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Autore: Novelist Nemesi    17/10/2009    2 recensioni
-Di solito la polizia concede la grazia alle persone come lei. Dopotutto, lei è una vittima… Ciò significa che forse anche nella polizia c’è qualche persona che collabora con questa gente. Non può fidarsi di nessuno, e l’esapserazione l’ha portata qui…- L si trova di fronte a un nuovo caso. Con questa storia Nemesi torna nell'universo di EFP, affrontando un tema diverso. Sperando di riuscire a colpirvi, Nemesi vi augura buona lettura come sempre!
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Watari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Le cose erano partite immediatamente. Stavano già elaborando un piano, anche se la ragazza che rispondeva al nome di Erin non veniva messa al corrente di tutto. Aveva paura a uscire di casa. Nonostante la tinta, sentiva che in qualunque momento avrebbero potuto sfondare la porta, trascinarla per i capelli, picchiarla per punizione e rimessa al suo appartamento. Un senso di colpa non indifferente, poi, affollava la sua mente, nei confronti delle ragazze rimaste. Aveva fatto davvero bene a supplicare l’aiuto di una persona che conosceva solo di fama? E la madre di quel bambino?
L’aveva conosciuta qualche mese addietro, confidandosi il disagio reciproco per quel lavoro. La sua compagna di sventure si chiamava Caroline e aveva poco più di 20 anni. con ogni probabilità in quel momento stava lavorando. Lavorare… Che disgusto usare la parola lavoro per quella circostanza! Che orrore pensare a come si erano fatte fregare quelle ragazze!
Il suono del campanello distolse quei tristi pensieri, e una voce riecheggiò lievemente.
-Sono Watari. Ho portato il pranzo-
La ragazza tolse la catenella dalla porta e lo fece entrare, ma subito notò che c’era qualcosa che non andava.
-Il latte?-
-Qui dentro-
-Non so ancora come ringraziarvi…- Erin sospirò e si accasciò sulla poltrona, prendendo dalla culla accanto il bambino, di cui non conosceva nemmeno il nome.
Che tristezza notare che piangeva quasi sempre. Persino dargli il latte era difficile.
-Ha bisogno del latte materno… Dobbiamo portarlo da lei- constatò Erin
-L sta già organizzando tutto. Presto troveremo una soluzione- anche Watari si accomodò –Piuttosto, signorina, i patti erano che avrebbe dovuto collaborare con noi-
Un tremolio nella voce la tradì –Ma è quello che sto facendo…-
-Pensa forse che, rivelando il suo vero nome, potremmo metterla nei guai?-
L era degno della sua fama, a quanto pare –Non me la sento di rivelare il mio nome…-
-Anche perché sicuramente L l’ha già scoperto- una frase che la irritò –Ora mi scusi, ma vado a ultimare i preparativi-
L’ambiente non era certo molto amichevole, in parte se l’era cercata lei. Doveva stringere i denti. Dopotutto, i beni primari c’erano, aveva un tetto, un letto, una casa. Non le era proibito nemmeno di uscire, era lei che aveva paura.
Appena tornato Watari si trovò a dover sbrigare delle ricerche. Fino a quel momento avevano scoperto solo i nomi e i volti dei pesci più piccoli. La difficoltà era riuscire a prendere dei contatti.
-Inoltre dubito che si lascino delle prove dietro, quindi tra clientela e dipendenti vaghiamo in alto mare…- disse L giocherellando con un dito –Potremmo infiltrarci approfittando di un’ora di buco, oppure intrufolarci di nascosto… Ma se Erin dice che sono loro a contattare i clienti e a cercarli, suonerebbe strano se andassimo avanti noi. Tuttavia, non possiamo nemmeno lasciare le cose così come stanno…-
Watari se ne stava in silenzio, vagando con passo deciso e silenzioso.
-Watari, per favore, portami un gelato- chiese L –E accompagna qui Erin-
Erin, vestita di tutto punto e con il bambino in braccio, si sedette sul comodo divanetto della stanza d’hotel dell’investigatore, disorientata da tanto sfarzo.
