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Autore: Bellatrix_Black    23/08/2005    1 recensioni
La vita dello zio Voldie.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lord Voldemort: vita, morte e miracoli

Lord Voldemort: vita, morte e miracoli

 

L’agghiacciante biografia del Signore Oscuro

 

Capitolo dodici: Tirocinio nella Foresta Nera

 

 

 

Voldemort se ne era oramai andato da Little Hangleton e aveva comperato una casa a Londra; si era fatto un invidiabile guardaroba da mago e stava partendo per la Foresta Nera.

Il suo bagaglio era semplicemente di un paio di mutande.

Con una smaterializzazione da 100.000.000 di dollari su conto corrente (questa non lo so dove mi è uscita…-_______-) arrivò nella Foresta Nera in un batter d’occhio.

Aveva davanti un sentiero di pietruzze, costeggiato ai due lati di erba folta e rigogliosa (suona un po’ Rowling’s style… )

Voldemort si addentrò nella boscaglia.

Poiché era giorno, le uniche bestie che c’erano erano qualche snaso, un po’ di pixie….

Insomma tutta roba inutile, che però ti facevano girare le palle.

Ton stava per lanciare un incantesimo ad un pixie, mentre alzava la bacchetta, la creaturina gli prese il naso con le sue fragili manine (manine un cazzo! Fanno maleeeeNdVoldemort) e cominciò a strapazzarlo tirando pizzichi e sputandogli sopra.

Mentre si svolgeva questo, uno snaso gli addentò un polpaccio e Voldemort cacciò un urlo sovrumano.

“AAAAARRRRGGGGGGGGGHHHHHH!!!!!!!!!!”

Immediatamente un Erkeling (vedi Gli animali fantastici: dove trovarli (come mi piace a fa la prof!!)) di passaggio fu attirato dall’urlo e si avvicinò al povero little Voldie (perché era ancora little) e, scambiandolo per un bambino (era un Erkeling miope e poi Tom si era appena fatto la barba) cominciò a morderlo per vedere se era buono da mangiare.

Voldemort si stufò.

Prese la bacchetta e cominciò a lanciare Avade Kedavre a raffica, non risparmiando nessuno nel raggio di 5 kilometri.

 

La notte poi, si fecero vive anche chimere, grifoni, ippogrifi e altri animali ugualmente pericolosi.

Voldemort camminava nell’oscurità con la bacchetta sguainata e…

SPALT!

“Cazzo, no! Merda di ippogrifo!” (come fai a capire che è merda di ippogrifo? NdAutrice) (E’ bianca a pallini rossi! NdVoldie) (ma guarda che quella è gialla a quadratini marroni!NdAutrice) (no!Io ho sempre ragione, ricorda!NdVoldie) (Mah… comunque è gialla a quadratini marroniNdAutrice)

Improvvisamente un ippogrifo dalle ali spiegate (sono stata spiegata?NdSconsolata) (Zelig è dall’altra parteNdAutrice) (Oh, scusatemiNdSconsolata) planò verso Voldemort, atterrando a mezzo metro da lui.

Voldemort subito stabilì un contatto visivo con l’ippogrifo, ma sfortunatamente un moscerino carnivoro che si faceva un giro da quelle parti decise di dar fastidio al futuro-signore-oscuro.

Il moscerino ronzò vicino le orecchie di Voldemort, ma lui resistette.

Allorta cambiò e cominciò a ronzare davanti agli occhi, ma Voldie resistette anche stavolta (e non mi chiamare Voldie!!!NdVoldie).

Il moscerino carnivoro, siccome era carnivoro e in bocca aveva una fila di denti come un pescecane, decise di addentare le parti basse di Voldemort.

Bastò un piccolo morso da moscerino, appunto, e Voldemort urlò come non mai, ruppe il contatto visivo e si buttò per terra contorcendosi e tenendosi le…. Avete capito.

L’ippogrifo per un attimo restò immobile, poi si mise in testa un fiocchetto rosa e disse:

“Umpf! Tutti uguali gli uomini!”

 

 

***

 

Erano passati due anni e Voldemort aveva affrontato molte delle bestie della foresta, ma mancavano ancora quelle più pericolose.

Stava camminando per una stradina che da un lato aveva un piccolo torrente confinante e si accorse che a destra c’era una piccola casina di legno.

Deciso a scoprirne di più, Voldemort bussò alla porta.

TOC TOC.

