-È inutile che guardi quella
cartina, Hakkai, ti sei perso!-
-No, non mi sono perso, forse
l’ho letta al contrario.-
Gojyo
rovesciò gli occhi all’indietro, trattenendo una risata.
-Se Sanzo ti ha sentito, ti
ammazza!-
-Ho sentito.-
Sanzo
non aprì neanche gli occhi. Da quando era cominciata quella storia, i mal di
testa si erano fatti molto più frequenti. Ormai il viaggio verso lo Shandong
durava da qualche giorno e l’emicrania andava e veniva che era una bellezza.
Secondo la cartina che aveva in mano Hakkai, avrebbero dovuto raggiungerlo in
circa due settimane di viaggio. Stavano attraversando una regione molto verde e
del tutto diversa dal solito deserto al quale erano abituati. Non c’erano molti
villaggi ma in tutti, la convivenza fra umani e demoni, sembrava pacifica. Una
specie di Eden che li lasciava perplessi e inconsapevolmente inquieti. Sembrava
tutto così perfetto: il verde, i sorrisi e la convivenza.
C’erano moltissimi
mezzi demoni, Gojyo aveva detto che se quel posto era reale, gli avrebbe
mandati tutti a quel paese e si sarebbe trasferito non appena questa storia di
Sanzo sarebbe finita.
Beh era
un diversivo piacevole farsi gli affari del bonzo, soprattutto perché Sanzo
sapeva la storia di ognuno di loro e da certi punti di vista, aveva salvato
loro la vita. Rendergli il favore aveva un non so ché di tremendamente
piacevole e contemporaneamente, ironico.
-Sanzo ma quando incontrerai tua
madre cosa gli dirai, eh?-
La
risposta a Goku fu l’ennesimo colpo di harisen in testa e uno sta zitto mormorato a denti stretti.
-Maledetta scimmia.-
Sanzo
non voleva pensare a niente. Si stava facendo trascinare in quell’avventura
senza avere la forza di reagire.
“Sono tornato un neonato nella
cesta”
La cosa
gli faceva venire l’emicrania, per questo cercava di pensarci il meno possibile
e aspettava in grazia che tutta quella dannata storia fosse finita.
-Un villaggio! Si mangia!-
Goku
fece una capriola sbattendo la testa contro i fianchi di Jeep.
-Siamo in viaggio da quasi dieci
ore, io mi fermerei, Jeep è stanco e ha bisogno di riposare anche lui.-
Hakkai
entrò nel villaggio ordinato e pulito che si apriva davanti a loro.
Assomigliava a tutti quelli che avevano già attraversato. La piazza circolare
con la fontana, i negozi e i locali d’intorno e le case dietro, disposte su
file, ogni casa uguale all'altra, alcune più grandi ma tutte uguali, bianche e
con il tetto di tegole rosse. Come nei disegni dei bambini.
La gente
andava e veniva, pacificamente e con una specie di sorriso stampato in viso.
-Ramen guarda e udon con le
costolette! Andiamo andiamo, che fame che ho!-
-Senti scimmietta datti una
calmata, che se continui a saltare ci rovesciamo. Ah però! Che curve
pericolose!-
Gojyo
aveva fissato lo sguardo su una delle innumerevoli belle donne che
passeggiavano ben vestite sui marciapiedi della piazza.
-Zitti che ho mal di testa!
Chiudete quella dannata bocca voi due!-
-Ora ci fermiamo Sanzo, così
potrai riposare un pochino. Mi sembra bella quella locanda là: ha anche un bel
giardino.-
Hakkai
fermò Jeep vicino a un piccolo e grazioso albergo a pochi passi dalla piazzetta.
Appena furono smontati tutti, Hakuryu svolazzò esausto sulla spalla del suo padrone.
-Bravo piccolino, ci hai portato
tutti anche questa volta.-
L’ingresso
della locanda era semplice e non appena suonarono il campanello, furono accolti
da una sorridente e prosperosa matrona che li accolse con un grande sorriso e
un tonante “cosa posso fare per voi?”.
Sanzo
emise uno strettissimo “due camere con il
bagno” mentre Goku saltellando chiedeva alla donna dove fosse il migliore
ristorante del paese.
-Beh se veramente volete gustare
le specialità locali, c’è il ristorante appena voltato l’angolo qui a destra.
Fanno delle meravigliose costolette e il loro Ramen non ha eguali in paese.
Sarete sicuramente soddisfatti.-.
In
effetti, non appena furono entrati nel locale, un soave profumo di carne e di
spaghetti, li avvolse per intero. Era un locale non molto affollato e come
sempre, scelsero un tavolo appartato.
-Bene. Io voglio una porzione
abbondante di Ramen, un piatto di costolette alla brace e mezzo pollo ai ferri,
patate per iniziare e cosa avete di dolce?-
Goku
riprese fiato non appena la cameriera gli porse la lista dei dolci.
Sanzo si
guardava attorno. Umani, demoni e mezzo demoni, tranquillamente insieme. Un
paradiso o l’inferno. Secondo i punti di vista.
-Voi siete il venerabile Genjio
Sanzo Hoshi, vero?-
-Lo sono.-
Sanzo
fissò lo sguardo sulla donna che gli aveva posto la domanda.
-Avremmo bisogno di un esorcismo,
da un paio di settimane accadono fatti strani nel nostro paese e chiediamo la
vostra benedizione.-
-Fatti di che genere?-
Gojyo si accese la sigaretta, quella cosa puzzava di imbroglio lontano
un chilometro.
-Le vacche non danno più latte, e sono
spariti parecchi oggetti dalle case dei paesani.-
Sanzo
inarcò appena il sopracciglio. Non aveva voglia di recitare preghiere per un
ladruncolo di paese.
-Non vi preoccupate signorina, ci
pensiamo noi!-
Hakkai
sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi e cominciò a chiedere particolari sulle
sparizioni di oggetti e di cose dalle case. Sanzo non aveva neanche voglia di
brontolare. Si alzò di scatto spiaccicando un “Torno in albergo”,
smollando la carta di credito ad un esterrefatto Gojyo.
Sanzo
aspirò il fumo acre della sigaretta appena accesa. Non ne poteva più. Non
gliene fregava niente se sua madre era viva o no. Voleva tornare indietro,
punto.
Non si
accorse neanche quando gli buttarono un sacco addosso. Percepì solo lo
spostamento d’aria prima di essere colpito alla nuca.
-Merda.-
Mormorò,
prima di svenire.