Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: Novelist Nemesi    02/11/2009    1 recensioni
-Di solito la polizia concede la grazia alle persone come lei. Dopotutto, lei è una vittima… Ciò significa che forse anche nella polizia c’è qualche persona che collabora con questa gente. Non può fidarsi di nessuno, e l’esapserazione l’ha portata qui…- L si trova di fronte a un nuovo caso. Con questa storia Nemesi torna nell'universo di EFP, affrontando un tema diverso. Sperando di riuscire a colpirvi, Nemesi vi augura buona lettura come sempre!
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Watari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Arrivò la mattina presto a Londra, incontrandosi in gran segreto con Watari, il quale gli comunicò che non era successo nulla di sospetto in questura. L invece aveva già un piano in mente.
-Ti fingerai un uomo al quale è stata sottratta la macchina. Mentre fanno la denuncia, guardati un po’ intorno. In particolare, voglio sapere se c’è un passaggio che porta ai sotterranei-
-Sotterranei?-
-Insomma, vedi se ci sono-
Watari fece come da copione, scrupolosamente approfittò della denuncia per guardarsi intorno. Effettivamente c’erano dei movimenti particolari verso una qualche scala che portava di sotto. Pensando che doveva esserci qualcosa sotto come forse sospettava L, fece una piccola commedia.
-Signore, non può scendere qui- disse un agente vedendo che scendeva le scale
-Ah, no? Il bagno non è da questa parte?-
-No, signore, il bagno è da quella parte…-
-Oh, le chiedo scusa… Però vedo che ci va molta gente, e ho pensato…-
-Quelli sono uffici privati. Ora mi segua-
L fu soddisfatto, anche troppo, quando Watari gli fece il resoconto. E quando Watari chiese spiegazioni, L contento gli fece rivedere i video, fermando l’immagine quando un cliente si stava rivestendo.
-Guarda sulla giacca… E’ una specie di spilla o ricamo…-
-Hai ragione…- notò Watari –E sembra della polizia!-
-Proprio come pensavo. Anche la polizia è coinvolta. Non mi stupisco che hanno subito messo i sigilli alle porte, e ovviamente non c’era ragione di rendere pubblico che dei poliziotti erano coinvolti in prima persona. Sono certo che in questura ci siano i documenti e i video originali. E saranno sicuramente al piano di sotto dove non ti hanno fatto entrare. Era così facile… Come ho fatto a non accorgermene?-
-Ora però come ci muoviamo?-
-Non ci resta che intrufolarci lì dentro di notte. Però non andrai tu. Se vedessero che quello stesso vecchietto che ha fatto la denuncia si aggira di notte nel loro territorio ci scoprirebbero. Andrò io-
Era rischioso. Si era promesso di non scendere più in campo in prima persona. Trovò paradossale quella situazione. Non riusciva mai a mantenere neanche una sola promessa.
Comunque, sarebbe stata l’ultima volta che si sarebbe intrufolato così in un edificio. Tanto poi sarebbe stato inutile.
Per avere solo vent’anni era un giovane intraprendente, del tutto particolare rispetto ai suoi coetanei, che normalmente a quell’ora della notte se ne stavano in un pub davanti a una buona birra con gli amici o con qualche fidanzata. Lui invece aveva pochissime occasioni di andare a bere qualcosa, tantomeno la birra, lui preferiva il tè, o il caffè, gli alcolici on erano il suo forte, ma non perché non ci sapesse resistere molto. Trovava l’odore del caffè più inebriante della birra. Poi gli dava fastidio sentire la schiuma della birra, o qualche sapore strano dei cocktail. Da bravo inglese qual’era, era dedito al tè. E poi l’alcool gonfiava, si diceva sempre. Una cosa che faceva sempre ridere Watari.
Inoltre a lui piaceva sentirsi… Strano. Diverso. Chi se ne fregava degli altri, detto sinceramente.
Non ebbe difficoltà a entrare. Come pensava, almeno la questura era sicura di notte. Il problema sarebbe stato entrare di sotto. Meglio camminare attaccato ai muri, casomai ci fossero state le telecamere attivate.
