivo per non essere sicuro di aver capito la domanda…
“La signora Pansy Malfoy…” si sentì in dovere di precisare Hermione.
“Si,” rispose John.
“L’ha conosciuta soltanto come datrice di lavoro?”
“No.”
“E come definirebbe allora il suo rapporto con la signora Malfoy?”
“Siamo stati amanti.”
Hermione agitò la bacchetta, sorridendo, e un’immagine traslucida di Melanie Malfoy apparve a mezz’aria, fluttuò di fianco al signor Rowland e rimase a farsi ammirare dai vecchietti del Wizengamot. Gli anziani maghi spalancarono gli occhi di fronte alla somiglianza: gli occhi grandi e neri di Pansy brillavano al centro di un visetto tondo (che nulla aveva della finezza dei lineamenti dei Malfoy) incorniciato da una corona di riccioli che avevano lo stesso colore – un castano ricco e lucente – dei capelli di John Rowland. Anche la bocca della bimba sembrava rubata dal viso del bel giardiniere, mentre il suo sorriso smagliante non avrebbe potuto essere più lontano dal sogghigno gelido di Draco Malfoy.
Pansy si irrigidì, e Theodore saltò in piedi strillando “Obiezione!”.
Ti prudeva una chiappa, Nott?
“Accolta. Avvocato Granger, la signora Malfoy ha scelto di non coinvolgere la figlia nell’istanza di divorzio, in quanto minorenne. Sono costretto a chiederle di far sparire quell’immagine.”
La Granger rivolse alla giuria un amabile sorriso di scusa e agitò di nuovo la bacchetta per far sparire l’ologramma. Tanto ormai l’avevano già vista…
“Mi perdoni, Vostro Onore. In ogni caso è tutto. Lascio il testimone all’avvocato Nott.”

Nott si alzò e passò molto vicino alla Granger mentre si incrociavano al centro dell’aula.
“Questa non la dovevi fare,” le sussurrò.
“Oh, risparmia il fiato: potrai dirmelo alla fine.”

Nott si avvicinò a John Rowland con fare amichevole.
“Signor Rowland, ho soltanto un paio di semplici domande per lei. Durante tutto il periodo in cui è stato impiegato presso Malfoy Manor, il signor Malfoy era a casa molto spesso?”
“No.”
“Saprebbe dirci, più o meno, quanto tempo il signor Malfoy passava a casa con la moglie?”
“Non saprei. Poco… stava via per settimane intere. Prima che lasciassi l’incarico rimase all’estero per più di quattro mesi.”
“E può dirci se ha avuto l’impressione che la signora Malfoy si sentisse triste, o patisse la solitudine a cui il marito la sottoponeva?”
Mi disse di sentirsi sola…”
“Non ho altre domande, Vostro Onore,” concluse Nott, senza nemmeno far finire la frase al povero John, con un tono che diceva chiaramente vedete-quanto-quel-mostro-ex-mangiamorte-ha-fatto-soffrire-la-povera-mogliettina?
“Grazie avvocato. Signor Rowland, è libero di andare. Avvocato Granger, può chiamare il prossimo testimone.”

Uscendo dall’aula John Rowland incrociò sulla porta un altrettanto aitante e bruno giovanotto, il secondo testimone, appunto. Uno qualsiasi dei presenti di sesso maschile, guardando la misura delle spalle dei due cari ragazzi, pensò di certo che non avrebbe mai voluto trovarcisi in mezzo. Le donne presenti forse pensarono qualcosa di completamente opposto.
Il testimone, un certo Johnny Caruso, si qualificava come idraulico di fiducia di Malfoy Manor. Hermione condusse ancora l’interrogatorio durante il quale i maghi del Wizengamot appresero che il caro Johnny – che parlava con un pesante accento italiano e ammiccava in continuazione con quegli occhi neri e penetranti da latin lover – lavorava per Malfoy Manor da diversi anni e alla domanda “come definirebbe il suo rapporto con la signora Malfoy” rispose candidamente che “dava alla cara signora una spolverata quando questa sentiva il bisogno di un vero uomo tra le lenzuola”.
Pansy ebbe la decenza di fingersi molto concentrata su un’unghia rotta nella mano sinistra, mentre Draco non riuscì ad esimersi dal lanciarle un’occhiata palesemente schifata. Hermione fu sul punto di domandare se Malfoy Manor avesse una lavatrice e se questa lavatrice si rompesse molto spesso, ma realizzò che non era una argomento adatto ad un’aula di tribunale e decise che l’interrogatorio poteva considerarsi concluso.
L’avvocato Nott condusse il contro-interrogatorio in modo analogo a quello precedente, ottenendo le stesse, precise risposte, per poi lanciare ad Hermione un’occhiata tipo visto?-cosa-credi-di-ottenere? Hermione si limitò a sorridere amabilmente, come in realtà stava facendo dall’inizio dell’udienza.

