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Autore: Julia Weasley    19/12/2009    13 recensioni
Argomento di questa storia è la vita di Regulus Black, dal momento della sua nascita a quello della morte. La crescita in una famiglia Purosangue piena di pregiudizi, il difficile rapporto con il fratello Sirius, i sette anni trascorsi a Hogwarts, la decisione di unirsi ai Mangiamorte fino al suo completo riscatto, tutto raccontato in 50 capitoli.
[ Altri personaggi: Famiglia Black, Kreacher, Barty Crouch jr, Rachel Queen (originale), Severus Piton, i Malandrini, Emmeline Vance, Voldemort, Mangiamorte ]
Storia vincitrice del primo turno dell'Harry Potter Final Contest
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'R.A.B.' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Fandom: Harry Potter

Personaggio: Regulus Black

Prompt: 01: Addio

Rating: verde


Disclaimer: Regulus Black e quasi tutti i personaggi di questa storia appartengono a J.K. Rowling.

Tabella: http://juliablack89.livejournal.com/2009/06/11/


Prova a fermarmi

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Estate 1976

Un insolito silenzio regnava al numero dodici di Grimmauld Place, silenzio che si faceva notare ancora di più in quanto contrastava con il baccano che vi era stato fino a due settimane prima, quando Sirius aveva provocato una lite senza precedenti in famiglia.
   Tutto ciò era avvenuto quando, durante una visita da parte della famiglia Rosier – che i Black avevano invitato a scopi esclusivamente diplomatici – Sirius aveva avuto la brillante idea di interrompere la conversazione, contraddicendo gli ospiti e cominciando a parlare dei diritti dei Maghinò. In quel momento Regulus, che era accanto a lui, avrebbe voluto che una voragine si aprisse sotto di sé, facendolo sprofondare sotto terra, pur di non vedere le facce scandalizzate dei Rosier. A Sirius furono interdetti tutti i pasti fino al termine dell’estate: non avrebbe più mangiato insieme al resto della famiglia; Kreacher gli avrebbe portato qualche avanzo direttamente in camera sua.
   Certe volte Regulus non riusciva a sentirsi a posto con la coscienza mentre consumava una cena abbondante e pensava a suo fratello rinchiuso a mangiare dei tozzi di pane, e il cibo gli andava di traverso. Tuttavia la situazione era differente e Regulus era fermamente convinto che se lo fosse meritato. Lo aveva fatto apposta, sapendo benissimo a cosa sarebbe andato incontro. Gli atti di ribellione di Sirius lo infastidivano. Non capiva il motivo di tutte quelle messe in scena, perché non servivano a niente, se non a guastare l’umore di tutti.
   Da un po’ di tempo però – stava pensando quella mattina – Sirius aveva cambiato atteggiamento. Il tempo delle provocazioni infantili era finito: adesso il primogenito sembrava aver eretto un muro tra sé e tutti gli altri e si era chiuso in un silenzio ostinato ed impenetrabile. Regulus non sapeva se questo cambiamento fosse positivo o meno, ed era molto confuso, anche perché lui era l’unica persona alla quale Sirius si degnava di rivolgere la parola.
   Anzi, a dire la verità, gli parlava anche più del solito e spesso lo sottoponeva a degli interrogatori mascherati di cui Regulus non capiva lo scopo. Purtroppo, la maggior parte delle volte la conversazione si trasformava in discussione quando si toccavano certi argomenti.
   Per fare un esempio, quella mattina Regulus si era recato in salotto dove, ne era sicuro, i suoi genitori avevano lasciato una copia della Gazzetta del Profeta. Quando entrò, invece, non la vide.
   Ti pareva, pensò, profondamente irritato.
Sapeva bene che era stato Sirius a farla sparire: suo fratello aveva assunto la pessima abitudine di sequestrargli tutti i giornali, per impedirgli di leggere articoli riguardanti Lord Voldemort, come se servisse a qualcosa. Se i suoi genitori speravano che Regulus potesse seguire le orme di Bellatrix, voleva pur sapere a cosa andava incontro.
