Personaggio: Regulus Black
Prompt: 12: Paura
Rating: Giallo
Note: immagine di Timelady-Ari18
Disclaimer: Regulus Black e quasi tutti i personaggi di questa storia appartengono a J.K. Rowling.
Tabella: http://juliablack89.livejournal.com/2009/06/11/
Apprendisti Mangiamorte
Luglio 1979
Il
sole era tramontato da alcune
ore e la strada era illuminata dai lampioni. Nell’ombra di un
vicolo, cinque
figure rimanevano nascoste, tre delle quali osservavano con attenzione
i rari
passanti. Gli altri due se ne stavano più in disparte,
scambiandosi lunghe
occhiate nervose.
Regulus
si allentò il colletto
della camicia che indossava sotto la veste da Mangiamorte, agitato.
Tuttavia,
quando si rese conto che anche Barty, abbandonata ogni spavalderia, era
nervoso
e impaurito, si sentì vagamente sollevato.
“Eccoli!”
bisbigliò Rodolphus
Lestrange in quel momento. “Fuori le bacchette!”
Gli
altri quattro obbedirono.
Due
uomini avanzavano lungo la
strada, diretti verso la vetrina di un negozio abbandonato. Quando
furono a
portata di bacchetta, furono Schiantati e caddero riversi a terra.
Rodolphus
e Rabastan si
affrettarono a trascinarli nel vicolo, facendo attenzione alla strada,
nel caso
in cui qualche malcapitato Babbano li avesse visti.
“Bene”
disse Bellatrix con un
tono pratico, chinandosi sui due Auror svenuti. Strappò con
malagrazia una
ciocca di capelli ciascuno e tornò in piedi, mentre suo
marito estraeva due
fiaschette dalla tasca interna del proprio mantello.
Regulus
guardò i due Auror,
mentre Bellatrix aggiungeva i capelli alle Pozioni Polisucco: uno era
alto e
imponente, con una folta barba rossa; l’altro era
più basso e poco più grande
dei due Mangiamorte alle prime armi.
“Andrete
voi due” disse
Bellatrix, porgendo le fiaschette a Regulus e Barty.
“Ricordatevi che avete
solo un’ora, quindi nel dubbio non ve la scolate tutta
adesso”.
“I
due ragazzi obbedirono.
Regulus bevve metà pozione, che era di un bel colore rosso
scuro, e si piegò in
due, in preda agli spasmi dello stomaco. Era disgustosa.
Si
sentì crescere in altezza e
gli spuntò la stessa barba fulva dell’uomo svenuto
sul marciapiede fino a che,
dopo parecchi secondi di sofferenza, ne assunse del tutto le sembianze.
Regulus
guardò Barty, che si era
trasformato nella copia vivente dell’Auror più
giovane.
Rabastan
trasfigurò i loro
vestiti e si soffermò a valutare la somiglianza con un
ghigno soddisfatto. Nel
frattempo Bellatrix aveva frugato nelle tasche degli Auror, sottraendo
loro i
documenti.
“Tu,
Regulus, ti chiami Gawain
Robards. Crouch, tu sei John Dawlish. L’uomo che cerchiamo si
chiama Graham
Bletchley, ed è ricoverato per lesione da incantesimo.
Dovrete dare il cambio
ai due Auror che sorvegliano la sua stanza. Noi entreremo in azione tra
trenta
minuti. Niente passi falsi: quel traditore non deve testimoniare al
processo di
domani, è chiaro?”
Regulus
e Barty annuirono, tesi.
“Andate,
adesso… Ah, Crouch”
aggiunse Bellatrix con aria minacciosa, “ti tengo
d’occhio”.
Barty
non rispose, limitandosi ad
impallidire. Regulus gli fece cenno di seguirlo.
Usciti
dal vicolo, si
incamminarono verso la vetrina. Regulus stringeva convulsamente la
bacchetta
sotto il mantello: aveva una gran paura di fallire. Accanto a lui,
Barty aveva
il respiro affannato.
