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Autore: millyray    30/12/2009    2 recensioni
Harry ormai ha quattordici anni e frequenta il quarto anno a Hogwarts... ma quando pensa che l'unico parente che gli è rimasto sia Sirius, scopre che in realtà non è così, che la sua vita sta per assumere una piega diversa con l'arrivo di una particolare ragazza...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo quattro

(Alla vostra età mi succedevano cose
che mi facevano credere che Dio non esistesse)

 Erano passati un paio di giorni da quando le due ragazze erano arrivate in quella sperduta cittadina di non si sa che posto dimenticato da Dio.

Stavano passeggiando tranquillamente lungo un prato con l’erba alta e arbusti lunghi su cui ci potevi inciampare. Loro due saltellavano come conigliette lì in mezzo con un lecca lecca alla ciliegia in bocca e gli occhiali a forma di cuore calati sugli occhi.

All’improvviso si fermarono perché avevano incrociato un uomo sulla trentina che stava tagliando l’erba col taglia erba. Si fermarono a guardarlo: era abbastanza alto, muscoloso e un espressione da duro. Aveva un paio di jeans vecchi e consunti e una camicia bianca un po’ macchiata con le maniche arrotolate fino ai gomiti che lasciavano intravedere un paio di braccia muscolose.

Quando l’uomo notò le due ragazze che lo guardavano fermò il taglia erba e si girò a salutarle.

“Salve!” disse lui sorridendo e mostrando una fila di denti dritti e bianchissimi.

“Salve!” salutarono le due ragazze ridacchiando e ciucciando il lecca lecca.

Si fermarono un attimo tutti e tre a contemplarsi e poi l’uomo chiese.

“Non vi ho mai viste qui. Siete nuove?”

“Siamo solo di passaggio”. Rispose Alex rimettendosi il lecca lecca in bocca.

“Oh, e avete intenzione di fermarvi molto?” chiese ancora l’uomo asciugandosi il sudore con la manica.

“Non lo so. Forse finché il mio alito non saprà completamente di ciliegia”. Questa volta fu Sam a rispondere e ridacchiò come una drogata seguita dall’amica che si dovette tenere al suo braccio per non cadere.

“Bene. Se avete intenzione di fermarvi un paio di giorni venite in città a visitare la piccola chiesa che hanno appena costruito”. Disse l’uomo alle due ragazze che ridacchiavano come ubriache. Lui le guardava un po’ stranito e un po’ divertito.

“Ma lei è un prete?” chiese Alex un po’ stupita.

“Certo!” rispose lui come se nulla fosse.

Le due ragazze strabuzzarono gli occhi.

“Non si direbbe”. Commentò Sam. Non le erano mai piaciuti molto i preti però quello non era niente male con i capelli spettinati al vento e gli occhi azzurro cielo. Se lo sarebbe portato a letto volentieri, si trovò a pensare.

“Tutti con questa storia di Dio e di Gesù, ma chi ha le prove che lui esiste”. Commentò Alex maliziosa e guardando il prete che non smetteva di sorridere alle due ragazze. Forse pensava che fossero un po’ matte.

“Sapete, alla vostra età mi succedevano cose che mi facevano credere che Dio non esistesse”. Disse il prete e le due amiche si guardarono curiose.

 “Chissà di che cosa sa l’alito di Gesù?” chiese Sam più a se stessa che agli altri.

Fecero un attimo di silenzio poi Alex rispose.

“Di menta piperita!”

E tutte due di nuovo a sghignazzare.

“Senti, piacere di averti conosciuto ma noi ora dobbiamo andare!” disse Sam ad un tratto seria.

E poi proseguirono lungo la strada superando il prete che le guardava andare via.

“Comunque io mi chiamo Eric!” urlò alle due mentre si allontanavano.

Le ragazze si fermarono di nuovo e si girarono verso il prete.

“Eric, eh? Io sono Alex e lei è la mia amica Sam”. Rispose la bionda e di nuovo ripartirono tenendosi a braccetto e leccando il chupa chups.

 (Noi siamo così perfette.
Immacolate)

 Era pomeriggio quando Alex e Sam si trovavano in un bar a bere un succo d’arancia.

Non sapevano che cosa fare, non sapevano dove andare. Forse si sarebbero fermate in quella città per un po’ di tempo ma avrebbero dovuto trovarsi un lavoro o qualcosa che li facesse guadagnare dei soldi.

“Che cosa facciamo?” chiese Sam ad Alex rigirando il suo bicchiere tra le mani.

Alex esitò un attimo prima di rispondere.

“Non lo so. Qualsiasi cosa. Tanto noi siamo così perfette.”

“Immacolate.” Aggiunse Sam sorridendo all’amica.

Quella era la loro frase, la loro frase simbolo con cui si sentivano forti e sicure.

“Potremmo andare nella chiesa di cui ci ha parlato quel prete.” Propose Alex.

Sam fece arricciare la bocca come se ci stesse pensando. Poi rispose.

“E per cosa? Per pregare?!”

 Dopo un paio di secondi di silenzio scoppiarono in una fragorosa risata come se avessero detto la cosa più stupida del mondo.

Così come avevano cominciato smisero di ridere e cominciarono a guardarsi intorno.

