Questo chap sarà parecchio corto, perchè è
un capitolo di transizione, ma spero che sia comunque di gradevole lettura^^.
Una nota: la tempesta del titolo ha un doppio significato; indica sia quella di
conseguenza all’atto di Malfoy, sia la prossima, ben più grave... per questo si
intitola “Il sereno dopo (riferito a quella passata) e prima (riferito alla
prossima) la tempesta”.
THE DOORS OF MY HEART ARE OPEN
5.
Il sereno dopo e prima della tempesta
“Ho vinto! Ho vinto! Sì! Sono un genio! Sono la fine del mondo! Ah
ahaha aha!”
Ron si rotolava sul tappetto, scosso dalle risa, il viso rosso
come un peperone e gli occhi scintillanti dall’orgoglio. Il viso di Harry aveva
il medesimo colore, ma la sua espressione era corrucciata e lo guardava con
disgusto.
“Avanti, Ron” disse Hermione senza riuscire a trattenere un
sorriso “ti sembra il caso di fare tante scene?”
Il rosso non le badò neppure. Prese le Caramelle Sfrizziose al
cioccolato e se le portò sugli occhi. “Ehi! Non vi vedo! Vedo solo... dolce!
C’è cioccolato dappertutto!”
Hermione represse una risata. Era davvero buffissimo. Harry, dal
canto suo, continuava a scuotere la testa disgustato.
“Ti prego”, sibilò, “risparmiaci questo teatrino!”
“Non fare tanto il saputello, Harry” fece Ron, il sorriso che
andava da un orecchio all’altro e che gli sembrava dipinto in faccia, “e
nemmeno il bambino schizzinoso... solo perchè hai perso!”
“Non ho realmente perso” ghignò sdegnato. “probabilmente
hai dei trucchi nascosti! E’ letteralmente impossibile che tu vinca
sempre! Qual’è il tuo segreto, eh? Quale? Perchè ne hai di sicuro uno!”
“Non sai proprio perdere,
amico!” starnazzò Ron, tenendosi la pancia. E, ignorando lo sguardo mezzo
indispettito mezzo divertito di Hermione, continuò: “ma c’è un modo perchè io
non vinca. Lo vuoi sapere, Harryuccio?”
Il giovane ignorò il soprannome e si sporse verso Ron, desideroso
di sapere.
“Ebbene...” disse Ron “l’unico modo perchè io non vinca è che...
io non giochi!”
Hermione stavolta non riuscì a trattenersi e scoppiò in una risata
aperta ed irrefrenabile. Era troppo: lo sguardo di Harry che era diventato da
pieno di desiderio a pieno di sdegno e vergogna, e quello di Ron che, in
effetti, sapeva recitare davvero bene!
“Razza di... canaglia!” ululò. “Sai come dovrebbero chiamarti?”
“Come? Mangia...pedine?”
Harry si alzò e si allontanò, di un rosso vivo. Poi andò a sedersi
vicino ad Hermione, che divenne un perfetto camaleonte: assunse lo stesso
colorito delle guance del ragazzo.
Dopotutto, stavano passando un bel Natale, mentre tutto lasciava presagire che non lo sarebbe stato. Ginny, infatti, era stata cupa e mogia per la maggior parte del tempo anche dopo la visita di Hermione, ed era stata dura giustificarla ad Harry e Ron tralasciando il fatto Malfoy. L’amica aveva semplicemente spiegato che Ginny era stressata dal troppo studio. La scusa non avrebbe retto durante i giorni di festa, che non comprendevano il lavoro, ma per fortuna proprio in quel periodo Gin si era ripresa, anche grazie al sostegno morale di Hermione e quello, seppur diverso, di Harry e Ron.
Soprattutto Harry...
Hermione,
pochi giorni prima della vigilia, aveva tirato da parte il ragazzo (con molta
fatica, mentre Ginny, ignara, tratteneva Ron con le domande su cosa avrebbe
desiderato per Natale) e gli aveva parlato.
“Harry,
senti... avrai notato che da un po’ Gin non è più la stessa.”
“Be’, certo,
ma... credevo che fosse perchè era stressata! Non è questo il motivo?”
“Oh, no,... è
diverso. Ma... non posso dirti la verità. Solo che è qualcosa di traumatizzante
ma che Ginny potrà superare solo grazie a te e a Ron.”
