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Autore: Creusa Jones    10/09/2005    0 recensioni
I ricordi sono entità impossibili da dimenticare...se seppelliti, assai spesso riemergono con inestinguibile forza, ostinati, reclamando vendetta. L'animo del giovane Harry James è inquieto, ma... come scoprirà, non sarà solo quando infurierà la guerra...
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 2 Diagon Alley: Meetings and Collisions Un niveo cervo correva elegantemente libero per la brughiera fiorita. Il suo incedere era veloce, gli occhi tranquilli, il manto lucente colpito dal sole estivo. Correva agile, imperioso...poi rallentò pacato, senza fretta, fino a fermarsi. Davanti a quell'animale semidivino v'era una giovane fanciulla dai lunghi capelli rosso scuro, smossi lievemente da un brezza profumata. Indossava una veste leggera, celeste come il cielo, che ondeggiava armoniosamente al vento, i piedi rosei, delicati e nudi circondati da piccoli fiori dalle molteplici tinte. Sorrideva. I suoi occhi verde smeraldo splendevano. Si avvicinò al cervo e lo baciò delicatamente sul muso dorato e... quello che prima aveva sembianze di animale, ora era... un uomo. Alto, vestito di verde, con una chioma nerissima e scompigliata. I suoi intensi occhi blu sorrisero alla ragazza. I due, simili a creature fatate, si baciarono teneramente in uno scenario idilliaco. Poi, prendendosi per mano si voltarono, specchiandosi nelle cristalline acque di un ruscello. Dalla riva opposta, i vivaci occhi verdi d'un ragazzo li osservavano... "Mamma, papà?" "Finalmente, sei qui. Eravamo impazienti di riabbracciarti, tesoro". "Sei quasi un uomo ormai". Il ragazzino corse verso i genitori oltrepassando il fresco torrente poco profondo che gli bagnò i piedi scalzi. La triade si strinse in un unico, eterno abbraccio...caldo, familiare. "Non voglio andare...fate che possa restare con voi". "Siamo estremamente fieri di te, figliolo. Sei tutto ciò che abbiamo desiderato". La donna diede un bacio sulla fronte al figlio...il bacio più dolce. "Ciò che talvolta sembra impossibile, può in realtà non rivelarsi tale" sussurrò la donna. Un soffio di vento rassicurante e confortante li avvolse... un dolce sguardo, soave...uno sguardo d'ametista vegliava sulle tre creature. *** I raggi del sole mattutino filtrarono attraverso le tende della stanzetta, sfiorando il volto quiescente di Harry che si destò. Aprì gli occhi molto lentamente. Era ancora stretto al diario dalla tolda di velluto bordeaux. Quando si affacciò alla porta della cucina era già giorno fatto. "Ben svegliato, Harry caro" lo accolse miss Weasley. "Buongiorno" rispose, guardandosi intorno. "Sono tutti fuori in giardino" Continuò la donna, intercettando il suo sguardo interrogativo. "Va' pure. Raggiungili caro. Vi chiamerò quando il pranzo sarà pronto" e tornò ad indaffararsi fra pentoloni, fornelli e...bacchetta. "Pranzo?" "Sì certo, è già mezzodì". Harry uscì fuori e vide che tutti sfrecciavano veloci da una parte all'altra del giardino. Inaspettatamente si trovò a gambe all'aria senza neanche saperne la ragione. "Harry!" gridò la voce chiara di Ginny mentre egli si alzava barcollando un poco. "Salve giovane Potter". "Ehi, Harry tutto bene?" "Harry! Tutto ok?" chiese Ron dirigendosi verso di lui a passo svelto. "Sì, tutto ok. Ma che cos'era?" "Oh, sembra che gli gnomi abbiano chiamato rinforzi" ribatté il rosso sbuffando, asciugandosi la fronte umida con la manica della maglietta. "E' sempre così, un'estate dopo l'altra. Accidenti!" "Stai bene, Harry?" giunse la vocina della ragazzina, allarmata. "Sì Ginny, sta' tranquilla. Harry è ancora tutto intero." le rispose il fratello. "Quella ragazzina è cotta di te, amico" esclamò Ron, facendo arrossire il giovane dalla corvina chioma. "Attento Ron!!" urlò Charlie. Ron si volse appena in tempo per schivare un piccolo essere di circa dieci centimetri che con un balzo insospettabile si stava fiondando sul malcapitato. Harry prese al volo questa stranissima creatura afferrandola per una zampetta. La