Alice
Alice – Studio 3
Pansy
Parkinson osservava la porta bianca del cottage di fronte a
sé con
ansia.
Lei
ed Harry si frequentavano ormai da sei mesi e in tutto quel tempo era
sempre riuscita a rimandare quel momento, ma ormai non poteva
più
rinviare. Era il momento di affrontare quella situazione.
In un
certo senso si sentiva in colpa. Anzi, si sentiva una codarda.
Come
si poteva aver paura di un bambino di 5 anni?
Ma
infondo lei non era mai stata molto brava con i bambini e non voleva
deludere Harry, fargli vedere quanto pessima sarebbe stata come
madre.
Così,
ora, dover affrontare il piccolo Teddy Lupin, le faceva pensare che
l'Auror di cui era innamorata avrebbe anche potuto lasciarla per
quello che sarebbe potuto succedere di lì a qualche secondo.
Quindi,
forse, era meglio dire che aveva paura di perdere Harry.
La
sua riflessione venne interrotta quando il moro la chiamò.
“Pansy,
tutto bene? Sei pallida...” le sussurrò tenendole
la mano.
“C-certo.
Sono solo un po'... come dire... nervosa. Potrei non piacere a
Teddy.”
Harry
le sorrise.
“Io
ho i miei dubbi. Lui è un bambino solare che ama molto stare
con le
altre persone. Non l'ho mai visto litigare con nessuno.”fece
una
pausa in cui ridacchiò. “E poi oggi
sarà al settimo cielo. Il
nostro regalo ti farà entrare subito nella top 10 delle
persone che
ama di più.” aggiunse facendole l'occhiolino
mentre nascondeva
dietro le spalle la piccola scopa giocattolo che avevano comprato un
paio di giorni prima.
Dall'altra
parte della porta di fronte al quale stavano aspettando si
udì il
rumore di passi veloci e una voce da bambino che urlava di sbrigarsi
a qualcuno.
Finalmente
la porta si aprì.
Di
fronte a lei c'era un bambino che subito le ricordò il
professor
Lupin.
Aveva
gli stessi occhi espressivi e caldi e gli stessi spettinatissimi
capelli castano chiaro.
Ciò che lo differiva dal defunto padre
era però il sorriso felice e giocoso sulla faccia. Lo
attribuì
subito alla madre che, secondo i racconti di Harry, era una persona
solare anche se un po' impacciata e combina guai.
Non
poté fare a meno di sorridere vedendo il piccolo Lupin che
abbracciava le gambe del moro accanto a lei.
“Ehy,
Teddy, ho capito che sei felice di vedermi, ma ora voglio presentarti
una persona speciale.” sussurrò Harry ridendo
mentre passava una
mano nei capelli del bambino che si distanziò un po' per
guardare
verso di lei.
Il
moro si inginocchiò per essere all'altezza del piccolo e poi
continuò.
“Lei
è Pansy.” disse solo mentre ancora inginocchiato
la prendeva per
mano.
Teddy
li guardò per qualche istante.
“Zio
Harry, lei è la tua fidanzata?” chiese perspicace.
La
mora arrossì appena mentre Harry scoppiava a ridere
alzandosi in
piedi.
Lei
e l'Auror non erano ufficialmente fidanzati. Certo, vivevano sotto lo
stesso tetto e ormai era cosa nota nel Mondo Magico che si
frequentassero, ma non erano fidanzati...
Dall'interno
si sentì una voce femminile.
“Teddy,
non è educato tenere gli ospiti sulla porta.”
Quando
Andromeda Black in Tonks era apparsa sulla soglia, per un attimo il
sorriso di Pansy si era gelato sul suo viso. Harry le aveva detto
della somiglianza con Bellatrix, ma vederla di persona le fece
accapponare i capelli.
“Oh...
