Fanfic su artisti musicali > Malice Mizer
Segui la storia  |       
Autore: GurenSuzuki    15/06/2010    2 recensioni
E se, agli inizi del 2010, i Malice Mizer decidessero di riunirsi?
E Gackt percepì mille altre parole contenute in quell'arrivederci.
Mille parole tra cui una spiccava prepotentemente sopra le altre.
Addio.
[AVVISO DELL'AUTRICE]
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gackt, Közi, Mana, Nuovo personaggio, Yu~ki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questo capitolo è dedicato, nella sua interezza, a Lascivia_Lesage, che ha avuto la pazienza di leggersi tutti i capitoli e di commentarne una buona parte. Grazie cara ^^ un piccolo ringraziamento per la tua pazienza.

Capitolo 18
Sayonara

Erano tre giorni che non usciva di casa.
Tre giorni spesi nel più totale e maniacale rimedio ad un angoscia che lo rodeva pezzo a pezzo. Cucinava, leggeva, riordinava, spazzava, puliva, cuciva persino. Tutto pur di non dover pensare.
Sapeva che se avesse lasciato la mente libera di vagare a briglia sciolta i ricordi di qualche giorno prima gli sarebbero balzati in testa, incollandosi e facendolo deprimere ancor di più.
Cercava -inutilmente tral'altro- di cancellare prepotentemente il nome di Shin dalla propria vita. Ma ovviamente i risultati scarseggiavano e lui non è che fosse poi così intestardito da perseverare in tale subdola azione.
Aveva soltanto bisogno di calmarsi, sgomberando il cuore dagli affanni per qualche ora. Necessitava sentire sotto alle dita il familiare calore di un letto pieno e non il solitario ghiaccio dell'abbandono.
Ogni giorno, passando per il corridoio, scorgeva il piattino di cristallo lavorato dove solitamente alloggiavano le chiavi. In quei giorni vi erano ben due mazzi: uno era quello lasciato dal compagno quando se ne era andato, l'altro quello che -all'inizio della sua storia con Shin- gli era stato donato dal suddetto, del proprio appartamento.
Vedere il portachiavi con quella S. incisa nell'argento gli apriva ogni volta una voragine nello stomaco. Si tratteneva stoicamente dal prenderlo, far scorrere le dita lungo la zigrinatura e correre da lui. Lui che sapeva versare in condizioni poco auspicabili. Non per riprenderselo, sia chiaro. Solo per assicurarsi che stesse bene.
Shin è solo un giocattolo.
Continuava a ripeterselo, quasi per incidere a fuoco le parole nel cuore. Una nenia stanca, assolutamente fittizia.
Aveva bisogno di distrarsi.
Aveva bisogno di sesso.
Aveva bisogno di Mana.

