Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: Mannu    13/02/2010    1 recensioni
Dopo un'avventura stressante, dopo essersela vista brutta davvero, dopo aver rischiato di non tornare a casa vivi... chi potrebbe negarvi qualche giorno di relax? Una bella vacanza al mare? Miki torna sulla Terra insieme al suo compagno Spyro, convinta di avere di fronte soltanto giorni spensierati e di riposo, lui e lei insieme. Così crede lei...
Genere: Azione, Avventura, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Ferraglia spaziale'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le lucertole di al-Idun
4.

Scivolò dentro il bel vestito lungo e lo chiuse tirando la piccola cerniera sulla schiena. Si contemplò nel grande specchio che arrivava fino al pavimento: non si ricordava che le stesse così bene. Forse stava dimagrendo davvero? Ma no: delusa, il suo occhio esperto e infallibile notò immediatamente come i suoi fianchi larghi apparissero evidenti. Fortunatamente l'abito, che era quello azzurro avuto in dono da Jerrylex nemmeno tanto tempo prima, era lungo fino ai piedi e nascondeva le cosce tonde e troppo carnose, le ginocchia brutte e i polpacci degni di un giocatore professionista di rollerblade.
Sistemato meticolosamente l'abito una piega alla volta, si osservò di nuovo allo specchio. Mancava il trucco, ma decise che già con quella scollatura avrebbe potuto costringere Spyro sulle ginocchia, sedotto. E magari anche qualche altro uomo, solo per il gusto di farlo. Si strinse nelle spalle e aprì la grande scatola, già pensando ai colori da usare.
Aveva fatto un po' d'esperienza e riuscì a evitare di sembrare la vittima di un pestaggio. Aveva appena finito di scegliere il colore del rossetto dalla grande scatola per il trucco, dono anch'essa di Jerrylex, quando sentì la porta d'ingresso aprirsi e chiudersi. Gettò uno sguardo dentro la stanza di lusso e si affrettò a chiudere la porta del bagno. Era Spyro e non voleva farsi vedere. Non ancora.
- Posso entrare? - la sua voce gli giunse ovattata attraverso la porta del bagno. Aveva provato a far girare la maniglia, ma lei aveva chiuso a chiave.
- No! - le uscì una risposta un po' dura e secca e all'inizio se ne dispiacque. Ma poi pensò alla litigata che avevano fatto e giudicò che stare sulle spine ancora un po' gli avrebbe fatto bene. Gli aveva persino proibito di toccarla la notte scorsa e lui aveva obbedito scrupolosamente. Che carino, pensò sentendosi scaldare il petto.
- Ancora non ti basta? - il tono era mesto, ma non abbastanza, giudicò Miki che rispose con un “no” ancora più duro del precedente. Ci fu qualche secondo di silenzio, poi lo sentì parlare pacatamente. Era ancora fuori dalla porta del bagno.
- Ti ho già spiegato tutto, dai... era pericoloso!
- Eh, già. Chissà cosa mi sarebbe successo se invece mi avessi detto tutto!
Miki tornò con la memoria a quando, ancora tremante di paura, seduta seminuda sulla panca dell'ambulanza della polizia veniva visitata da un medico e contemporaneamente riceveva le prime frammentarie spiegazioni da Spyro.
L'aveva tenuta all'oscuro di tutto. I gemelli, il Capitano, Korti... erano stati informati. Il piano era stato elaborato da tutti gli ufficiali del Raja, insieme alla IA di bordo che, per ragioni facilmente immaginabili, si era presa la delicatissima responsabilità di intervenire di persona in caso di emergenza lì dove sarebbe stato difficile far sorvegliare e difendere dalla polizia il possibile bersaglio. Lì ad al-Idun. Avevano anzi fatto affidamento sul caos e sulla folla della frequentatissima località balneare più vicina ad al-Qahira per proteggersi, pensando che nessuno avrebbe osato colpire tra la folla. Quello cui gli ufficiali del Raja non erano preparati era stato proprio ciò che si era verificato: un esplicito attacco contro l'incolumità di ciascuno.