Hermione chiamò il suo terzo testimone, tale Ivan Petrenko.
L’armadio di muscoli, dotato di capelli biondissimi e penetranti occhi di ghiaccio, che si materializzò all’entrata dell’aula, sembrava uscito fresco fresco da una miniera ucraina. Draco si ritirò impercettibilmente sulla panca. Ricordava molto bene quel ragazzo che aveva lavorato come giardiniere a Malfoy Manor per qualche mese; Draco aveva sempre avuto l’impressione che più che annaffiare il rosaio, Ivan avrebbe potuto estirpare l’intero filare di platani a mani nude, se gliene fosse saltato il ticchio.
Una strana sensazione di deja-vu dovette impadronirsi di tutti i presenti, dal momento che interrogatorio e controinterrogatorio si svolsero in maniera pressoché identica a quelli che avevano avuto luogo precedentemente.
Quando il minatore russo si alzò dal banco dei testimoni, che scricchiolava sotto i suoi uno e 90 di muscoli, Hermione cominciò a chiamare il suo quarto testimone, Monsieur Maurice Dariaux, parrucchiere di fiducia della signora Pansy Malfoy. Un ragazzo alto e snello, dall’aria incredibilmente bohémienne, apparve sulla soglia dell’aula, al che Thed si alzò in piedi come morso da una tarantola.
“Obiezione!” strillò, “qualunque cosa l’avvocato Granger voglia tentare di dimostrare, non ci sono prove a carico della signora Malfoy, a parte le dubbie dichiarazioni di un paio di operai. Senza contare che il signor Malfoy avrà sicuramente accumulato decine di relazioni extraconiugali in tutti questi anni di viaggi…”
“Obiezione, tendenzioso!” strillò a sua volta Hermione, “l’avvocato Nott sta facendo illazioni. L’unico adulterio di cui sussistono le prove risale ad un periodo successivo la presentazione dell’istanza di divorzio.”
“Accolta,” rispose l’anziano mago, rivolgendosi ad Hermione, “mentre la sua è respinta, avvocato Nott. L’avvocato Granger ha diritto ad interrogare tutti i testimoni che ritenga opportuni, tuttavia sono costretto a chiederle, avvocato Granger, quanto esattamente è lunga questa lista? Tutti noi vorremmo essere a casa almeno per ora di cena, e credo che il suo punto sia stato afferrato da tutta la delegazione.”
Hermione sorrise a Theodore, inclinando la testa con un vago accenno di civetteria; Theodore incominciò a sudare, comprendendo che aveva fatto esattamente il gioco di Hermione.
“Oh, in questo caso direi che possiamo saltare tre o quattro interrogatori e passare direttamente al mio ultimo testimone. La signora Narcissa Black Malfoy.”

LEGGE DI MURPHY SUL SESSO
“Questo non ti farà male, te lo prometto.”