Un paio d'ore dopo aprì la porta alla figura di un fresco e teatralmente splendido Mana. I capelli abboccolati ad arte, posati su di una magra spalla. Una camicia bianca, rifinita sul petto da rouche* nere. Una gonna lunga al ginocchio, scura, orlata di pizzo d'inchiostro. Gli occhi fulgidi, poco truccati, la pelle nivea pronta per essere martoriata di baci, le labbra pallidamente tinte di lussuria che brillavano agli occhi del vocalist. Lo spinse contro la parete, disegnando una lunga scia di baci bollenti sulla pelle tesa del chitarrista, scostandogli il tessuto della camicia.
Il connubio di liquidi gemiti strozzati proferiti da questi fu una melodia troppo erotica per Gackt, che lo sollevò senza fatica portandolo in camera, spingendolo sulle coperte perfette del letto rotondo.
Gli piantò le ginocchia accanto ai fianchi, stringendoli. Iniziò a sganciare i bottoni, uno per uno scivolarono fuori dalle asole scoprendo tratti di perlaceo incarnato. Passò le grandi mani su ogni centimetro di pelle, sui fianchi magri, sulla vita sottile, sul petto glabro, sui delicati bottoncini color carne. Provvedette a stuzzicarli con la lingua, a stringerli, a mordicchiarli e il chitarrista gli rispose al gesto prendendogli a pieni palmi le natiche, stringendole. Lo rigirò con ben poca grazia, sfilandogli l'indumento. Depose una lunga linea di baci, partendo dalla base della nuca, scendendo vertebra dopo vertebra, fermandosi al bordo della gonna liscia.
"Aaaah... muoviti..." Mana lo incitò, ormai al piacere fisico stava subentrando il fastidio della prorompente erezione, ancora rinchiusa dalle vesti.
"Sssh" lo zittì in un roco sussurro, che stemperò piano nelle orecchie dell'altro, facendolo contorcere di brividi.
Gackt portò le dita alle asole della gonna, sciogliendo i nodi e slacciando i bottoni. Poi fece scivolare il tessuto lungo le sericissime gambe dell'amante. Si mise sopra il suo ventre, rigirandolo, svestendosi in tutta fretta.
Voleva solo possedere quel corpo stupendo, farlo proprio, straziarlo nell'orgasmo.
Gli sfilò i boxer.
Non perse tempo in preliminari inutili. Pose le mani sulle lisce natiche del compagno, passandole poi lungo tutta la faccia inferiore delle cosce, arrivando all'incavo delle ginocchia. Gliele sollevò, puntellandole in aria. Iniziò subito ad infilarsi, centimetro dopo centimetro, percependo il calore di Mana investirlo, avvolgerlo di spanna in spanna, abbracciandolo. Il chitarrista inarcò il collo, esponendo la giugulare bianchissima che provvedette a leccare e seviziare, mentre iniziava a spingere dentro quel corpo stretto e bollente.
Cercò di pensare esclusivamente al proprio piacere, concentrandosi sulle forme racchiuse nei propri palmi.
Era ormai sull'orlo dell'orgasmo più squallido avesse mai provato, quando improvvisamente Mana iniziò a gemere un connubio spezzato di ansimi e brandelli di parole che presto presero forma.
"Ga...aaah... gack... kt... t... aaah..ckt..."
Subitaneo il pensiero che solo poche sere prima ben altre labbra avevano sussurrato il suo nome, preda del piacere, lo investì appieno.
Il volto contratto dal piacere di Mana si sostituì ad una cornice paffuta, due occhi obliqui, castani, un corpo fiorente d'acerba bellezza, ben più esile e aggraziato di quello sottto di sè.
Si fermò appena l'altro fu venuto, inondandogli il ventre di seme caldo.
Il chitarrista ansimò, riprese fiato e dopo, con la stessa abilità di una puttana consumata leccò ogni traccia del proprio piacere con vezzosa lentezza, quasi gustando il sapore amaro sul palato.
Gackt si stese, ponendo un braccio sugli occhi stanchi e cercando di recuperare il sottile equilibrio mentale per riuscire a sopravvivere alla nottata assieme a Mana.
Il corvino si stese sul suo petto, ascoltando il battere lento e regolare del cuore dell'amante.
Passarono diversi minuti in silenzio.
"Mh. Perchè c'è così tanto vuoto, qui?" esordì Mana.
"Che vuoto?"
Il chitarrista indicò i diversi angoli della stanza dove solitamente alloggiavano gli oggetti di Shin, che il ragazzo aveva fatto portare via da un fattorino pochi giorni prima.
"Cos'è, la tua cagnetta di ha abbandonato?" la domanda era intrise di querula ironia, ma Gackt fu attraversato parte a parte da un fulmine di rabbia pura. Come si permetteva di etichettare con certi termini Shin?
Non raccolse la provocazione. "Resti qui stanotte?" aveva il fottuto bisogno di sentire quel letto scaldarsi col calore di un corpo umano, almeno per una notte.
L'altro annuì appena.
"Lo rifacciamo?"
Non gli rispose e Mana prese quel silenzio come un muto acconsenso per fare ciò che più gli pareva. Prese a mordere il petto del vocalist, scendendo verso la sua virilità.
"No Mana." lo prese per i fianchi e lo tirò su, per nulla intenzionato a replicare lo squallido rapporto di poco prima.
Il chitarrista si accigliò.
"E allora perchè mi hai chiesto di restare, se non ne hai voglia?"
"Per passare un po' di tempo assieme."
Mana proruppe in una risata dall'eco crudele.
"Che cazzo hai da ridere?"
Lo sbattè sul letto, salendogli a cavalcioni, sfruttando il fatto che Gackt fosse distratto. Affilò lo sguardo e per un attimo una scintilla di puro sadismo gli attraverso le nere pupille.
"Cosa credi che sia tutto questo Gacchan?" domandò, piantanto gli occhi d'onice in quelli nocciola dell'altro.
Non gli diede tempo per rispondere, perchè soggiunse "E' un gioco. E' sesso. Non mi interessa nient'altro."
E quell'ultima parola schiacciò Gackt sotto al micidiale peso della consapevolezza.
Ma in cuor suo l'aveva sempre saputo...
Mana si alzò e si rivestì lentamente, sotto lo sguardo velato dell'altro, nascosto dietro il bianco fumo di una sigaretta. Quando arrivò alla porta si voltò un'unica volta.
"Arrivederci, Satoru."
L'eco dei suoi passi si spense poco dopo.
E Gackt percepì mille altre parole contenute in quell'arrivederci.
Mille parole tra cui una spiccava prepotentemente sopra le altre.
Addio.