“Hermione, ma
se tu mi dici questo, io devo sapere!”
“No, non puoi
sapere. Mi dispiace. Andrei contro ad una promessa che ho fatto a Gin.”
“Ma ci stai
già andando contro, parlandomi!”
“Solo in
parte. Ascolta, ti prego... devi fidarti di me. Pensando che è semplicemente
stanca, probabilmente vi comportereste come sempre con Gin, e invece lei ha
bisogno di più premure, affetto... insomma, sforzati, ti prego, di starle più
vicino.”
“Ma perchè
parli solo a me? E Ron? E’ suo fratello, non ha diritto di sapere? Ne ha anche
più di me!”
Con la sua
risposta, Hermione chiese mentalmente scusa a Ron, che si vedeva costretta ad
offendere.
“Sì, ma... sai
com’è Ron, no? Vorrebbe ad ogni costo che gli rivelassi il motivo del disagio
della sorella, e pur di saperlo sarebbe anche capace di andarglielo a dire.”
“Già.” Sospirò
Harry. Hermione avrebbe quasi voluto che la contraddicesse. Povero Ron! “Be’,
Herm... mi trovo d’accordo con te. Grazie di avermelo detto.”
“Figurati.”
Mentre Harry
se ne andava, Hermione si sentì un’ipocrita. Aveva tradito Ginny e offeso Ron,
ingiustamente, e loro le avevano dato fiducia, sempre.
Ma lo aveva
fatto con un motivo. Semplicemente si sentiva in dovere di avvicinare Harry a
Ginny, soprattutto perchè aveva un senso di colpa difficile da sopportare. Gin
stava attraversando un momento difficile e aveva bisogno di un’amica sincera, e
lei non lo era, perchè non le aveva detto che era semplicemente persa di Harry.
E questo significava, ogni volta che parlavano di lui, mentire spudoratamente.
Perciò, con il
far avvicinare Harry a lei, Hermione si sentiva un po’ meglio (riguardo
all’amicizia), seppur soffrisse anche di più (riguardo all’amore).
Nei giorni
seguenti Harry era stato molto premuroso; quando Ginny non se la sentiva di
uscire dalla camera, le portava la colazione (o meglio, la preparava, e
Hermione gliela portava, dato che i ragazzi non potevano salire nel dormitorio
delle giovani; e ogni volta si sorbiva i sospiri e la piccola gioia di Ginny
quando veniva a conoscenza di colui che le aveva preparato la colazione), le
stava vicino, le parlava di più, l’aiutava con i compiti...
Per Natale le
aveva donato una splendida collanina che si illuminava di mille colori quando
colei che la portava era felice. Rispecchiò l’arcobaleno quando Ginny, appreso
di chi era il regalo, se la infilava al collo.
Ron aveva
ricevuto una nuova scacchiera, ultimo modello (regalo per il quale avevano
messo insieme i risparmi Hermione, Harry e Ginny) e aveva sfidato l’amico ad
una serie di sfide da lui sempre vinte, mentre la Weasley era sprofondata sulla
poltrona ed Hermione era seduta accanto ai due.
Ginny, proprio
quella sera, aveva chiesto ad Hermione, per la millesima volta: “Ma perchè si
comporta così? Perchè tutt’un tratto?”
“Si sarà
accorto che stai male e, capendo che ti sentiresti a disagio a spiegare il
motivo, tenta di starti accanto.”
“Ma come ha
fatto ad accorgersene? Perchè proprio lui e, che ne sò, non Ron?”
“Eh, Gin... Se
l’amour!” completava Hermione facendo arrossire di gioia l’amica.
Già,
l’amore... la più grande magia, che muoveva l’universo e le azioni di ognuno.
Ma lei si vedeva costretta a tentare di eliminarlo, per non far soffrire se
stessa e gli altri. Ma era davvero la strada giusta?
Ringrazio (precedentemente non l’ho fatto ma dovevo):
Hermione91
Rowan_MayFair
Marco
Edvige
Miki84
Pallina
Fede
Emma
Cry_cre
Aletheangel (lo saprai...alla fine! Anche se leggendo fra le righe si possono
già capire...)
HermioneCh
Patty (la tua è la più bella recensione che abbia mai avuto! Grazie!)