Il silenzio calò in aula, all’improvviso.
Madama Narcissa aspettava che tutti gli sguardi si rivolgessero a lei, in attesa sulla soglia, per cimentarsi nella sua migliore entrata da star. (Draco nel frattempo scuoteva la testa di nascosto, chiedendosi cosa mai avesse fatto di male… Ok, cercare di fare secco il preside di Hogwarts non era stato un piano così brillante nell’ottica di guadagnarsi il paradiso, ma quella situazione – riflettè, figurandosi il vecchio mago del Wizengamot nei panni di Nostro Signore – non era forse una punizione un tantino eccessiva?!?)
Madama fece il suo ingresso in aula con calcolata lentezza, avvicinandosi al banco dei testimoni con il fare triste e dignitoso di una giovane vedova che percorre la navata per dare l’ultimo addio al caro marito estinto. L’impeccabile tailleur nero faceva risaltare il pallore d’avorio della sua pelle e anche i capelli biondissimi, raccolti in uno chignon severo sulla nuca, sembravano sforzarsi, senza riuscirci, di brillare un po’ meno. Gli occhi grigi come l’acciaio parevano perforare la veletta di pizzo nero calata sulla parte superiore del viso, come a nascondere i segni lasciati da una notte insonne di lacrime inconsolabili.
(Hermione lanciò un’occhiata di sottecchi ai vecchietti del Wizengamot, quasi aspettandosi di sorprenderne qualcuno ad asciugarsi con un fazzoletto qualche lacrimuccia di commozione.)

