Personaggio: Regulus Black
Prompt: 22: Ghiaccio
Rating: Verde
Disclaimer: Regulus Black e quasi tutti i personaggi di questa storia appartengono a J.K. Rowling.
Tabella: http://juliablack89.livejournal.com/2009/06/11/
Un alleato inatteso
Settembre 1978
Era iniziato un
nuovo
anno a Hogwarts, l'ultimo per Regulus e i suoi amici. Ormai era tempo
di progetti per il futuro, ma quasi nessuno era contento di finire la
scuola.
“Hogwarts
mi mancherà”
disse Rachel una di quelle giornate. Era seduta sul divano della sala
comune di Serpeverde e teneva la testa poggiata sulla spalla di
Regulus.
“Siamo
appena a
settembre” disse lui, nel tentativo di sollevarle il morale.
“Mancano ancora nove mesi”.
“Mesi
che non ci
potremo godere a causa dei M.A.G.O.” replicò lei.
“Quasi quasi
mi faccio bocciare, così resto qui ancora un altro anno. Che
ne
pensi? Potresti farlo anche tu”.
“Sicuro...”
rispose
Regulus con evidente sarcasmo. “Pensavo che ti piacesse
l'idea di
cominciare a lavorare”.
“Sì
ma la vita vera
non mi attira per niente. È molto meglio qui...
ah!” esclamò
all'improvviso, raddrizzandosi e rivolgendogli un gran sorriso.
“A
proposito. Indovina cosa mi ha detto Lumacorno in via del tutto
confidenziale?”
Regulus la
guardò per
alcuni istanti, perplesso.
“Che
ha già
organizzato l'ennesima festa?” chiese.
“Sì,
ma non è questo
il punto. Il fatto è che è riuscito ad invitare
il reclutatore del
Puddlemere United! Hai capito? Non potrai mancare: vi ha combinato
apposta un incontro”.
“Cosa...?”
Regulus non
aveva la più
pallida idea di cosa dire: non se lo sarebbe mai aspettato.
Vedendo che lui
non
reagiva, Rachel perse di colpo tutto l'entusiasmo.
“Pensavo
che stessi
valutando la carriera sportiva” disse. “O forse
giocare a
Quidditch non è abbastanza nobile per un Black?”
“Non
ho detto che non
mi interessa, anzi” rispose Regulus. “È
solo che quella sportiva è una carriera breve...”
Distolse lo
sguardo da
quello di lei, incapace di sostenerlo ancora.
Gli sarebbe
piaciuto
eccome diventare un giocatore professionista, ma un impiego del
genere lo avrebbe tenuto occupato molte ore al giorno... e lui aveva
ben altri impegni. Fare il Mangiamorte part-time non era previsto.
“...
comunque
incontrerò questo reclutatore, perchè
no?” concluse, con un
sorriso forzato.
Rachel stava
per
ribattere, quando puntò lo sguardo verso l'ingresso e disse:
“Ecco
il nostro
Caposcuola”.
Regulus si
voltò.
Barty era
appena entrato
nella sala comune e, in pochi secondi, aveva raggiunto il divano,
piantandosi davanti a Regulus con un'aria inviperita.
“Tu
pensi che io abbia
tempo da perdere?” esordì, stizzito.
“Avevi detto che mi avresti
aiutato con la ricerca di Difesa contro le Arti Oscure!”
“Ah...
me ne sono
dimenticato” rispose Regulus senza scomporsi.
“E me
lo dici così? Ti
ho aspettato mezz'ora in biblioteca, mezz'ora!”
ribadì.
“Va
bene, Barty, adesso
calmati. Sono stata io a trattenerlo” intervenne Rachel.
“Su
questo non c'è
dubbio” rispose lui, acido. “È
già la seconda volta che gli chiedo un favore e lui mi
dà buca”.
“Non
l'ho fatto
apposta” disse Regulus.
“Se
questo è il tuo
modo di scusarti, sappi che non...” esordì Barty,
ma Rachel lo
interruppe.
“Ti
aiuteremo tutti e
due a pomeriggio con la ricerca, tanto è stata assegnata per
lunedì
e abbiamo tempo. Ora però non ti arrabbiare.
Perchè non ti siedi un
po'? Stavamo parlando del nostro futuro lavorativo”.
Barty
esitò per alcuni
secondi con le labbra serrate, come se avesse voluto aggiungere
qualcos'altro, ma alla fine si sedette sulla poltrona accanto.
“Allora,
hai deciso
cosa fare?” gli chiese Rachel, cercando di sciogliere il
ghiaccio
che si era improvvisamente creato tra i due ragazzi.
Barty prese a
fissare il
pavimento, poi rispose:
“Mio
padre vuole farmi
frequentare il corso di Magisprudenza... Io ci ho pensato molto
quest'estate, ma ancora non mi sono deciso. Vorrei fare qualcosa di
più utile per la comunità magica,
tipo...”
“Tipo?”
Lui fece
spallucce: aveva
tutta l'aria di nascondere qualcosa.
“Regulus,
stai bene?”
Regulus vide
gli sguardi
di lei e di Barty puntati su di sé e impallidì.
