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Autore: ele_lele    25/10/2009    4 recensioni
Cosa succederebbe se una Grifondoro e un Serpeverde si innamorassero? E se in particolar modo i ragazzi in questione fossero Hermione Granger, Grifondoro per eccellenza, e Draco Malfoy, infido e seducente Serpeverde?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap 6 CAPITOLO 6
AMORE NON DANNARMI








“Amore non dannarmi al mio destino”…toglimi tutto e non mi fare male.”
-Alda Merini-







Se si pensa ad un amore proibito viene subito in mente un amore contrastato dal fato.
Da un crudele destino che mette sul nostro cammino tutti gli ostacoli possibili ed immaginabili.
Magari delle famiglie che si odiano ed uno status sociale talmente diverso che fa sembrare i due amanti incompatibili. Come Cenerentola. Lei povera e lui ricco. E Principe. Come Draco Malfoy; un “principe” di sangue blu.
E magari la lontananza.
Quella, nei classici che si rispettino, c’è sempre.
E i cattivi. I cattivi che, come il pepe nelle pietanze, danno sapore al cibo, e lo rendono ora immangiabile ora desiderato ora saporito e squisito.
I cattivi come Crudelia De Mon o la strega Malefica della Bella Addormentata nel Bosco, o ancora Lucius Malfoy senior per Draco.
O più recentemente Theodore Nott per Hermione.
O forse non bisogna andare a cercare esempi così fuori dal comune, così fortunatamente rari per trovare un amore proibito.
Come quello di Harry e Ginny.
L’antagonista? Decisamente Ron!
O ancora, altro amore proibito, quello appena scoperto dalla Grifondoro Hermione Granger, di Neville e Luna.
Da panico.
Neville Paciock e Luna Lovegood.
Un amore assurdo, semplicemente assurdo.
Eppure c’era. E a giudicare dalla passione che i due mettevano nei loro baci, doveva essere anche ben radicato nei loro cuori.
Hermione rifletté un attimo.
Forse il mondo si era ribaltato senza dirle niente?
Evidentemente l’astruso processo era iniziato da quando, un anno prima, lei e Draco, nemici giurati dal primo anno di scuola, si erano fidanzati in segreto.
E poi la follia era degenerata.
Era toccata prima a Ginny e Harry, che erano usciti decisamente allo scoperto, facendo quasi venire un infarto al povero Ron, che credeva la sua dolce sorellina ancora pudica e casta, più interessata a giocare con le bambole che ai ragazzi; poi c’era stata la scoperta scioccante di Luna e Neville…e poi l’assurdo comportamento di Theodore…si, decisamente il mondo era impazzito, concluse Hermione.
Ciò che la portò a tale risultato non fu il comportamento ben poco signorile del Serpeverde che le aveva fatto oscene avances nel bagno dei prefetti poco prima, ma l’idea che si fossero formate coppie assurde.
Lei e Draco ne erano una prova.