-Chiedo scusa, ma vivete sempre in albergo?-
-Per la nostra incolumità sarà meglio stare in un albergo- L versava in una tazza di caffè molti cucchiaini di zucchero, mescolando lievemente. Teneva la posata come se fosse sporca, afferrandola solo col pollice e l’indice –Veniamo subito al sodo. È sicura del fatto che sono i suoi capi a cercare clienti?-
-Sì-
-Quindi è escludo che possiamo avvicinarci noi-
-Sì. Inoltre non cercano persone qualunque. Abbiamo dei prezzi piuttosto altini…-
-I soldi non credo saranno un problema-
La conversazione venne interrotta a causa del pianto del bambino. Di nuovo. Nonostante Erin cercasse di tenerlo buono, non accennava a diminuire. L osservava in silenzio, mescolando indifferente il caffè. Non lo voleva dire, ma lo seccava parecchio essere interrotto mentre parlava.
Poterono di nuovo parlare una volta che il bambino si addormentò
-Non conosce il nome del bambino?-
-Conosco la madre-
-Nel frattempo mi dia i dati di questa donna-
Watari nel frattempo raccoglieva informazioni e salvava tutto sul computer.
-L, forse ho trovato qualche contatto nella malavita-
-Grazie, Watari- guardò Erin –In tutta sincerità, l’ideale sarebbe farla tornare per poterci passare informazioni. Ma, se le mie ipotesi sono esatte, o la ammazzano o le estorceranno con la tortura il perché è fuggita e su dove si trovava. Non mi va di lasciarmi morti dietro le spalle, senza contare che poi il bambino resterebbe di nuovo solo oppure verrebbe ucciso-
-Grazie per la sensibilità-
L non restò a indagare se era sarcasmo o cosa –Mi serve però la sua collaborazione per spargere delle voci. Ci sarà molto utile, e poi non dovrà nemmeno faticare. Solo, ci vorrà un po’ di tempo. Direi almeno due settimane-
Non era un problema per Erin. Bastava che si agiva.
Durante quelle due settimane vagava per la città accompagnata da Watari, che si fingeva una specie di maggiordomo. Il bambino stava bene, gli facevano tutte le cure possibili e non gli facevano mancare nulla.
Soprattutto, per erin quelle due settimane servirono per pensare a tutto quello che stava succedendo e fare mente locale. L aveva assicurato che non le sarebbe successo qualcosa, ma alo stesso tempo aveva paura di tradirsi in qualche atteggiamento. Ai come in quel momento si sentiva angosciata. Anche il solo chiamare a casa poteva essere pericoloso.
La preoccupazione salì quando Erin seppe di un nuovo giro di prostituzione, ma L era tranquillissimo.
-Stia tranquilla. È tutto sotto controllo. Ho fatto io in modo che si venisse a sapere di un giro nella stessa zona. La buona notizia è che non è stato necessario nemmeno aspettare due settimane. presto la polizia si metterà sulle tracce si questa nuova banda, o almeno lo faranno i poliziotti coinvolti, mentre la sua organizzazione sarà costretta ad abbassare il target della clientela e a cercare un po’ dappertutto. A quel punto basterà farsi vedere di poco per farsi avvicinare. E lei, come le ho detto, non correrà alcun rischio-
Effettivamente poteva funzionare. Aveva pensato proprio a tutto –E per il bambino? Ha bisogno della madre-
L rivolse un veloce sguardo verso il neonato –Farò in modo di portarlo dalla madre senza essere scoperti. A questo proposito, le sarei grato se gli compraste un ciuccio-

Wow! Certo che è difficile trovare un modo soddisfacente per continuare! E' una storia mai affrontata prima, e ho sempre paura di non fare del mio meglio... Spero che vi piaccia questa mia nuova avventura, anche se siamo solo al secondo capitolo! @ Saku: Wow, mi fa enormemente piacere leggere di nuovo i tuoi commenti! ^^
  
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