Aveva stretto i
pugni nell'istante in cui aveva sentito il Marchio Nero bruciare. Per
fortuna, il dolore cessò quasi subito.
“Sì,
va benissimo”
mentì, ostentando una finta naturalezza.
Piton non aveva
avuto
torto ad avvertirlo: nascondere il Marchio a Hogwarts era
più
difficile di quanto avesse immaginato, soprattutto perchè
gli faceva
male spesso, ogni volta che l'Oscuro Signore convocava gli altri
Mangiamorte.
Era complicato
fingere,
soprattutto con Rachel. Si sentiva una schifezza quando doveva
mentirle. Cercava di giustificarsi, convincendosi del fatto che fosse
lei a non capire che i Mangiamorte stessero dalla parte giusta, ma in
ogni caso era consapevole di ingannarla.
Non voleva
neanche
pensare a cosa sarebbe successo se lei lo avesse scoperto.
Regulus le
strinse la
mano in un gesto involontario, mentre tutti e tre tacevano.
Barty aveva gli
occhi
puntati sul fuoco traballante del camino: aveva un'aria assorta e
incupita.
Regulus sapeva
di averlo
offeso, ma non poteva fare altrimenti. Forse era diventato paranoico,
ma da quando era cominciato l'anno scolastico, aveva la sensazione
che Barty lo tenesse d'occhio.
Non poteva
essere al
tempo stesso Mangiamorte e amico di un Crouch. Doveva allontanarlo da
sé per non correre il rischio di essere scoperto.
Barty era
diventato
troppo curioso e aveva iniziato a fargli molte domande, alle quali
lui non voleva, né poteva, rispondere, soprattutto adesso
che il
Signore Oscuro gli aveva affidato un incarico da svolgere a
Hogwarts...
“Per
chi era quel
gufo?”
“Quale?”
“Quello
che hai appena
mandato”.
“Era
per i miei
genitori”.
“Non
gli hai già
scritto ieri?”
Regulus
tornò a guardare
Barty, esasperato e teso.
“E
anche se fosse?”
Un silenzio
pesante cadde
nella guferia, interrotto solo dai versi dei gufi e delle civette che
affollavano i trespoli e le rientranze nelle pareti.
Regulus
ringraziò il
cielo per avere fatto in tempo a spedire il messaggio indirizzato a
Rabastan Lestrange prima che Barty entrasse, altrimenti sarebbe stato
capace di prenderglielo.
Il ragazzo
abbassò lo
sguardo, cupo.
“Per
caso ho fatto
qualcosa di male?” chiese. “Ti ho offeso?”
“No”
rispose Regulus,
nervoso.
“E
allora per quale
accidenti di motivo mi eviti?”
“Non
è vero che ti
evito”.
“Non
mi prendere in
giro! È dall'inizio dell'anno che non sei più lo
stesso. Ah, ma
credo di aver capito che cosa ti prende”.
Regulus si
irrigidì.
“E
cos'è che avresti
capito?”
“Che
sei uno di quelli
che appena si trovano la ragazza abbandonano gli amici. Tanto non ti
servo più, vero? Ora ti senti sistemato, quindi credi di
avere tutti
i diritti di farti i cavoli tuoi. I traditori come te mi
disgustano”.
Lui decise di
non
rispondere, pensando che fosse meglio lasciarglielo credere.
A sua volta,
Barty non
insisté, così Regulus pensò bene di
dirigersi verso la porta, con
l'intenzione di uscire dalla guferia il prima possibile, ma, prima
che potesse mettere in atto la propria decisione, l'altro chiese:
“Dove
sei stato ieri
notte?”
Il battito
cardiaco
raggiunse in un attimo una velocità incredibile. Regulus
sentì
cedere le ginocchia. Tuttavia cercò di mantenere un tono di
voce
normale.
“Da
nessuna parte”.
“Nel
dormitorio non
c'eri e il tuo letto era vuoto”.
“Te
lo sarai sognato.
Non sarebbe la prima volta che ti immagini le cose”.
“Mi
stai prendendo in
giro? E guardami mentre ti parlo!”
gridò, mentre Regulus
gli voltava le spalle per uscire.
Nel tentativo
di
fermarlo, Barty lo afferrò per il braccio sinistro,
all'altezza del
polso. Nello stesso istante, il Marchio Nero bruciò un'altra
volta,
facendolo sobbalzare e gemere per la sorpresa e il dolore.
“Lasciami!”
intimò,
sforzandosi per liberare il braccio con un violento strattone. Ma non
ce ne sarebbe stato il bisogno, perchè Barty lo aveva
già lasciato
andare, consapevole di avergli fatto male.
Evitando di
incrociare il
suo sguardo stupito, Regulus aprì la porta della guferia e
se la
richiuse alle spalle, scendendo gli scalini di pietra in tutta
fretta.
Solo quando
raggiunse la
capanna di Hagrid rallentò e riuscì a calmarsi.
Barty stava
veramente esagerando. Ci mancava solo che si accorgesse delle sue
uscite notturne.
Nell'ultima
settimana
aveva dormito poco: doveva esplorare il castello nella zona che Lord
Voldemort gli aveva indicato. Quella notte sarebbe stata l'ultima,
perchè le precedenti gli erano servite per trovare il
nascondiglio
dell'oggetto che doveva recuperare e una via di fuga nel caso in cui
fosse sopraggiunto qualcuno.
