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Autore: Scarlatta93    20/04/2010    1 recensioni
Salve :3 Premetto che mi sono ispirata a un libro che adoro, ovvero "Il principe della nebbia", di Carlos Ruiz Zafon. Adoro quell'uomo! *ò* è la prima fan fiction che ho scritto (di seria, diciamo .-.) e ho già pronti numerosi capitoli che ricorreggerò man mano che deciderò di pubblicare, dato che è piuttosto vecchiotta. Roxas è un ragazzo di diciassette anni, il quale, a causa della guerra, è stato costretto a trsferirsi assieme al fratello Riku e ai genitori in una villa situata nell'inoltrata campagna. Nel giro di poco tempo, scopre che quella non è una normale cittadina, infatti vi pende una misteriosa maledizione, che lo costringerà a completare da sé il quadro della situazione. Ad aiutarlo c'è Axel, un ragazzo per il quale nutrirà molto più di un'amicizia. Spero vi possa piacere la trama, è un pò scarna ma accontentatevi! ò.ò Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Axel, Marluxia, Naminè, Roxas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2. Senza scampo.

Anche la sensazione di morte era reale, in quell'universo di inchiostro.
(Cornelia Funke "Veleno di inchiostro")
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Prima che avesse il tempo di focalizzare cosa stesse facendo, un’ombra che non vide si mosse alla sua sinistra. In due balzi raggiunse il biondino e gli afferrò le spalle, emettendo di proposito un soffio di fiato caldo sul suo collo, che giunse nell’orecchio di Roxas come il rantolo di uno spettro. Lo spavento fu tale che credette di aver intravisto la falce del Tristo Mietitore a causa degli eccessivi battiti che gli squarciavano il petto.
Per la foga e la velocità con cui si voltò, l’asciugamano svincolò dai fianchi e cadde ai suoi piedi, scoprendo il corpo nudo e gocciolante. La scena provocò una risata divertita all’aggressore, il quale avanzò di qualche passo,  portandosi accanto alla finestra. Il volto di Riku venne svelato dall’abbaglio di un lampo.
-Tu!- Ringhiò il malcapitato, quando riconobbe il fratellastro. Anche se gli costava ammetterlo, però, in cuor suo era contento che si trattasse di lui. Stava per escludere la possibilità che si fosse trattata di una presenza umana, quella che aveva scorto nella penombra del corridoio.
Non appena la paura passò in rassegna, il rossore della vergogna gli punzecchiò le pallide gote e istintivamente si rialzò, stringendo l’asciugamano con il quale si affrettò a ricoprirsi.
-Cretino!- Sbraitò, cercando di mostrare una sicurezza che non aveva.
Fece per tirargli una gomitata sul petto, ma il più grande scattò nella direzione opposta e arrivò nuovamente alle sue spalle, per poi bloccargli le braccia dietro la schiena. Inutile dire che al panno bagnato toccò la sorte precedente, abbandonato sul pavimento come muto testimone degli eventi.
-Ahahahah! Ah, Roxas, vedessi la tua faccia! Questa è la più bella dell’anno! No, anzi, del secolo, anzi, del millennio!-
-Sei un coglione, lasciami andare!- Intimò il biondino, dimenando gli arti imprigionati.
La salda presa, però, si strinse maggiormente e Riku continuò le sue intimidazioni: -Ti ho osservato, lo sai? Ma che cavolo stavi facendo? Eri già spaventato a morte prima che arrivassi io! Non ho saputo resistere dal fartene prendere un altro!-
-Eri tu, non è vero? Sei stato tu...!-
La frase gli morì in gola, in quanto un intenso dolore alle braccia gli strappò un gemito lamentoso.
-Lasciami, mi stai facendo male!-
-Non accetto false accuse. Cosa avrei fatto, io?- Chiese l’altro, facendo intendere che aveva intenzione di torturarlo ancora per un po’.
-Non prendermi in giro! Sei passato davanti alla porta del bagno e ti sei diretto in camera mia! Non negarlo. E hai anche aperto la finestra.- Affermò quelle cose per convincere più sé stesso che altro, per scacciare definitivamente quell’assurda credenza che ancora persisteva nella sua testa.
In tutta risposta, Riku aggrottò le sopracciglia e rimase serio a guardarlo. Roxas sollevò il mento e lo scrutò dal basso, nel profondo delle sue iridi acquamarina, celate da un’ombra di zaffiro a causa del buio, cercando di strappare loro una confessione o di scorgervi la verità racchiusa.