All’interno
della vetrina c’era
un manichino dall’aria malmessa. Regulus si
avvicinò e disse:
“Siamo
qui per sorvegliare Graham
Bletchley”.
Il
manichino annuì, aprendo loro
il passaggio.
Regulus
e Barty entrarono nella
vasta sala d’accettazione dell’Ospedale San Mungo
per Malattie e Ferite
Magiche.
A
quell’ora non c’erano pazienti
e il mago addetto alla informazioni dormiva della grossa con la testa
sulla
scrivania. Accanto a quest’ultima vi era un cartello.
“Lesioni
da Incantesimo, Quarto
Piano” lesse Barty.
“Perfetto”
rispose l’altro.
Attraversarono
indisturbati una
doppia porta. Mentre percorrevano i corridoi, incrociarono alcuni
Guaritori,
vestiti con un completo verde acido, che li salutarono. I degenti erano
tutti
addormentati perché non si sentiva un solo lamento.
I
ritratti dei Guaritori li
guardavano con aria circospetta, ma loro non distolsero lo sguardo.
Finalmente
arrivati al quarto piano, si guardarono intorno, spaesati.
“Da
che parte dobbiamo andare?”
chiese Barty, nervoso: non riusciva a stare fermo.
Regulus
cercò delle indicazioni,
ma all’improvviso una voce femminile parlò alle
loro spalle:
“Vi
siete persi?”
Loro
si voltarono di scatto,
spaventati, e si ritrovarono davanti ad una Guaritrice. Aveva lisci
capelli
scuri e gli occhi di un azzurro limpido: i lineamenti erano
estremamente
familiari.
Regulus
si sentì sprofondare fino
a dieci chilometri sotto terra. La conosceva di vista, ed era talmente
simile a
sua figlia che, anche nella penombra, non ebbe il minimo dubbio: era la
madre
di Rachel.
“Ehm…”
fece Barty, altrettanto
preoccupato.
“Siete
qui per dare il cambio
agli Auror che sorvegliano Bletchley? La stanza del paziente si trova
in fondo
a quel corridoio” spiegò la donna. “Vi
accompagno lì”.
“Grazie”
bofonchiò Regulus,
incamminandosi dietro di lei.
La
signora Queen li condusse in
un largo corridoio. Due Auror accigliati erano in piedi ai lati di una
porta.
Uno di essi si voltò verso di loro e parlò:
“Ah,
eccovi! Alfred, su con la
vita, il turno è finito”.
“Meno
male, stavo per
addormentarmi” disse l’altro, sbadigliando. Poi si
rivolse a Regulus. “Ehi,
Gawain, cosa ha detto Barty su quella faccenda di cui parlavamo
oggi?”
“Ehm…”
fece Regulus, che non
aveva la più pallida idea di cosa quello stesse parlando.
“Veramente non ho fatto
in tempo a chiederglielo” buttò lì.
L’Auror
parve sorpreso, ma
evidentemente era troppo stanco per replicare.
“Ok…
Noi andiamo, allora. Buona
nottata”.
I
due Auror attraversarono il
corridoio e sparirono dopo aver svoltato l’angolo.
Nel
frattempo, un Guaritore con
gli occhiali era appena giunto alle loro spalle.
“Diane!”
disse, sorpreso per la
presenza della signora Queen. “Credevo che avessi la sera
libera”.
“Andrews
aveva da fare, così ho
accettato di fare il turno di notte al posto suo” rispose la
donna. “Come sta
il paziente di stamattina?”
Quello
sospirò.
“Vaiolo
di drago, una brutta
faccenda. Con molta fortuna riuscirà a guarire”
disse. Poi si rivolse a Barty e
Regulus e li salutò cordialmente. “Bletchley sta
dormendo, gli ho somministrato
una pozione per farlo stare tranquillo, perché era morto di
paura, e non posso
biasimarlo”.
“Domani
mattina sarà portato
davanti al Wizengamot, vero?” intervenne Diane Queen, cupa.
“Spero tanto che
faccia un bel po’ di nomi insospettabili”.
