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Autore: Shainareth    31/12/2009    3 recensioni
[Gundam SEED/Gundam SEED Destiny] Quella che segue è una fanfiction che, sostanzialmente, non offre alcuna novità a livello di trama, salvo poche eccezioni, in quanto ripercorre tutta la storia delle due guerre del Bloody Valentine vissute in prima persona da Athrun Zala. Ecco, forse è questa l'unica particolarità: una panoramica su entrambe le serie di Gundam SEED e Gundam SEED Destiny, viste con i suoi occhi e raccontate dalla sua bocca. In definitiva, si tratta di un approfondito studio a trecentosessanta gradi del suo personaggio.
Ho preferito perciò non tediare i lettori con dei capitoli lunghi e particolareggiati, concentrandomi piuttosto sui pensieri e, soprattutto, sugli stati d'animo del protagonista.
Non so quanto possa risultare credibile o attendibile questa mia versione di Athrun, mi auguro però di essere per lo meno riuscita a comprenderne, seppur in minima parte, la profondità. Spero non con la cecità propria della sciocca fangirl che sono.
Infine, ringrazio Atlantislux per il betaggio e per i preziosi consigli.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Promessa




Per poco non finii ammazzato. Ci pensò Shinn a salvarmi, ma a causa di questo ritardo fummo tutti e due risucchiati dall’atmosfera terrestre, e la Minerva fu costretta a seguirci nella discesa. Quanto a Junius Seven, eravamo riusciti a spaccarne la superficie per mezzo di alcune bombe inserite nelle profondità del terreno. Non potemmo fare di più, eppure i suoi frammenti, incendiandosi, caddero come una pioggia di fuoco su tutto il pianeta, causando stragi a ripetizione. La zona più colpita risultò essere la fascia equatoriale, e ciò non fu certo fonte di sollievo, anzi. Dovunque qualcuno piangeva i morti dovuti a quel maledetto attacco terroristico, e sapevamo che la colpa sarebbe stata senza dubbio attribuita all’intera PLANT.

   Rientrati nella Minerva, quando scesi dallo ZAKU fortemente danneggiato, Cagalli mi corse incontro, preoccupata per le mie condizioni. Durante le operazioni, il Presidente Dullindal si era trasferito sulla nave di Yzak per la propria incolumità; lei, invece, non aveva voluto seguirlo, preferendo rischiare insieme a me. Le chiesi scusa per l’essermi avventurato su un Mobile Suit senza averle detto nulla, e lei mi sorrise: era contenta che fossi uscito anch’io, perché era sicura che ce l’avrei fatta e, soprattutto, fu d’accordo con me nel riconoscere che in quella situazione non c’era altro da fare se non rimboccarci tutti le maniche. La Terra era salva. Alla luce di quelle parole, Shinn fu nuovamente duro con lei, tornando ad offenderla e ad insinuare che non capisse nulla, perché la Terra non era affatto salva, era stata comunque danneggiata. L’accusò anche di mancanza di tatto nei miei riguardi, e le spiegò bruscamente che i terroristi avevano fatto il nome di mio padre. Toccare quel tasto mi faceva male, molto. Non rimproverai Cagalli come fece Shinn, lei non poteva sapere quel che era successo sul campo di battaglia. Tuttavia, ce ne rendemmo conto entrambi, a causa di tutto quello, qualcosa fra di noi aveva cominciato a cambiare contro la nostra volontà.

   Essendo atterrati nell’Oceano Pacifico, la Minerva ci scortò fino ad Orb, pronta poi a dirigersi verso la base di Carpentaria. Cagalli si offrì di accollarsi le riparazioni necessarie: era il minimo che potesse fare per ricambiare quanto l’intero equipaggio aveva fatto per noi e per la sicurezza del pianeta. Fummo accolti dal corpo degli Emiri al completo. Fra tutti, spiccava Yuna Roma Seiran. Detestavo quell’uomo. Tanto per cominciare perché la prima cosa che fece non appena Cagalli toccò terra, fu di correre ad abbracciarla. Lei provò a divincolarsi come ogni volta, pur non potendo respingerlo apertamente davanti a tutti: esattamente come io lo ero stato per Lacus anni prima, Yuna Roma era il fidanzato di Cagalli. Mi rodeva non poco. Lei non me lo aveva mai tenuto nascosto, ed io avevo accettato di rassegnarmi al ruolo di amante. Non ne andavo fiero, ma che altro potevo fare? Di sicuro non era mia intenzione lasciarla a quel bell’imbusto che, sospettando della nostra relazione, approfittava della sua posizione per allungare le mani sulla mia donna sotto ai miei occhi, lanciandomi eloquenti sguardi di sfida. Non mi era concesso prenderlo a pugni, altrimenti credo che lo avrei fatto sin dal primo momento. Ci avrebbe comunque pensato la stessa Cagalli, in seguito, a vendicare entrambi.

