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Autore: Eliatheas    01/03/2010    11 recensioni
A quel tempo avevo ancora quindici anni, ero convinta che Albus fosse una frana a consolare, che Scorpius sarebbe stato per sempre il mio migliore amico, che avrei voluto sempre bene a tutta la mia famiglia, che Lucas Ryan Steeval sarebbe stato l’uomo della mia vita, che James e Dominique sarebbero andati d’accordo solo se il mondo avesse incominciato a girare al contrario e che avrei vissuto per sempre felice e contenta.
Dovevo ancora fare i conti con la realtà, evidentemente.
E la realtà, a volte, arriva quando meno te lo aspetti.
Genere: Romantico, Commedia, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 19 – Iniziare davvero

Capitolo 19 – Iniziare davvero

«Non capisco perché tutto questo sia così importante per te» sbotto, salendo le scale che mi portano sugli spalti del campo di Quidditch. Al scuote la testa, mentre Melinda mi trascina verso dei sedili liberi.
«Perché stanno per giocare il tuo ragazzo e il nostro fu migliore amico» la noncuranza con cui Al dice queste parole sembra quasi fare più male delle parole stesse. Mio cugino si volta a guardarmi ed accenna ad un sorrisetto. «Okay, uscita infelice» si corregge, sedendosi accanto a Melinda.
«Tristemente infelice, ma vera» borbotto, sedendomi accanto a lui e stringendomi nelle spalle. «Lucas ha detto che capiva se non volevo venire» aggiungo, con la voce da bambina petulante che mi riesce benissimo.
«Lucas te l’ha detto solo per farti contenta, in realtà sarà assurdamente felice di vederti».
Odio Al e il fatto che abbia una dannatissima risposta a tutto. Io non volevo venire oggi, a vedere questa stupida partita di Quidditch. Non volevo vedere Scorpius. Non volevo sentirmi male. Al, però, dice che dovrei affrontare la realtà e se Scorpius è quella realtà, allora devo vederlo per affrontarlo. Ha ragione, come sempre. Io non lo affronto, mi limito solo ad evitarlo, ma forse non sono pronta.
Forse non lo sarò mai, dopotutto era il mio migliore amico.
«Eccomi, scusate il ritardo! » esclama Dominique, sedendosi accanto a me e bloccandomi la mia unica via di fuga. La guardo, furente, ma lei scrolla le spalle e fissa la sua attenzione sul campo da Quidditch.  Ah, giusto.
Oggi gioca James e lei sembra sprizzare gioia da tutti i pori. Ho tentato di avvertirla e di stare attenta a Lucy, ma lei sembra non darmi ascolto. Deve essere davvero felice, beata lei.
«Non voglio essere qui, Al» sussurro, seria, voltandomi verso di lui. Mio cugino alza gli occhi al cielo e fa un sorrisetto esasperato. «No, non fare così. Non è un capriccio, è che … non sono pronta! »
Dominique e Al scuotono la testa, esasperati, come se io fossi la solita bambina irritante e fastidiosa che gli rovina la giornata, ma Melinda, per la prima volta da quando siamo usciti, si volta a guardarmi e mi lancia un’occhiata penetrante. Sembra che mi stia quasi leggendo dentro.
«Vai» dice solo, mentre Al la guarda stupito. Lo ignora e mi fa un sorriso. «So come ti senti. Lucas capirà, ti ama per questo. Vai».
La guardo, quasi stupita. Mi sta dicendo di andare dopo che mi ha trascinata fin qui? Guardo il suo sorriso amaro e mi viene da pensare che forse neanche lei vorrebbe essere qui, che vorrebbe scappare anche lei.
«Vieni con me» le dico, porgendole la mano e ignorando Al che continua a scuotere la testa e a dire frasi senza senso.
Melinda scuote la testa e mette su quel suo sorriso amaro e mi viene da pensare che lei vorrebbe scappare, ma ha bisogno di restare. L’amore è proprio una brutta bestia.
Mi avvio verso l’uscita del campo e vedo Lucas che sta seduto sui gradini, accanto agli spalti. Lo raggiungo con un’espressione di scuse sul volto.
«Non dovresti essere negli spogliatoi a fare un discorso ai tuoi giocatori? » gli chiedo, sedendomi per un secondo accanto a lui e stringendogli la mano fasciata dal guanto. E’ già vestito di tutto punto per la partita, ma ha l’espressione assente.
«E tu non dovresti essere sugli spalti a fare il tifo per me? » domanda, con lo stesso tono di voce. Sospiro e distolgo lo sguardo, ma lui scosta la sua mano dalla mia e mi stringe in un abbraccio. «Scusa. Non volevo rimproverarti, capisco che tu voglia andartene».