Un botto, il rumore che si propagava velocemente, il sangue che tornava a scorrergli tra le dita e non se ne andava.
Le ossa cadevano e si sbriciolavano, la pelle dei cadaveri si afflosciava mollemente, divenendo schiuma.

Si svegliò col corpo imperlato di stille fredde. Si mise seduto, prendendosi le tempie tra due dita. Era inutile tentare di riaddormentarsi, il divano e una birra rappresentavano senz'altro una valida alternativa.
Camminò nella penombra dell'appartamento e dopo essersi stappato una Asahi si svaccò con poca grazia su una poltrona e lì rimase, fissando apaticamente innanzi a sè.
Perchè? Perchè non riusciva a dimenticare? Era riuscito a far insabbiare -con metodi poco legali- la sua presenza nell'appartamento del rapitore quella notte.
Non avrebbe neppure dovuto presenziare alle udienze in tribunale per il delicato processo appena iniziato.
Lui non era mai stato lì, mai. Le fotografie erano diventate cenere, il fuoco un cortocircuito causato dall'apparecchiatura informatica difettosa, le sue impronte polvere.
E la pistola?
Ah, quanti giri di droga erano presenti a Tokyo?
Troppi. Almeno ogni ora veniva commesso un crimine relativo a ciò, dunque era abbastanza tranquillo. Ora doveva solo preoccuparti di trovare la chiave della gabbia dentro cui era rinchiuso, di spezzare le barriere erette attorno alla sua mente, di valicare le paure, di seppellire i ricordi.
O meglio, di accettarli.
Sarebbe stato un lungo cammino, lunghissimo.
Non ce la farò mai.
Sconsolatamente abbandonò la testa sui palmi, coprendosi la visuale.
Dopo infiniti minuti di quiete, il boato del silenzio venne incrinato da un leggerissimo scalpiccìo di piedi, appena udibile. Vivian camminava in passi sussurrati, per non interrompere l'equilibrio di tranquillità in cui vedeva immerso Yu-ki.
Gli andò alle spalle e gli pose le mani sugli avambracci, accucciandosi accanto e prendendo a massaggiarli delicatamente.
"Amore... torna a letto."
Yu-ki annuì stancamente.
Forse ce la poteva fare. Forse...
Un forse alquato flebile, ma comunque uno spiraglio di luce cui aggrapparsi. Vivian.
La sua Vivian.
Il suo Vivian.
Lei.
Lui.
Chiunque fosse sapeva di poterle affidare la sua intera vita, deporla nelle sue mani di farfalla e attendere che la ricucisse. Brandello dopo brandello.
I suoi arti avrebbero compiuto il miracolo?
No. No non poteva affidarsi a qualcun'altro. Doveva farcela...
...da solo.
Poteva. Poteva. Poteva riuscirci. Punto. Bastava non pensarci e proseguire nella propria vita. Doveva pensare al gruppo, ai Malice Mizer. Oh, i Malice Mizer. Era da una settimana che non si degnava di presentarsi alle prove. Adesso basta. Non avrebbe più permesso a niente e nessuno di dirottare la propria vita verso una direzione da lui non contemplata.
Rinnovato di un momentaneo spirito guerriero si distese tra le coltri tiepide, assopendosi sul petto di Vivian, intenta ad accarezzargli i capelli con tanta speranza nel cuore.

In cuor suo Gackt l'aveva sempre saputo.
Si diresse verso l'ingresso, infilandosi la giacca scura e prendendo uno dei due mazzi dal piattino di cristallo.
Avrebbe condotto la sua vita dove voleva.
Perchè in cuor suo, l'aveva sempre saputo.