   Regulus uscì dal salotto e salì al piano di sopra, deciso a riprendersi quella copia, ma Sirius non era in camera sua. Lo trovò sul pianerottolo, affacciato ad una delle finestre che davano sulla strada, i gomiti appoggiati al davanzale, come se gli mancasse l’aria.
    “Che stai facendo?” chiese Regulus, ormai abituato a sospettare sempre di lui, qualunque cosa facesse.
    “Non lo vedi? Voglio fare un tuffo nel giardino” rispose quello con sarcasmo.
Regulus si impose di restare serio. Aprì la bocca per chiedergli di restituirgli la copia della Gazzetta del Profeta, ma si trattenne.
   Una volta distolto lo sguardo beffardo, Sirius aveva cambiato del tutto espressione. Sembrava immensamente depresso. Regulus poteva intuire il motivo, perché suo fratello aveva sempre odiato trascorrere le vacanze a casa, ma non si capacitava della sua reazione: di solito cercava di provocare litigi o combinava guai per farli arrabbiare. Non si metteva di certo a fissare per ore un punto indefinito fuori dalla finestra con quella faccia da funerale. Non era da lui comportarsi in quel modo apatico.
    “Sirius, che hai?” gli chiese.
    “Niente”.
Regulus alzò agli occhi al cielo. Che domanda! Come aveva potuto pensare di ricevere una risposta diversa da quella?
    “Si vede, infatti” commentò, ma non ebbe alcuna risposta. “Hai combinato qualche guaio, vero?”
Lui scosse la testa. L’altro sbuffò.
    “Sei ancora in grado di parlare, o qualcuno ti ha affatturato la lingua?”
Sirius gli lanciò un’occhiata indecifrabile, per poi tornare a guardare il vuoto, senza aprire bocca.
    “Stai male” concluse Regulus.
Finalmente quello di degnò di parlare.
    “Tra qualche giorno dovrebbero arrivare le lettere di Hogwarts. Immagino che tu speri di diventare Prefetto”.
Anche se l’affermazione era completamente campata in aria, Regulus si lasciò distrarre. Era vero, avrebbe voluto la spilla da Prefetto, ma Barty aveva più possibilità di lui. Aveva voti più alti, era più estroverso e, cosa non da poco, era il figlio di Crouch senior…
    “Ehi, non cambiare discorso!” esclamò, quando si riscosse da quei pensieri.
Sirius non si diede la pena di rispondere. Regulus cominciava a preoccuparsi, ma non lo dimostrò.
    “Bè, ti lascio alle tue meditazioni, allora” sbottò, voltandogli le spalle.
Aveva appena raggiunto il primo gradino delle scale, quando Sirius lo richiamò.
    “Che c’è?”
Sirius esitò, ma infine disse:
    “Ti va una partita a Sparaschiocco?”
    “Eh?!”
Regulus stava cominciando a valutare l’ipotesi di mandare un gufo al San Mungo. Non giocavano insieme a Sparaschiocco da quando avevano dodici anni e dalle vacanze seguenti Sirius aveva cominciato ad allontanarlo sempre di più. Per questo il ragazzo accolse con tanta meraviglia quella proposta inusuale.
    “Sirius” disse lui, serio, “per caso hai scoperto di avere una malattia incurabile? Ti restano pochi mesi di vita? Perché non capisco cosa ti prende. Come mai solo ora ti ricordi di avere un fratello?”
    “Non dire idiozie. Ti lamenti sempre di tutte le volte che ti ho ignorato, perciò ho pensato di non dartene più motivo”.
    “Ho capito cosa pensi, invece” disse Regulus, irritato. “Ti fai sempre i comodi tuoi e ora pretendi di risolvere tutto in due secondi. Quando siamo a Hogwarts mi ignori perché ti diverti anche senza di me. Ora che non hai i tuoi amichetti e ti annoi, ti ricordi che esisto anche io. Bè, io non sono la tua ruota di scorta, mettitelo bene in testa”.
    “Tanto per essere precisi” ribatté Sirius, indispettito, “ultimamente sei stato tu ad ignorarmi e ad allontanarmi, solo perché sono in contatto con persone che non ti vanno a genio. E comunque non hai capito un bel niente”.
    “E allora spiegamelo tu, perché non riesco a capire cosa diamine ti prende”.
Sirius esitò, tormentandosi il labbro inferiore.
    “Tu lo sai” disse infine, “che io in questa casa mi sento come in gabbia? Non ne posso più di trascorrere le estati qui. I tuoi genitori mi odiano – e non fare quella faccia, perché lo sai pure tu che è la verità – e comunque li detesto anche io. Odio le loro idee, odio questa casa e tutti i nostri parenti, a parte Alphard e Andromeda. Mi sento un perfetto estraneo qua dentro. Quello che però non posso permettere è che tu diventi come loro”.