Barty
deglutì, agitandosi al solo
pensiero.
“Oh
sì, sarei proprio curioso di
sentirlo. Comunque, andiamo a prenderci un tè?”
aggiunse il Guaritore,
indicando il piano di sopra.
Lei
accettò e rivolse un ultimo
saluto a Regulus e Barty.
“Arrivederci”
risposero loro due
all’unisono, mentre la donna si incamminava verso le scale
con il collega.
Quando
la vide scomparire,
Regulus si sentì molto più sollevato: se fosse
rimasta al quinto piano
probabilmente non avrebbe incontrato Bellatrix e gli altri.
I
due infiltrati rimasero in
piedi per alcuni minuti. Il corridoio era deserto e silenzioso,
esattamente
come il resto dell’ospedale.
Barty
era molto impaziente: al
contrario di Regulus, che era rimasto immobile al suo posto, lui faceva
avanti
a indietro davanti alla porta di Bletchley, guardando l’ora
ogni due minuti.
“Ti
vuoi calmare?” bisbigliò
Regulus, irritato: stava facendo innervosire anche lui.
L’altro
non ebbe il tempo di
rispondere perché in quel momento il silenzio fu rotto da
una voce rauca molto
lontana.
“Ehi,
dove state…?”
Seguì
una pausa di due secondi e
un tonfo. Dopo di che si udirono passi felpati salire le scale.
Regulus
e Barty sfoderarono le
bacchette, incerti.
Poco
dopo, tre persone entrarono
nel corridoio, dirigendosi verso di loro.
“È
questa?” chiese Bellatrix,
indicando la porta.
Loro
annuirono, ma non ebbero il
coraggio di chiedere cosa fosse accaduto al mago della sala
d’accettazione.
Rodolphus
fece allontanare
Regulus e Barty, puntò la bacchetta contro la porta e la
mosse. La serratura
scattò.
I
cinque Mangiamorte corsero
dentro. Nella stanza c’erano solo una sedia e un letto,
occupato da quello che
doveva essere Graham Bletchley.
Rabastan
gli si avvicinò, la
bacchetta levata, alle spalle i respiri affannati degli altri. Regulus
credette
di udire un rumore dietro di sé e si
voltò…
Nello
stesso istante, Rabastan
sollevò le coperte, lasciandosi poi sfuggire una sonora
imprecazione: al posto
del traditore, due cuscini erano stati avvolti nelle lenzuola.
“Eccolo
là” li avvertì Regulus,
mentre un uomo in camicia da notte e privo di bacchetta, che si era
nascosto
dietro la porta mentre loro entravano, usciva in tutta fretta dalla
stanza.
“Ci
stava aspettando!” sbottò
Barty, mentre Bletchley scappava a rotta di collo e si metteva a
gridare a
squarciagola, invocando aiuto.
Tornarono
in tutta fretta nel
corridoio, ma del Mangiamorte pentito si sentivano solo le grida.
“Dividiamoci!”
disse Bellatrix,
prendendo il comando della situazione. “Rodolphus, da quella
parte; Rabastan,
tu e Crouch da quell’altra. Regulus, vieni con me”.
Nessuno
replicò.
Bellatrix
si lanciò
all’inseguimento e Regulus la seguì. Le urla del
fuggitivo stavano svegliando
tutto il San Mungo: si sentivano passi affrettati, voci confuse e
spaventate.
Regulus
si sentì invadere dalla
paura: e se non lo avessero catturato subito? I Guaritori avrebbero
chiamato
gli Auror, e allora sarebbe stata la fine. Mentre Bellatrix lo
conduceva verso
le scale, la paura si trasformò in panico vero e proprio: la
madre di Rachel si
trovava ancora al San Mungo.
Regulus
levò la bacchetta e creò
una barriera sulla rampa che conduceva al quinto piano, sperando che
avrebbe
impedito alla signora Queen di lasciare la sala da tè.
“Che
succede? Chi sta strillando
in questo modo?” esclamò in quel momento una voce.