«Scusa. Ho paura di non farcela. Sai, fino ad ora non ho affrontato le cose, le ho evitate. E so che non dovrei farlo, ma mi spaventa il dolore e mi spaventa quello che potrei provare» mi stringo nel suo abbraccio, quasi tremando. «Ti amo, Lucas. Davvero. Non te lo dico per farti sentire meglio o cose del genere. Sono innamorata di te e questo l’ho capito secoli fa, ma ho sempre avuto paura di dirtelo. Ti amo, ma ho paura che non basterà a non farmi sentire dolore. Fa male lo stesso».
Lui ascolta le mie parole senza dire niente, in silenzio e poi mi stringe a sé con più forza, quasi avesse paura che io scivolassi lontano da lui.
«Non pretendo che tu non stia male. Vorrei solo che tu provassi ad affrontarlo» e posa un bacio sulla mia tempia, con tenerezza infinta. «Stiamo insieme da qualche mese, Rose. Abbiamo fatto finta di essere una coppia da sogno anche quando stavi male. Io ti amo da quando mi hai pestato il piede, quando avevi tredici anni. Ti amo in un modo decisamente stupido, ma reale. E sappi che ci sarò sempre, per aiutarti a superare il dolore».
Mi volto verso di lui e lo tengo stretto tra le mie braccia, posando la testa sulla sua spalla. Lo amo. Pensavo che l’amore non esistesse davvero, insomma. Non a quindici anni. Conosco Lucas da una vita e pensavo solo di avere una cotta per lui. Ma la verità è che, guardando dentro di me, mi sono resa conto di amarlo. Amore è una parola così grande, mi fa paura. Mi fa paura persino quest’amore, che sembra prendersi gioco di me.
Alzo il volto e mi allungo a baciarlo, stringendolo a me con forza. Lui ricambia il bacio e, per la prima volta, mi rendo conto che abbiamo fatto finta. Abbiamo fatto finta di saper superare tutto, ma in realtà eravamo lì, ancora indietro, ancora aggrappati al dolore che ci eravamo inflitti l’un l’altro.
E, forse, solo ora potremo andare avanti. La finzione non aiuta, le cose bisogna dirle e bisogna fare in modo che non pungano. L’ho capito solo ora, Lucas. Mi dispiace.
Questo bacio sa quasi di verità, ormai. Quando lui si stacca da me, prende il mio volto tra le sue mani e mi fa un sorriso, uno di quei sorrisi scintillanti che mi fanno battere il cuore.
«Io devo andare. Ci vediamo dopo per la mia vittoria? » dice, accarezzandomi i capelli. Io sorrido, stringendomi al suo petto.
«Sei troppo sicuro di te, capitano» mi scosto da lui e mi alzo in piedi, avviandomi verso l’uscita del campo. «Ci vediamo per festeggiare la tua vittoria» dico, infine, voltandomi verso di lui. Lucas sorride e china il capo, per poi dirigersi verso gli spogliatoi. Io cammino ancora verso l’uscita, anche se so di dover rimanere. Ma non ce la faccio, ho ancora paura, ho troppa paura.
«Rimani».
Una voce che non sentivo da secoli. Quanto tempo è passato, un mese? Forse meno, ma mi sento come se tornassi a respirare dopo un periodo di apnea. Ma fa più male di prima.
Mi volto e gli riservo un’occhiata gelida.
«Cos’è? Ora mi parli? » chiedo, con voce tagliente. Scorpius sobbalza, ma non sembra stupito da me e dalla mia espressione impassibile. Ce la sto mettendo tutta, davvero, a far finta che non mi faccia male. Ho avuto due mesi di allenamento, ma non ne sono capace. Lui è il mio migliore amico, ancora.
«Rimani» ripete lui, ignorando la mia domanda e passandosi una mano nei capelli. Sembra star molto più di me e mi sento quasi in colpa, ma è stato lui a volere tutto questo. «Non devi andartene per colpa mia, io … volevo che tu non dovessi fare questa scelta, scegliere tra me e Lucas»
Mi viene quasi da ridere, mentre affondo le unghia nel palmo delle mie mani.
«E allora ti sei tolto da mezzo per questo? Scorpius, sarebbe stato meglio per tutti se tu non avessi deciso di fare l’eroe, rinunciando a me per la mia felicità! » sbotto, perdendo tutta la calma e l’espressione impassibile, per lanciargli addosso la mia furia. Lui non arretra di un passo e continua a guardarmi con i suoi occhi verdi.
Quanto mi sono mancati.
Non dovrei pensarlo, ma in questo momento, l’unica cosa che vorrei fare è avvicinarmi a lui ed abbracciarlo, come quando non c’era niente di così complicato tra noi due, come quando eravamo semplicemente Scorpius e Rose, migliori amici e basta.
«Meglio per tutti tranne che per me, Rose» sussurra, semplicemente, con la voce spezzata. Vederlo così fragile mi fa male e mi spaventa, perché Scorpius è sempre stato quello che mi proteggeva, che mi offriva un rifugio. Ed ora io sono qui davanti a lui, incerta. Dovrei offrirgli un rifugio, anche io?