    “Io conosco i miei doveri e so esattamente cosa devo fare” rispose Regulus con freddezza.
    “Anche diventare un Mangiamorte rientra tra i tuoi doveri?” sbottò Sirius, arrabbiato.
Ora Regulus capiva dove volesse andare a parare fin dall’inizio. Si diede dello stupido per non averci pensato prima.
    “No ma è una possibilità da considerare. E tu non puoi sequestrare tutti i giornali che arrivano a casa. Non puoi impedirmi di leggere quello che voglio”.
    “Se tu fossi in grado di pensare con la tua testa, non avrei bisogno di ricorrere a questi metodi”.
    “E se tu avessi un minimo di cervello, capiresti che è solo colpa tua se la nostra famiglia è in declino. Non ho mai detto di volere essere un Mangiamorte, ma in qualche modo devo pur rimediare ai tuoi danni”.
    “Ma chi se ne importa se gli altri ci considerano in declino, come dici tu!”
    “Lo vedi che non capisci? Non facciamo parte di una famiglia qualunque né possiamo abbassarci al livello di tutte le altre”.
    “Tu sei davvero convinto che essere un Black ti renda superiore a chiunque altro?”
    “Sì” rispose Regulus.
Sirius scosse la testa, abbattuto.
    “Lo vedi? Sei completamente succube di quei due”.
    “Io non sono succube, sono convinto!”
    “Invece ti hanno fatto il lavaggio del cervello”
    “Sta’ zitto!” replicò Regulus, rosso per l’agitazione.
    “Ma guardati, sei ancora un bambino, e credi di riuscire a diventare come Bellatrix”.
Sirius si era dipinto sul volto un’espressione di compatimento.
    “Non sono affari tuoi. Quello che faccio non ti riguarda”.
    “Mi riguarda eccome, se mio fratello diventa fan di una banda di assassini”.
    “E io cosa dovrei dire, dato che mio fratello è un fan dei Sanguesporco?”
    “Non è la stessa cosa”.
Regulus si rifiutò di continuare quella discussione, anche perché non sapeva cosa rispondere.
Si voltò per andarsene, ma Sirius lo afferrò con poco garbo per un braccio. Nei suoi occhi lampeggiava una luce pericolosa.
    “Ascoltami bene, piccolo idiota che non sei altro. Credi davvero di diventare qualcuno unendoti a Voldemort e alla sua combriccola? Soltanto i deboli si alleano con i potenti e soltanto quelli che non valgono niente sono convinti di affermarsi mettendosi sotto la protezione di qualcun altro. È facile sentirsi forti con la violenza. Se pensi di riuscire a meritare il rispetto della gente in questo modo, vuol dire che da solo sei insignificante”.
Regulus non rispose. Aveva la gola asciutta. Nello sguardo di Sirius era apparso una vaga consapevolezza di aver esagerato, ma Regulus desiderava solo vendicarsi per quell’insulto. Poteva sopportarne tanti, ma quello proprio no.
   Deciso a fargli tanto male quanto gliene aveva provocato lui con una sola parola, gli venne in mente soltanto una cosa da dire, ed era la peggiore.
    “Ti odio”.
Sirius lasciò andare il suo braccio automaticamente, come se si fosse scottato.
   Era impallidito: Regulus si chiese che cosa si fosse aspettato di sentire dopo averlo insultato in quella maniera.
   Sirius non disse nulla. Lanciò un’ultima occhiata al fratello, poi gli voltò le spalle e rientrò in camera sua, sbattendo violentemente la porta.
   Regulus fece la stessa identica cosa.
   Non appena si ritrovò da solo nella sua stanza, si sfogò assestando un calcio alla Pluffa accanto all’armadio, la quale rimbalzò per una trentina di secondi prima di fermarsi di nuovo.
Si accorse di tremare per la rabbia.
   Io sarei insignificante?! pensò, serrando i pugni e trattenendosi a stento dall’impulso di fare a pezzi qualcosa. Mai quanto lui, comunque.
Rimase lì in piedi, a rodersi le viscere, per almeno un quarto d’ora. Poi si andò a sedere sul letto: la rabbia si stava affievolendo, lasciando spazio ad un’amarezza mai provata prima.
   Non era vero che lo odiava, ma si era fatto accecare dall’ira. Detestava sentirsi dare della nullità, e un insulto del genere non glielo avrebbe mai perdonato.
