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Autore: Starfantasy    20/02/2010    0 recensioni
Kate è sempre vissuta nel mondo della musica. Strimpella la chitarra e ha una voce meravigliosa che usa durante i concerti estivi con sua madre, cantautrice e compositrice come suo padre. I suoi genitori sembrano essere certi di aver scelto per lei un futuro adatto, quello nel mondo della musica. Ma Kate è di un altro parere. L'oppressione e la continua presenza di note e musica nella sua vita sembra averle fatto sviluppare una sorta di repulsione per tutto quanto quello che ci assomiglia, ma forse non ha fatto i conti con tutto quello che ha dentro, con la sua passione per il canto e con Jade, idolo delle teen-ager di tutto il mondo, additato dai giornali di gossip come ipocrita ed egoista, che in realtà non è altro che un normalissimo ragazzo. Anzi, non proprio normalissimo...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap.2

 

- Maledizione! Muoviti, Jelly! - Kate chiamò la sorella dal piano inferiore. Di questo passo avrebbero perso il pullman. La bambina si lanciò giù per le scale e Kate alzò un sopracciglio quando vide cosa indossava. Tipico: gonnellina rosa confetto, camicetta bianca, calze fini color panna e paperine rosa, senza dimenticare la treccia che la mamma le aveva fatto di tutta fretta cinque minuti prima. Nel complesso poteva assomigliare ad un letale batuffolo di zucchero filato alla fragola.

- E’ inutile che continui a gridare. Non è colpa mia se ti ho detto di lasciarmi le scarpe in camera e tu non l’hai fatto. - fu la risposta. Con estrema lentezza la sorella prese la giacchetta di jeans (rosa) e si infilò lo zaino. Le due si misero a correre verso la fermata dell’autobus, lontana qualche centinaio di metri.

Kate odiava il rosa, soprattutto il rosa caramella che Jelly invece amava tanto. Lei amava vestirsi in modo meno fiocchettoso. Jeans scuri e maglietta colorata, possibilmente a righe, scarpe da tennis e magari una felpa nera. Quanto ai suoi capelli… li adorava. Erano molto lunghi, di un castano chiaro tendente al biondo. Non li pettinava mai in modi particolari, al massimo li legava in una coda. Tranne ai concerti, lì era diverso. Ai concerti doveva vestirsi di tutto punto e pettinarsi i capelli in modi impossibili. Senza contare i cinque chili di trucco che la madre le stendeva sul viso.

Era una corista, doveva fare bella figura ed essere elegante. Ovvio, per la mamma era diverso: quando si è la voce solista si fa quel che si vuole, e di sicuro non si canta musica pop vestiti da pinguini. Era buffo avere due genitori ultratrentenni che cantavano pop. A volte anche imbarazzante… soprattutto a scuola.

***

Dopo due ore di biologia l’unica cosa che aveva voglia di fare era staccare un po’. Si sedette ad un tavolo della mensa con il suo vassoio e le sue mani cominciarono a procedere come se stessero vivisezionando un lombrico. Quando se ne accorse scostò il piatto, colta da un’improvviso attacco di nausea.

- Ciao Kate! - una voce dietro di lei la fece sussultare. La conosceva fin troppo bene… la sua migliore amica, Ellen White, forse l’unica vera amica che avesse mai avuto. Un tipo espansivo, l’esatto opposto di lei, ma forse era per questo che avevano legato così tanto fin da subito.

- Hey! Elly! Allora… com’è andato il laboratorio di fotografia?

- Un disastro… mi sono trovata a dover “tirare fuori il sentimento” da una lattina spiaccicata in un’aiuola…

- Oh, no… e che hai fatto?

- L’ho buttata! Dove va a finire il mondo se si lasciano rifiuti in giro solo per fotografarli? Pensi che qualcuno poi l’avrebbe tolta di lì? - Elly era espansiva. E naturalista. Una combinazione devastante. - Piuttosto tu… come va il solfeggio in casa Hide? - Kate sentì una stretta allo stomaco.

- Bene. Fin troppo. Mia madre vuole anticipare il primo concerto alla prossima settimana, appena finita la scuola.

- E cosa c’è di male?

- Niente… solo che non mi sembra il caso di esagerare così. La gente si stufa dei soliti concerti, esattamente come io mi stufo delle canzoncine di com… - la ragazzina si interruppe di colpo, come folgorata da un ricordo che avrebbe dovuto venirle in mente prima. - Tu ci sei sabato prossimo, vero? Ti prego, dimmi di sì! C’è la festa di compleanno di mia sorella, non mi lasciare sola!

- Ehm… è che… la prossima settimana avevo in programma altro… sai come sono i miei, non mi lasceranno fare entrambe le cose…

Kate ascoltò le vaghe scuse dell’amica prima di domandare, quasi offesa: - Scusa, ma che altro?

- Beh, Kate, non sei l’unica che fa concerti, sai?


@Elaintarina: grazie della fiducia!Spero di soddisfare le tue aspettative. Devo dire però che questo capitolo mi sembra un tantino inconcludente e affrettato... fa niente, spero di rifarmi con il prossimo! Grazie ancora!

   
 
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