Lo sguardo di Narcissa si abbassò su Pansy mentre le passava di fianco, con un’espressione di scherno e condiscendenza al tempo stesso, come a dirle povera dilettante, adesso guarda come si gioca sul serio. Pansy strinse i pugni, fumante di rabbia, e si piantò le unghie laccate nel palmo, aspettandosi il peggio.
Narcissa si sedette con sussiego al banco dei testimoni e strinse le mani in grembo, come per trattenere un dolore troppo grande per il suo povero cuore già duramente provato. (Hermione non potè fare a meno di pensare che quella donna avrebbe dovuto recitare a teatro.)
“Signora Malfoy,” esordì Hermione, “può parlarci del matrimonio di suo figlio con la signora Pansy Malfoy?”
“Oh…” si lamentò Narcissa, scuotendo la testa, sconsolata, “avrebbero potuto essere così felici… Da ragazzi erano fatti l’uno per l’altra, e Draco era così innamorato di Pansy. È un vero peccato che la sua generosità e la sua lealtà verso la famiglia siano stati così mal ricambiati.”
“Può spiegarci che cosa intende con questa affermazione, Signora Malfoy?”
Narcissa si piegò verso Hermione e si mise una mano sul cuore, con fare addolorato.
“Io avevo avvertito Draco di non stare così tanto tempo lontano da casa! Gli avevo consigliato, più e più volte, di passare più tempo con sua moglie, di delegare parte dei viaggi di lavoro… Gli avevo detto che di certo a Pansy non sarebbe importato di possedere una pelliccia in meno, ma che una moglie vuole più di tutto stare con suo marito! Draco mi ha sempre risposto che Pansy meritava tutto ciò che poteva desiderare e che lui doveva lavorare molto, non soltanto per poterle assicurare lo stile di vita che meritava in quanto signora Malfoy, ma anche per mantenere il prestigio della famiglia e dell’azienda. Dopo che suo padre…” Narcissa si interruppe, e trasse dalla borsetta un fazzolettino, ricomponendosi, “dopo quel brutto incidente in cui mio marito dimostrò così poca considerazione per la sua famiglia, Draco desiderava che lui e sua moglie fossero benvoluti e rispettati. La lealtà verso la famiglia è tutto per mio figlio.”
(Hermione non poteva che ammirare tanta faccia tosta. Era strabiliante quanto riuscisse a sembrare sincera dicendo idiozie tanto colossali.)
“Ha affermato che tutta questa encomiabile fosse in realtà mal riposta…”
“Pansy non si è dimostrata all’altezza della devozione di Draco per la sua famiglia. Io ero a casa mentre mio figlio viaggiava per lavoro. Ho potuto notare, da tante piccole cose, come Pansy, ad un certo punto, non fosse più una… moglie fedele.”
Mentre parlava, il viso di Narcissa si era fatto serio e compunto, ed era riuscita anche a simulare un certo imbarazzo nell’alludere alle relazioni extraconiugali della nuora. (Hermione avrebbe voluto applaudire…)
In quel momento Thed dovette avere un altro attacco di prurito improvviso.
“Obiezione! Questo argomento è già stato ampiamente discusso in precedenza.”
“Accolta. Avvocato Granger, la prego… si fa tardi.”
“Benissimo. Signora Malfoy, ha mai parlato dei suoi sospetti con suo figlio al ritorno dai suoi viaggi?”
“Si certo. Più di una volta ho cercato di fargli presente che Pansy probabilmente si sentiva sola e che era portata a cercare compagnia al di fuori del vincolo matrimoniale, ma Draco non ha voluto ascoltarmi. Mio figlio non è mai stato un angelo, per carità, non sono qui a negare che anche lui abbia commesso i suoi errori in questo matrimonio… ma Draco si è sempre rifiutato di vedere il male nelle poche persone a cui riservava il suo affetto, così come ha sempre venerato suo padre nonostante tutto. E poi c’è stata quella faccenda di… di Melanie…”
Narcissa Malfoy arrossì.
Hermione e Draco spalancarono gli occhi, increduli, ma per fortuna la Grenger si riprese immediatamente.
“Oh, a proposito di Melanie, la figlia di Draco Malfoy… Avevo dimenticato un documento che potrebbe essere interessante per la corte.” Hermione, maledicendo graziosamente la propria imperdonabile distrazione, fece volteggiare un foglietto di pergamena sul banco del delegato del Wizengamot. “Si tratta del test di paternità di Melanie Malfoy, in cui si attesta che Draco Malfoy non può essere il padre biologico. Comunque, dicevamo, signora Malfoy… come ha visto evolversi il rapporto tra suo figlio e la signora Pansy Malfoy in seguito alla nascita di Melanie?”
“Oh, è stato così triste… Draco era in viaggio sempre più spesso, non era colpa sua certo, l’azienda stava diventando importante. E io…” Narcissa chinò il capo, simulando un lieve e imbarazzato singhiozzo, “io non potevo davvero affezionarmi a quella bambina. Vede avvocato, Melanie non assomiglia per niente a Draco. È così umiliante per la nostra famiglia sapere che tutti sospettano che…” Madama si portò al viso una mano guantata, coprendosi la bocca, e scosse la testa, “non riesco a parlarne, mi perdoni avvocato.”
(Hermione faticò non poco a restare seria davanti a quella manifestazione di profonda e dolorosa delusione… Draco, già da tempo, era crollato con la testa sul banco. )
“Non si preoccupi, signora Malfoy, non era così importante. Vostro Onore, non ho altre domande.”
“Bene, avvocato Granger…” il vecchietto del Wizengamot rivolse uno sguardo accorato e compassionevole a Narcissa, “signora Malfoy, è in condizioni di proseguire con il controinterrogatorio? Possiamo fare una pausa se preferisce…”
Narcissa scosse la testa e si ricompose con dignità.
“Grazie Vostro Onore, ma preferisco continuare ora. Ce la farò, non permetterò che l’onore di mio figlio sia messo in dubbio a causa dei sentimentalismi di una madre affezionata…”
(Draco, ora, avrebbe voluto sbatterla la testa su quel banco. )
“Perfetto. Avvocato Nott, può procedere con il contro interrogatorio.”