Adesso che
Barty
sospettava di lui, avrebbe preferito aspettare qualche giorno, ma
ormai aveva mandato il messaggio con tanto di luogo e ora
dell'appuntamento. Non poteva dare buca, perchè Rabastan non
era un
tipo paziente.
Mentre
camminava,
stringendo i pugni nervosamente, rifletté a lungo su cosa
potesse
fare per evitare che Barty lo aspettasse sveglio. Infine, la
soluzione lo illuminò all'improvviso.
Quella sera,
dopo cena,
gli risultò fin troppo facile versare della pozione
soporifera nel
bicchiere che Barty teneva sempre sul comodino accanto al proprio
letto.
Quando il
ragazzo,
ignaro, bevve la pozione poco prima di andare a dormire, un istante
più tardi iniziò a sbadigliare e fece appena in
tempo a infilarsi
sotto le coperte prima di cadere in un sonno profondo.
Sicuro che
l'effetto del
filtro sarebbe durato tutta la notte, Regulus fece finta di coricarsi
a sua volta e attese che anche gli altri compagni di dormitorio si
fossero addormentati.
Una volta certo
che non
sarebbe stato disturbato, balzò in piedi, già
vestito, ed uscì dal
dormitorio con la massima prudenza.
La sala comune
era
deserta, esattamente come lo spettrale corridoio dei sotterranei,
appena fuori dall'ingresso.
Regulus si
fermò
soltanto un attimo per assicurarsi di essere davvero solo, e gli
sembrò di avere udito dei passi fermarsi proprio in
quell'istante da
qualche parte dietro di lui.
Si
voltò, la bacchetta
levata, ma nell'oscurità non vide nessuno: probabilmente
aveva
sentito la sua stessa eco.
Riprese a
camminare,
continuando a mantenere le orecchie tese a captare il minimo rumore
estraneo. La strada che separava la sala di ritrovo di Serpeverde e
quella d'ingresso era lunga e, anche se di giorno la conosceva come
le sue tasche, di notte c'era sempre il rischio di sbagliare
corridoio e perdersi.
Per tutta la
durata del
tragitto, gli unici rumori che sentì furono i propri
palpiti,
causati dall'agitazione, e sempre quell'eco che si interrompeva ogni
volta pochi secondi dopo di lui.
Alcuni minuti
più tardi,
svoltato un angolo, intravide in fondo al corridoio il chiarore
proveniente dalle finestre della sala d'ingresso.
Sollevato,
continuò a
camminare, ma all'improvviso accaddero molte cose.
Da qualche
parte dietro
di lui sentì un cigolio, come quello di una parete che si
apriva.
Spaventato, provò a raggiungere l'aula di Pozioni ma, prima
che
potesse anche solo compiere il primo passo, qualcosa di pesante e
freddo lo afferrò per la spalla. Una mano.
Regulus non
seppe mai che
cosa gli impedì di urlare: forse il terrore che gli aveva
tolto il
respiro.
“Ah-ha!
Brava micina,
ti sei meritata una colazione doppia. Vediamo chi abbiamo
qui”
parlò nell'ombra la voce di Argus Gazza.
Il custode
accese la
propria lanterna e la sollevò, illuminando la porzione di
corridoio
che li ospitava.
Regulus
all'inizio fu
abbagliato dalla luce improvvisa ma poi, quando si fu abituato, si
ritrovò il viso magro del custode a pochi centimetri dalla
faccia,
mentre Mrs Purr lo guardava con un'aria di sfida.
Maledetta
gatta,
pensò, sentendosi annodare le viscere.
Le guance
flosce di Gazza
tremolarono quando la bocca si incurvò in un sadico ghigno
di
vittoria.
“Bene
bene, vado per
cogliere in fallo uno studente del primo anno e mi ritrovo il
fratello di quel criminale di Sirius Black!”
esclamò, con
un'espressione folle che gridava vendetta per tutti gli scherzi
subiti in passato. “Ora ce ne andiamo dritti dal Preside
e...”
“Lascialo
stare, Gazza,
lui è con me”.
Per un attimo
Regulus
credette che la voce che si era appena levata alla loro sinistra
fosse solo frutto della propria immaginazione. Era talmente
spaventato che riusciva a stento a reggersi in piedi. Fantastico: era
la sua prima missione seria e si era già fatto cogliere in
flagrante. E non aveva ancora visto il peggio.
“Chi
ha parlato? Un
altro studente in giro!” sbraitò Gazza, alzando la
lanterna e
socchiudendo gli occhi.
“Sono
un Caposcuola”
rispose Barty, avvicinandosi e indicando la propria spilla.
“Ah,
Crouch...”
bofonchiò il custode, deluso. “Che significa che
Black ha il
permesso? Non è...”
“Doveva
scontare una
punizione da Hagrid e io ho il compito di riaccompagnarlo nella sala
comune. Era rimasto indietro e sono tornato a riprenderlo”
mentì
Barty, senza riuscire a nascondere una certa ansia.
“Stava
andando dalla
parte opposta!” protestò Gazza.