Era arrivato, strisciando tra i muri, davanti a quelle scale. Scendendo piano, gradino per gradino, sentiva vociare. Bingo!
Però non sentiva bene. Doveva scendere ancora.
E invece si girò di scatto, lanciando un calcio. Colpì in pieno il mento di una persona, un uomo vestito con la divisa da agente.
Non era poi così tranquillo come sembrava. Per fortuna aveva riflessi pronti e aveva imparato qualche stile di lotta. Non si faceva mancare nulla.
Sicuramente non era passato inosservato il suo ingresso. Nel caso fossero arrivati altri agenti, sarebbero stati guai grossi.
L’importante era prendere quei documenti, in un modo o nell’altro.
Poco dopo sentiva passi sempre più pesanti e frequenti, era costretto a nascondersi ad ogni angolo e sgattaiolare ogni volta. Dovette anche abbandonare le scarpe per essere più silenzioso, e poi sarebbe servito da diversivo.
Per fortuna il piano sotterraneo non era così grande, e c’erano pochi uffici, abbandonati dagli agenti in cerca dell’intruso.
Comportarsi da ladro non era certo una cosa ortodossa per un investigatore, ma doveva o no mandare in galera quella gente? Poi, c’erano dei poliziotti che se ne andavano tranquillamente dalle puttane, quindi tanto vale ripagarli con la stessa moneta. Era così che la pensava. Occhio per occhio, dente per dente. O come preferiva dirlo lui: non c’è colpo che non renda.
Faceva piuttosto freddo, là sotto. Proprio come pensava. Il fatto che nei video erano presenti dei poliziotti e che vociferavano su un posto freddo dove erano stati spediti i documenti faceva supporre che gli incartamenti si trovavano molto pi vicino di quanto L non pensasse. Per freddo si poteva intendere anche un frigorifero o una stanza con l’aria condizionata.
Sentiva anche delle voci spaventate. Delle ragazze. A quanto pare persino sotto la questura veniva sfruttata qualche prostituta.
Comunque, prima dei documenti era bene cercare i video originali, quelli non tagliati. Non ci volle molto a trovare una sala video, e non ci volle molto nemmeno a trovare le cassette, ma le avrebbe visionate con calma una volta fuori. Ora, i documenti.
Sul cammino incrociava qualche agente che doveva tramortire, oppure capitava che entrasse “per sbaglio” nella stanza di qualche porco che non si era accorto che stava succedendo il putiferio. Bastava tramortirli un po’. E quelle povere ragazze almeno se ne potevano andare, approfittando della confusione.
-Eccolo!-
Ora cominciavano anche a sparare, merda. Nascondersi dietro l’angolo non l’avrebbe aiutato di molto. Bastava una svista o fare leggermente capolino per beccarsi una pallottola. E un colpo infatti gli arrivò, alla gamba e allo stomaco. Non sembrava grave, ma doveva correre, più che mai.
Anche volendo le tracce di sangue non riusciva a cancellarle del tutto, e muoversi si era fatto sempre più faticoso. Merda, doveva starci più attento! A vent’anni si era fatto fregare come un allocco!
Comunque, alla fine fu un successo: trovò i documenti. Si era chiuso a chiave, approfittando per prendere in fretta il cellulare e comporre un numero.
-Hai la voce stanca… Ansimi… Che ti è successo?-
-Sto… Bene…- disse L –Watari… Non c’è tempo… Ora… Vieni subito qua… Ho… Le prove…-
Qualcuno si accorse che era lì. Stavano cercando di forzare la serratura. Cercò di spostare il mobile davanti, ma le forze gli mancavano.