   Dal momento che la Principessa era tornata a casa, non c’era più bisogno che io le stessi vicino tutto il tempo, per cui mi fu concesso il resto della giornata di riposo. Mi sentivo inquieto. Prima di approdare a Orb, dimostrandosi fortemente contrariato, Shinn mi aveva chiesto cosa ci facesse lì uno come me. Non gli avevo risposto, perché dopo quanto accaduto nemmeno io ero più tanto sicuro di dover rimanere in quel posto. Amavo Orb, era una bella Nazione, mi piaceva viverci insieme a Cagalli e ai miei amici. Tuttavia, da quando dei perfetti sconosciuti erano piombati su di noi, facendo il nome di mio padre e glorificandolo come un eroe, il mio animo era come dilaniato dall’incertezza.

   Quel pomeriggio rividi Kira. La casa in cui viveva poco lontano da Orb con Lacus, sua madre e i bambini del Reverendo Malchio era stata distrutta dallo tsunami provocato dalla caduta di uno dei frammenti di Junius Seven, e loro erano riusciti a salvarsi perché avevano trovato riparo in un rifugio antibombardamento. Adesso si erano trasferiti tutti nello stesso posto in cui abitavano il Comandante Ramius ed il Comandante Waltfeld, di guardia al Freedom che avevamo deciso di nascondere lì. Sentii il bisogno di parlare con il mio antico amico d’infanzia di tutto ciò che mi turbava, e lo feci come un fiume in piena per via delle troppe le cose che avevo dentro e non potevo confidare a nessun altro. Ero sicuro che lui mi avrebbe compreso, e non mi deluse. Mi ricordai di quella volta, quando, poco prima di lasciare Orb per lo spazio aperto, due anni prima gli avevo chiesto il motivo per cui dovevamo combattere; lui mi aveva assicurato che insieme avremmo senz’altro trovato la risposta. Tuttavia, io non ero ancora riuscito a farlo.

   La Federazione Atlantica aveva delle prove concrete ed inconfutabili sulla colpevolezza di alcuni soldati di ZAFT, responsabili della pioggia di fuoco caduta sulla Terra, e per quanto PLANT assicurasse il proprio supporto alle popolazioni piegate da quella catastrofe, offrendo il suo più disinteressato aiuto ai Naturals che quell’attacco avrebbe invece dovuto annientare, l’Alleanza Terrestre non pareva affatto intenzionata a trattare, e la spaventosa prospettiva di una nuova guerra ci investì in pieno. Cagalli, poverina, passava intere giornate in riunione con gli altri membri del Parlamento, tutti propensi a firmare un accordo con la Federazione che minacciava di attaccare chiunque non avesse accettato di entrare a far parte dell’Alleanza, perché sicuramente colpevoli di essere dalla parte di PLANT e di cospirare insieme ai Coordinators.

   Alla luce degli ultimi avvenimenti, non potevo rimanermene con le mani in mano: dovevo accertarmi della situazione sulle colonie e delle vere intenzioni del Presidente Dullindal. Ne parlai con Cagalli e, pur preoccupata per me, non ebbe nulla da obiettare sulla mia decisione. Capiva che si trattava di un qualcosa che mi riguardava personalmente, che non potevo tirarmi indietro. Mi lasciò partire. L’avevo già salutata quando, esitando per un istante, tornai indietro. Presi coraggio e, senza dirle nulla o aspettare una parola da parte sua, le infilai un anello a dito. Lo feci per uno svariato numero di ragioni che andavano ben oltre il mio amore per lei. In realtà quel gesto significava principalmente due cose: la prima, che me ne infischiavo delle convenzioni sociali e che non avevo la minima voglia di lasciarla a qualcun altro, poiché lei apparteneva a me soltanto; la seconda, la promessa di tornare al suo fianco, qualunque fosse stata la risposta ch’io avrei trovato su PLANT.

   A tutt’oggi, in effetti, ancora non mi spiego come abbia fatto, Cagalli, a non strapparsi quell’anello dal dito e a non lanciarmelo contro, magari centrandomi in un occhio come invece avrei meritato. E non solo per il modo arrogante con cui mi presi il suo consenso al nostro fidanzamento, quanto per tutto quello che dovette sopportare per colpa mia nei mesi a seguire.













Ma sarà poi stata davvero tutta colpa di Athrun? Secondo me no, e proverò a dare un senso al suo punto di vista proprio nel prossimo capitolo.
Per rispondere ad Atlantislux e a kari16 che gongolano alla sola idea di vedere Shinn preso a randellate da Athrun (Poverooo! Cioé, se le meritava tutte, eh! Anzi, troppo poche quelle che si è preso! >_< Però mi dispiace lo stesso! XD), vedrò di accontentarvi nei prossimi capitoli, ché tanto devo per forza parlarne. XD Ho già scritto degli schiaffi, e tra non molto ricamerò anche sul pugno. Contente? ^___^
Ma che bello finire l'anno in cattiveria! XD
Un bacio a tutti voi che leggete e commentate, ed i miei più sinceri auguri per un 2010 ricco di serenità e di belle sorprese. ^^
Shainareth





  
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