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Autore: SnowDra1609    17/02/2010    0 recensioni
[Gundam SEED]Sono comparsi dal nulla, da un mondo parallelo. Accompagnano senza saperlo l'ultimo della sua specie, che sarà anche il loro salvatore. Sono sfuggiti ad un triste conflitto, per entrare in un altro. Ma non sempre le alleanze sono quelle giuste, e gli amici veramente fidati. Perchè anche ciò che non ha tempo, prima o poi scompare.(spero vi possa piacere, leggete e divertitevi ^^)
Genere: Thriller, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio per prima cosa Atlantislux per la recensione dello scorso capitolo. Riguardo il fatto delle colonie, non sono ben sicuro di quando fondano la colonia per cui non sono riuscito a inserirlo, spero non ti dispiaccia ^^
Ringrazio anche gli altri lettori. Vi lascio al nuovo capitolo ^^

Il Black Sazabi rientrò rapidamente nell’hangar, collegandosi al suo pod e cominciando la ricarica dei sistemi. Uscito dalla cabina il maggiore si avvicinò ad un terminale e contattò rapidamente la plancia
- Capitano, cosa sta succedendo? –
- La nave madre nemica si sta avvicinando alla prima linea. Contro quella abbiamo ben poche speranze –
- Non crede sia ora di lanciare le KM34? –
- Ma come diamine… -
- Lasci perdere e lanci quelle cose…ci servono ora, meglio non perdere tempo –. Il capitano annuì debolmente mentre Abelard chiuse la comunicazione e tornò al suo mobile suit. Intorno a lui le squadre delle nave decollavano ed atterravano, in numero sempre minore. “Vittime…e non poche” pensò il soldato mentre entrava nella cabina
- Maggiore, l’energia dovrebbe essere al massimo, ma stia attento alla gamba destra. L’abbiamo riparata al meglio… -
- Me la caverò – rispose secco Della Croce avvicinandosi all’uscita, per poi aumentare la forza dei generatori e decollare, dirigendosi verso lo schieramento nemico. Accelerò rapidamente, scontrandosi con un team di mobile sui nemici. Ne tagliò due a metà, prima di colpire un terzo alla testa e poi alla cabina con il fucile. Il quarto nemico invece tentò di aggirarlo, piombandogli alle spalle. Il maggiore rallentò e si scansò, per poi distruggere il mezzo nemico con un colpo secco.
Si guardò rapidamente intorno, cercando altre team nemici, quando la sua attenzione fu catturata da tre veicoli nemici, leggermente diverse. “Quei tre maledetti” pensò il comandante dando energia ai propulsori e mirando contro il gruppo nemico “Oggi non mi sfuggirete” alzò la canna del fucile e cominciò a sparare dalla distanza, costringendo i tre a disperdersi. Si avvicinò a uno di essi tentando di colpirlo con la spada. Prima che questi potesse allontanarsi lanciò tre micro-missili. Un altro del gruppo si lanciò alle spalle del maggiore, che fu costretto a parare il colpo ed ad allontanarsi. Alzò di nuovo il fucile, impostandolo sulla modalità a corto raggio, diminuendo il raggio d’azione ma amplificandone la potenza distruttiva. Sparò in rapida successione due colpi prima di sferrare un calcio al mobile suit nemico e tentare un affondo con la spada, parato repentinamente dal terzo. Il maggiore osservò i suoi avversari: ora c’erano tutti e tre…