Finalmente ti sei deciso, Harry.” disse con un sorriso la
donna
vedendo la mora. Poi le porse la mano. “Per me è
un piacere
conoscerti. Harry ha parlato molto di te e ormai è come se
fossi già
parte della famiglia. Pansy, giusto?”
La
mora, un po' disorientata, le strinse la mano e annuì.
“I-il
piacere è tutto mio, signora...”
“Ti
prego, chiamami Andromeda. Non sono ancora così
vecchia.”
Inevitabilmente
Pansy si trovò a sorriderle. Per quanto fisicamente fosse
quasi la
gemella della Lestrange, Andromeda era decisamente una persona
diversa.
Al
contrario della Mangiamorte infatti vedeva una luce calda e un po'
triste negli occhi della donna. Anzi, ora che la guardava bene, le
iridi e i capelli non erano neppure dello stesso colore di quelli
della sorella.
“Bene.”
esclamò allegro Harry. “Teddy, io e Pansy abbiamo
una sorpresa per
te. Sono sicuro che nonna Dromeda non sarà molto felice
ma...
Facciamo così. Io e te facciamo una promessa solenne,
uhm?” chiese
inginocchiandosi di nuovo di fronte al suo figlioccio.
Il
bambino lo guardò felice.
“Che
sorpresa zio Harry? Dai dimmelo! Farò tutto quello che
vuoi!”
urlava saltellando.
Il
moro ridacchiò.
“Devi
promettere che la userai solo se ci siamo io e la nonna, ok? Parola
di Malandrino?” domandò fingendosi serio ma
facendogli
l'occhiolino con un'espressione birichina in viso.
Teddy
mise una mano al cuore, anche se dal lato sbagliato, e alzò
l'altra.
“Parola
di Malandrino, zio Harry!”
Ridendo
ancora, finalmente il moro rivelò al figlioccio la sorpresa.
Un
istante dopo il piccolo stava già abbracciando il padrino.
M'innamoro
quando con le mani tocchi tutto è tutto tuo
Quando
guardi le figure di animale che son li per te
“Avanti
Teddy, giocherai ancora dopo. Ora devi lavarti le mani e venire a
tavola a pranzare.” disse la voce austera di Andromeda.
Il
piccolo però continuava a svolazzare a circa un metro da
terra in
sella alla sua scopa.
La
donna sbuffò mentre Harry e Pansy ridevano vedendola seguire
il
bambino in giro per lo spazioso giardino della villetta in cui
vivevano.
“Harry,
giuro che non ti ho mai odiato tanto come in questo momento.”
Sbottò quando finalmente riuscì a fermare Teddy
che ora sbuffava
scocciato cercando di liberarsi dalla presa ferrea della nonna.
“Dai,
è un bambino. E poi è il mio figlioccio, deve
cominciare a imparare
presto. Non vedo l'ora che sia il capitano della squadra di Quiddich
di Grifondoro.” scherzò prendendo in braccio il
piccolo che subito
gli mise le braccia al collo.
“Zio
Harry, possiamo giocare ancora? Io non ho fame!”
protestò vedendo
che stavano rientrando in casa.
Pansy
sorrise mentre camminava dietro di lui.
Era
sorprendente quanto Harry fosse paterno e protettivo con quel bambino
non suo.
Eppure
si rese conto che infondo il piccolo Lupin era l'ultimo pezzo di
famiglia che era rimasto all'Auror e subito capì che era
davvero
come se Teddy fosse suo figlio e non il suo figlioccio.
“Giocheremo
dopo, ok? Adesso però devi mostrare a Pansy che sei un bravo
ometto.
Non vorrai farle pensare che sei un bambino piccolo, giusto?”
Il
piccolo si voltò a guardarla negli occhi e lei gli sorrise
dolcemente.
“Uhm...
E va bene.” disse voltandosi di nuovo verso il moro.
“Però dopo
voglio salire sulla tua scopa zio Harry!”
L'Auror
rise ancora.