“Chi osa rompere i testicoli al più grande mago di tutti i tempi???” tuonò una voce all’interno della casa.

“Ehm… sono Lord Voldemort, lieto di fare la sua conoscenz…”

SBONG!

Il padrone della casina aveva aperto la porta, sbattendola in faccia a Voldie, che si spiaccicò sul muro.

“Allora?? Dov’è questo Lord Voldemort??”

“So-sono qui….” Tom uscì tipo sottiletta dalla parete.

“Cosa vuoi?” il padrone di casa era un uomo alto, con i baffi che finivano a riccioli alle estremità e vestito di viola. La moglie l’aveva lasciato quindi era esaurito.

“Be’, passavo da queste parti, ho visto la casina e…”

“Perché passavi da queste parti??” chiese sospettoso.

“Per diventare il più grande mago di tutt…”

“Hai sbagliato professione, caro, ci sono già io che sono il più grande mago di tutti i tempi!”

“Ma quando lei non ci sarà più… potrei prendere io il suo posto! Se solo mi insegnaste…”

“Io non ti insegno un corno!”

SBONG!

E sbattè per la seconda volta la porta in faccia a Voldemort.

Ma non si arrese.

TOC TOC

“Chi osa rompere i testicoli al più grande mago di tutti i temp…”

“Si, si abbiamo capito, mi faccia entrare per favore le devo dire una cosa”

“Che cosa vuole da meeee?????”

“Voglio che lei mi insegni i suoi trucchi! La pagherò!”

Il padrone aprì la porta.

“Oh, ma potevi dirlo suuubiiiiiiito, vieni, entra caro, saprai tutto quello che vorrai sapere!”

“Grazie”.

L’uomo fece accomodare Tom su un divanetto logoro a forma di banana e gli servì del tè.

“Mi toglierebbe una curiosità, signore?” disse Voldie.

“Oh, ma certo… solo che… per ogni curiosità bisogna dare ehm… un incentivo!”

Voldemort prese il borsellino e diede al padrone di casa uno zellino.

“E tu cosa vorresti sapere dandomi solo un misero zellino!”

“AVADA…” Tom si stava scaldando.

“Ok ok ok ti dirò tutto” il padrone di casa sudava freddo.

“Come si chiama? Qual è il suo nome?”

“Mi chiamo Rin Tin Tin!”

“BHUHAHAHAHAHAAH!!!!! Co-come il cane della fiction!!!!! BUHUHAAHAHAHA!!!!”

“Be’ si, in effetti l’hanno chiamato Rin Tin Tin in mio onore… modestamente…”

“AHAHAHAHAAH!!!!!!”

“Guardi che non c’è niente da ridere! E’ un nome nobile!” Rin Tin Tin si era offeso.

“Ah… ma qual è il suo cognome?” chiese Tom, preparandosi ad una nuova risata: chi si chi chiamava con un nome così strano non poteva avere un cognome non altrettanto strano.

“No, io mi chiamo solo Rin Tin Tin, Rin di nome e Tin Tin di cognome!!”

“BHUAHAHAHAHAAHAH!!!!!!!!”

“FUORI DI QUIIIIIII!!!!!!!!! SE E’ VENUTO SOLO PER PRENDERMI IN GIRO SE NE VADA!!!!! O IO…”

Voldemort gli fece passare davanti al naso una moneta da un galeone, ripetutamente.

“Ok ok ok puoi rimanere, basta che non ridi più per il mio nome”.

 

 

***

 

Dopo ben tredici anni in balia di Rin Tin Tin, Voldemort imparò molte cose sul sangue di drago, sulla merda di ippogrifo (che era GIALLA A QUADRATINI MARRONI!!!!) e su tante altre cose.

Nell’ultimo anno del tirocinio di Voldemort Rin Tin Tin morì per abuso di alcolici (ecco cosa ci faceva con tutti i soldi che gli davo per incentivo! NdTom) e gli fu fatto un funerale da un paio di berretti rossi.

 

Voldemort ripartì per Londra, deciso a fondare una sua organizzazione che lo avrebbe portato a dominare il mondo, e secondariamente alla purificazione del sangue magico.

L’associazione aveva già un nome: Mangiamorte Club.

 

 

 

Fine dodicesimo capitolo

 

Grazie per le recensioni.

 

 

www.thejungle.forumcommunity.net

 

www.comicffforum.3000.it

 

 

 

 

 

 

 

  
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