Un
Guaritore era appena uscito nel
corridoio davanti a loro. Il suo sguardo confuso incrociò
prima quello di
Regulus, che aveva ancora le sembianze di Gawain Robards, per poi
rivolgersi a
Bellatrix.
La
sua bocca si spalancò ma,
prima che potesse anche solo muovere un altro muscolo, Bellatrix aveva
già
pronunciato l’Anatema che Uccide.
Il
Guaritore crollò a terra
scompostamente, gli occhi sgranati e la bocca ancora spalancata.
Regulus
dovette fermarsi, perché
le gambe non gli reggevano più, e fissò il corpo
riverso sul pavimento. Era la
prima volta che vedeva qualcuno morire in quel modo e non riusciva a
provare
indifferenza.
“Muoviti!”
lo richiamò Bellatrix,
furiosa.
Regulus
obbedì e ricominciò a
correre, ma ora si sentiva molto più pesante, come se una
forza invisibile lo
stesse trattenendo.
Altri
Guaritori stavano iniziando
a sbucare da tutte le parti, e stavolta erano armati. Regulus
scagliò loro
qualche fattura, Bellatrix ne uccise altri due.
Una
voce amplificata si diffuse
per tutto l’ospedale:
“Attenzione,
i pazienti non
devono assolutamente uscire dalle loro stanze, qualunque cosa
accada…”
Regulus
e Bellatrix svoltarono di
corsa un angolo, andando a sbattere contro qualcuno. Si prepararono per
affrontare i nuovi arrivati, ma scoprirono che si trattava solo di
Rabastan e
Barty.
Quest’ultimo
aveva un livido
viola sotto l’occhio e il naso rotto: il sangue gli colava
abbondante, mentre
lui cercava inutilmente di tamponarlo con la manica.
“Rodolphus
ha preso Bletchley”
annunciò Rabastan. “Ci aspetta al
pianterreno”.
Bellatrix
lanciò un’esclamazione
trionfante, poi si diresse verso la scalinata, seguita dagli altri tre.
“Cosa
ti è successo?” chiese
Regulus a Barty, mentre correvano.
“Mi
hanno lanciato una fattura”
spiegò lui ma, quando lo guardò, i suoi occhi si
sgranarono.
Regulus
inorridì a sua volta: i
capelli di Barty non erano più scuri, ma stavano tornando
color paglia e le
lentiggini cominciavano a spuntare sul suo volto.
“Presto,
la Pozione Polisucco!”
esclamarono nello stesso momento.
Regulus
prese la propria e la
avvicinò alle labbra, ma in quel momento Barty emise un
gemito roco che
somigliava vagamente ad un “No…”
Crouch
aveva estratto la
fiaschetta dal mantello, ma questa era infranta, probabilmente rotta
dalla
fattura scagliata dai Guaritori; il residuo della Pozione Polisucco era
perduto.
Seguirono
alcuni istanti di puro
panico: se qualcuno lo avesse riconosciuto sarebbe stata la fine. Barty
rischiava molto più di lui.
Vedendo
il suo amico tremare come
una foglia, Regulus agì d’istinto e gli
ficcò la propria fiaschetta in mano.
“Bevi
questa, forza”.
L’altro
esitò, ma Regulus
insisté. Mentre Barty assumeva l’aspetto di Gawain
Robards, Regulus trasfigurò
di nuovo i propri abiti nella veste da Mangiamorte e si calò
il cappuccio sulla
testa, aggiungendo la stessa maschera che i tre Lestrange
già indossavano,
mentre riacquistava le proprie sembianze originarie.
Erano
quasi arrivati al
pianterreno. Rodolphus, Rabastan e Bellatrix fecero esplodere il
pavimento
sotto un gruppo di Guaritori che si era avvicinato per fermarli e li
superarono.
Regulus,
in coda al gruppo, fu
colpito alle spalle da un Incantesimo di Inciampo, e non
riuscì a fare a meno
di cadere disteso per terra.