- L'ho fatto per non farti preoccupare. Volevo che fosse una vacanza, chi avrebbe immaginato che...
- La prossima volta che andiamo in vacanza decido io dove, occhei?
E possibilmente senza ospiti indesiderati che giungono a sorpresa con lucertole meccaniche e veleni neurotossici, aggiunse tra sé e sé riprendendo a spennellarsi le labbra col rossetto. Le sembrò un colore un po' cupo, ma poteva andare. Aveva i capelli completamente sciolti e s'intonava sia con il loro nero brillante sia col colore che aveva scelto per gli occhi.
Ripensò anche a quella parte della brutta avventura. Tra tutte le navi con un secondo ufficiale affascinante, carino e muscoloso si era scelta proprio il Raja, che aveva avuto come precedente proprietario quel pazzo criminale... come si chiamava? Mahamiri, trafficante di droga, di armi e contrabbandiere a tempo perso! Spyro le aveva raccontato di quando lui con l'aiuto dei suoi amici lo aveva incastrato e fatto arrestare. Spyro, che a quei tempi comandava una piccola nave da carico, era stato truffato da Mahamiri che si era finto interessato a parte del carico. Una volta ottenuta la fiducia di Spyro, era sparito con la merce senza aver pagato. Grazie al Navigatore, che a quei tempi era ancora installato dentro un innocuo mezzo di locomozione simile a una scatola di scarpe con cingoli di gomma, era riuscito a rintracciarlo e aveva aiutato la polizia a catturarlo. Lo spauracchio della bancarotta era stato un'ottima motivazione a collaborare attivamente con le autorità. Indagando su Mahamiri la polizia aveva portato a galla ben più della truffa subita da Spyro e il furfante aveva affrontato una pesante condanna, mentre lui aveva avuto come risarcimento il Raja, presto dissequestrato. Purtroppo grazie a un buon avvocato e a insulsi cavilli burocratici, Mahamiri era stato scarcerato dopo poche settimane.
Miki non avrebbe mai dimenticato l'espressione dolorosa di Spyro mentre, con un po' di fatica, le raccontava di come Mahamiri si era presentato accompagnato da una donna armata, con l'intenzione di farlo fuori. Spyro, costretto a difendersi, aveva ucciso la donna di Mahamiri a mani nude, spezzandole il collo. Il malvivente però era riuscito a fuggire e, attivamente ricercato dalla polizia, si era dato alla latitanza per non farsi più vivo. Fino al giorno precedente.
- Miki, non ricominciare... l'ho fatto credendo di fare bene.
- Non sto dicendo che hai fatto male a fare quello che hai fatto. Ma l'hai fatto di nascosto da me! - ribatté lei subito. Non era davvero arrabbiata come prima, ma ci teneva che lui non se ne accorgesse.
- Ne abbiamo già parlato... - la voce dell'uomo sembrava stanca più che affranta, ora. Ti sto annoiando, carino? Miki scacciò quel pensiero. Lo aveva già insultato abbastanza prima, mentre litigavano.
- E mi sembra che tu non abbia ancora capito! - ma sì, rincariamo un po' la dose, si disse mentre controllava il rossetto stringendo le labbra, seduta su uno sgabello di fronte allo specchio illuminato a giorno da numerose lampadine.
- Ma Miki...
- Sì?
- Doveva essere una vacanza, davvero! Te l'ho detto!
Tira fuori un po' di palle, Pavel Zebrinsky detto Spyro! Ora stai piagnucolando!
- Lo sapevi che c'era pericolo! - gli rinfacciò mentre sceglieva la matita per il contorno delle labbra.
- Ma ti ho detto di no! - stava alzando la voce, ora. Miki desiderò poter vedere la sua espressione in quel momento, ma non era ancora ora di aprire la porta del bagno.
- Ci aspettavamo un attacco informatico al Raja, tant'è che abbiamo predisposto una bella trappola, come ti ho già detto.
