4.
Scivolò dentro il bel vestito lungo e lo chiuse tirando la piccola cerniera sulla
schiena. Si contemplò nel grande specchio che arrivava fino al pavimento: non si
ricordava che le stesse così bene. Forse stava dimagrendo davvero? Ma no: delusa,
il suo occhio esperto e infallibile notò immediatamente come i suoi fianchi larghi
apparissero evidenti. Fortunatamente l'abito, che era quello azzurro avuto in dono
da Jerrylex nemmeno tanto tempo prima, era lungo fino ai piedi e nascondeva le
cosce tonde e troppo carnose, le ginocchia brutte e i polpacci degni di un
giocatore professionista di rollerblade.
Sistemato meticolosamente l'abito una piega alla volta, si osservò di nuovo allo
specchio. Mancava il trucco, ma decise che già con quella scollatura avrebbe potuto
costringere Spyro sulle ginocchia, sedotto. E magari anche qualche altro uomo, solo
per il gusto di farlo. Si strinse nelle spalle e aprì la grande scatola, già pensando
ai colori da usare.
Aveva fatto un po' d'esperienza e riuscì a evitare di sembrare la vittima di un
pestaggio. Aveva appena finito di scegliere il colore del rossetto dalla grande
scatola per il trucco, dono anch'essa di Jerrylex, quando sentì la porta d'ingresso
aprirsi e chiudersi. Gettò uno sguardo dentro la stanza di lusso e si affrettò a
chiudere la porta del bagno. Era Spyro e non voleva farsi vedere. Non ancora.
- Posso entrare? - la sua voce gli giunse ovattata attraverso la porta del bagno. Aveva
provato a far girare la maniglia, ma lei aveva chiuso a chiave.
- No! - le uscì una risposta un po' dura e secca e all'inizio se ne dispiacque. Ma
poi pensò alla litigata che avevano fatto e giudicò che stare sulle spine ancora un
po' gli avrebbe fatto bene. Gli aveva persino proibito di toccarla la notte scorsa e
lui aveva obbedito scrupolosamente. Che carino, pensò sentendosi scaldare il petto.
- Ancora non ti basta? - il tono era mesto, ma non abbastanza, giudicò Miki che rispose
con un “no” ancora più duro del precedente. Ci fu qualche secondo di silenzio, poi lo
sentì parlare pacatamente. Era ancora fuori dalla porta del bagno.
- Ti ho già spiegato tutto, dai... era pericoloso!
- Eh, già. Chissà cosa mi sarebbe successo se invece mi avessi detto tutto!
Miki tornò con la memoria a quando, ancora tremante di paura, seduta seminuda sulla panca
dell'ambulanza della polizia veniva visitata da un medico e contemporaneamente riceveva le
prime frammentarie spiegazioni da Spyro.
L'aveva tenuta all'oscuro di tutto. I gemelli, il Capitano, Korti... erano stati informati. Il
piano era stato elaborato da tutti gli ufficiali del Raja, insieme alla IA di bordo che,
per ragioni facilmente immaginabili, si era presa la delicatissima responsabilità di
intervenire di persona in caso di emergenza lì dove sarebbe stato difficile far sorvegliare
e difendere dalla polizia il possibile bersaglio. Lì ad al-Idun. Avevano anzi fatto
affidamento sul caos e sulla folla della frequentatissima località balneare più vicina
ad al-Qahira per proteggersi, pensando che nessuno avrebbe osato colpire tra la
folla. Quello cui gli ufficiali del Raja non erano preparati era stato proprio ciò
che si era verificato: un esplicito attacco contro l'incolumità di ciascuno.
- L'ho fatto per non farti preoccupare. Volevo che fosse una vacanza, chi avrebbe immaginato che...
- La prossima volta che andiamo in vacanza decido io dove, occhei?
E possibilmente senza ospiti indesiderati che giungono a sorpresa con lucertole meccaniche e
veleni neurotossici, aggiunse tra sé e sé riprendendo a spennellarsi le labbra col
rossetto. Le sembrò un colore un po' cupo, ma poteva andare. Aveva i capelli completamente
sciolti e s'intonava sia con il loro nero brillante sia col colore che aveva scelto per gli
occhi.