Mentre
si affrettava a rialzarsi,
scoprì con orrore che a colpirlo era stata la signora Queen,
che evidentemente
era riuscita a superare la barriera che lui aveva creato.
La
donna aprì la bocca per
pronunciare un altro incantesimo mentre Regulus, senza avere la
più pallida
idea di cosa fare, si preparava solo a difendersi, quando
all’improvviso la
voce lontana di Rabastan esclamò:
“Reducto!”
Il
soffitto sopra le loro teste
esplose e i calcinacci cominciarono a crollare. Regulus
trascinò la donna di
lato e, mentre si sollevava un immenso polverone, la spinse nel
corridoio di
fianco.
“Lasciami
stare, o giuro che ti
farò pentire di essere nato, chiunque tu sia!”
sbottò lei, anche se aveva perso
la bacchetta.
Regulus
fu costretto a farle
l’incantesimo Silencio
per evitare
che continuasse a gridare. Sapeva che Rabastan si stava avvicinando per
cercarlo, e doveva muoversi se non voleva che Rachel restasse orfana di
madre.
Assicurandosi
di non incrociare
mai lo sguardo della donna, le lanciò un Incantesimo
Petrificus Totalus, perché lei
stava cercando di reagire a calci e pugni. Ora capiva da chi avesse
preso sua
figlia.
Un
attimo dopo Regulus tornò nel
corridoio di prima.
Rabastan
lo vide uscire dal
polverone che non si era ancora dissolto.
“Dov’è
quella Guaritrice?”
domandò.
“È
scappata via” mentì lui,
sperando di sembrare convincente.
“Peccato…
Andiamo, forza”
concluse Rabastan, evidentemente persuaso.
Regulus
lo seguì, molto più
sollevato.
Quando
raggiunsero Rodolphus e
gli altri nella sala d’accettazione, alcuni Auror erano
appena arrivati, ma i
Mangiamorte si Smaterializzarono subito, portando con sé il
prigioniero svenuto.
“Innerva!”
Graham
Bletchley aprì gli occhi e
batté le palpebre per mettere a fuoco il posto in cui si
trovava. Il terrore
comparve sul suo volto quando si vide legato mani e piedi nella vasta
segreta
del maniero dei Lestrange.
I
cinque Mangiamorte che lo
avevano rapito si trovavano in piedi di fronte a lui.
“V-vi
prego, non uccidetemi”
balbettò, ruotando la testa in cerca di
un’inesistente via di fuga.
“È
inutile che supplichi, Bletchley,
dovevi pensarci prima” rispose Rodolphus.
L’uomo
tremò.
“Hai
tradito l’Oscuro Signore”
disse Rabastan. “Dovevi essere Marchiato due giorni fa e
invece sei scappato. E
ora scopriamo che vuoi raccontare tutto agli Auror. Eh no, il
tradimento si
paga”.
Bellatrix
ridacchiò, sadica,
rivolgendosi poi a Regulus e facendogli segno di avvicinarsi.
Lui
obbedì. Immaginava cosa
avrebbe dovuto fare, ma anche così non si sentiva affatto
meglio. Non ci aveva
mai provato.
“Prima
di tutto” esordì
Bellatrix, con il tono di chi sta insegnando a
trasformare un
riccio in un portaspilli, “ci divertiremo a torturarlo un
po’”.
Regulus
puntò la bacchetta su
Bletchley, che aveva iniziato a piagnucolare, ma la mano gli tremava.
Si sforzò
di mantenerla ferma ed esordì con un poco convinto:
“Crucio…”
L’uomo
gridò, più per la paura
che per il dolore, ma un secondo dopo era già tornato
normale.
Rabastan
diede in una risatina di
scherno; Bellatrix invece sembrava irritata.
“E
quella cos’era, una carezza?”
chiese ad un Regulus imbarazzato. Lei alzò la bacchetta
contro il prigioniero,
che sbiancò. “Crucio!”
Lo
disse con molta più enfasi e
con un tono terribile. La segreta si riempì delle urla
disperate di Bletchley
che si contorceva a terra, le mani legate dietro la schiena.