Certo: però nel frattempo quella che moriva di paura al pensiero che il Raja stesse esplodendo in mille pezzi ammazzando Korti, Jo, Mak e centinaia di altre persone ero io, povera scema. Si chiese che scopo avesse la matita per il contorno delle labbra: non riusciva a vedere troppe differenze fra il prima e il dopo, ma le avevano detto che era necessaria. Forse era lei che non sapeva come usarla bene.
Ovviamente il Raja non aveva sovraccaricato i motori e non era esploso. Quando Spyro aveva parlato con la nave in realtà quella aveva fatto da relais per il Navigatore, che era nascosto lì ad al-Idun. Citare il protocollo RLE era la convenzione scelta per far scattare la trappola, denunciando la situazione di pericolo al Navigatore. La sessione di accesso remoto alla CPU era stata simulata da lui grazie al potentissimo hardware che aveva a bordo del suo corpo meccanico di droide da combattimento urbano. Un inganno pericoloso: se Mahamiri avesse avuto un software per tracciare i pacchetti dati, avrebbe scoperto il trucco.
- Meno male che almeno quella ha funzionato!
- Già... Mahamiri ce l'aveva a morte con me per diversi motivi, ma non lo avrei mai detto capace di tanto.
Oh, no! Aveva lasciato i suoi lussuosi sandaletti dal tacco alto in camera! La sorpresa per il suo uomo sarebbe stata incompleta. Avrebbe camminato in punta di piedi. Diede ancora qualche ritocco qua e là al vestito, sperando che nulla lì davanti sfuggisse al contenimento del bellissimo tessuto azzurro, e sistemò ancora i ricci neri che le ricadevano lunghissimi fino a metà della schiena nuda. Ormai non li taglio più, si disse. L'aria condizionata dell'albergo la aiutava tantissimo a sopportarli, anche se non poteva fare molto per il solletico che i suoi stessi ricci le provocavano.
Infine si decise: in punta di piedi davanti alla porta, sbloccò la serratura e aprì.
- Non mi meriti, credo – mise le mani sui fianchi cercando di sembrare severa, ma non riuscì a trattenere un sorriso nel vedere la buffa espressione che gli si dipinse sul volto, seguita subito da un sorriso un po' idiota.
- Non ti ho mai vista così!
- Non farci l'abitudine.
- Ma perché stai in punta di piedi?
Miki sbuffò e andò a sedersi sulla sponda del grande letto matrimoniale della camera. L'aveva preteso molto grande, quel letto, per ripicca. Tutto doveva essere grande e costoso fino alla fine della vacanza, sempre per ripicca. Trovò i sandali, quelli che le erano già costati una storta a una caviglia, e se li infilò facendo attenzione allo smalto delle unghie di mani e piedi. Ora era più alta di lui.
- Come sei bella.
- Anche tu non sei male... un po' casual, forse...
Chissà che razza di ragionamenti fanno gli uomini quando ti invitano a ballare la sera... dove pensa di portarmi vestito così, si chiese Miki. Spyro faceva sempre la sua bella figura, dato il fisico che aveva. Ma al suo posto avrebbe lasciato perdere quella maglietta polo blu un po' troppo tesa su quei muscoli voluminosi. Con i bei pantaloni bianchi e le scarpe candide e lucide, col solo difetto d'essere grandi come due scialuppe di salvataggio, lei gli avrebbe consigliato una bella camicia tailandese decorata, un cheongsam rosso con ricami floreali o la classica combinazione giacca scura, camicia e cravatta. Intramontabile e di sicuro effetto.
- Cosa c'è che non va? - si lamentò lui aprendo le braccia e appoggiando il mento sul petto, come se in quel modo potesse guardarsi bene come poteva fare lei.
- Meno male che la polo è blu, altrimenti sembreresti un gelataio.
Spyro sbuffò roteando platealmente gli occhi.
- Tu piuttosto – disse puntandole un dito contro il collo – togli da lì quel lampadario.
Miki posò una mano sulla bigiotteria che le pendeva dal collo. Stava per sbottare dicendo che era un regalo di Jerrylex, ma si trattenne in tempo. Meglio che Spyro continuasse a ignorare quella parte della storia.
- Lampadario? Si vede che non capisci niente! È una bellissima collana, si intona col vestito!