Ripensò anche a quella parte della brutta avventura. Tra tutte le navi con un secondo ufficiale
affascinante, carino e muscoloso si era scelta proprio il Raja, che aveva avuto come precedente
proprietario quel pazzo criminale... come si chiamava? Mahamiri, trafficante di droga, di armi
e contrabbandiere a tempo perso! Spyro le aveva raccontato di quando lui con l'aiuto dei suoi
amici lo aveva incastrato e fatto arrestare. Spyro, che a quei tempi comandava una piccola nave
da carico, era stato truffato da Mahamiri che si era finto interessato a parte del carico. Una
volta ottenuta la fiducia di Spyro, era sparito con la merce senza aver pagato. Grazie al
Navigatore, che a quei tempi era ancora installato dentro un innocuo mezzo di locomozione simile
a una scatola di scarpe con cingoli di gomma, era riuscito a rintracciarlo e aveva aiutato la
polizia a catturarlo. Lo spauracchio della bancarotta era stato un'ottima motivazione a collaborare
attivamente con le autorità. Indagando su Mahamiri la polizia aveva portato a galla ben più
della truffa subita da Spyro e il furfante aveva affrontato una pesante condanna, mentre lui
aveva avuto come risarcimento il Raja, presto dissequestrato. Purtroppo grazie a un buon avvocato
e a insulsi cavilli burocratici, Mahamiri era stato scarcerato dopo poche settimane.
Miki non avrebbe mai dimenticato l'espressione dolorosa di Spyro mentre, con un po' di fatica,
le raccontava di come Mahamiri si era presentato accompagnato da una donna armata, con l'intenzione
di farlo fuori. Spyro, costretto a difendersi, aveva ucciso la donna di Mahamiri a mani nude,
spezzandole il collo. Il malvivente però era riuscito a fuggire e, attivamente ricercato dalla
polizia, si era dato alla latitanza per non farsi più vivo. Fino al giorno precedente.
- Miki, non ricominciare... l'ho fatto credendo di fare bene.
- Non sto dicendo che hai fatto male a fare quello che hai fatto. Ma l'hai fatto di nascosto
da me! - ribatté lei subito. Non era davvero arrabbiata come prima, ma ci teneva che lui non
se ne accorgesse.
- Ne abbiamo già parlato... - la voce dell'uomo sembrava stanca più che affranta, ora. Ti
sto annoiando, carino? Miki scacciò quel pensiero. Lo aveva già insultato abbastanza prima,
mentre litigavano.
- E mi sembra che tu non abbia ancora capito! - ma sì, rincariamo un po' la dose, si disse
mentre controllava il rossetto stringendo le labbra, seduta su uno sgabello di fronte allo
specchio illuminato a giorno da numerose lampadine.
- Ma Miki...
- Sì?
- Doveva essere una vacanza, davvero! Te l'ho detto!
Tira fuori un po' di palle, Pavel Zebrinsky detto Spyro! Ora stai piagnucolando!
- Lo sapevi che c'era pericolo! - gli rinfacciò mentre sceglieva la matita per il contorno
delle labbra.
- Ma ti ho detto di no! - stava alzando la voce, ora. Miki desiderò poter vedere la sua
espressione in quel momento, ma non era ancora ora di aprire la porta del bagno.
- Ci aspettavamo un attacco informatico al Raja, tant'è che abbiamo predisposto una bella
trappola, come ti ho già detto.
Certo: però nel frattempo quella che moriva di paura al pensiero che il Raja stesse esplodendo
in mille pezzi ammazzando Korti, Jo, Mak e centinaia di altre persone ero io, povera scema. Si
chiese che scopo avesse la matita per il contorno delle labbra: non riusciva a vedere troppe
differenze fra il prima e il dopo, ma le avevano detto che era necessaria. Forse era lei che
non sapeva come usarla bene.