“Visto?
Devi desiderare
ardentemente di farlo soffrire” spiegò la cugina a
Regulus, al quale
risuonavano ancora nelle orecchie le urla di dolore
dell’uomo. “Odialo con
tutto te stesso”.
Regulus
annuì e cercò di provarci
un’altra volta.
Ma
mentre si sforzava, si rese
conto di non essere capace di odiarlo così tanto. Certo, era
un traditore, ma
non lo conosceva neanche: come poteva odiare qualcuno che non aveva mai
visto
in vita sua? Se fosse stato qualcun altro che gli aveva fatto un torto
forse ci
sarebbe riuscito.
Ma certo,
pensò. Bastava che
immaginasse di trovarsi di fronte a
qualcuno che detestava con tutta l’anima.
Regulus
chiuse gli occhi e gli
apparve nella mente l’immagine di un uomo senza volto, ma lui
sapeva benissimo
chi fosse. Aveva pensato immediatamente al peggiore di tutti. Ted Tonks
aveva
tutti i requisiti: era un Sangue Sporco e gli aveva rovinato la
famiglia. Chi poteva
essere peggiore di lui?
“Crucio!”
Stavolta
funzionò. Graham
Bletchley urlò a squarciagola, e forse fu questo a indurre
Regulus a fermarsi,
impressionato.
“Perché
hai smesso? Stavi andando
bene!” lo rimproverò Bellatrix.
Regulus
si sentiva oppresso da
qualcosa che non sapeva definire, e la presenza di sua cugina
contribuiva a
renderlo ancora più agitato. Avrebbe voluto interrompere, ma
lei fu
irremovibile.
“Continua!”
“Crucio!”
Ma,
nonostante i suoi sforzi, non
riusciva a mantenere costante la maledizione, che funzionava a
intermittenza.
La vittima singhiozzava e gridava, ma sentiva meno dolore del dovuto.
Regulus
sapeva di aver fatto la
figura del ragazzino impaurito e forse, ammise a se stesso, lo era
davvero.
“Ascoltami
bene” lo rimproverò
Bellatrix, il viso a pochi centimetri dal suo. “Che cosa
credi, che essere un
Mangiamorte serva solo a farti sentire importante agli occhi della
comunità
magica? Bè, caro mio, la novità è che
ti devi sporcare le mani! Svegliati!”
Regulus
si rifiutava di abbassare
lo sguardo per non sentirsi ancora più umiliato di quanto
non fosse già, ma
aveva il viso in fiamme per la vergogna.
“Bella,
lascia stare, è alle
prime armi” intervenne Rodolphus, annoiato come tutte le
volte che sua moglie
si infuriava. “Perché non facciamo provare
Crouch?”
Barty
sobbalzò, sorpreso.
“Lui?”
Il
tono di Bellatrix era molto dubbioso:
non si fidava di Barty.
“Vieni,
Crouch, vediamo cosa sei
capace di fare” insisté Rabastan con un tono di
sadico divertimento.
Barty,
che aveva assunto di nuovo
il suo vero aspetto, lanciò a Regulus un’occhiata
nervosa. Tuttavia, ora che
non si trovava in pericolo sembrava meno spaventato, contrariamente a
come si
era comportato al San Mungo.
“Hai
sentito, no?” continuò
Rabastan mentre il ragazzo si piazzava di fronte ad un orripilato
Bletchley.
“Accumula tutto l’odio che hai dentro e poi
scaricalo su di lui”.
Nessuno
dei presenti credeva che
Barty sarebbe stato capace di padroneggiare la Maledizione Cruciatus al
primo tentativo,
neanche Bletchley, sicuro che quel ragazzo dall’aria nervosa
non avrebbe mai
potuto fargli provare troppo dolore. Forse ne era fin troppo sicuro.
La
sua espressione di sorpresa si
trasformò presto in grida di agonia quando Barty gli
scagliò la Cruciatus, il
viso contratto e paonazzo per lo sforzo di concentrazione.