osservò curioso. Si trattava d'un animaletto grigiastro con zampe verdastre e minuscole ali trasparenti sul dorso. Si dimenava come un forsennato, emettendo una sorta di squittio acuto e prolungato. "Cos'è?" chiese divertito. "E' un Lothary. Piccoli e fastidiosi parassiti in combutta con gli gnomi per rovinare cespugli e arbusti". "Dai qua, Harry. Mettilo nel sacco". "Se pagassero l'affitto, diventeremmo milionari". *** I giorni che seguirono trascorsero senza grandi novità o altre avvisaglie di ribellioni da parte di gnomi, Lothary o altri spiritelli dispettosi... in tranquillità. Anche se il termine tranquillità acquistava un significato tutto suo in casa Weasley. Di certo in quella vispa famiglia (soprattutto quando era al completo) un po' sopra le righe, non ci si poteva mai annoiare. Harry e Ron terminarono i loro compiti estivi. "Perché non firmiamo una petizione per eliminare Pozioni dal programma scolastico?!" sbottò il povero Ron in crisi durante la stesura del saggio assegnato da Piton e intitolato:" La funzione delle pozioni attraverso i secoli. Dal medioevo all'età contemporanea con particolare riferimento all'era dell' Alchimismo". Gli unici esercizi che si divertirono a svolgere, furono - naturalmente - quelli di Divinazione, dove si cimentarono nella previsione di catastrofi fra le più assurde ed improbabili. In men che non si dica arrivò il 26 agosto. Mancavano solo sei giorni all'inizio della scuola. Quella mattina Ron e Harry vennero svegliati dall'arrivo di Edwige che svolazzando nella camera fece cadere la lettera che trasportava nelle mani del suo padrone, per poi andare a riposarsi dal lungo viaggio sul trespolo d'ebano. "Ben tornata Edwige. Dove sei stata negli ultimi giorni?" chiese Harry, felice ci rivederla. "Ciao Edwige. Leo sta' zitto!! E' di Sirius?" "Non lo so" rispose, aprendo la busta color avorio. "E' di...Hermione". "Hermione?"esclamò interrogativo il ragazzino dai capelli rossi, andandosi a sedere sul letto, accanto all'amico. "Che dice" chiese, sbirciando da sopra al spalla di Harry. Caro Harry, Edwige è arrivata da me tre sere fa, non so perché ( non aveva con sé alcuna tua lettera). "Ecco dov'era andata!" interruppe Ron. Spero che tu stia bene e che i Dursley non ti opprimano, anche se credo che in questi giorni tu sia da Ron. State passando buone vacanze? Ad ogni modo... io tornerò in Inghilterra il 25 di agosto ed il 28 andrò a Diagon Alley. Verrete anche voi? Mi auguro di cuore di rivedervi lunedì. Potremmo incontrarci intorno alle 2.00 davanti alla locanda "Il Gatto Nero", che ne dite? Se vi sta bene, fatemi sapere al più presto. Ci vediamo. A bientot. Tua Hermione. P.S. Nel caso questa lettera ti giunga prima del 25, Edwige sa dove trovarmi. "Sa dove trovarmi?! Quant'è misteriosa" sentenziò sarcasticamente Ron. "Ci conviene risponderle subito, il 28 è fra due giorni appena" disse Harry. "Già" annuì Ron vagamente accigliato, fissando la missiva. "No, aspetta. Le scriveremo dopo colazione, così vediamo se anche gli altri sono d'accordo" concluse. *** Due giorni dopo la famiglia era pronta di buon'ora per dirigersi presso Diagon Alley, il Viale della Magia, per l'acquisto del materiale occorente per il nuovo anno scolastico. Schierati dinnanzi al camino, attesero che miss Weasley distribuisse loro una manciata di Polvere Volante. In seguito, ognuno a turno entrò nello spazioso focolare, pronunciò con voce chiara la destinazione e scomparve assorbito da scoppiettanti fiamme verde brillante. Trascorsi pochi minuti, giunsero alla meta prefissata, nessuno escluso. Nessuno finì in vicoli loschi e ben poco raccomandabili. Attraversato il Paiolo Magico, si trovarono nell'affollata Diagon Alley, in mezzo a tutto quel frastuono, al via vai di un fiume di maghi e streghe di ogni età. Quella masnada chiacchierina ormai divenuta nota. Come di consueto, prima di ogni spesa, si recarono alla Gringott, ove minute ed efficientissime figurine dagli sguardi penetranti, i folletti, erano impegnati nelle loro mansioni. Harry venne condotto da uno di questi