“Mi
ero perso...”
disse Regulus, riuscendo finalmente a parlare.
“Esatto.
Ah, mi era
sembrato di sentire Pix che faceva rotolare qualcosa sul pavimento
del piano di sopra” aggiunse Barty. “Non vorrei che
avesse
smontato un'armatura”.
Imprecando
parecchie
volte contro il Poltergeist, Gazza li lasciò, seppur con
riluttanza.
Anche se il
custode se ne
era andato, Regulus era ben lungi dal sentirsi tranquillo. Come aveva
fatto Barty a svegliarsi così presto? E ora che cosa si
sarebbe
potuto inventare per giustificare la sua uscita notturna?
Barty lo
afferrò per un
braccio e lo spinse dentro l'aula di Pozioni, chiudendosi poi la
porta alle spalle e accendendo qualche torcia.
Per alcuni
minuti, che
sembrarono ore di agonia, rimasero in silenzio, immobili uno di
fronte all'altro.
Regulus
stringeva
spasmodicamente la bacchetta, incerto se la avrebbe dovuta usare
oppure no. Il sangue nelle vene gli si era del tutto ghiacciato.
“Come...?”
esordì,
cercando di parlare per capire fino a che punto Barty avesse capito.
Quello estrasse
dalla
tasca una boccetta vuota.
“Antidoto
contro le
pozioni soporifere” spiegò con una poco
dissimulata nota di
trionfo. “L'ho preso prima che mi facessi bere la pozione.
Sapevo
che avresti cercato di rendermi innocuo, non sono mica un idiota. A
dirla tutta, ho preso anche un bezoar, sai, nel malaugurato caso in
cui avessi deciso di avvelenarmi”.
Il cervello di
Regulus
lavorava febbrilmente, cercando una soluzione, mentre Barty lo
raggiungeva.
“Andiamo,
smettila di
guardarmi come se fossi un Dissennatore. Non ti ho appena salvato da
una punizione e da un interrogatorio che sarebbe stato di certo molto
imbarazzante?”
“Sì...”
rispose
Regulus, riacquistando un po' di lucidità, quanto bastava
perchè
riuscisse a mostrarsi freddo. Il ghiaccio che sentiva dentro si
manifestava anche all'esterno.
Tuttavia lo
sguardo di
Barty non gli piaceva per niente.
“Credo
di aver capito
perchè ultimamente mi hai allontanato” disse.
“Ma
davvero?” replicò
lui, ostentando una finta indifferenza.
“Sì.
In fondo era
anche piuttosto ovvio. Tu sei stato bravo ma io sono più
furbo.
Ormai l'ho capito”.
“Capito
cosa?”
sussurrò Regulus con voce rauca, anche se non era tanto
sicuro di
voler sentire la risposta.
“Che
il tuo strano
comportamento è dovuto solamente a quella cosa che hai
incisa sul
polso sinistro...”
Regulus non
aspettò
nemmeno che Barty finisse la frase e gli scagliò contro un
incantesimo, mandandolo a cozzare contro la cattedra di Lumacorno.
Mentre l'orrore
e il
panico crescevano a dismisura, faticò anche a tenere ferma
la
bacchetta, puntata sul ragazzo.
Stava cercando
di
decidere che cosa dovesse fare. Le regole erano chiare: se
qualcuno ti scopre, uccidilo, gli avevano detto. Ma conosceva
Barty da anni, ormai. Come avrebbe avuto il coraggio di ucciderlo
davvero?
“Guarda
che non è
saggio da parte tua farmi fuori” gli disse Barty, senza
nascondere
un tono a sua volta spaventato. “Succederebbe il finimondo se
mi
trovassero morto stecchito dentro Hogwarts. E Gazza sa che tu sei con
me adesso, quindi mio padre non ci metterebbe molto a
trovarti”.
“Allora
dovrei
risparmiarti la vita, così avrai tutto il tempo che vuoi per
denunciarmi e spedirmi ad Azkaban?” ribatté
Regulus, che non
sapeva neanche dove volesse arrivare.
Barty fece
finta di
riflettere, curvandosi su se stesso, ma Regulus non capì
cosa voleva
fare almeno finché non lo vide estrarre velocemente la
bacchetta e
puntarla su di lui.
“Stupef...”
provò ad anticiparlo.
“Expelliarmus!”
Regulus
sentì la propria
bacchetta sfuggirgli di mano e volare dritta in quella
dell'avversario.
I ruoli adesso
si erano
invertiti.
Regulus non
vide
l'espressione indecisa sul volto di Barty, perchè aveva il
viso
chino e strizzava gli occhi, in attesa di uno Schiantesimo che, ne
era certo, sarebbe arrivato a momenti.
La disperazione
lo assalì
quando si rese conto che probabilmente si sarebbe risvegliato ad
Azkaban. Era tutto finito, pensava.
Ma si
sbagliava, perchè
in quel momento Barty parlò e disse l'ultima cosa che si
sarebbe mai
aspettato.
“Guarda
che non lo dico
a nessuno”.
Strano, non
ricordava di
aver preso una botta in testa, fino a quel momento. Ma non poteva
aver sentito sul serio una cosa del genere.