«E così ti senti meglio? Ti fa sentire meglio starmi lontano e odiarmi? Perché se è così, non avrei niente da dire, sai. Qualunque cosa ti faccia stare bene … sono disposta ad accettarla».
Lui continua a guardarmi, non dice una parola. Sembra che dentro di lui impazzi la tempesta, i suoi occhi sembrano quasi vuoti e lontani.
«No» dice, semplicemente, mentre i suoi occhi tornano a guardarmi con una sofferenza che mi fa male  «Ma se ti sto vicino, fa ancora più male».
«Dovrebbe esserci una via di mezzo, Scorpius» mormoro, guardandolo con un’espressione di scuse. Non voglio che lui stia male per colpa mia, per una mia stupida colpa. «C’è sempre una via di mezzo»
«Sono innamorato di te e tu ami Lucas. Se trovi una via di mezzo, dimmelo, Rose».
La sua amarezza è quella che mi dà il colpo finale. Mi ritrovo senza fiato e lo guardo, stupita. Non l’aveva detto, non ancora.
E’ innamorato di me. Che ha un suono diverso da unTi amo’. Forse perché ‘sono innamorato di te’ lo dice solo chi non è certo di una risposta felice.
Ma questo rende le cose ufficiali, vero? Come se prima non lo fossero, già. Ma ora lo sono davvero, ora … è tutto così vero.
«Scusa. Non volevo farti male, Rose. Io voglio solo che tu sia felice» si avvicina a me e in un attimo, prende le mie mani e le stringe tra le sue, incredibilmente fredde. Ho paura che lui si stia lentamente congelando.
«Scorpius, io non sono davvero felice senza di te» mormoro, con gli occhi lucidi, senza guardarlo in volto. Ho paura di alzare il viso verso di lui, farebbe troppo male.
«Ci riuscirai, prima o poi. Ti renderai conto che non significo più di tanto, per te».
«Come puoi pensare una cosa del genere? » mi libero dalla sua stretta e gli rifilo un pugno sul braccio, come ai vecchi tempi, come se fossimo ancora Rose e Scorpius, Scorpius e Rose. «Sei il mio migliore amico e lo sarai fino alla fine. Non mi importa quante volte tu penserai che mi dimenticherò di te, io non sarò davvero completa fino a quando non ti avrò al mio fianco».
«Quindi tu presupponi che tonerò» dice, con tono leggero, ironico. Mi scalda un po’ il cuore.
«Nessuno può stare lontano da me per troppo tempo. L’ha detto Lily» mormoro con aria saputa. Scorpius mi guarda per un solo secondo, poi scoppia a ridere. La sua risata è un suono così bello che mi sento quasi rivivere.
«Il fatto che tu sia così sicura, mi rincuora un po’. Vuol dire che c’è un po’ di speranza, da qualche parte» sussurra, infine, guardandomi di nuovo con quegli occhi verdi un po’ più leggeri, ora. «Allora passerà, tutto questo»
«L’amore fa sempre così. Non è che una cosa passeggera. Prima o poi ti passerà ed io sarò lì ad aspettare».
Non dovrei darti delle illusioni, Scorpius. Non dovrei farlo, ma ho bisogno di crederci anche io, invece di affondare lentamente. E tu mi credi, silenziosamente le smonti, queste illusioni, ma almeno per un attimo mi credi. Lucas dice che dovrei affrontare il dolore, ma Lucas non ha mai capito.
Tu sei il mio migliore amico, sei come me. Tu lo sai, quello che si prova. Tu mi capisci. Per questo io e te andiamo d’accordo, perché proviamo le sensazioni allo stesso modo.
Scusami, Scorpius, se ti illudo, ma lo faccio per il nostro bene.
«Lily si indignerebbe nel sentirti parlare così dell’amore» mormora lui, con quel sorriso mezzo ferito che continua a rivolgermi. «Lei ci crede. E anche tu, a quanto mi risulta».
Scrollo le spalle, con aria indifferente.
«Non ho detto che non ci credo. Credo semplicemente che l’amore, come ogni cosa, non duri in eterno. E se ti stupisce che a dirlo sia una ragazza che ha appena dichiarato il suo amore al suo ragazzo, be’ … fattene una ragione» mi volto verso l’uscita del campo. Ora devo andare, non c’è tempo per gli addii. Non c’è spazio nel mio cuore per un altro addio. No, non un arrivederci. Perché ho paura che, certe volte, l’amore non finisca.
«Rimani. Se non vuoi farlo perché fa male, fallo per me. Solo questa volta».
Mi giro verso di lui per l’ultima volta e gli rivolgo un sorriso rassegnato.
«Mi dispiace» sussurro solo, prima di uscire dal campo, definitivamente, mentre sento le urla di Lucas che chiede dove è finito Scorpius.