Io
ti adoro prima di mangiare e urli e non ne vuoi sapere
Quando
senti che ti chiamo e non ne hai voglia li mi fai impazzire
“Più
veloce zio Harry! Più veloce!” urlava ridendo il
piccolo Teddy.
Pansy
osservava sopra di sé, seduta in giardino accanto ad
Andromeda,
l'Auror che sfrecciava veloce sulla sua Firebolt mentre teneva
stretto a sé il piccolo Lupin che sembrava stesse vivendo il
giorno
più bello della sua vita.
Sentiva
una grande sensazione di felicità anche lei e tutto era
dovuto al
continuò ridere e sorridere di Harry.
In
quel momento sembravano due bambini spensierati e non il padrino e il
suo figlioccio che avevano perso gran parte della loro famiglia.
Andromeda
parve averle letto nel pensiero.
“Sai
Pansy, quando sono insieme quei due hanno sempre il sole nel viso.
Sembra quasi che insieme riescano a estraniarsi dal resto, a
liberarsi della consapevolezza di essere quasi soli al
mondo.” fece
una pausa. “Quando qui ci siamo solo io e Teddy spesso mi
viene da
piangere. Vedere lui che sorride mi ricorda tanto la mia povera Dora.
Eppure sapere che è felice, che vive la vita come se fosse
una
favola, mi riempe di...” lei non riuscì a trovare
la parola ma
Pansy, che provava la stessa sensazione che lei descriveva ogni volta
che guardava negli occhi di Harry, completò la frase.
“Speranza.”
La
donna annuì.
“Voglio
solo che viva una vita tranquilla e lo vuole anche Harry. Lui forse
anche più di me. Infondo ci somigliamo, no? Anche se per mia
scelta,
anche io ho perso i miei genitori. L'unica famiglia che mi è
rimasta
è Teddy. Certo, io ormai sono vecchia, ma Harry
può ancora
costruire una nuova famiglia e spero che accetterà anche
Teddy in
essa.”
Pansy distolse lo sguardo dagli occhi lucidi della donna.
Sapeva
quanto fossero orgogliosi i Black e per quanto lei fosse una
rinnegata, sapeva per certo che l'orgoglio non le mancava.
Era
parte di lei.
Una
parte che forse odiava, perchè condivisa con la famiglia che
aveva
odiato, ma lo era comunque.
Sospirò.
“Io
credo che Harry voglia anche lei nella sua famiglia,
Andromeda.”
disse solo guardando verso l'alto di nuovo mentre sia Harry che Teddy
le salutavano sorridendo.
Per
te vivere è come una favola
Come
se il tempo non passasse mai
Uno
due tre gioca con me batti le mani
Fai
ciao sorridi e di amare non devi smettere mai mai mai
“Allora,
cosa dici? Com'è Teddy?” chiese Harry stringendola
tra le braccia
quando Andromeda e il suo figlioccio li lasciarono soli in giardino
un momento.
“Credo
che sia un bambino molto dolce. E molto felice anche grazie a te e a
sua nonna.” sussurrò baciandolo a fior di labbra.
“Lo stai
crescendo come un piccolo Malandrino e credo che Remus ne sarebbe
molto felice.”
L'Auror
sorrise malinconico a quelle parole.
“Vorrei
che fosse qui per vederlo crescere. Spesso Teddy mi chiede di
raccontargli di lui e ogni volta dice che vuole essere come era lui.
Lo invidio un po'. Lui qualcuno che gli parla dei suoi genitori ce
l'ha...” sussurrò tristemente.
Lei
gli carezzò il viso baciandolo di nuovo per poi stringerlo
forte.
“Lo
so Harry che è difficile. Però non puoi
continuare a vivere nel
passato. Quando voi due state insieme diventate due raggi dello
stesso sole. Perchè vi somigliate, in un certo senso, e
avete
bisogno l'uno dell'altra. Ma per essere un bravo padrino devi essere
in pace con te stesso. E tu, anche se ti perdi spesso in queste
riflessioni, lo sei Harry.” disse guardandolo negli occhi.