Era evidente, dalle pezze bagnate sulla camicia di Theodore, che questi stava sudando freddo.
“In realtà non ho molte domande per la Signora Narcissa Malfoy, Vostro Onore… ma vorrei comunque riportare l’attenzione della corte sul fatto che Draco Malfoy è accusato dell’unico adulterio di cui si abbiano le prove…”
“Obiezione!” strillò Hermione, “un test di paternità negativo costituisce una prova di adulterio.”
“La figlia in questione ha quasi quattro anni, mentre…”
“Ah, un figlio illegittimo cade in proscrizione? Non mi risultava…” fece dolcemente la Granger, senza lasciarlo finire.
“Obiezione accolta” fece il vecchietto, “avvocato Nott, la prego di procedere con il contro interrogatorio. In alternativa torni a sedersi e andiamo tutti a casa…”
Dall’espressione provata del vecchio mago, era chiaro che la sua prostata reclamava attenzione, dopo tante ore passate a sedere su quella cattedra.
Theodore sospirò.
“Signora Malfoy, era a conoscenza della relazione extraconiugale di suo figlio con quella ragazza di modesta estrazione sociale?”
“Ne sono venuta a conoscenza circa una settimana fa. Vista la sincerità innata di mio figlio e la sua lealtà verso quella che poteva considerare ancora la sua famiglia, posso dedurre che sia un’amicizia molto recente.”
“Signora Malfoy, si attenga ai fatti.”
Narcissa guardò Thed dall’alto in basso, con un certo sussiego.
“In tal caso, posso solo dirle cioè so: in seguito alla decisione di divorziare, Draco ha incontrato questa donna, una povera ragazza che ha perso la vista in seguito ad un incidente. So che si sono frequentati. Non posso dirle altro.”
Thed si sentì congedato e ritornò a suo posto con la coda tra le gambe.

FORMULA DI GLYME PER IL SUCCESSO
Il segreto del successo è la sincerità. Se impari a fingerla, ce l'hai fatta.

“Avvocato Granger, possiamo dedurre che i suoi testimoni siano finiti, finalmente?”
“Oh, Vostro Onore, avrei soltanto un’ultima persona da interrogare, se me lo permettete…”
Il povero vecchietto sospirò rassegnato. “Proceda pure…”
“Vorrei chiamare a testimoniare la signora Pansy Parkinson Malfoy.”

Di nuovo, il silenzio scese in aula, pesante come un macigno, e tutti gli sguardi si rivolsero verso Pansy. Questa si alzò, cercando, inutilmente, di imitare l’atteggiamento altezzoso della suocera, e raggiunse il banco dei testimoni… lo sguardo che rivolse ad Hermione avrebbe potuto gelare almeno un paio dei peggiori gironi dell’inferno.
“Signora Malfoy, ho una sola domanda: è vero o non è vero che lei ha una relazione con l’avvocato Theodore Nott?”
Pansy spalancò gli occhioni scuri.
“Assolutamente no!”
Hermione sorrise, rivolgendosi alla delegazione di vecchi maghi.
“Vostro Onore, chiedo il permesso di utilizzare un’apparecchiatura babbana allo scopo di mostrare una prova interessante ai fini dell’udienza.”
“Ha il permesso, avvocato… ma spero non sia una cosa molto lunga! Questa è un’istanza di divorzio, non un processo per omicidio!”
“Farò in un attimo…”
Hermione fece apparire un vecchio registratore, inserì una cassetta, e premette il pulsante di avvio. Dalle casse uscì, un po’ gracidante, la voce di Theodore Nott che affermava: “…la mia relazione con Pansy non ha nulla a che fare con la mia professionalità!”
Dopo qualche minuto di silenzio, Hermione rivolse alla giuria uno sguardo che diceva palesemente e-voi-volete-fidarvi-di-gente-così?
“Io ho concluso, Vostro Onore.”
“Avvocato Nott, vuole contro-interrogare?”
Pansy fulminò Thed con lo sguardo, e questi si limitò a scuotere la testa, con un’aria da cane bastonato… piuttosto commovente, in verità.
“Non ho nulla da chiedere, Vostro Onore.”
“Bene!” approvò il vecchietto, “allora se non vi dispiace accomodarvi fuori, noi ci riuniremmo per formulare il verdetto.”

LEGGE DELLA RELATIVITÀ DI BALLANCE
La lunghezza di un minuto dipende dal lato della porta del bagno da cui ti trovi.