Regulus
alzò lo sguardo
sull'altro e, con grande meraviglia, si rese conto che gli stava
restituendo la bacchetta.
“Avanti,
riprenditela,
non posso stare tutta la notte così!”
sbuffò Barty, nervoso.
Regulus la
afferrò, ma
continuò a guardarlo senza riuscire a dire una parola.
Non aveva
senso. Perchè
il figlio di Crouch senior lo voleva coprire? Quella poteva essere la
sua occasione: se avesse catturato un Mangiamorte, suo padre non
sarebbe stato solo fiero di lui; probabilmente lo avrebbe venerato.
“Perchè...?”
fu
l'unica cosa che riuscì a dire.
“Credevi
davvero che ti
avrei denunciato agli Auror?” replicò Barty,
leggermente
indispettito. “Spiegami perchè mai dovrei vendere
un amico a mio
padre. Secondo te se lo merita? Consegnandogli l'ultimo discendente
della più importante famiglia Purosangue che esista, gli
servirei su
un piatto d'argento la possibilità di prendersi tutto il
merito e di
riuscire a diventare Ministro della Magia. Non ti sacrificherei mai
per la sua ambizione”.
Regulus dovette
appoggiarsi ad un banco per non crollare a causa dello shock. Non era
ancora del tutto sicuro che Barty dicesse la verità: e se la
sua
fosse stata tutta una strategia per fargli abbassare la guardia?
“Non
ti fidi, eh? Ma
scusa, se avessi voluto fregarti avrei lasciato che Gazza ti portasse
da Silente” disse Barty. Esitò alcuni istanti,
mordicchiandosi
nervosamente le labbra, incerto. Alla fine aggiunse, con
un'espressione ansiosa. “Lui
com'è?”
“Lui
chi?” domandò
Regulus, inquieto.
“Lo
sai! L'hai
conosciuto, no? È vero quello
che raccontano su di lui? Che nessuno può ucciderlo? Che
è il mago
più potente di tutti i tempi?”
“Ehm...”
Regulus
non sapeva cosa rispondere. C'era qualcosa che non andava. A meno di
non sbagliarsi di grosso, Barty non avrebbe dovuto avere quel tono
così entusiasta, o sì?
“Sei
sicuro di stare bene?” gli chiese, dubbioso.
“Chissà
quante cose ti avrà insegnato! Mica queste sciocchezze che
ci
spiegano a lezione...”
Adesso
iniziava a fargli paura. Non ci capiva più niente.
Perchè aveva
quella luce esaltata negli occhi? Forse era impazzito.
Sì,
non c'è altra spiegazione. È uscito fuori di
testa.
“Non
sono pazzo!” sbottò Barty, leggendogli negli occhi
quello stesso
pensiero. “A te lo posso dire... Io sto cominciando a pensare
che
le cose che Lui dice non siano affatto illogiche...”
“Ma
che diamine stai dicendo?” chiese Regulus, rifiutandosi di
accettare quello che Barty voleva fargli capire.
“Senti,
qualche anno fa non mi interessava, ma quest'estate ho voluto
scoprire perchè Tu-Sai-Chi sta riscuotendo tutto questo
successo e
perchè ha l'appoggio di molte famiglie magiche. Quando l'ho
chiesto
a mio padre, lui mi ha risposto che è solo un criminale a
cui piace
uccidere la gente, ma non mi ha convinto. Ho provato a domandare ad
altre persone, e ho capito che invece sta combattendo per liberarci
dalla clandestinità. Non è giusto che i Babbani
siano i padroni del
mondo... Vi ammiro, davvero. State cercando di cambiare le cose... e
vorrei farlo anche io”.
Regulus
si guardò intorno, come se fosse convinto di cogliere degli
indizi
che gli rivelassero la sua presenza in un mondo parallelo e opposto a
quello reale. Barty era cambiato parecchio negli ultimi anni, ma non
aveva mai creduto che potesse arrivare addirittura a... quello.
Anche
se, adesso che ci pensava, nell'ultimo periodo Barty aveva iniziato a
fare dei discorsi strani, molto più simili ai suoi che a
quelli che
il figlio di un Auror avrebbe dovuto esprimere.
Ma
credeva che si adeguasse alle convinzioni maggioritarie tra i
Serpeverde Purosangue solo per non esserne escluso.
Forse
essere stato smistato a Serpeverde, inducendolo a frequentare quelli
come Regulus, aveva provocato degli effetti imprevedibili su di lui.
“Era
questo che intendevi qualche giorno fa quando hai detto di voler fare
qualcosa di utile per la comunità magica?”
Barty
annuì.
“È
da un po' che ci penso seriamente e mi sono convinto che i vostri
metodi siano gli unici davvero efficaci”.
“Senti”
lo interruppe Regulus, “se pensi che questo sia un altro modo
per
fare i dispetti a tuo padre...”
“No
che non lo è! Non sono un bambino capriccioso, ci ho
riflettuto
parecchio” rispose Barty, poi sospirò, irritato.
“So che non è
uno scherzo”.
Regulus
si chiuse in un silenzio meditabondo: non riusciva a convincersi di
quello che stava succedendo.