“Credo
di non essere mai stata tanto sicura di amarti quanto ora.”
aggiunse poggiando la testa al petto di lui.
Il
cuore di Harry batteva forte, si rese conto.
L'Auror
le carezzò i capelli.
“Grazie
Pansy.” le alzò il viso. “Ti amo anche
io.” sussurrò prima di
baciarla.
“Nonna,
zio Harry e zia Pansy si baciano...”ridacchiò
Teddy uscendo
proprio in quell'istante.
M’innamoro
quando stretta in braccio ti ho a un centimetro da me
Con
le dita mi graffi la faccia e ridi consapevole
Harry
e Andromeda erano andati in cucina e lei e Teddy erano rimasti soli
in salotto.
Per
tutta la giornata non erano mai stati soli e quindi ora la paura era
un po' tornata.
La
considerava un po' una prova per quando sarebbe diventata madre.
Infondo se per Harry lui era come un figlio, lo sarebbe stato anche
per lei.
Istintivamente
si mise una mano sul grembo.
“Ehm...
zia Pansy? Posso chiamarti zia Pansy vero?” le chiese il
bambino.
Non
si era neppure accorta che lui si era seduto accanto a lei.
“Ma
certo Teddy. Vuoi chiedermi qualcos'altro?” disse gentile.
Il
piccolo Lupin rimuginò per un attimo.
“Uhm.
Vuoi bene allo zio Harry.” esclamò lui.
“Lo capisco perchè
quando lo guardi sorridi sempre zia Pansy. E anche lo zio vuole bene
a te. Quindi ti voglio bene anche io.” terminò
abbracciandola.
Lei
ricambiò l'abbraccio ridendo.
“Dai,
giochiamo insieme, ti va?”
Per
te vivere è come una favola
Come
se il tempo non passasse mai
Uno
due tre gioca con me batti le mani
Fai
ciao sorridi e di amare non devi smettere mai
Dopo
quella giornata divertente e piena di emozioni, nulla era
più bello
di riposare dopo aver fatto l'amore con la persona di cui si
è
innamorati.
Pansy però si portava da un paio di giorni un peso
sul cuore.
Durante
quella giornata era riuscita a ignorare quel pensiero ma ora...
Cercava
l'occasione giusta per dirlo ad Harry e ora, mentre riposava sul suo
petto con le mani di lui nei suoi capelli, aveva come la sensazione
che il momento propizio fosse finalmente arrivato.
“Harry...”
lo chiamò guardandolo negli occhi.
Lui
mugugnò qualcosa rimanendo con le palpebre serrate. Sembrava
stesse
per mettersi a dormire.
“Apri
gli occhi, amore. Devo dirti una cosa importante.”
A quelle
parole, con uno sbuffo stanco, il moro aprì un occhi.
“Ok,
ma niente giri di parole. Teddy mi ha sfinito e voglio dormire qui
con te che mi coccoli”
Pansy
si mordicchiò le labbra.
Forse
aveva avuto una sensazione sbagliata.
Lui,
vedendola in quello stato, si alzò a sedere prendendole il
volto.
“Ehy,
che c'è? È
successo qualcosa di male?” sussurrò preoccupato.
“Sì...
cioè, no... Forse. Io... Per me è una cosa buona
ma non so come la
prenderai tu.”disse velocemente molto agitata.
“Amore,
non ci ho capito nulla.” sbottò.
Pansy
allora prese tutto il coraggio che non aveva mai avuto e finalmente
parlò.
“Sono
incinta.”
Uno
due tre suona per te una canzone
Fai
ciao e ripeti il tuo nome, Fai ciao e ripeti il tuo nome
Uno due tre gioca con me, Uno due tre gioca con me
Harry
aspettava fuori dalla sala parto con impazienza.
Erano
due ore che aspettava senza avere nessuna notizia.