“Insomma quanto ci mettono?!?”
“Oh, stai zitto...” risposero all’unisono Narcissa ed Hermione. Draco si allontanò da loro di un passo, e le guardò come se l’anticristo si fosse appena materializzato lì, in mezzo a loro.
Hermione si passò una mano sulla fronte e sospirò.
“Malfoy, conta che, prima di formulare il tuo verdetto, otto o dieci vecchi maghi devono fare a turno ad andare a svuotarsi la vescica, per poi tornare e raccontarsi a vicenda dei loro problemi di prostata e calcoli renali. Dà loro un po’ di tempo…”

Almeno venti minuti più tardi, un gruppo di vecchi maghi canuti si pronunciava a favore del signor Draco Malfoy. Alla ex signora Malfoy veniva richiesto di accettare un ragionevole assegno mensile e uno degli appartamenti di famiglia, a discrezione del signor Malfoy.
Né Draco né Narcissa si lasciarono andare in eccessive reazioni di piacere alla notizia della vittoria schiacciante; tuttavia Draco, rivolgendosi sottovoce a Pansy, non potè trattenersi dal consolarla con voce carezzevole.
“Non preoccuparti, cara: aggiungerò un paio di zeri alla cifra stabilita dalla giuria. Non sia mai che tu debba iniziare a farti pagare...”

LEGGE DI LAFFITTE
Un idiota povero è un idiota, un idiota ricco è un ricco.

******

Mi scuso per il ritardo, ma ho avuto pochissimo tempo… è un bruttissima cosa dover lavorare per vivere, peccato che non si trovino più tanti miliardari da sposare.
Un grazie a Saty che mi ha supervisionato la stesura del processo!
Ringraziamenti.
Chandelora: tutte adoriamo Narcissa…
Vulcania: hai espresso la tua perplessità sulla scena tra Draco e Ginny… beh, era esattamente quello che volevo quando l’ho scritta, lasciare in sospeso, con l’amaro in bocca, con un po’ di rabbia per queste due persone che faticano ad esprimere quello che sentono, chi perché non ci è abituato, chi per paura di restare troppo ferita… i chiarimenti verranno, non preoccuparti. La malinconia è un male necessario per questo tipo di storia, scritta con uno stile ironico e cinico. Un bacio e un grazie a te e alla tua seconda personalità! Ciao!
Seven: spero che l’entrata da star non ti abbia deluso! Un bacio!
Summer_Black: non sta a me dire se Ron è idiota come Harry… vedremo più avanti, no? Luna… no, non credo, a meno che non mi serva in una certa scena laterale che ho in mente. Ciao e grazie!
Saty: hai riconosciuto il Ron di DF in quegli stivaloni? Non ci avevo fatto caso, attacchi di nostalgia, è il mio inconscio che esterna… come al solito le tue recensioni sono spettacolari, sono proprio contenta che alla fine la scena tra Draco e Ginny, così come quella tra Hermione e Ginny, abbia avuto l’effetto che volevo. Un bacio tesoro!!!
Yellowrose: sono un’amante delle citazioni, le mie storie nascono attorno a quelle, per questo sono così azzeccate e centrali nella storia. Amo Neil Gaiman alla follia: la poesia “The Hidden Chamber” da cui ho preso i brani inseriti negli scorsi capitoli, è nella raccolta “Fragile Things”, se ti interessa. Ciao!
Francy70: grazie mille, anche per la recensione a Only one sweet moment (a proposito, era riferita a tutta la storia, compreso Legend, o soltanto al missing moments descritto nella one shot?). Spero di pubblicare abbastanza in fretta, ma il lavoro impegna comunque e non riesco più ad essere così regolare come quando studiavo.
Altovoltaggio: grazie mille, recensione splendida! Quel “sofisticata” mi ha fatto proprio tanto piacere.
Curiosity: grazie! Sono proprio contenta do averti fatto ridere!!! Anche io adoro il “think of england”, mi fa sempre morire dalle risate quando lo trovo scritto da qualche parte.
Maricuccia: grazie cara! A presto!
Nha: eccolo qui! Grazie e ciao!

   
 
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