“Devi
fare qualcosa per Lui, vero? È per questo che sei uscito
queste
ultime notti” continuò l'altro. Poi, nonostante il
suo silenzio
ostinato, domandò: “Posso aiutarti? Voglio vedere
com'è essere...
uno di voi”.
“Scordatelo”
ribatté Regulus.
L'altro
sbuffò.
“Ascolta,
prendila come dimostrazione della mia buona fede. Se sarò
tuo
complice in questa impresa, avrai la garanzia del mio silenzio
assoluto. Se ti denunciassi, accuserei anche me stesso”.
“Certo,
perchè se dicessi che mi hai aiutato, qualcuno mi
crederebbe” fece
lui, ironico.
“Ma
io voglio essere come te! E poi un Caposcuola ti potrà
sempre essere
utile, nel caso in cui Gazza ti trovasse di nuovo”.
Regulus
esitò. Il discorso di Barty aveva una sua logica, in
effetti.
D'altra parte, non aveva scelta. Metterselo contro non sarebbe stata
una mossa saggia.
“Guarda
che non devo fare nulla di speciale. È solo un
furto”.
“Mi
va bene lo stesso”.
“Non
è una trappola, vero?”
“Ti
do la mia parola d'onore. Sono anche disposto a stringere un Voto
Infrangibile”.
“No,
lascia stare... D'accordo” disse alla fine, e Barty ne
sembrò
entusiasta, “ma non crearmi problemi. E non fare scherzi...
non
sono solo questa sera. Capisci cosa intendo?”
“Messaggio
recepito. Allora, che cosa facciamo?”
“Sicuro
che sia proprio qui?”chiese Barty, un quarto d'ora dopo,
guardandosi intorno con aria dubbiosa.
Erano
riusciti a raggiungere la Sala dei Trofei e Regulus stava
ispezionando la parete in fondo a suon di incantesimi rivelatori.
“Me
l'ha detto Lui. Ha nascosto questa cosa prima di finire il suo
settimo anno a Hogwarts, ma ora vorrebbe custodirla in un posto
più
sicuro”.
“Deve
essere molto importate, allora...”
“Trovato”
disse Regulus, una volta rintracciato il punto esatto in cui aveva
avvertito un tipo di magia molto diverso da quello che permeava la
scuola. “Muffliato!”
Grazie
all'incantesimo silenziatore, l'esplosione della porzione di parete
non fu udita al di fuori di quelle quattro mura.
Tossendo,
mentre la polvere si diradava, Regulus si chinò,
infilò la mano
nella rientranza del muro cavo e ne estrasse qualcosa.
“È
un libro?” chiese Barty, guardando la rilegatura in pelle
nera.
“Sembra
più un'agenda, o un diario” lo corresse Regulus,
perplesso.
L'altro
indicò una scritta dorata sul fronte.
“Chi
è T.O. Riddle? È...”
“Non
penso. Non ce lo vedo a scrivere su un diario”.
“Ma
infatti le pagine non sono scritte. Forse ha usato dell'Inchiostro
Simpatico. Magari contiene le istruzioni per qualche magia
potentissima...”
“In
ogni caso non sono affari nostri, e non dobbiamo occuparcene”
tagliò corto Regulus, che si era già calato con
piacere nella parte
del Mangiamorte esperto alle prese con un novellino.
“Dobbiamo
muoverci. Uno dei nostri ci aspetta al cancello”.
Si
alzò in piedi e, aiutato dall'altro, fece tornare tutto a
posto con
un Reparo
combinato.
I
due ragazzi uscirono indisturbati nel parco immerso
nell'oscurità.
Il cielo, con il novilunio, sembrava un'immensa macchia di inchiostro
nero.
“Tu
resta qui” ordinò Regulus ad un certo punto.
“Non devi farti
vedere”.
“Cosa?
Ti sei dimenticato che siamo complici?”
“Se
Rabastan capisce chi sei, ti fa a pezzi senza neanche darti il tempo
di battere le palpebre”.
“Sì,
come no. Non vuoi dividere il merito con qualcun altro, è
questo il
vero motivo” bofonchiò Barty.
“Cerca
di ragionare! Non sei neanche uno di noi...”
“Per
ora”.
Regulus
ammutolì, incerto.
“E
va bene” disse alla fine. “Ma non dire nulla. Fai
parlare me e
basta”.
Quando
raggiunsero il cancello, dall'altra parte non videro nessuno, tanto
il buio era fitto. Regulus, nel dubbio, si schiarì la voce.
“Black,
chi è quello?” esordì Rabastan
Lestrange, avvicinandosi al
cancello e guardando Barty con sospetto.
“Gli
ho fatto una Imperius” rispose Regulus, e gli parve di
sentire che
il ragazzo gli avesse ringhiato contro, nonostante cercasse di
apparire sotto effetto della maledizione.
“Uhm...
poi cancellagli tutti i ricordi, non vogliamo correre rischi. Allora,
ce l'hai?” chiese l'uomo.
Regulus
gli passò il diario attraverso le sbarre, e Rabastan si
affrettò a
coprirlo sotto il mantello.
“Bè,
ottimo lavoro. Il Signore Oscuro sarà soddisfatto”.
Regulus
non riuscì a trattenere un sorriso compiaciuto mentre
Rabastan lo
salutava con un cenno, per poi Smaterializzarsi.