Ovviamente il Raja non aveva sovraccaricato i motori e non era esploso. Quando Spyro aveva
parlato con la nave in realtà quella aveva fatto da relais per il Navigatore, che era nascosto
lì ad al-Idun. Citare il protocollo RLE era la convenzione scelta per far scattare la trappola,
denunciando la situazione di pericolo al Navigatore. La sessione di accesso remoto alla CPU era
stata simulata da lui grazie al potentissimo hardware che aveva a bordo del suo corpo meccanico
di droide da combattimento urbano. Un inganno pericoloso: se Mahamiri avesse avuto un software
per tracciare i pacchetti dati, avrebbe scoperto il trucco.
- Meno male che almeno quella ha funzionato!
- Già... Mahamiri ce l'aveva a morte con me per diversi motivi, ma non lo avrei mai detto capace
di tanto.
Oh, no! Aveva lasciato i suoi lussuosi sandaletti dal tacco alto in camera! La sorpresa per il
suo uomo sarebbe stata incompleta. Avrebbe camminato in punta di piedi. Diede ancora qualche
ritocco qua e là al vestito, sperando che nulla lì davanti sfuggisse al contenimento del bellissimo
tessuto azzurro, e sistemò ancora i ricci neri che le ricadevano lunghissimi fino a metà della
schiena nuda. Ormai non li taglio più, si disse. L'aria condizionata dell'albergo la aiutava
tantissimo a sopportarli, anche se non poteva fare molto per il solletico che i suoi stessi
ricci le provocavano.
Infine si decise: in punta di piedi davanti alla porta, sbloccò la serratura e aprì.
- Non mi meriti, credo – mise le mani sui fianchi cercando di sembrare severa, ma non riuscì a
trattenere un sorriso nel vedere la buffa espressione che gli si dipinse sul volto, seguita subito
da un sorriso un po' idiota.
- Non ti ho mai vista così!
- Non farci l'abitudine.
- Ma perché stai in punta di piedi?
Miki sbuffò e andò a sedersi sulla sponda del grande letto matrimoniale della camera. L'aveva
preteso molto grande, quel letto, per ripicca. Tutto doveva essere grande e costoso fino alla
fine della vacanza, sempre per ripicca. Trovò i sandali, quelli che le erano già costati una storta
a una caviglia, e se li infilò facendo attenzione allo smalto delle unghie di mani e piedi. Ora
era più alta di lui.
- Come sei bella.
- Anche tu non sei male... un po' casual, forse...
Chissà che razza di ragionamenti fanno gli uomini quando ti invitano a ballare la sera... dove pensa
di portarmi vestito così, si chiese Miki. Spyro faceva sempre la sua bella figura, dato il fisico che
aveva. Ma al suo posto avrebbe lasciato perdere quella maglietta polo blu un po' troppo tesa su quei
muscoli voluminosi. Con i bei pantaloni bianchi e le scarpe candide e lucide, col solo difetto d'essere
grandi come due scialuppe di salvataggio, lei gli avrebbe consigliato una bella camicia tailandese
decorata, un cheongsam rosso con ricami floreali o la classica combinazione giacca scura, camicia e
cravatta. Intramontabile e di sicuro effetto.
- Cosa c'è che non va? - si lamentò lui aprendo le braccia e appoggiando il mento sul petto, come se
in quel modo potesse guardarsi bene come poteva fare lei.
- Meno male che la polo è blu, altrimenti sembreresti un gelataio.
Spyro sbuffò roteando platealmente gli occhi.
- Tu piuttosto – disse puntandole un dito contro il collo – togli da lì quel lampadario.
Miki posò una mano sulla bigiotteria che le pendeva dal collo. Stava per sbottare dicendo che era un
regalo di Jerrylex, ma si trattenne in tempo. Meglio che Spyro continuasse a ignorare quella parte
della storia.
- Lampadario? Si vede che non capisci niente! È una bellissima collana, si intona col vestito!
In effetti Spyro aveva ragione: la bigiotteria che portava al collo era piuttosto vistosa anche se del
colore giusto. Ma lei non lo avrebbe mai ammesso in sua presenza.