In effetti Spyro aveva ragione: la bigiotteria che portava al collo era piuttosto vistosa anche se del colore giusto. Ma lei non lo avrebbe mai ammesso in sua presenza.
- Prova con questo – le porse un astuccio nero, lungo e stretto. Miki ebbe un tuffo al cuore e trattenne il fiato. Lo avrebbe riconosciuto anche al buio: arrivava da una gioielleria. Lo accolse tra le mani con devozione quasi religiosa, sorpresa. Spyro era un po' rozzo effettivamente e questa mossa non se la sarebbe aspettata. L'astuccio da solo denunciava un certo livello di qualità: al contrario di molti contenitori realizzati con materiali di scarso pregio e con rifiniture grossolane, questo si presentava come un blocco unico di un nero assoluto. Non si vedeva alcun meccanismo di apertura ed era meraviglioso al tatto: sembrava di velluto. Miki esercitò una debole pressione per separare il coperchio supponendo che fosse incernierato sul lato lungo, ma si fermò subito.
- Se pensi di potermi comprare con... - lui la interruppe prima che finisse la frase, respingendo anche l'occhiataccia che lei gli aveva subito scoccato.
- L'ho presa prima. Il secondo giorno, mentre tu riposavi.
Miki cercò di non sorridere come una scema. Ecco dov'era andato durante il sonnellino pomeridiano! Lo aveva beccato mentre seduto sulla sponda del letto si stava spogliando. Le aveva detto di essere andato a fare un giretto perché non riusciva a riposare.
Cercò quindi di aprire la custodia lunga e stretta, ma quella oppose resistenza. Aumentò la pressione delle dita e rigirò la scatola dall'altra parte, ma non ottenne risultati.
- Si apre così, sciocchina.
Spyro premette col suo pollice il centro del coperchio bombato e quello si divise in due aprendosi lentamente, scorrendo verso il basso su cardini nascosti nei lati lunghi. Miki rimase molto colpita dal contenuto: la sollevò dal cuscinetto lucente su cui era posata e la contemplò tenendola davanti al viso. Era una collana di turchese al cui centro troneggiava splendida una conchiglia a ventaglio di buone dimensioni.
- È vera – ci tenne a precisare lui, sorridendole.
Miki era rapita: non sapeva più dove posare gli occhi. I riflessi della madreperla autentica erano semplicemente meravigliosi: infinite sfumature di violetto, azzurro, verde, c'era anche qualche pagliuzza rossa e gialla che appariva fugacemente qua e là. Da entrambi i lati la conchiglia era contornata da bastoncini affusolati di turchese che, sebbene non purissimo, andava perfettamente d'accordo con i suoi gusti e anche col vestito. I bastoncini erano di lunghezza decrescente ed erano alternati da piccole palline di argento lavorato. In questo modo la collana una volta appesa si apriva a raggiera ottenendo un bell'effetto. Un gioiello prezioso, fine e di buon gusto.
- È bellissima!
Spyro si limitò a sorridere a labbra strette. Ma era chiaro che dentro di sé stava gongolando soddisfatto. Miki non riusciva a togliersi la bigiotteria: le tremavano le mani per l'emozione e per nasconderlo sbottò seccata inveendo contro il fabbricante di quegli ostinati ganci per collane. Spyro risolse la situazione in pochi secondi, allacciandole il regalo al collo.
- Grazie! Sei un tesoro! - gli disse abbracciandolo gioiosamente. Sentì le mani di lui posarsi sulla parte scoperta della schiena: erano grandi e calde, e l'accarezzarono con gentilezza.
- Anche tu – le rispose. Forse perché se lo stava stringendo al petto, sentì quelle parole vibrarle fin dentro il cuore.
- Allora, dove mi porti stasera? - gli chiese separandosi malvolentieri da lui ma tenendogli le braccia intorno al collo.
- Dove vuoi tu.
Contenta come poche altre volte lo era stata, afferrò la sua scintillante pochette coperta di brillantini e, preso a braccetto il suo cavaliere per paura di cadere dai tacchi e farsi male, uscirono insieme per andare a divertirsi.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: Mannu