~Premessa~
Ringrazio
Australia (grazie per aver recensito, mi ha fatto
piacere
sentirti :D ) e Puk79!
A di Abel
Georgie, ti amo! Georgie!
Era bella la tua voce. Mi piacerebbe riascoltarla solo un attimo e
appoggiare
la mia fronte alla tua gola per sentir vibrare le tue corde vocali nel
pronunciare il mio nome.
Anch’io ti amo, Abel. E’ triste non avertelo mai detto, è triste
avertelo solo
fatto capire una volta, piangendo, in quella prigione, lontani da casa
nostra,
senza il sole che ci accompagnava sempre.
Non sai il bisogno, che sarà eternamente insoddisfatto, di esser
circondata
dalle tue braccia che mi spingevano verso il tuo petto. Sempre
protettivo,
sempre attento.
Vorrei parlarti, vorrei che mi aiutassi con la fattoria, vorrei
crescere
insieme a te nostro figlio. Non vi siete mai visti, voi due. Lui appena
affacciatosi alla vita, tu ormai uscitone.
Come puoi non esistere più, Abel? A volte ho paura che tu sia stato
solo un
sogno, che il profumo della tua pelle, la nostra storia e tutto quanto
siano
semplicemente una mia invenzione. Per fortuna a far crollare tutte
queste paure
c’è il nostro Abel; lui mi tranquillizza sempre, mi rende più forte
come facevi
tu, e mi ricorda il tuo viso ogni volta che quel meraviglioso ricordo
inizia ad
annebbiarsi. E’ grandioso pensare che lui sia il frutto di noi due
insieme, di
tutta la nostra bellissima storia, che sia parte di me e parte di te.
Già,
parte di te. A convincermi che non sei morto del tutto c’è proprio il
nostro
bambino; ha i tuoi occhi che tanto amo, i tuoi capelli, i tuoi gesti,
la forza
che ti ho sempre invidiato.
Mi dicevi che qualunque cosa sarebbe successa tu saresti stato con me,
mi
avresti protetta e amata. Ma ora chi mi protegge, Abel? Sarò egoista ma
mi
sento completamente sola e abbandonata, non ho nessun punto di
riferimento.
Solo a pensarci mi viene voglia di urlare e di mandare tutto all’aria,
ma non
posso permettermelo, non sono più una bambina che ha sempre bisogno dei
suoi
fratelli, ora ho delle responsabilità, ora sono una donna.
Andrò avanti, lotterò, vivrò per te nonostante il dolore immenso che
porto
dentro. Sì, va bene. Va bene così. Credo.
Ogni volta che
bussano alla porta, per un istante brevissimo, credo che
tu sia tornato... E ogni volta, quando mi rendo conto che, invece, non
è così,
mi piace immaginarti darmi della sciocca con la tua adorabile aria da
pallone
gonfiato...
Lo so che è stupido... Lo so.