alla sua cassaforte; mentre i Weasley alla loro da un altro dipendente. Invece Bill Weasley rimase a discutere con il vice-direttore. Trascorsa una mezz'ora si riunirono davanti all'edificio. "Bene ragazzi..." principiò il signor Weasley. "Avete le vostre liste. Direi che possiamo cominciare, giusto cara?" "Sì, io e Ginny dobbiamo andare da Madama McClan per la nuova divisa" si rivolse amorevolmente alla figlia. "Dunque...potremmo ritrovarci qui intorno alle 5.00, che ne dite?" propose Arthur, ottenendo il consenso dei presenti. "D'accordo, ma state attenti. E Fred, George non osate sprecare tutti i vostri soldi da Zonko. Sono stata chiara?" avvertì miss Molly Weasley con espressione truce. "Agli ordini mon capitaine!" esclamò Fred, scattando sull'attenti. Poi con il gemello si allontanò ridacchiando, seguito da Charlie. "Ah, benedetti ragazzi" sospirò Molly. "Bene, a più tardi dunque" disse Arthur a Ron e Harry. "Percy, Penelope vi unite a noi?" i due annuirono e con i coniugi Weasley e Ginny si incamminarono verso il negozio di Madama McClan: Abiti per tutte le occasioni. "Ti va un gelato?" chiese Harry a Ron che accettò di buon grado. Camminarono guardando le vetrine dei negozi e facendosi largo fra la folla. Presero posto alla Gelateria Florian ad un tavolino all'ombra d'un ombrellone giallo canarino. "Cosa vi porto?Uh! Ma chi si rivede! Buondì Harry" esclamò la voce gioviale d'una donna robusta con un grembiule color fragola ed un vassoio metallico in mano. "Salve Madama Florian" salutò Potter. "E' da molto che non ti facevi vedere qui intorno, eh? Va tutto bene?" "Sì, splendidamente". "Oh, bene, mi fa piacere saperlo...be', non mi presenti il tuo amico?" "Certo, lui è Ronald Weasley". Ron salutò cordialmente la donna che a prima vista sembrava simpatica. "Nome importante il tuo" disse Florian."Nel 948 a.C. Ronald Leifsson sconfisse con il suo esercito di maghi-vichinghi un orda inferocita di troll delle montagne...ma questa è un'altra storia, piuttosto cosa vi porto?" concluse e poi avvicinandosi ai due affinché solo loro potessero sentire. "Oggi offre la casa". Rientrò nel bar per uscirne poco dopo con due enormi coppe di gelato. Refrigerati, continuarono a girovagare per Diagon Alley per il resto della mattinata, facendo una sosta obbligata da Accessori per il Quidditch. Lì incontrarono Seamus Finnigan che ammirava con sguardo sognante un nuovo prototipo di scopa da corsa. Passeggiando videro di sfuggita molti altri compagni tra cui le gemelle Patil, raggianti mentre trasportavano due grandi sfere di cristallo serbate in confezioni trasparenti; Dean Thomas. Verso l'ora di pranzo, sulla strada per la Taverna da Erik il Moro incrociarono Neville Paciok con la sua inseparabile nonna, la quale indossava il famigerato cappello a punta sormontato da un arcigno avvoltoio di cui tanto avevano sentito parlare. La giornata era calda e soleggiata ma non afosa. L'ora dell'appuntamento arrivò rapida. "Harry, che ore sono?" domandò Ron, addentando l'ultimo spiedino. "Me lo hai chiesto solo cinque minuti fa!" esclamò il ragazzo dai capelli corvini, guardando per la millesima volta l'orologio. "E' solo l'una". *** Nel primo pomeriggio il viale principale era ormai completamente affollato. Sembrava che quel giorno ogni mago e strega della Gran Bretagna si fosse dato appuntamento a Diagon Alley. Una ragazza dai mossi capelli ramati correva, facendosi spazio fra la moltitudine. Incautamente inciampò, urtando bruscamente qualcuno e cadde insieme ai pacchetti che stava trasportando. "Oh, perdonami" sentì pronunciare da una voce ignota.Una voce femminile dal suono melodico e dall'accento straniero. "Stai bene?" domandò la sconosciuta, raccogliendo i pacchi. "Oh, non è nulla, anzi..." disse Hermione mentre entrambe si rialzavano e quando sollevò il volto, sgranò gli occhi per la sorpresa. "...scusami tu" aggiunse fissandola. Davanti a lei vi era una ragazzina che doveva avere più o meno la sua stessa età, vestita di lilla con una corta mantella color malva. Il suo visetto candido e