   Depresso, si sdraiò, cercando di non pensare a niente, ma era inutile. Perché dovevano litigare sempre? Perché Sirius non la smetteva di fare il ribelle? E perché non si convinceva anche lui delle idee della famiglia?
   I suoi pensieri si interruppero quando le orecchie captarono degli strani rumori provenire dalla camera di suo fratello. Regulus provò ad ignorarli, ma non ci riuscì. Non sapeva perché, ma il suo istinto gli suggeriva di andare a controllare.
   Sbuffando quanto una locomotiva, si alzò e uscì dalla stanza, deciso a costringerlo a fare silenzio. Quando si ritrovò davanti alla porta della camera di Sirius, esitò. Avrebbe potuto benissimo urlargli da lì, ma qualcosa gli diceva che avrebbe fatto meglio ad entrare.
   Regulus fece un gran respiro e bussò. Per alcuni interminabili istanti, all’interno della stanza scese un silenzio di tomba, poi Sirius riprese quello che stava facendo, ignorandolo del tutto. Regulus posò la mano sulla maniglia, la abbassò e spinse la porta in avanti.
   Sirius stava svuotando l’armadio, riponendo gli abiti nel baule già pieno di libri e occorrente per la scuola.
   Nonostante l’afa estiva, un freddo gelido assalì Regulus, invadendogli il cuore. Non era possibile. Quello che vedeva non poteva essere reale. Doveva per forza trattarsi di un’allucinazione.
    “Che vuoi?” sbottò Sirius, vedendolo fermo sulla soglia.
    “Che cosa stai facendo?” chiese Regulus, senza sapere se avrebbe sentito la risposta, dal momento che le sue orecchie erano invase da un fischio fortissimo.
    “Me ne vado”.
Quelle parole gli rimbombarono nella mente per parecchi istanti prima che riuscissero a trasmettere il loro significato.
    “Non puoi…” balbettò lui, la gola completamente secca.
    “E perché no? Qualcuno di voi ne sarà dispiaciuto? Non credo proprio. Visto che mi odiate tutti e che qui sono di troppo, vi farò il favore di togliere il disturbo” disse Sirius, recuperando gli ultimi oggetti dai cassetti.
Regulus non mosse un muscolo. Rimase immobile ad osservarlo mentre si preparava il baule. Non aveva la minima idea di cosa dire o fare. Una voce nella testa gli urlava di impedirglielo, ma il suo corpo non rispondeva: era come paralizzato per lo shock.
   Dopo un secolo, o forse poche frazioni di secondo, si accorse che Sirius aveva finito di prepararsi. Se lo ritrovò davanti, che trascinava il baule pesante.
    “Levati dalla porta” intimò Sirius.
Senza neanche rendersi conto di cosa faceva, Regulus si spostò, facendolo passare.
   Fermalo, fermalo! gridava la voce nella sua testa.
Regulus si riscosse, come risvegliandosi da uno stato di trance, e lo afferrò per la spalla o, almeno, ci provò.
   Un attimo dopo si ritrovò la bacchetta di Sirius conficcata sotto il mento.
    “Prova a fermarmi!” lo minacciò lui.
Regulus non distolse lo sguardo ma continuò a mantenerlo fisso nel suo. Non poteva farlo. Doveva essere solo un incubo…
   Chiedigli scusa, forza!
Ma non voleva. E in ogni caso sapeva già che sarebbe stato inutile.
   Adesso capiva perché in quell’ultimo periodo Sirius era stato così strano: aveva progettato da tempo quella fuga. Chissà, magari si era anche sentito in colpa per lui: ecco il motivo dell’interesse che aveva mostrato nei confronti del fratello minore.
   In ogni caso, aspettava solo un pretesto per mettere in atto la sua decisione. E lui glielo aveva fornito su un piatto d’argento.
   Regulus fece un passo indietro, lasciandolo andare. Sirius ritrasse la bacchetta.
    “Addio, Regulus” concluse.
Un dolore insopportabile assalì il ragazzo, mentre guardava suo fratello scendere le scale in fretta. Ogni passo che rimbombava nella casa silenziosa gli dava una sensazione di soffocamento.
   Dal pianterreno, si levarono improvvisamente le voci dei coniugi Black, che ancora non si rendevano conto di cosa stava succedendo.
    “Cosa fai? Dove credi di andare?”
Sirius non si diede nemmeno la pena di dare loro alcuna spiegazione.
   Uscì dal numero dodici di Grimmauld Place sbattendosi la porta alle spalle esattamente nello stesso momento in cui Regulus sbatteva quella della sua camera, incapace di resistere un minuto di più alla visione di quella scena.