~

«Giornata di dichiarazioni, oggi».
Lucy e Dominique si siedono accanto a me, sul divano, con tanta di quella roba da mangiare che potrebbero sfamare un intero esercito. Mi hanno circondata, non posso scappare da loro.
«Lucy, perché sei qui a festeggiare? Mi risulta che tu e la tua squadra abbiate perso» dico, ignorando le parole di Dominique. Mia cugina scrolla le spalle e poi fa un cenno verso il resto della sua squadra.
«James ha detto che era meglio non fare i musoni come i Serpeverde e andare a congratularci. E poi ha deciso di rimanere. Mi sono detta di rimanere anche io, così posso dar fastidio alla mia cugina preferita! »
Odio l’entusiasmo di Lucy. Anzi, in questo momento odio Lucy e basta. So che non dovrei, so che è mia cugina, ma il fatto che faccia parte della mia famiglia non mi impedisce di avere pensieri omicidi nei suoi confronti.
«Comunque, tira aria di dichiarazioni, eh, oggi? » continua lei, imperterrita, mentre Dominique torna a fissare me, invece di James. Hanno un’aria a metà tra il serio e il divertito. Le ammazzerei tutte e due, senza troppe cerimonie.
«Cosa vuoi dire? » dico, facendo la finta tonta. Lucy alza gli occhi al cielo e scuote i suoi adorabili capelli colorati, con aria di sufficienza.
«A quanto mi risulta, hai dichiarato il tuo amore a Lucas. E Scorpius ha ufficialmente detto che è innamorato di te» dice, con una sicurezza incredibile. Per un attimo rimango in silenzio, poi mi rendo conto che io non le ho detto niente di tutto questo. Ma allora come fa a saperlo?
«Lucy, tu … voi che ne sapete? » chiedo, allarmata. Mi volto verso Dominique, che mette su una faccia innocente che non convince nessuno e poi torno a guardare Lucy, che ridacchia, divertita. «Aspettate, non sono sicura di volerlo sapere» aggiungo, demoralizzata.
Lucy fa un cenno a Dominique, sempre sorridendo.
«Falle vedere la novità» le dice, stranamente cordiale. E dire che non sono mai andate d’accordo, perché ora si alleano contro di me? Dominique rovista nella sua borsa e tira fuori uno strano aggeggio. Sembra un orecchio umano. Mi ritraggo, disgustata, ma lei mi si avvicina e, mettendo una mano tra i miei capelli, mi mostra un altro orecchio del genere, solo più piccolo di dieci volte.
«Orecchie oblunghe senza fili» dice Lucy, dando voce ai miei timori ed io mi appoggio allo schienale con aria sconfitta. «Ultima creazione di zio George. Abbiamo fatto una chiacchierata con lui, prima di tornare a scuola, e ci ha ampiamente rifornito, a patto di … com’era, Dom? »
Dominique non protesta neanche per l’uso del suo nomignolo, quello che tanto odia.
«Giurare solennemente di non avere buone intenzioni» conclude, rivolgendomi un sorrisetto. «Ma noi abbiamo mentito, noi avevamo buone intenzioni».
Io la fisso, furente.
«Certo, come no! Buone intenzioni! » esclamo, arrabbiata come non mai. Ora prenderei le loro teste e le sbatterei l’una contro l’altra, senza farmi troppi problemi. Ma perché tutti si alleano contro di me? «Mi spiate! Quali buone intenzione potreste mai avere? »
Lucy storce il naso e mi guarda male.