“Lo
sapevo che ti saresti preso tutto il merito!”
protestò Barty
quando fu sicuro di poter parlare.
“Non
potevo dirgli di essermi fatto aiutare dal figlio di Crouch”.
“Piuttosto
non volevi dirgli di essere stato scoperto
dal figlio di Crouch” lo corresse l'altro, sarcastico.
“Prova
solo a ripeterlo e ti uccido sul serio” replicò
Regulus, ferito
nel profondo.
“Me
lo immagino. Non lo dirò a nessuno, te l'ho già
detto. E poi, il
ruolo del cattivo comincia a piacermi” concluse con un ghigno.
01. | Addio. | 02. | Ricordi. | 03. | Speranza. | 04. | Bellezza. | 05. | Fotografia. |
06. | Gatto. | 07. | Cane. | 08. | Musica. | 09. | Fuochi d'artificio. | 10. | Cioccolato. |
11. | Carta. | 12. | Paura. | 13. | Sole. | 14. | Sangue. | 15. | Bambola. |
16. | Ali. | 17. | Cuscino. | 18. | Candela. | 19. | Dolce. | 20. | Amaro. |
21. | Pelle. | 22. | Ghiaccio. | 23. | Sogno. | 24. | Incubo. | 25. | Risveglio. |
26. | Incontro. | 27. | Vertigine. | 28. | Lacrime. | 29. | Attesa. | 30. | Noia. |
31. | Felicità. | 32. | Dolore. | 33. | Solitudine. | 34. | Silenzio. | 35. | Campanello. |
36. | Nascosto. | 37. | Gelosia. | 38. | Nodo. | 39. | Caldo. | 40. | Freddo. |
41. | Tempo. | 42. | Bacio. | 43. | Sorriso. | 44. | Desiderio. | 45. | Illusione. |
46. | Specchio. | 47. | Latte. | 48. | Caffè. | 49. | Potere. | 50. | Strada. |
*Angolo autrice*
Allora, premetto che Barty
non è ancora un Mangiamorte vero e proprio: per il
momento è soltanto preso dall'entusiasmo. Deve ancora
diventare
veramente convinto di quello che fa.
Non ho descritto
perfettamente tutto il processo mentale che lo ha portato a cambiare
idea su Voldemort, ma nel corso dei capitoli ho cercato di seminare
qualche traccia, come quando anche lui inizia a considerare superiori i
Purosangue (cap. 33), o quando cerca di trasgredire per ripicca (cap.
29 e 31), o quando appare
incline a scatenare duelli, ecc.) perciò spero di essere
riuscita a portarvi fin qui gradualmente.
Seconda cosa: il diario di Tom Riddle. Ho pensato che quando, nella
prossima storia, Regulus e Silente uniranno i cervelli (insolito, eh?)
per scoprire
quali siano gli altri Horcrux, li potranno indovinare tutti, ma non il
diario, a meno che qualcuno non ci abbia già avuto a che
fare.
Quindi non l'ho inserito per bellezza, è stata una scelta a
lungo termine che si rivelerà utile. Credo che nemmeno
Silente
ci sarebbe mai arrivato se nel canon Lucius Malfoy non avesse messo
quel diario nel calderone di Ginny!
E, riguardo al fatto che Voldemort affidi il recupero di un oggetto
così importante ad un nuovo arrivato, ve l'ha già
spiegato abbastanza la Rowling: se ha abbandonato il diadema di
Corvonero in un posto che prima o poi qualcuno avrebbe scoperto, si
sentiva talmente sicuro di sé da essere certo che nessuno
avrebbe capito... pessima idea!
A parte questo, sono felice che l'idea del seguito vi sia piaciuta! Non so se la pubblicherò appena finita questa, perchè ci devo lavorare su, ma si vedrà. Sarà complicato, perchè ancora devo decidere come far sopravvivere Regulus e come si svolgerà la caccia agli Horcrux (che per fortuna saranno meno di 7), ma forse il divertimento sta tutto nella difficoltà (adoro complicarmi la vita!)
Prossimo aggiornamento: se va tutto bene, il 6 marzo. Purtroppo stavolta non è certo al 200% come le altre volte, perchè a causa degli esami -che per fortuna ho finito!- ho esaurito i capitoli di scorta, ma in una settimana dovrei farcela ad aggiustare il prossimo...
979:
ciao! Grazie per aver continuato a leggere, non importa se non
recensisci. Anzi, è da un po' che mi sono messa in testa di
leggere le tue storie su Bellatrix. Infatti ti ho aggiunta agli autori
preferiti per tenere d'occhio "La strega più potente";
finora
sono stata impegnatissima, ma spero di riuscire finalmente a leggere
prima quella e poi "Sgàth..." perchè mi
incuriosiscono
molto!