Tutto sembrava essere tornato alla normalità.
Se per normalità si poteva intendere la solita routine da prefetto sul treno per Hogwarts…allora si, era tutto perfettamente nella norma.
Sempre che per normalità si intenda un Ron furioso perché aveva trovato sua sorella e il suo migliore amico a fornicare in un vagone del treno, grazie ad una soffiata “anonima”, ovvero tramite un bigliettino infilato sotto il vagone dei prefetti; una Pansy Perkinson stranamente sorridente e di buon umore addirittura con i primini, un Neville ed una Luna che si baciavano appassionatamente, un’Hermione sempre più vicina ad una crisi di isterica…
-Mezzosangue, santo cielo! Datti una calmata! Sembra che tu stia per avere una crisi di nervi da qui a due minuti-
-Fanculo Malfoy!-berciò la riccia in tutta risposta
-Dovresti rilassarti…vero Blaise?- le disse chiedendo manforte all’amico appena entrato nel loro vagone
-Verissimo amico! Heilà, ma lo sentite quanto balla ‘sto cazzo di treno oggi? E poi continua ad oscillare di qua…e di là…di qua e di là…-e scivolò rovinosamente addosso a Draco
-Blaise, ma che cazzo fai?-
-Hei calma, calma amico! Ne vuoi una?- biascicò tirando fuori dalla tasca destra della giacca della divisa una canna
Hermione sgranò gli occhi. Mai avrebbe pensato che ci si potesse abbassare a un tale grado di demenza.
Entrare nello scompartimento dei prefetti e offrire una canna ad uno di questi.
-Cazzo Blaise, ma sei fuso?- berciò il biondino rivolto all’amico.
-Amico, è una canna. Rilassati. È fumo di ottima qualità…- assicurò mettendo le mani avanti a sé, come per dire “è buono ma io non garantisco nulla. Se ti incazzi non prendertela con me”.
-Zabini?- Hermione alzò un sopracciglio –sicuro di star bene? Nel primo vagone c’è l’infermeria…-
-Cazzo Draco ma come fai a sopportarla? Insomma, capisco che la carne è carne, e lei bisogna ammetterlo, è una carne che mi farei pure io, ma da qui a star…-ma non finì mai la frase perché un Draco alquanto scioccato da quello che stava per uscire dalla bocca di quel fattone del suo migliore amico gli mollò una fattura in pieno petto, uno schiantesimo che lo mandò dritto a terra.
Pansy urlò e Hannah assunse un colorito cadaverico
-L’hai mandato dritto all’altro mondo?- sussurrò spaventata
-Ce l’avrei mandato spedito volentieri dal Creatore, ma no, Abbott, è solo svenuto. È talmente fatto che anche se gli avessi dato una spinta sarebbe crollato.- rispose lui seccato
Ernie dal canto suo guardava la scena con incredulità.
Lui era un prefetto, e quando gli avevano consegnato la spilla ne era stato fiero.
Ma mai avrebbe creduto di dover fare da baby-sitter a degli alunni scapestrati, di dover pulire e riordinare i loro danni, in particolare commessi dai primini, tutti prossimi, a sentire Ron , Serpeverdi, e soprattutto di avere anche mansioni da infermiera al posto della Chips per prendersi cura di un accannato Blaise Zabini.
Hermione invece non sapeva se essere più scioccata per quello che Blaise era stato sul punto di rivelare o per quello che aveva appena visto.
E Draco parve accorgersene.
-Cos’è, Mezzosangue, ti si è bloccata la crescita? L’unica erba che avevi visto era quella della Sprite alle serre?- la canzonò
-Se anche fosse, non vedo il lato negativo-
-O no, illudiamoci che se facciamo i bambini buoni ci daranno un regalo…sveglia Mezzosangue…a nessuno frega un fottutissimo cazzo di noi…loro se ne infischiano della morale…vivi e lascia vivere…e perché no, se proprio sei giù fatti una canna!-
-Come no! Per finire come Zabini...magari stesa in un vagone dell’espresso per Hogwarts!-
-Intanto lui se l’è goduta-
-E guarda ora come sta!-
-Ma come vuoi che stia? Da favola! Sognerà di essere nell’Eden, dove ci sono finte pudiche verginelle ad intrattenerlo e a divertirsi con lui…- le disse con sguardo allusorio che lei capì immediatamente.
-Malfoy!- sibilò tra i denti
-…una goduria…- continuò lui imperterrito






In quel mentre, a salvare Draco da una rispostaccia, entrò nel vagone il rosso prefetto Grifondoro.
-Lenticchia! Perché cazzo sei tornato? Nessuno sentiva la tua mancanza qui…-
-Fanculo Malfoy!- sbottò sedendosi accanto all’amica –quei deficienti! Imbecilli! Cretini...stupidi idioti e demen…
-RON!- Hermione, per quanto lui avesse borbottato sottovoce l’aveva sentito.
-Dimmi ‘Mione- le disse angelico
-Ma con chi ce l’hai?-
-Con CHI? E tu osi chiedermi CON CHI? Con quel PORCO di Harry, lo disconosco come amico…-
-Ben detto Lenticchia, la tua prima azione sensata!- s’intromise il biondino
-…quel demente! Con mia sorella, capisci Herm? Con Ginny…-
-Bhè, tua sorella è un gran pezzo di gnocca, Lenticchia, me la sarei fatta pure io…-
-…in un vagone del treno per Hogwarts…-
-Oh bhè, io non ci vedo niente di male…basta che la porta dello scompartimento fosse chiusa, così c’è la minima probabilità che non li abbiano sentiti tutti-
-…e non si sono neppure scusati, capisci? Ginny mi ha guardato come se fossi un alieno…-
-Bhè, bruttino sei, Lenticchia-
-…e quando ho detto ad Harry se si rendeva conto di quello che stavano facendo mi ha detto di sì…capisci…non ha neppure provato a negare…-
-Forse San Potty aveva capito che anche un ritardato come te avrebbe potuto capire che stavano facendo-
-…e Ginny mi ha sbattuto la porta in faccia cacciandomi in malo modo…-
-Oh, bhè, anche io…-
-MALFOY LA VUOI PIANTARE? FATTI I CAZZI TUOI E NON ROMPERE LE PALLE!-
-RON!!! Ma che modi sono?-
-Ma Herm, continuava a rompere le pal…hem…scatole…me le ha fatte uscire dalla bocca!-le disse il rosso a mo’ di scusa
Lei gli scoccò un’occhiata di puro fuoco e tornò a perdersi nei suoi pensieri.
Blaise stava quasi per svelare il loro segreto.
E se quello che Nott le aveva detto era vero, che Draco avrebbe corso un brutto pericolo se si fosse saputo della loro relazione, allora erano a tanto così da essere nei pasticci.