«Non direi che ti stiamo spiando, solo …» e qui si blocca, in cerca del termine più opportuno.
«Ti teniamo sotto sorveglianza per il tuo bene» viene in suo soccorso Dominique, stringendomi la mano. «Non vogliamo farci i fatti tuoi, ma sai, quando sei triste diventi insolitamente criptica. Vogliamo capire cosa c’è che non va e se tu non ce lo dici, be’ … dobbiamo ricorrere a metodi poco giusti» dice in fretta, prima che io possa protestare. Alzo gli occhi al cielo, ormai non mi stupisco più di niente.
«Ora lo sapete» mormoro, tristemente, alzando lo sguardo dal divano e voltandomi verso la folla. Non so se cerco Lucas o Scorpius o qualcosa che possa consolarmi. Non trovo nessuno e chiudo gli occhi, tornando a poggiare la testa sullo schienale. «Avete qualcosa da dire? »
Dominique e Lucy sospirano, contente che la mia rabbia sa già passata. Non ce la faccio ad essere arrabbiata, non ora.
«Mi dispiace» dice Dominique, stringendo la mia mano con più forza. «Ma … passerà tutto, prima o poi. L’amore non è eterno».
«Ora sì che ti riconosco, Dominique» esclama Lucy e, per un secondo, mi ritrovo a sorridere anche io. Forse non è poi così male, in fondo. Sono mie cugine, mi vogliono bene e tentano di aiutarmi. In modo poco giusti, vero, ma il mondo non è sempre giusto ed è meglio che me ne faccia una ragione già da adesso.
«Sai dove è finito Lucas? Voglio congratularmi con lui perché per poco non mi buttava giù dal manico di scopa» dice improvvisamente Lucy, mentre io riapro gli occhi. Me la ritrovo in piedi, tutta la roba da mangiare lasciata sul divano. Io scrollo le spalle, incerta.
«Sarà da qualche parte a farsi dare pacche sulle spalle da quelli del suo anno» mormoro, stanca quasi di tutto. «Secondo voi mi odia, perché non sono rimasta? »
Lucy fa una faccia scettica e Dominique sorride.
«Non credo proprio, Rose. Lo hai sentito tu: è innamorato di te da una vita» dice, semplicemente, mentre la mia cugina dai capelli blu annuisce, completamente d’accordo.
«L’amore non esclude l’odio» dico, con un tono di voce da catastrofe. Entrambe le mie cugine alzano gli occhi al cielo, esasperate.
«Ti ricordi cosa ti ho sempre ripetuto? » chiede Dominique, con aria eloquente. Io la fisso momentaneamente senza alcuna idea di quello che sta dicendo. «Che quella tra amore e odio non è una linea sottile …»
«Oh, no, Dominique, basta con le tue massime da telefilm di serie zeta! » esclama Lucy, interro pendola. Io la ringrazio dentro me, ma non lo ammetterò mai. Piuttosto che ringraziare Lucy ad alta voce, sarei disposta a tagliarmi una mano. «Rose, Lucas non può proprio odiarti. Non ne è capace. Può essere arrabbiato, ma di certo non ti odia».
Guardo prima Lucy, poi Dominique, infine sospiro.
«Non c’è sfizio a parlare con voi, mi fate sempre sentire ingenua» borbotto, sconfitta. Ridacchiano tutte e due.
«Perché lo sei» precisa Lucy, prima di scomparire definitivamente tra la folla.
Dominique mi sorride, mi scompiglia i capelli e mi abbraccia. Tutte queste dimostrazioni d’affetto da parte sua mi spaventano quasi.
«Va’ da lui, congratulati per la sua vittoria, abbraccialo e digli che da ora in poi affronterai tutto assieme a lui. Qualsiasi cosa. Ma diglielo».