Aveva
sentito un paio di volte le urla isteriche di Pansy, oppure le frasi
di incoraggiamento dell'infermiera, ma non riusciva a calmarsi
perchè
era il suo primogenito quello che la sua amata stava dando alla luce,
e lui non poteva fare a meno di essere preoccupato per la salute sia
del pargolo che della sua quasi moglie.
Provò
a concentrarsi sul matrimonio che si sarebbe svolto da lì a
due
mesi, ma neppure quel pensiero gli impedì di continuare a
passeggiare nervosamente su e giù di fronte alla porta.
Poi,
finalmente, un pianto di bambino provenne dall'interno e un paio di
istanti dopo l'infermiera uscì a chiamarlo.
Pansy,
la faccia pallida ad eccezione delle guance che erano bordeaux, la
fronte sudata e un'espressione felice sulle labbra screpolate,
stringeva al petto un piccolo fagottino.
Con
il fiato fermo in gola, il moro si avvicinò alla donna e si
sporse a
guardare il piccolo esserino che ad occhi chiusi riposava sul seno di
Pansy.
“Dai
il benvenuto a Alice Lily Potter, Harry.”
Uno
due tre gioca con me batti le mani
Fai
ciao e ripeti il tuo nome, Fai ciao e ripeti il tuo nome
Spazio dell'Autrice:
A
quanto pare le idee stupide sono dure a morire. Ebbene sì,
ho
scritto un capitolo extra alla storia “La Pantera”.
In
realtà l'ho scritto perchè Thumbelina mi ha
gentilmente inculcato
in testa il tarlo della curiosità su un possibile incontro
tra Pansy
e Teddy. A proposito, il capitolo è dedicato proprio a lei.
L'ispirazione
però mi è venuta solo quando l'altro giorno sotto
la doccia mi sono
ritrovata a canticchiare questa canzoncina e improvvisamente PUFF!!
La storia era nella mia testa.
Ho
cercato di descrivere al meglio il rapporto che c'era tra Harry e
Teddy ma non so se ci sono riuscita. Mi farebbe molto piacere sapere
un vostro parere al riguardo.
La
storia è molto breve ma spero vi sia piaciuta comunque.
Ne
approfitto per ringraziare coloro che hanno lasciato una recensione
ne “La Pantera”.
-edocast92: sono felice di sapere che la mia storia ti sia piaciuta. Mi rende orgogliosa sapere che tu abbia iniziato ad interessarti alle harry/pansy grazie a me. Non è un seguito questo, ma spero che questo capitolo extra ti piaccia comunque. Ti assicuro però che se mi dovesse venire in mentre qualcosa lo scriverò. Infondo mi sono affezionata a questa cosuccia che ho scritto senza alcuna pretesa.
-Thumbelina: bhè, ti è piaciuta Pansy matrigna (sai che non mi piace questo termine? Forse è meglio madrina... bah)? Spero di sì. Mi auguro che la dedica ti abbia fatto piacere perchè se non fosse per te questo piccolo sclero non esisterebbe quindi... Va beh, fammi sapere.
-Auron_san: non importa se non hai commentato il secondo capitolo. Mi fa piacere comunque sapere che la storia ti è piaciuta.
-erigre: avrei tanto voluto anche io che vincesse Pierdavide. Io ho già comprato il suo cd e... sbav sbav... so tutte le canzoni a memoria e nelle foto del libretto dei testi lui è un gran bonazzo... sbav sbav... Mi fa piacere che la storia ti sia piaciuta. Mi dispiace che tu non possa più leggere i capitoli de “La Spia”. Se mi dici a quale sei arrivata e mi dai il tuo indirizzo e-mail se vuoi te li mando.
-sasyherm: mi fa piacere che ti sia piaciuta la conclusione, anche se a me ancora non convince. Comunque spero ti piaccia anche questo capitoletto.
Ancora grazie a chi mi ha seguita fino a qui e a chi ha seguito anche questo piccolo extra.
Baci, Lizzy.