Regulus
non seppe quanto durò:
sapeva solo che alla fine si sentiva quasi nauseato.
Non
si aspettava che Barty fosse
capace di covare tanta rabbia tutta insieme. Anche Bellatrix rimase a
bocca
aperta per alcuni secondi.
Barty
abbassò la bacchetta e
ricambiò gli sguardi sbalorditi degli altri.
“Complimenti”
disse Rabastan,
assestandogli una pacca sulla schiena.
Barty
lanciò un’occhiata entusiastica
a Regulus, il quale tuttavia distolse subito lo sguardo, mordendosi la
lingua
per la stizza: perché il figlio di Crouch era
più capace di lui? Non era
giusto. Barty era un Mangiamorte da non più di una
settimana, e mostrava molto
più autocontrollo di lui, che invece lo era già
da un anno. Era davvero così
debole?
“Bè,
ci siamo divertiti
abbastanza” concluse Rodolphus, e Bletchley iniziò
a strillare come un vitello.
“Liberiamoci di questo miserabile”.
Regulus
non riuscì ad assistere
alla scena e si voltò dall’altra parte mentre la
segreta veniva illuminata da
un bagliore verde.
Aveva
solo bisogno di tempo per
abituarsi, pensava. Gli ci sarebbe voluto un po’
più degli altri, ma si sarebbe
abituato.
Cercava
disperatamente di
convincersene, ma le urla dell’ex-Mangiamorte, ormai morto,
gli rimbombavano
ancora nella testa.
01. | Addio. | 02. | Ricordi. | 03. | Speranza. | 04. | Bellezza. | 05. | Fotografia. |
06. | Gatto. | 07. | Cane. | 08. | Musica. | 09. | Fuochi d'artificio. | 10. | Cioccolato. |
11. | Carta. | 12. | Paura. | 13. | Sole. | 14. | Sangue. | 15. | Bambola. |
16. | Ali. | 17. | Cuscino. | 18. | Candela. | 19. | Dolce. | 20. | Amaro. |
21. | Pelle. | 22. | Ghiaccio. | 23. | Sogno. | 24. | Incubo. | 25. | Risveglio. |
26. | Incontro. | 27. | Vertigine. | 28. | Lacrime. | 29. | Attesa. | 30. | Noia. |
31. | Felicità. | 32. | Dolore. | 33. | Solitudine. | 34. | Silenzio. | 35. | Campanello. |
36. | Nascosto. | 37. | Gelosia. | 38. | Nodo. | 39. | Caldo. | 40. | Freddo. |
41. | Tempo. | 42. | Bacio. | 43. | Sorriso. | 44. | Desiderio. | 45. | Illusione. |
46. | Specchio. | 47. | Latte. | 48. | Caffè. | 49. | Potere. | 50. | Strada. |
*Angolo autrice*
In questi ultimi giorni la mia connessione internet ha fatto cilecca e
avevo paura di non poter aggiornare, e invece per fortuna sono qui! :-)
Però le risposte alle recensioni saranno brevi stavolta,
quindi
niente poemi lunghissimi a fine capitolo! XD
Dunque, il tizio che viene rapito e trucidato me lo sono inventato io,
perché non ho trovato altri Mangiamorte pentiti in quegli
anni.
In origine doveva avere un ruolo più rilevante nel
pentimento di
Regulus, ma già così è abbastanza,
secondo me.
Robards e Dawlish invece esistono davvero (quel poveraccio di Dawlish
mi fa una pena, capitano sempre tutte a lui! XD)
Il San Mungo è uno dei posti che avrei voluto rivedere nel
settimo libro, ma visto che la Rowling non l'ha inserito, ci ho pensato
da sola!
La madre di Rachel all'inizio non pensavo di metterla, ma quando mi
sono ricordata che avevo già deciso di farla lavorare come
Guaritrice, l'ho inserita sotto forma di comparsa: nel prossimo
capitolo la conoscerete meglio.
