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Autore: Lione94    30/03/2010    3 recensioni
Ecco una fanfiction su Angel's Friends scritta dal punto di vista della diavoletta Kabalè che narra delle sue avventure e di come tutto può cambiare, anche il suo cuore da Devil.
I personaggi sono quasi tutti gli stessi della serie e si svolge nella scuola della città terrena.
Spero vi piaccia!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kabalé, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una nuova vita










Pov Caliel

Mi guardai intorno, sbattendo le palpebre per via della luce che filtrava dalle grandi finestre a vetri.
Ero tornato nel mondo dei terreni dove, da adesso in poi, avrei prese posto anche io come umano… insieme a Kabalè.
Quasi nessuno ad Angie Town era riuscito a credere alla mia scelta ma le Alte Sfere avevano creduto al mio amore per Lei e così avevano accettato di esaudire la mia richiesta con una sola controindicazione: non sarei più tornato indietro, ma questo non mi spaventava. Se immaginavo il mio futuro vedevo il suo sorriso e i suoi bellissimi occhi dorati.
Appena sarei uscito dalla scuola, dove mi trovavo dopo essere tornato dalla città degli Angels, avrei perso tutti i ricordi della mia vita celeste, tutti tranne quello di Kabalè.
Allungai una mano verso la porta ma sentii una voce dolce fermarmi.
<< Caliel! >>.
Mi volta per vedere un familiare angelo biondo venirmi incontro svolazzando velocemente.
<< Raf >> la salutai con un cenno di capo.
<< Ce l’hai fatta! >> disse con un sorriso l’Angel, abbracciandomi di slancio << Buona fortuna! >>
<< Grazie davvero Raf >> sussurrai sincero, ricambiai la sua stretta.
<< Ti guarderò le spalle >> mi fece l’occhiolino e mi spinse verso la porta, incoraggiandomi.
Le lancia un ultimo sguardo, sicuro che non l’avrei più rivista e poi aprii finalmente la porta.
Una forte luce e dei rumori m’investirono stordendomi per un attimo, e dopo aver preso un respiro profondo uscii dalla scuola avviandomi verso il mio futuro.


***

Pov Kabalè

Mi muovevo invisibile tra i mortali che camminavano per la strada vicino alla Golden School e quello strano stato di non-esistenza mi pesava sul cuore ormai abituato ad essere ignorato o calpestato... non sapevo cosa fosse peggio.
Un gesto che dimostri il mio amore verso Caliel.
Ma perché non bastava il battito del mio cuore a fargli capire che un Devil poteva amare davvero? Che l’amore superava, anche se non senza difficoltà, tutte le differenze?   
Un “flap” vicino mi riscosse dai miei pensieri.
<< Nosferatù >> mormorai con un sorriso mentre il mio pipistrello mi salutava sfiorandomi il volto con un’ala.
<< Kabalè, cos’è successo? >> una voce familiare sopra di me mi fece trasalire. Alzai lo sguardo e vidi Sulfus volare sopra la mia testa.
<< Niente Sulfus >> risposi con voce atona stringendomi le braccio al corpo per difendermi da un brivido di gelo che mi aveva attraversato la schiena << Come vedi sono qui, ancora così >>.
Sulfus mi osservò attento per un attimo e poi posò lo sguardo in un punto lontano oltre le mie spalle.
Seguii il suo sguardo sapendo già cosa, o meglio chi, stava guardando e lo vidi: Caliel.
Con il cuore a pezzi notai che era umano.
… Sarebbe stato ancor più difficile amarci!
Avanzava tra la confusione con lo sguardo perso, confuso. Non poteva più vedermi.
<< Vai da lui, Kabalè >>
<< Nosferatù attiva metamorfosi inversa >>.
In un lampo diventai mortale (non del tutto) e lui, anche se lontano, mi vide.
I nostri occhi s’incrociarono e mi sentii di nuovo viva.
Iniziai a correre verso di lui, come Caliel fece verso di me.
Ma il quel momento il mondo si fermò: una macchina sfrecciava a grande velocità sulla strada che Caliel stava attraversando.
<< No! >>
Fu un attimo.
Mi gettai in avanti spingendolo via e, in una frazione di secondo, attesi che la macchina mi colpisse ma niente di tutto questo accadde. Aprii gli occhi e vidi che ero circondata dalle Basse Sfere, tutto il resto era scomparso.
<< Il tuo amore è stato dimostrato >> dissero le Sfere all’unisono << Il tuo desiderio sarà esaudito: sarai un’umana >>.
Tutto divenne bianco e poi colorato. Ero di nuovo sulla terra, circondata da rumori, suoni, umani… e abbracciata a Caliel. Questa era la fine della mia vecchia vita.





Epilogo:
Molti anni dopo



Mi affacciai sul balcone per osservare le macchine che sfrecciavano sulla strada molti piani più sotto, sullo sfondo il cielo stellato con la luna piena che illuminava di una tenue luce i palazzi lontani e una scuola diroccata all’angolo della via che per me aveva sempre avuto un’aria magica, anche se non riuscivo a comprendere il perché.
Sentii dei passi familiari avvicinarsi e avvertii il calore di un corpo vicino al mio.
<< Ti ricordi il nostro primo incontro? >> gli domandai ad un tratto, stringendogli la mano.
Caliel si voltò con un sorriso verso di me e incontrai il suo sguardo verde. << E come potrei dimenticarlo? E’ da lì che è iniziata la mia vita >> disse.
Già, i nostri ricordi iniziavano da quel giorno in cui ci eravamo trovati abbracciati. Non sapevamo chi eravamo davvero ma conoscevamo già alla perfezione i sentimenti che provavamo l’uno per l’altro.
Da lì era cominciata la nostra vita e seguendo le nostre scelte, giuste o sbagliate che fossero, eravamo arrivati fino a qui, costruendo il nostro futuro insieme.
<< La prima cosa che mi hai detto era che profumavo di zolfo >> osservò Caliel ridacchiando e passandosi una mano tra i ribelli capelli castani.
<< Beh, era un complimento! >> lo ripresi dandogli un pugno sulla spalla.
<< Ahio! Vieni qua diavoletto! >>
Corsi via ridendo mentre Caliel m’inseguiva per il salone della nostra casa ma fui costretta a fermarmi a causa di un capogiro e di una leggera pressione all’altezza della pancia.
<< Kabalè, va tutto bene? >>
Emozionata annuii, afferrai la sua mano e la poggiai insieme alla mia sul ventre rigonfio.
<< Senti il bambino. Sta scalciando >>
Caliel osservò incantato la mia pancia e la sfiorò con una carezza.
<< Ti amo Kabalè >> disse tornando a guardare il mio volto con uno scintillio negli occhi.
Sorrisi dolcemente intuendo i pensieri che vorticavano nella sua mente: il nostro bambino rappresentava il nostro amore.
L’inizio di una nuova vita.


Fine


  
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