- Prova con questo – le porse un astuccio nero, lungo e stretto. Miki ebbe un tuffo al cuore e trattenne
il fiato. Lo avrebbe riconosciuto anche al buio: arrivava da una gioielleria. Lo accolse tra le mani con
devozione quasi religiosa, sorpresa. Spyro era un po' rozzo effettivamente e questa mossa non se la
sarebbe aspettata. L'astuccio da solo denunciava un certo livello di qualità: al contrario di molti
contenitori realizzati con materiali di scarso pregio e con rifiniture grossolane, questo si presentava
come un blocco unico di un nero assoluto. Non si vedeva alcun meccanismo di apertura ed era meraviglioso
al tatto: sembrava di velluto. Miki esercitò una debole pressione per separare il coperchio supponendo
che fosse incernierato sul lato lungo, ma si fermò subito.
- Se pensi di potermi comprare con... - lui la interruppe prima che finisse la frase, respingendo anche
l'occhiataccia che lei gli aveva subito scoccato.
- L'ho presa prima. Il secondo giorno, mentre tu riposavi.
Miki cercò di non sorridere come una scema. Ecco dov'era andato durante il sonnellino pomeridiano! Lo
aveva beccato mentre seduto sulla sponda del letto si stava spogliando. Le aveva detto di essere andato
a fare un giretto perché non riusciva a riposare.
Cercò quindi di aprire la custodia lunga e stretta, ma quella oppose resistenza. Aumentò la pressione
delle dita e rigirò la scatola dall'altra parte, ma non ottenne risultati.
- Si apre così, sciocchina.
Spyro premette col suo pollice il centro del coperchio bombato e quello si divise in due aprendosi
lentamente, scorrendo verso il basso su cardini nascosti nei lati lunghi. Miki rimase molto colpita dal
contenuto: la sollevò dal cuscinetto lucente su cui era posata e la contemplò tenendola davanti al
viso. Era una collana di turchese al cui centro troneggiava splendida una conchiglia a ventaglio di
buone dimensioni.
- È vera – ci tenne a precisare lui, sorridendole.
Miki era rapita: non sapeva più dove posare gli occhi. I riflessi della madreperla autentica erano
semplicemente meravigliosi: infinite sfumature di violetto, azzurro, verde, c'era anche qualche pagliuzza
rossa e gialla che appariva fugacemente qua e là. Da entrambi i lati la conchiglia era contornata da bastoncini
affusolati di turchese che, sebbene non purissimo, andava perfettamente d'accordo con i suoi gusti e anche
col vestito. I bastoncini erano di lunghezza decrescente ed erano alternati da piccole palline di argento
lavorato. In questo modo la collana una volta appesa si apriva a raggiera ottenendo un bell'effetto. Un
gioiello prezioso, fine e di buon gusto.
- È bellissima!
Spyro si limitò a sorridere a labbra strette. Ma era chiaro che dentro di sé stava gongolando
soddisfatto. Miki non riusciva a togliersi la bigiotteria: le tremavano le mani per l'emozione
e per nasconderlo sbottò seccata inveendo contro il fabbricante di quegli ostinati ganci per
collane. Spyro risolse la situazione in pochi secondi, allacciandole il regalo al collo.
- Grazie! Sei un tesoro! - gli disse abbracciandolo gioiosamente. Sentì le mani di lui posarsi sulla
parte scoperta della schiena: erano grandi e calde, e l'accarezzarono con gentilezza.
- Anche tu – le rispose. Forse perché se lo stava stringendo al petto, sentì quelle parole vibrarle
fin dentro il cuore.
- Allora, dove mi porti stasera? - gli chiese separandosi malvolentieri da lui ma tenendogli le
braccia intorno al collo.
- Dove vuoi tu.
Contenta come poche altre volte lo era stata, afferrò la sua scintillante pochette coperta di brillantini
e, preso a braccetto il suo cavaliere per paura di cadere dai tacchi e farsi male, uscirono insieme per
andare a divertirsi.