Malfoy si alzò di scatto, cogliendo tutti di sorpresa.
-Fuori mezzosangue-
-Prego?- disse lei guardandolo senza capire
-Fuori!- e le aprì la porta del loro scompartimento per farle capire meglio.
-Malfoy io non ho proprio nessuna intenzione di…- ma si bloccò a una sua occhiata di ghiaccio
-FUORI, ho detto- ripeté per la terza volta, perentorio.
E non ci fu nulla da ribattere.
Hermione si alzò dal suo sedile e lo precedette in silenzio fuori dal vagone riservato ai prefetti.








“Dicevi:morte, silenzio, solitudine;
come amore, vita. Parole
delle nostre provvisorie immagini.
E il vento s'è levato leggero ogni mattina
e il tempo colore di pioggia e di ferro
è passato sulle pietre,
sul nostro chiuso ronzio di maledetti.
Ancora la verità è lontana.
E dimmi, uomo spaccato sulla croce,
e tu dalle mani grosse di sangue,
come risponderò a quelli che domandano?
Ora, ora: prima che altro silenzio
entri negli occhi, prima che altro vento
salga e altra ruggine fiorisca.”
-Salvatore Quasimodo-









Gli occhi di ghiaccio ardevano di un fuoco che avrebbe riscaldato i sotterranei di Serpeverde fino a renderli una fornace.
Quegli occhi che di solito erano animati da un fuoco dolce di amore e passione ora parevano incandescenti.
Argento colato che appena si posava sulla pelle ustionava.
Scottata.
Ecco come si sentiva Hermione sotto quello sguardo inquisitore.
-Allora Mezzosangue, mi vuoi dire che cazzo succede o vuoi vincere l’Oscar come peggior attrice protagonista?-
-Perché, che dovrebbe succedere?- replicò lei con aria innocente
-Non pensare di fregarmi, Granger. Io non sono San Potty, le balle le fiuto a un miglio di distanza. E questa è colossale- ribadì secco
-Guarda che ti sbagli…-
-Merda, piantala! O mi dici che succede o mi incazzo di brutto. E sappi che non hai molto tempo a tua disposizione….-
-Ti ripeto che…-
-La verità. Ho detto che voglio la verità. Le cazzate valle a raccontare a quel minorato di Weasley o a quel depravato di Potter, ma non a me. Cazzo, ti conosco ormai, Granger, e non provare a fregarmi.-
-Per favore Draco, ora non mi va di parlarne- tentò di svincolare la Grifoncina
-Granger? Sai che non ti lascerò andare fino a quando non mi dirai che problema c’è, vero?-
-Ma come te lo devo dire razza di testone che non ho niente?- sbottò lei
Il lampo che passò velocemente nelle iride chiare del rampollo di casa Malfoy fu una risposta abbastanza chiara anche per Hermione che sibilò un debole –scusa- per le sue parole offensive
-Come vuoi Mezzosangue. Problemi tuoi, risolviteli da te.- le disse duro, e rientrò nello scompartimento.









“Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d'estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro.”
-Nazim Hikmet-