Un’altra risata che fece accapponare la pelle a Roxas, ruppe i pochi attimi di silenzio che si erano creati.
-Hai preso un gran bel granchio, stronzetto. Non ho messo piede in camera tua! Perché poi avrei dovuto aprire la finestra? Ma per chi mi hai preso?!-  
“Non è mai entrato in camera mia...? Non è possibile!”
-Menti!- Replicò subito, azzardando un secondo tentativo di fuga. -Se non eri tu, allora chi era entrato prima di me?-
Si ritrovò finalmente faccia a faccia con l’argenteo, il quale aveva abbandonato la presa.
-Ti rendi conto che sei tale e quale a un bambino di cinque anni? Hai le visioni!-
Fece per circondarlo in un abbraccio di falso affetto, ma stavolta la rabbia di Roxas fu più rapida. Scivolò al suo fianco, raccattando nel suo percorso l’umido telo bianco, che non si degnò di indossare.
Prima che raggiungesse la soglia della sua stanza, sentì una sfilza di pizzicotti martoriargli il lombare. Avvampò e sfoderò un pungo che aveva come obbiettivo la guancia di Riku, ma fu bloccato a mezz’aria, assieme all’altro.    
Venne poi spinto con violenza contro il muro, i polsi bloccati sopra la testa e il corpo del fratellastro premuto contro il suo.
- Ahi!- Gemette,  avvertendo un bruciante dolore alle vertebre.
-Sei proprio un pappamolle.- Sussurrò l’altro, avvicinando il viso al suo orecchio per sfiorargli il lobo con le labbra. Fece scorrere l’altra mano lungo il torso di Roxas, carezzandolo con coi polpastrelli velati di malizia.
“Oh, no...non di nuovo. Non ora!” Pensò tremando il più piccolo, cercando inutilmente di sottrarsi a quell’umiliazione.
-a quattordici anni... sei ancora un pappamolle.- Ripeté Riku, scandendo le parole, ormai ridotte a un filo di voce che però sentì perfettamente, tanto la bocca era vicina al suo orecchio.
Si distaccò dal lobo e cercò nella penombra gli occhi blu del fratellastro più piccolo che però li teneva fissi a terra, incapaci di incontrare quelli di chi lo stava infastidendo.
-A me piace questo tuo aspetto, però...lo sai?-
Roxas non rispose. L’imbarazzo gli impediva ogni replica e smise di dimenarsi, arrendendosi al suo volere.
Soddisfatto del risultato ottenuto, Riku riprese le sue carezze lungo il petto, fermandosi appena sotto l’ombelico per poi dire: -Hai la pelle liscia...proprio come quella di un neonato...Sarebbe davvero bello poterla sentire su tutto il mio corpo...-
Non finì il discorso perché improvvisamente Roxas alzò lo sguardo e lo guardò con rabbia.
-Siamo fratelli! Come puoi farmi una cosa del genere?!-
Riku sostenne quello sguardo carico di odio con un’espressione di scherno e rispose: -Fratelli? Noi non siamo mai stati fratelli, e lo sai bene!-
Roxas abbassò di nuovo le iridi color cielo.
-Fratelli, fratellastri...per me la cosa non cambia molto, ti conosco sin da quando ero molto piccolo, non posso vederti come qualcosa di più!-
-Un vero peccato...Sarebbe così divertente...- Rispose leccando appena le labbra di Roxas, che le serrò immediatamente a quel contatto estraneo e non voluto.
-Lasciami andare! Posso sempre urlare e chiamare aiuto!– Esclamò alzando la voce e scostando la testa di lato, in direzione della sua camera, che mai fino a quel momento le era sembrata un rifugio così sicuro.
Il silenzio calò sovrano per un paio di minuti, durante i quali Riku non violò oltre il corpo del poverino. Lentamente, sciolse la presa che bloccava i polsi del ragazzo e si staccò dal muro, concedendogli la tanto sospirata libertà. Per quella notte.
-Un giorno ti avrò. È una promessa- Sussurrò impercettibilmente, seguendolo con gli occhi.
Afferrata quel’ancora di salvezza che era la maniglia, il biondino l’abbassò e richiuse velocemente la porta dietro di sé. Si gettò sul letto, esalando un sospiro di sollievo; l’aveva scampata per un pelo. Sperava che finalmente fosse cambiato, ma a quanto pare le cose stavano diversamente e questa volta pareva motivato a spingersi molto in là.
Nonostante l’imbarazzo lo avesse sopraffatto, il pensiero non poté evitare di dirigersi verso un’inquietante sicurezza: non era Riku che aveva attraversato il corridoio ed era entrato nella sua camera.

uff...con la scusa che ho corretto e raticamente riscritto il capitolo, questo è stato un pò un parto. Ci vediamo la prossima settimana e grazia delle visite!!! ^^

  
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