-Sono ai piani sotterranei… Stanza… 271… Dal piano di sopra non sarà difficile aprire un buco per te… O… Una cosa… Simile…-
-Arrivo subito! Cerca di resistere!-
Mentre aspettava, cercò di spostare ancora il mobile, quel tanto per non far aprire la porta. Ma la vista si annebbiava, e dovette appoggiarsi sul mobile per riprendere fiato. La gamba non se la sentiva più, mentre il resto del copro sembrava dirgli addio. Si tenne lo stomaco per un attimo, lasciando che la mano si sporcasse di sangue, e imprecando tra sé e sé per il dolore.
-Watari… Corri… Merda…-
Dopo non capì più niente. chiuse gli occhi.
Quando li riaprì era in una stanza d’ospedale, pronto a ricevere un operazione. Watari era accanto a lui, con una valigetta, circondato dai medici.
-Va tutto bene. Ti sono solo rimasti dei proiettili nel copro, ora te li levano. Per fortuna non hanno colpito organi vitali-
No, farsi toccare no. Per niente al mondo. Non voleva assolutamente farsi toccare, aveva paura.
-Aaaaah!- non si vergognò minimamente di manifestare la sua sofferenza davanti ai medici che toccavano la sua gamba, anche se con delicatezza.
-Cristo santo…-
-Stai calmo…- diceva Watari
-Aaaaaaagh! Aaaah!-
-Bene- disse un medico –Abbiamo trovato il punto. Ora le facciamo l’anestesia e procediamo-
-Non potevate farla prima, maledizione?!-
-Se l’avessimo resa insensibile non avremmo saputo esattamente dov’era il proiettile. Ora stia calmo-
E dopo sarebbe toccato allo stomaco. Non avrebbe passato una nottata felice. Ma il pensiero che dopo sarebbe stato meglio lo rasserenava un po’. E poi, aveva trovato le prove. Sicuramente Watari li aveva messi nella valigetta.
Quando si risvegliò, dopo l’operazione e con dei punti nella gamba e nello stomaco, Watari era sempre vicino a lui. Era un po’ intontito, ma almeno riusciva a parlarci.
-Quando sei… Arrivato?-
-Poco dopo la tua chiamata. Ero appostato vicino alla questura, come d’accordo. Ho preso una cartina della questura e non è stato difficile dal piano di sopra trovare la tua stanza e farci un buco. Ti ho visto svenuto a terra e tutto insanguinato, mentre la porta era sull’orlo di cadere. Hai fatto fatica a metterci il mobile davanti?-
-Abbastanza… Poi che è successo?-
-Ti ho portato d’urgenza qui e nel frattempo ho preso le cassette e i documenti- disse indicando la valigetta
-Ottimo lavoro, Watari-
-Io invece ti darei uno schiaffo-
-C’è tempo per quello… C’è tempo…-
Ora voleva solo dormire. Davvero. Mai come in quel momento voleva dormire.
La clinica privata in cui si trovava aveva accordato con Watari il fatto di tenere segreta l’identità del paziente speciale, e solo le alte sfere sapevano che si trattava di L. Nel frattempo L si riprendeva, snervato dall’atmosfera ospedaliera, soprattutto perché gli avevano imposto una dieta idrica con tè che non sapeva di nulla. E senza zucchero.
Ma aveva anche altro a cui pensare.
-Watari… Quando uscirò di qui, organizza una conferenza stampa. Devo mostrare le prove sul caso-
Ci volle un po’ di tempo prima che si potesse riprendere del tutto. Se lo aspettava. Quello che non si aspettava era una visita all’infuori di Watari.
-Ma tu…-
-Che ti dicevo? La curiosità uccide- disse Caroline, prendendo una sedia. Aveva portato anche Nathan. Lui sospirò
-Stavolta hai davvero rischiato-
-Vorrei parlare d’altro, per favore-
-Ok, ok. Non ho intenzione di infierire. Ti ho portato un regalo-
-A me?-
-A te- prese una busta, in cui c’erano un pacco di biscotti e panna –Immagino sia dura stare sempre qui a mangiare quello che vogliono loro-
-Sì… Grazie- Nathan non era cambiato di una virgola –Lui come sta?-
-Benone! Mi da sempre un gran da fare! Vuoi tenerlo?-
-Non credo di essere nelle condizioni…-
-Comunque, fuori i medici dicono che presto uscirai. Potrai definitivamente chiudere il caso e tornare alla tua vita-
Non disse niente, si limitò ad annuire con la testa.