Passi leggeri come farfalle in volo arrivarono fino alla Prefetto Grifondoro, ancora ferma in piedi fuori del vagone riservatole.
Passi felici di chi è innamorato e non ha pensieri.
Passi leggiadri come il vento che in primavera vola tra i fiori e in autunno s’insinua sotto le gonne facendole alzare.
Passi incostanti.
Incostanti come l’amore. Incostanti come gli amanti.
Passi di Luna Lovegood, dolce ragazza Corvonero.
-Herm!- esclamò agitando una mano in quello che per lei era un modo di salutare, ed Hermione si trovò a pensare che era una fortuna che tutti gli studenti fossero nei loro scompartimenti e non nel corridoio, altrimenti avrebbero rischiato di essere colpiti da quel braccio che si muoveva in modo spasmodico.
Ondeggiava.
No, in realtà sembrava “falciasse” l’aria.
Incuteva terrore, muovendo furiosamente la mano e il braccio in un gesto esasperato ed estremo di saluto.
-Herm! Come stai?- le chiese inconscia dei pensieri poco carini dell’amica –male- si rispose da sola – hai delle occhiaie che metterebbero paura a Grop! Sei orribile. Problemi?- le chiese schietta come sempre.
Luna era così. Diretta come l’espresso di Hogwarts.
Senza fermate intermedie. Senza compromessi. O bianco o nero.
Anzi, forse riferendosi a lei sarebbe stato meglio dire rosso o arancione. O magari verde speranza. O ancora giallo. Un giallo canarino, insolito, che colpisce come un pugno nell’occhio.
Giallo. Il colore di Luna. Schietta e diretta.
Sempre sincera. O la si amava non la si sopportava affatto.
-Ciao Luna, come stai?- le rispose cordialmente l’amica
-Oh, IO bene. Ma non credo di essere IO quella che ha l’aspetto di una che è appena stata calpestata da un branco di Olifanskrodeilos.-
-E sarebbero?- chiese la prefetto inarcando un sopracciglio scettica
-Una specie di animali in via d’estinzione. Sono un incrocio tra un elefante e un coccodrillo di palude-
-Ah. Bhe, non suona proprio come un complimento, Luna-
-Non lo è- disse lei candidamente, con una scrollata di spalle.-io vado a vedere se trovo il carrello dei dolci. Ciao Herm!- e la sorpassò lasciandola più interdetta e stupefatta di prima.










Un abbraccio tanto inaspettato quanto confortante e desiderato la sorprese: Harry era lì per lei.
Di nuovo.
Lui c’era sempre.
Il suo profumo l’avvolse come una coperta calda in un giorno di pioggia, come l’odore della mamma, quell’aroma che ti resta addosso in ogni caso e che ritrovi sempre inaspettatamente accanto a te nei momenti di sconforto.
Lui era così. Unicamente Harry.
Il SUO Harry.
L’intero mondo magico aveva pretese e aspettative su Harry Potter, compresa lei, la sua migliore amica da sempre, Hermione Granger.
Lo considerava sua proprietà, e senza volerlo si accese un moto di stizza nei confronti della sua rossa ragazza che glielo avrebbe “rubato”.
Che glielo stava “rubando”!!!
Poi si svegliò come da un sogno; Ginny era una sua grande amica e amava Harry. E lei voleva il bene di Harry, a dire di tutti follemente innamorato della piccola di casa Weasley.
Ma allora come avrebbe potuto spiegare quella macchiolina verde che cresceva a vista d’occhio e si andava estendendo dalla spalla al braccio, comunemente chiamata “gelosia” o “invidia”?
Hermione Granger non lo sapeva.
E forse non sapeva neppure di provare un tale sentimento, altrimenti non ci avrebbe pensato due volte a reprimerlo silenziosamente dentro di sè.





-Herm!- le sussurrò dolcemente Harry all’orecchio
-Hey-
-Hey- lui si avvicinò ancora, fino a circondarla con le sue braccia, un abbraccio quasi disperato che gridava tutto il loro bisogno l’uno dell’altra.
E lei, contrariamente a ogni logica non lo fermò, incurante di essere davanti allo scompartimento dei prefetti, dall’interno del quale il suo ragazzo avrebbe potuto vederla, o peggio ancora, avrebbe potuto vederli Ron, il loro gelosissimo amico.
E allora neppure il sangue freddo del Bambino Sopravissuto o la bravura della Prefetto Grifondoro avrebbero potuto salvarli dall’assalto omicida del rosso e lentigginoso fratello di Ginny.






Ma occhi che non avrebbero dovuto vederli li spiavano bramosi di vendetta…
Per il semplice gusto di vederli affondare assieme…






-Hey, Lenticchia, ma quello non è quello sfigato di Potter? Ma non stava con tua sorella?- buttò con finta noncuranza Pansy Parkinson a Ronald, indicando con un cenno del capo fuori dallo scompartimento, dalla vetrata del quale si potevano chiaramente vedere due studenti abbracciati in quello che sembrava molto di più che un semplice abbraccio fraterno.

Ronald prima sbiancò, poi divenne color peperone e poi assunse tutte le tonalità del blu per tornare a un pallido color succo-di-zucca e sembrare quasi ittero.
-Si- soffiò con un filo di voce, mentre gli occhi di Pansy scintillavano.