Alohomora:
Orion è anche lui al suo ultimo anno di vita, quindi credo
che
questo pensiero sia riuscito a renderlo un po' meno severo del normale,
anche se di carattere resta sempre il solito! Nemmeno io riesco a
convincermi del fatto che Regulus abbia già preso il
Marchio,
forse perchè sta ancora a Hogwarts, al sicuro; invece quando
finirà questo settimo anno, entreremo davvero nel vivo della
sua
breve carriera da Mangiamorte. Mi dispiace di averti scossa con
Greyback: quello che fa è orrendo, ma servirà a
scuotere
anche Regulus quando se lo ritroverà in mezzo agli altri
Mangiamorte. Adesso la tua curiosità sull'oggetto misterioso
si è risolta! Grazie per l'aiuto e il consiglio!
malandrina4ever:
bene, spero di riuscire a soddisfarti! E poi, te l'ho già
detto,
James comparirà molto di più, così
sarai ancora
più contenta! XD Ho pensato anche io che Voldemort ha appena
fatto due pessimi affari, accogliendo Regulus e Severus tra i suoi
seguaci perchè tutti e due lo fregheranno proprio sotto il
naso!
Ah sì, Walburga non merita alcuna compassione. In fondo lei
sopravvive a tutti (per la serie: certa gente chi l'ammazza?).
Mirwen:
ti credo, i brividi li avevo anche io mentre scrivevo! Sono secoli che
penso ad un seguito, ora finalmente le idee iniziano a delinearsi nella
mia testa.
_Mary:
anche io quando mi affeziono ai personaggi gli dico sempre "Ma
perchè hai fatto questo e non quell'altro?" e ogni volta mi
vengono le crisi perchè non posso farci niente... a meno che
non
mi metta a scrivere fanfiction! Riguardo al seguito, non ho ancora ben
deciso chi morirà e chi no. Di sicuro, cercherò
di far
sopravvivere anche Lily e James, forse facendo in modo che Minus sia
scoperto prima che sveli il loro nascondiglio. Sui Paciock ancora non
ho preso una decisione. Non sopravvivranno tutti, anche
perchè
saremo sempre in guerra, ma cercherò di salvare il
salvabile!
Sulla profezia anche, non mi sono ancora decisa. Diciamo che finora ho
in mente solo i capitoli iniziali, che già cominciano a
diventare parecchi! Ne avrò di tempo, quindi.
Mizar:
eheh, mi sono fatta contagiare dalla mania di resuscitare le persone! E
poi avevo voglia di scrivere una storia con un lieto fine finalmente!
E' ovvio che Rachel non mancherà, figurati, ormai non riesco
a
scrivere nulla se non ce la metto da qualche parte!
vulneraria:
sì, probabilmente non avere più nessuno che gli
dice cosa
fare deve essere terrificante per Regulus... Nel canon ho sempre
pensato che Oron morisse poco dopo di lui, ma adesso che ho in mente la
what if, dovrò affrontare anche questo argomento. Ma ci
saranno
anche parti allegre, non ti spaventare! XD Anzi, ce ne saranno
parecchie!
lyrapotter:
finché sogna, lascialo sognare (Piton, intendo)... E' quando
agisce che bisogna cominciare a preoccuparsi. Sì, Malocchio
è comparso anche lui per la prima volta, anche se in
effetti, lo
ammetto, l'ho aggiunto solo con l'intenzione di spaventare Regulus
ancora di più! XD Emmeline effettivamente l'ho un po'
abbandonata, ma tra qualche capitolo riapparirà. Comunque,
nel
seguito avrà molto più spazio... ho
già in mente
qualcosa per lei, ma non ne sono ancora del tutto convinta...
Bè, lo saprai a tempo debito! Ecco, non so se con questo
capitolo avrò soddisfatto la tua curiosità su
Barty, ma
non ho molto spazio per descrivere tutti i suoi complicati processi
mentali. Forse nel prossimo riuscirò ad approfondire di
più.
DubheBlack:
Voldemort conosce i suoi polli! Se nella Pietra Filosofale ha cercato
di convincere Harry a dargli la pietra dicendo che in cambio avrebbe
fatto tornare in vita i suoi genitori, può benissimo aver
detto
a Piton di essere capace di fargli conquistare la donna che voleva.
Bisogna aspettarsi di tutto dai tipi come lui U_U Sirius ci ha provato
a convincere Regulus per l'ultimissima volta, ma il ragazzo non ci
crede finché non ci sbatte la testa, è
"leggermente"
cocciuto! XD
Gemella
Dramioncella:
eh purtroppo di capitoli drammatici ne pubblicherò parecchi.
Comunque sì, il seguito ci sarà! Tranquilla, non
credo
proprio che tu sia tarda: sono io che, visto che di solito
sono di
poche parole, quando parlo tanto è così insolito
che alla
fine non si capisce il punto fondamentale! XD Dovrò
esercitarmi!
Grazie per i complimenti, e spero che il tuo castigo finisca presto :-(
Pervinca
Potter 97: quando ho cliccato su "gestisci le recensioni"
per un attimo sono rimasta un po' spaesata... possibile che in 24 ore
fossero aumentate così tanto?? Grazie per essere tornata a
leggere! E' un piacere riaverti, e spero che riprenderai a pubblicare
come prima, tempo permettendo! Le tue storie su Severus mi piacciono
tantissimo! Sono felice che ti piaccia Alphard: in questa storia non
avrà un ruolo troppo marginale, anzi, ho cercato di
inserirlo ogni volta che potevo, e comparirà ancora una
volta.