-E’ buffo vederti su un letto d’ospedale, sai?-
-Perché?-
-Così, lo trovo buffo- disse lei ridendo.
Mentre parlavano L la trovava diversa, sia dentro che fuori. Fuori aveva cambiato acconciatura, modo di vestire, aveva più colorito. Dentro la vedeva sempre più contenta e serena. Anche se la sua faccia in quel momento si fece amara.
-Io ora devo andare…-
-Capisco…-
-E’ un peccato salutarsi in questa circostanza-
-Non ti seguo-
-Immagino tu non possa mantenere la tua parola di tornare a trovarmi…-
Merda, l’aveva capito.
-Caroline, io…-
-Va bene così- fece spallucce e sorrise –In fondo non posso pretendere molto da un detective. Stammi bene e metticela tutta. E vedi di non morire la prossima volta-
Sorrise anche lui, stavolta. Però era un saluto davvero amaro.
-Avvicinati, Caroline-
-Mh?-
-Avvicinati…-
Si erano capiti tutti e due, nel profondo. Lei non fece nessuna obiezione, si chinò lentamente, con Nathan in braccio, mentre L posò lentamente una mano tra i suoi capelli spuntati. Forse in quel modo il saluto sarebbe stato meno amaro. Teneva la mano sempre più stretta su quella nuca, per evitare che scostasse la testa, evitare di interrompere bruscamente quel… Bacio. Gli era venuto quell’impulso, ma non l’amava. Era certo al 100% che non la amasse, e nemmeno lei lo amava. C’era una specie di attrazione, ma diversa. Degli amici speciali, ecco. E comunque non restarono molto a pensarci, mentre si scambiavano quel bacio sensuale. A loro andava bene così. Tanto non si sarebbero più rivisti.
Il bacio finì allo stesso modo di com’era iniziato: lentamente. Se lo erano goduto finchè potevano.
-Caroline… Non fraintendermi. Io non ti amo-
-Lo so-
-Non vorrei che questo ti abbia resa triste-
-No, affatto. Anzi. Guarda che nemmeno io sono innamorata di te-
-Meglio così-
-Almeno così avrai un ricordo diverso da me rispetto alla prostituta che hai conosciuto-
-Io non ti ho mai considerata una persona simile. Anche Nathan se ne renderà conto-
-Grazie, Nicholas. Grazie davvero-
Addio, Caroline.
Il caso finì in modo eccellente. I documenti c’erano, i video anche. E anche registrazioni. Ebbene sì: quando Watari si era appostato per sorvegliare Erin che si era introdotta lì e la stavano minacciando, attaccato al fucile c’era un microfono direzionale con un registratore. E con tutte quelle prove, parte della polizia non poté che costituirsi e andare in galera. Le ragazze erano libere da quello sfruttamento, e tutto tornò alla normalità.
Sempre più spesso di sentì parlare di L, nel corso degli anni. Sempre meno era concesso vederlo. Aveva imparato la lezione. Aveva aguzzato la prudenza, e col passare degli anni continuò il suo lavoro di detective. Mentre di Caroline non ne sentì più parlare, non ne ebbe più notizia.
Ma almeno lei aveva modo di sapere di lui.
A modo suo, aveva mantenuto la promessa.

Un'altra storia giunge al termine.
Il rapporto tra Caroline e L rimarrà così: "sospeso". E tengo a precisare che non si amano.
Li ho fatti baciare per rendere meno triste il finale, e poi per come sono fatti loro due penso che sta bene.
Sono contenta di come l'ho conclusa, dai xD
Ringrazio tutti voi che avete letto e seguito la mia storia, grazie ai nuovi arrivati e ai miei vecchi compagni di efp che hanno letto e recensito!
Spero di tornare presto con una nuova storia!
Grazie mille!
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Novelist Nemesi