Non ho neanche bisogno di sapere di chi stia parlando.
Annuisco, stringendomi nelle spalle. Lei sorride per  l’ultima volta, prima di sparire tra la folla, a sua volta.
«Hai visto Dominique? »
Cinque minuti senza che nessuno mi dia fastidio, grazie. No, eh? Non posso stare per conto mio?
«Credo sia andata a cercarti, genio» sbotto, voltandomi verso James che, tutto allegro e con un sorriso che va da orecchio a orecchio mi guarda, speranzoso. «Tu hai perso la partita» dico, inarcando un sopracciglio. James, almeno quel James che io conosco, starebbe in un angolo a fare cerchietti, disperato per la sconfitta. E invece è qui davanti a me e un altro po’ potrebbe mettersi anche a saltellare.
«Lo so. Non infierire» dice, sventolando una mano e poi chinandosi a scompigliarmi i capelli. «Vado a cercare Dominique! » e corre via.
Cavolo. L’amore fa davvero male.
«Ero troppo sicuro di me? »
Ecco, lui è l’unico che voglio vedere questa sera. Lucas. Il mio ragazzo, il ragazzo che amo.
«No, avevi ragione» dico, stringendo la sua mano e sorridendogli, mentre lui si siede accanto a me. «Ma io non ho mai dubitato della tua vittoria». Lui ridacchia e si china a baciarmi, sfiorandomi il viso con la punta delle dita.
«Non ne dubitavo neanche io» dice e mi fa posto tra le sue braccia. Poggio la testa sul mio petto e chiudo gli occhi, respirando. Il mio unico rifugio sicuro, ormai.
Restiamo così per un po’, senza dire niente, solo in silenzio. Non ho mai sopportato il silenzio nelle storie d’amore, ma questo silenzio ha un che di speciale, che mi fa sentire bene. Non voglio interromperlo.
«Avevi ragione» dico, semplicemente, stringendo la sua mano, ma con gli occhi chiusi. «E non mi riferisco alla partita».
Lui rimane in silenzio e, incerta, apro gli occhi e mi volto a guardarlo. Mi sorride e scosta una ciocca di capelli dalla mia fronte.
«Voglio affrontare il dolore con te. Possiamo farcela, insieme» sussurro, e lui non dice ancora niente. Ho quasi paura, ora.
Ma poi si china su di me e posa un bacio sulle mie labbra. Un bacio leggero, delicato come una carezza. Lo stringo a me con forza, non vorrei mai lasciarlo andare. So che devo, so che abbiamo bisogno di respirare, ma non voglio.
«Lo so» dice solo lui, quando si scosta da me, e mi bacia di nuovo.
E forse, forse ora posso iniziare davvero. No, forse possiamo iniziare davvero.

 

 

Angolo autrice

Non voglio neanche sapere da quanto tempo non aggiornavo questa storia, non voglio vedere. Mi fa paura solo pensarci.
Torno con un capitolo schifoso e stupido, che non c’entra niente con il resto della storia. Credo di aver perso il filo, dannazione. Ho pensato anche di cancellarla e riscriverla da capo, ma forse non ce l’avrei mai fatta a completarla.

Comunque, capitolo insensatamente lungo e idiota. Ho riletto la storia e mi sembrava che Lucas e Rose fossero la coppia perfetta. BAH. Sono io che sto impazzendo? Probabile ù_ù

 

Mi perdonate, veeeero? *occhioni da Bambi*

 

Prometto di tornare presto,
xoxo, El <3

   
 
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