*spero si scriva così, l'arricciatura propria del tessuto o.o

guren's note: sono tornata *-* yeeh. Mi spiego: l'altro capitolo era pronto, caspiterbola, prontissimo, più pronto di così moriva! Ma no! Non è morto lui! No! Ma il computer sì!! Porca Cipolla!
Ma oggi, presa da uno slancio creativo, la pioggia che batte sul vetro, il tempo un po' bischero che io amo tanto, un documentario sui pigmei di rai3 alla telelvisione, ho riscritto il capitolo.
*si interrompe per sentire cosa dicono*
I PIGMEI-BAKA?
O_O
*sconvolta*
esistono i Pigmei-baka *-* *non ne è certa, il segnale è disturbato*
Ma a voi non credo interessi più di tanto, nè?
Ho voglia di soffermarmi un attimo di più sulle note, dato che sono in un momento assurdamente tranquillo ^^ *si interrompe ancora* Sììì! PIGMEI-BAKA! *-*
XD
Ora la pianto.

Quanto alla scuola bhe, non ho ancora preso la pagella, ma è un'ecatombe U_U. Cioè, sono certissimissima d'esser stata rimandata in matematica, ma insomma, sono umana U__U *giustifica il suo non sapersi destreggiare tra le equazioni e le disequazioni* T-T. Cerco ripetizioni, qualcuno mi da una mano? XD.
Se volete il mio msn o facebook ID mandatemi un messaggio privato U_U non so perchè me ne esco con sta cosa, però mi piace conoscere persone nuove, spece se miei lettori U_U *è una grandissima egocentrica* passiamo alle dolcissime ragazze, BEN QUATTRO, che mi hanno commentato lo scorso capitolo, venuto così fottutamente in ritardo T-T.

Sakura_sun: allora, ti riassumo il tutto ^^: Shinji l'ha rapito perchè è uno psicotico bastardo che ha la fissa per lui, ed era da anni che lo perseguitava nell'ombra. L'ha rapito, portato a casa sua, stuprato e cercato di ucciderlo, ma nella colluttazione Yu-ki ha preso l'arma ed è riuscito ad uscirne vincitore, anche se non voleva ucciderlo, ovviamente. E' poi scappato ^^ Spero sia chiaro. Sìììì io amo l'orgia tra quei tre *-* *prende a cantare Il triangolo No* XD. Un bacio. GACKT-BAKA, come i pigmei U_U *vedi note*

Alexgirl: il motto di questo capitolo sarà GACKT-BAKA, come i pigmei U_U. Ma grazie *-* felice di vederti tra le commentatrici =D. Sìììì Jui è leggerissimamente bastardo T-T.

DarukuShivaa: nooo non morire T-T *rianima porgendo capitolo nuovo di pacca* ^^. 1) Sììì sono d'accordo u.u perfetti. E Mana ora non so quanto ti starà simpatico XD. 2) No, è Sadico u.u non è folle. Cioè.. essendo sadico è anche folle, ma vabbè xD. Sììì Shin is love *-* credo che fonderò il fun-club ufficiale ProShin XD. Era ora per Sacchan e Takkun u_u ma chissà come continuerà *sparisce in una nube di mistero* coff coff XD. Bacioooo e grazie per continuare a seguirmi, qui e a Sinner *-* ciauuu.

Lascivia_Lesage: *________* hai commentato una barca di capitoli. Ma io ti stimo seriamente. Certo che Yu-chan si riprende, ma stiamo scherzando? U__U. Lo amo troppo per permettere di farlo stare troppo male XD. Aaah che bello mi perdoni *___* wiii, ora spero mi perdonerai del tutto avendoti dato pure ilcapitolo XD *si nasconde, spaventata* XD. Stò cercando di dare un riflesso di Kami sottile, delicato e di non approfondire troppo, non sentendomi ancora in grado. Pure io mi ci sono affezionata tramite live, interviste e pv, e mi dispiace che se ne sia andato quando avevo quattro anni ç_ç mi sarebbe piaciuto seguire i Malice, la loro storia e Kami specialmente ^^. Ma l'importnate è che noi fan non lo dimentichiamo, anche attraverso queste storielle senza fondo ^^. Ma sai che Kozi in un'intervista dice che DAVVERO la prima cosa che fa al mattino è gridare Ohayou fuori dalla finestra? XD Ho cercando di essere il più IC possibile prendendo tantissimo dalle interviste o.o. Anche io spero in una reunion, però ho sempre il terrore che così i Moi dix Mois si sciolgano T-T anche se credo che sia prettamente impossibile che i Malice si riuniscano, ma è un discorso lungo che acredo affronterò nell'epilogo finale u.u (si ci saranno pià epiloghi *fa spoiler* XD) un bacio e grazie ^^.

Alla prossima, ohibò ora parlano dello Squalo Nasuto *-*,
g.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Malice Mizer / Vai alla pagina dell'autore: GurenSuzuki