Abelard si svegliò di colpo, appena sentito lo squillare della sveglia. Velocemente accese le luci e si alzò dal letto, dirigendosi in bagno. Erano passati quasi cinque anni dalla loro presenza lì, ma come notò dallo specchio, il suo viso era sempre lo stesso. Oramai sulla nave avrebbero iniziato a fare domande, nel caso se ne fossero accorti. Sia su di lui che su Michele. Una cosa più che normale, secondo il suo ragionamento. Dopo essersi lavato e reso presentabile uscì dalla sua cabina, cominciando a muoversi in direzione dell’hangar. Oramai i corridoio erano stati tutti riparati, la nave non presentava più evidenti danni esterni o interni, ma come tutti ben sapevano, della sua vera potenza distruttrice era rimasto ben poco.
Entrato, si avvicinò al pod del suo mobile suit
- Allora, qual è la situazione? – chiese ad un tecnico vicino
- Tutto a posto signore…niente da segnalare. Mancano due ore all’inizio del suo turno –
- Facevo solo un giretto sergente – rispose cordiale prima di allontanarsi in direzione plancia. Incrociò poche persone, che salutò amichevolmente. Non era tipo da socializzare, ma passando quattro anni con le stesse persone, prima o poi te le facevi amiche.
Nella plancia dell’Alexander Nevskij vi erano si e no otto persone, più il primo ufficiale che placidamente leggeva un libro.
- Josh, non è che ti addormenti anche tu? –
- Ciao Abelard…no, stavo leggendo un po’. Per nostra fortuna non ci sono stati problemi – rispose il comandante, salutando il maggiore con un cenno della mano. I capelli erano leggermente scombinati ma la barba del tutto fatta.
- Sai dove siamo di preciso? –
- Chiedi al timoniere –
- Che comandante preciso – rispose sarcastico il giovane pilota mentre si avvicinava al timone
- Quanto manca alla Terra –
- Poco signore…presumo una, due settimane se tutto va bene –
- Come previsto…speravo andassimo più veloci ma fa niente –
- Comprendo signore…ma siamo stati molto fortunati a non aver avuto ritardi –
- Ci stiamo avvicinando ai punti di Lagrange esatto? –
- Si, L2 se usiamo come massa di riferimento la Terra ed il Sole…in pratica una settimana massimo per arrivare alla Luna, quattro giorni per andare sulla Terra –
- Rilevato qualcosa? –
- I radar non funzionano bene, ma abbiamo rilevato delle onde elettromagnetiche e qualche altro segno di calore dall’orbita –
- Monitorate ancora l’area –
- Che cosa teme signore? Sono molto deboli…potrebbero provenire dal sole –
- Lei faccia il suo dovere, timoniere, al resto ci penso io – concluse il maggiore allontanandosi dalla console e uscendo dalla plancia, dirigendosi negli hangar. Appena dentro si avvicinò al suo mezzo, e chiamò uno dei tecnici
- Contatti Yoanna e Michele e gli dica di passare alla fase di allarme rosso. Armi pronte. Dove diamine è Kingart? –
- Cosa ha da sbraitare maggiore – rispose questi uscendo dal suo battle suit – sono anche in anticipo –
- Usciamo adesso –
- E si può sapere perché? –
- Problemi forse – nel contempo Abelard era già entrato nello spogliatoio, uscendone poco dopo con la tuta e il caso.
- Muovetevi. Il tempo stringe, come sempre – urlò ai tecnici ed al pilota mentre entrava dentro il Sazabi e si connetteva alla plancia – io esco - . Si avvicinò al portellone dell’hangar e uscì rapidamente, affiancandosi alla nave.

Nella plancia il comandante aveva leggermente sbuffato notando il comportamento irrequieto del maggiore, ma non vi aveva fatto molto caso. Quel maggiore per lui si era sempre comportato in modo buffo, ma oramai vi era abituato.
- Rapporto da tutte le postazione – chiese placido
- Tattica, niente da segnalare –
- Ingegneria, niente da segnalare –
- Scientifica, rilevate deboli emissioni elettromagnetiche, origine e tipo sconosciuto –
- Monitorate l’area – comandò Josh
- Timone, rilevate anche qui le onde elettromagnetiche. Presumo vengano dall’orbita Terrestre, ma non ho rilevato navi o colonie per il momento, o almeno non le riesco a rilevare da qui –
- Dove ci troviamo di preciso? –
Punto di Lagrange L2, non siamo distanti. Dovremmo impiegare tra una e due settimane per arrivare nei pressi della Terra, un altro giorno nel caso volessimo entrare in orbita –
- Bene, stili un rapporto. Lo voglio tra un’ora sulla scrivania del capitano. Per il momento restiamo in Condizione Verde, se rileva una qualsiasi cosa che possa essere una minaccia, metta la nave in condizione Gialla –
- Come vuole comandante –
- Bene – rispose il comandante ritornando a leggere il suo libro placidamente.


- Si può sapere perché si è allarmato così tanto maggiore? – chiese Kingart curioso
- Ho le mie ragioni, capitano. Non si preoccupi, so quel che faccio –
- Lo spero vivamente -

Bene, capitolo completato.
Spero vi sia piaciuto. Come al solito, ricordate un commentino ^^
Alla prossima.

  
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