Lo sguardo di Sam cadde su dei ritagli di giornale che erano affissi su una bacheca vicino al bancone del locale. Parlavano di alcuni ragazzi che erano misteriosamente spariti e mai ritrovati ma non si sapeva chi era il criminale. Ce n’erano almeno una decina.

La proprietaria del locale venne da loro per chiedere se volevano qualcos’altro ma Alex rispose di no.

“Che cosa sono quelle?” chiese Sam alla signora che teneva il bricco del caffè in mano, indicando i ritagli di giornale affissi sulla bacheca.

“Oh, quelli. Sono di un paio di anni fa. Sono ritagli di un giornale locale che parlano tutti dei bambini scomparsi nella nostra città, ma non sono mai stati ritrovati. Molti dicono che sia stato uno pazzo uscito da un manicomio. Ma ovviamente non hanno prove e lui adesso non si trova più da nessuna parte”.

Cadde il silenzio al loro tavolo mentre Sam fissava ancora quei ritagli di giornale come se fosse la prima volta che vedeva una roba del genere.

“Ma è terribile!” commentò, infine.

“Oh, sì” grugnì la cameriera e si allontanò.

Sam rigirò la testa verso la sua amica e abbassò lo sguardo al tavolo.

(Ma forse, a volte, era meglio non sapere)

 Non sapeva perché, ma in quel momento quella cosa le parve terribile. Sì, si sente sempre parlare di incidenti terribili, di rapimenti, di omicidi. Ma non le sembrava giusto che qualcuno se la dovesse prendere con dei bambini innocenti. Aveva sempre sentito parlare di bambini che muoiono in terribili incidenti o vengono assassinati, della fame nel mondo, di bambini malnutriti o di quelli rimasti orfani. Ma in quel momento tutto quello le parve terribile, spaventoso. Soprattutto le dispiaceva molto per i bambini orfani, che non avrebbero mai rivisto i loro genitori o peggio, non li avrebbero mai conosciuti.

“Ehi, ancora a pensare a cose tristi?” le chiese Alex dolcemente e con un tono comprensivo.

Lei sapeva sempre come confortarla, sapeva che cosa le passava per la testa, le bastava soltanto interpretare il suo sguardo o la sua espressione e sapeva anche leggere i suoi sentimenti soltanto guardandola negli occhi.

Ma sapeva anche come tirarla su di morale, come farla divertire e più volte loro due si erano messe a ridere come matte per certe battute che facevano o per certe cose divertenti che vedevano.

Quella ragazza era veramente un regalo del destino, era da tanto che non riusciva a divertirsi abbastanza decentemente e dimenticare per un po’ i brutti ricordi.

Dopo, però questi brutti ricordi tornavano, anche nei sogni e allora ricominciavano le fumate e l’alcool.

Era come se avesse degli incredibili sbalzi d’umore, come un’adolescente, benché non fosse più un adolescente, da molto tempo, ormai. Era dovuta crescere molto in fretta.

“No, è tutto a posto!” rispose alla sua amica, sorridendole ma si capiva che era falso.

Le ragazze lasciarono la mancia sul tavolo e si diressero fuori, sotto un sole cocente e cominciarono a camminare. Dove? Non lo sapevano neanche loro. In fondo erano solo delle cittadine del mondo e andavano dove i loro piedi li portavano.

Spesso si chiedevano se tutto quello avesse un senso. Se avesse un senso esistere, vivere. In fondo la vita era solo questo, no? Vivere, piangere, ridere e dopo morire, no? Ma a volte c’era solo sofferenza e dolore, quindi vivere non aveva un senso. Se il destino ha già previsto una vita terribile per te, perché allora crearsi tanti problemi col vivere?

Erano tutte quelle domande a cui nessuno sapeva darsi una risposta e forse non l’avrebbero mai neanche trovata.

Ma forse, a volte, era meglio non sapere.   

 

AVVISO: QUESTO POSTO E’ OCCUPATO DA MILLYRAY.

Ciao a tutti!!!!! Ecco qua anche il quarto capitolo!!!!

Allora che ve ne è parso?? Naturalmente se volete dirmi qualcosa, lasciare qualche commentino o anche una critica e un consiglio potete benissimo farlo, basta che lasciate una recensione…

Naturalmente, come al solito, continuo a ricevere pochissime recensioni e questo non mi piace, ma non continuerò a insistere tanto non otterrò nulla, sigh!

Vabbè, non voglio assillarvi, quindi siete liberi di fare ciò che volete… se non recensite non importa, se invece lo fate renderete felice una persona in più su questa terra e naturalmente sarete consapevoli di aver fatto una buona azione e vivrete col cuore in pace…

Comunque come avete passato il Natale?? Spero bene… io mi sono divertita e vi auguro anke un buon 2010 ke tutti i vostri sogni possano realizzarsi nell’anno nuovo!

Ora vi lascio e vi mando un kiss…

Alla prossima Millyray…

 
kitty e milly: davvero hai seguito la mia ficcy?? Ke bello sn proprio contenta!!! Anke secondo me il secondo è molto interessante e spero ke ti sia piaciuto anke questo! Comunque ti auguro un buon 2010… baci.

tigrebianca1995: ciao…davvero hai pensato a qualcosa?? Ke bello sn proprio curiosa di sapere cosa… ma non so se da questo cappy riuscirai a tirar fuori un altro indizio… spero comunque ke ti sia piaciuto e ke continuerai a seguirmi… baci.

  
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