Credetemi, è stata una sofferenza scrivere di Regulus che
usa la
Maledizione Cruciatus. Ho cercato di fare in modo che non fosse crudele
come i suoi compari, ma al tempo stesso mi sono sforzata di non
santificarlo troppo (visto che è il mio personaggio
preferito,
il rischio c'è eccome). Spero di esserci riuscita.
Riguardo a Barty, sono arrivata ad un mezzo compromesso: al momento il
sadismo che ha dentro di sé è in forma
embrionale, ma si
svilupperà sempre di più, soprattutto a causa di
Voldemort, che saprà bene come prenderlo e acquistare la sua
completa fedeltà. Comunque, per adesso riesce ancora a
spaventarsi per quello che succede, il che spero che riesca a renderlo
un po' più credibile.
Prossimo aggiornamento: 3 aprile... Sarà un capitolo meno pesante di questo (e meno male, direte voi!)
Hale
Lover:
spero che Bellatrix ti sia piaciuta, allora! Io non riesco a farmela
stare antipatica, nonostante tutto! Non so se sai del seguito
che
voglio scrivere (per maggiori info, leggi quello che ho scritto in
fondo al capitolo 36!) ma cercherò almeno di dare un'altra
possibilità a Regulus. Ho odiato la Rowling quando l'ha
fatto
morire...
Alohomora:
grazie, speravo che le domande rendessero bene l'idea della
difficoltà dei M.A.G.O! Purtroppo mancano i capitoli
più
tremendi, ma almeno già sapete che stavolta non ci
sarà
una fine definitiva! Beh, spero che il modo in cui sto rendendo Barty
ti convinca. Presto leggerai anche la scena di cui ti ho parlato.
Infine, se ti servono consulenze chiedi pure!
_Mary:
anche io mi sarei messa a piangere! Insomma, Hogwarts non è
una
scuola normale: praticamente ci vivi per sette anni! Lasciarla
è
come dire addio ad una partedi sé! Quindi non sei l'unica.
Voldy
per ora non c'è, lui non spreca le sue energie per punire un
traditore... ma lo rivedrai presto, non c'è dubbio!
979/Circe:
mi sono accorta solo ora che hai cambiato nickname! Grazie, sono
contenta di non avere esagerato perché in fondo
Regulus dovrà affrontare cose ben peggiori della fine della
scuola, e già ci si ritrova. Comunque anche io preferivo i
capitoli ambientati a Hogwarts, infatti sono la maggior parte! Le tue
storie mi piacciono molto: ora mi metterò a leggere "La
strega
più potente".
Bella_Cissy_BlackSisters:
il povero Hagrid non viene mai compreso da Regulus il perfettino! XD
Spero che Barty sia stato descritto in maniera convincente...
vulneraria:
ma figurati, anzi, ti ringrazio per avermi fatto notare questi errori.
Li ho corretti appena ho letto la tua recensione, infatti! Sai, a furia
di stare attenti al congiuntivo, si finisce per usarlo anche quando non
ce ne sarebbe bisogno! ^_^
Mirwen:
eheh, prima di scrivere la parte degli esami infatti sono andata a
leggere il capitolo di "Safely for the last time"! Mi ha aiutata ad
entrare ancora di più nell'atmosfera!
dirkfeply89:
infatti un po' mi sono ricordata di come mi sentivo io alla fine del
liceo... non ero molto felice di andarmene! Tranquillo,
l'università non dà tregua, io dovrò
studiare
tutte le vacanze per un esonero :-(
DubheBlack:
mi risulta difficile immaginare questa storia senza Hogwarts, ormai mi
ero abituata, ma ora mi sto già rassegnando alla nuova
atmosfera... Credo che in questo capitolo alla fine si veda che Barty
nasconde un'anima nera. Regulus al confronto è un angioletto!
malandrina4ever:
eh sì, non avevo ancora descritto una scena in cui Regulus
vinceva la Coppa del Quidditch! Magari l'aveva già vinta
(sicuramente, anzi, se no mi uccide! XD) però ho voluto
scriverla. Pensa che la parte con Malocchio volevo toglierla, meno male
che l'ho lasciata!