01. Addio. 02. Ricordi. 03. Speranza. 04. Bellezza. 05. Fotografia.
06. Gatto. 07. Cane. 08. Musica. 09. Fuochi d'artificio. 10. Cioccolato.
11. Carta. 12. Paura. 13. Sole. 14. Sangue. 15. Bambola.
16. Ali. 17. Cuscino. 18. Candela. 19. Dolce. 20. Amaro.
21. Pelle. 22. Ghiaccio. 23. Sogno. 24. Incubo. 25. Risveglio.
26. Incontro. 27. Vertigine. 28. Lacrime. 29. Attesa. 30. Noia.
31. Felicità. 32. Dolore. 33. Solitudine. 34. Silenzio. 35. Campanello.
36. Nascosto. 37. Gelosia. 38. Nodo. 39. Caldo. 40. Freddo.
41. Tempo. 42. Bacio. 43. Sorriso. 44. Desiderio. 45. Illusione.
46. Specchio. 47. Latte. 48. Caffè. 49. Potere. 50. Strada.

*Angolo autrice*

Non credevo che questo momento sarebbe arrivato così presto, e invece purtroppo è così. Neanche il prossimo capitolo sarà divertente, vi avverto. Spero che questo non sia risultato troppo banale. Ce ne sono molte di fanfiction che descrivono il momento della fuga di Sirius e non vorrei essere caduta nell'ovvio.

Prossimo aggiornamento: 26 dicembre...quindi vi auguro BUON NATALE già da ora!

Alohomora: te l'ho già detto che mi hai dato una bella idea...la vendetta di Rachel sarà tremenda! XD Però non subito...sarebbe davvero troppo crudele inserire subito un altro terzo incomodo, dopo che Regulus ha appena ricevuto questa batosta da Sirius. Mi piace perchè hai detto di essere stata acida con Regulus nella recensione, ma non preoccuparti perchè Rachel approva quello che hai detto!
Ella Malfoy: guarda, credo che mantenere il segreto sia inutile perchè qua lo sanno praticamente tutti che Regulus e Rachel finiranno insieme, dato che avevo già scritto di loro in un'altra fanfiction! Riguardo alla tua, al momento sono molto indaffarata, ma prima o poi andrò a dare un'occhiata.
Mirwen: proprio così, e quanto a Regulus deve darsi una svegliata presto, se non vuole che Rachel si stanchi di lui...!
dirkfelpy89: a questo non avevo pensato, però è verissimo che grazie a lei Regulus ha capito che non sempre il sangue puro è sinonimo di bellezza interiore. Anzi, nella maggior parte dei casi sembra l'esatto contrario.
_Mary: diciamo che la fuga di Sirius avrà il merito di indurre Rachel a dimenticare il piccolo incidente di percorso con la Burke. Almeno questo! I capitoli come quello scorso ricominceranno con quello dopo il prossimo, quindi ancora una settimana di pazienza!
lyrapotter: anche io mi sono divertita a scrivere il pezzo in cui Regulus scarta tutti i probabili consiglieri sentimentali! Immagino la faccia di Orion se gli avesse chiesto una cosa del genere! Purtroppo oggi sono stata io a farti intristire...perdonami!
Mizar: ti sbagli, io adoro Rachel e Regulus insieme, però ammetto di essere un po' cattiva. Ma in fondo, se si fossero messi subito insieme non ci sarebbe stata suspence! Però non preoccuparti, manca poco!
malandrina4ever: sì, certo, Regulus sarebbe diventato lo stesso un Mangiamorte. Diciamo che ora considera Severus un po' come un esempio da seguire, dato che ha la sua stessa età e può capirlo benissimo.
MEISSA_S: descrivere Regulus alle prime armi mi ha divertito molto, ma il ragazzo migliorerà col tempo, soprattutto quando dovrà conquistare chi gli interessa veramente!
vulneraria: sono contenta che ti sia piaciuto, io mi sono dievrtita molto a scrivere il pezzo in cui Regulus non sapeva a chi chiedere consiglio! Ma è dispiaciuto anche a me dover scrivere la fine dell'amicizia tra Lily e Severus...

  
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