…La vendetta è un piatto che va consumato freddo…




-A quale delle due delle mie domande la risposta è “sì”? – continuò perfida la Prefetto Serpeverde –Che quello è Potter o che stava con tua sorella?-
-Sì- fu l’unica cosa che riuscì a sibilare Ron , cadendo mollemente su un sedile dello scompartimento.
Ma Ronald Bilius Weasley non era l’unico ad aver cambiato umore…
Draco malfoy aveva i pugni così serrati da rischiare che il sangue non arrivasse più alle falangi finali delle dita e i denti così digrignati che se solo avesse fatto il minimo movimento avrebbe rischiato di farli cadere tutti.
Lo spettacolo che vide non gli piacque affatto.
La SUA mezzosangue stava attaccata a quel porco di Potter.
A quel porco, maniaco, traditore di Potter. E per di più pure Grifondoro!
Peggio di così…


-Macmillan, vai a controllare come sta Zabini. Immediatamente.- aggiunse perentorio.
Ma inaspettatamente fu Ron a rispondergli –Vado io. Non riesco a vedere quello spettacolo penoso- e uscì dallo scompartimento fermandosi davanti ai due ancora stretti in un abbraccio amorevole.
Ci misero un po’ prima di accorgersi di essere osservati
-Ce ne avete messo di tempo! Ma non preoccupatevi, non volevo disturbarvi, continuate pure.- e li superò aggiungendo perfidamente –e io che vi consideravo miei amici.-





Rimasero lì, in mezzo al corridoio a guardare Ron che si allontanava verso l’infermeria, dove poco prima era stato portato Zabini da uno svogliato Ernie Macmillan, come due ebeti, senza sapere che fare, finché Harry non mosse un primo passo, incerto, nella direzione di un ormai lontano Ron, e poi un altro ancora e una altro finche non si ritrovò a correre verso l’infermeria con l’intento di salvare un’amicizia che per colpa di un’incomprensione rischiava di andare a rotoli.
Ed Hermione si trovò nuovamente sola, a guardare il puntino che poco prima era stato accanto a lei ad abbracciarla e confortarla, sparire dietro una porta a vetri.
Lontana.
Lontano.




Anche Draco, con il suo incedere elegante uscì dalla porta dello scompartimento dei prefetti e le si avvicinò, ma come Ronald prima di lui, non le riservò affatto dolci parole.
Per la verità non le parlò neppure.






“Una parola muore
appena detta,
dice qualcuno.

Io dico che solo
quel giorno
comincia a vivere”
-Emily Dickinson-






Si limitò a scoccarle una gelida occhiata che la fece trasalire, prima di passare oltre ignorandola, dirigendosi verso l’infermeria.
E senza trovare la forza di muovere un solo passo in direzione delle persone a lei più care, Harry, Draco e Ron, ma senza neppure avere il coraggio di andare a sedersi nello scompartimento riservatole come se niente fosse, restò lì, ferma.
A pensare che forse stavolta aveva rischiato grosso di perdere tutto quello che di più caro aveva.
Sempre se non l’aveva già perso…






“Spesso ripeto sottovoce
che si deve vivere di ricordi solo
quando mi sono rimasti pochi giorni.
Quello che e’ passato
e’ come se non ci fosse mai stato.
Il passato e’ un laccio che
stringe la gola alla mia mente
e toglie energie per affrontare il mio presente.
Il passato e’ solo fumo
di chi non ha vissuto.
Quello che ho gia’ visto
non conta piu’ niente.
Il passato ed il futuro
non sono realta’ ma solo effimere illusioni.
Devo liberarmi del tempo
e vivere il presente giacche’ non esiste altro tempo
che questo meraviglioso istante.”
-Alda Merini-










………continua……….






§ Spazio autrice: §

Salve a tutti! Tornata di nuovo! 
Che dire… un GRAZIE a tutti voi! Siete fantastici!
Il contatore della mia fanfic sembra impazzito...non mi sarei mai aspettata tante visite...
GRAZIE!!!

Per quanto riguarda il titolo “amore non dannarmi” è preso da una poesia di Alda Merini.

“Amore non dannarmi al mio destino
tienimi aperte tutte le stagioni
fa che il mio grande e tiepido declino
non si addormenti lungo le pulsioni
metti al passivo tutte le passioni
dormi teneramente sul cuscino
dove crescono provvide ambizioni
d'amore e di passione universale,
toglimi tutto e non mi fare male.”
-Alda Merini-


Love!!! ele-lele
^_^
   
 
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