lentigginoso in cui splendevano due grandi occhi d'un viola intenso era incorniciato da lunghi boccoli rossi come il fuoco...le ricordava incredibilmente Ron. "Qualcosa non va?" chiese la fanciulla dalla rossa chioma. "No, niente...il mio nome è Hermione Granger" si presentò, porgendole educatamente la mano. "Piacere di fare la tua conoscenza Hermione, io sono Evelyn Deirdre McMallory". "Piacere mio, Evelyn...ehm...scusami ma, devo andare, sono terribilmente in ritardo" si affrettò Hermione. "Un istante!" esclamò Evelyn. "Sapresti indicarmi il luogo in cui si trova il...il Ghirigoro?" "Naturalmente...ascolta, posso accompagnarti se vuoi... solo che prima devo correre assolutamente al Gatto Nero, mi stanno aspettando" disse Hermione, poi le venne una improvvisa idea. "Vuoi venire con me?" Evelyn acconsentì. In quel mentre, Harry e Ron raggiungevano la vetrina del locale denominato proprio Gatto Nero per attendere l'arrivo della amica. "E' in ritardo" disse Ron con una vaga sfumatura di nervosismo nel tono, guardando da ogni parte per scorgere la ragazza. "Non preoccuparti, Ron, arriverà" disse Harry, sorridendo nel vedere l'amico così agitato. "Lo so, non sono mica preoccupato...mi chiedo solo dove sia, tutto qui" tagliò corto, arrossendo sulle orecchie e concentrandosi sulla contemplazione delle proprie calzature color castagna. "Guarda, è lì!" scattò Harry. "Hermione, siamo qui!" esclamarono in coro, agitando le mani per farsi vedere. "Ehi...ciao...scusate il ritardo" ansimò lei, raggiungendoli. "Ciao, come va?" "Ciao, Harry. Sì, va molto bene...e a voi?" "Ciao" disse un po' corrucciato Ron, sentendosi escluso. "Ciao,Ron. Sono felice di rivedervi" disse lei, sorridendo ai due. "Che ne dite di entrare? Qui siamo di intralcio" propose il giovane dalla cicatrice simile ad una saetta. "Ok...no, un momento!" li fermò Hermione. "Che scortese sono! Perdonami" si rivolse alla ragazzina alle sue spalle. Solo allora Ron e Harry si accorsero di una quarta presenza: una fanciulla silenziosa che non appariva per nulla affaticata dalla corsa che aveva quasi sfiancato Hermione. Entrambi i ragazzi sbarrarono gli occhi sorpresi a causa della straordinaria comunanza d'aspetto riscontrabile fra Ron e la sconosciuta. "Vi presento Evelyn Deirdre McMallory. Loro sono Ronald Weasley" presentò Hermione. "Piacere Ronald". "Ciao" rispose titubante Ron. Entrambi per un attimo ebbero l'impressione di conoscersi già. "... e lui è... Harry Potter". "Ciao Harry". "Ciao...Evelyn" salutò cordialmente. "Entriamo? Ti unisci a noi, vero?"chiese Hermione alla ragazza. "Mi farebbe piacere...grazie" acconsentì lei. Un leggero rossore le tinse le gote rosee. Così i quattro entrarono nella locanda. Era sempre un'impresa riuscire a trovare un tavolo libero, tuttavia, ne avvistarono uno accanto ad una spaziosa finestra aperta da cui spirava una sottile e amena brezza. "Diteci, dove vi siete incontrate?" domandò Ron affabilmente, tanto per rompere il ghiaccio. "Direi che scontrate sia un termine più appropriato" disse Hermione, sorridendo con Evelyn, la quale non smetteva di guardarsi intorno estremamente incuriosita dall'insolito ambiente del luogo. Pur avendo studiato a fondo le creature magiche negli anni passati e averne visto di tanto in tanto qualche esponente, non le era mai capitato di scorgerne così tante adunate in un unico luogo. "Ma quelli sono...?"esclamò stupita. "Goblin?Esatto" sentenziò Hermione. "Ci sono anche nani e...sono folletti!" "Se ne vedono di tutti i tipi" disse Ron, divertito dalla sua espressione meravigliata. "Evelyn, è la prima volta che vieni a Diagon Alley?" chiese Harry. Oh, quanto quella ragazzina gli appariva simile a lui quando visitò per la prima volta il Viale Magico con Hagrid, ormai cinque anni orsono... così strabiliata da tutto ciò che la circondava! "Sì" rispose la fanciulla, distogliendo lo sguardo da un gruppo di eccentrici nani vestiti di cremisi con buffi copricapi piumati verde muschio, seduti al tavolo accanto a loro. "Frequenterai Hogwarts?". Evelyn annuì sorridendo. Il suo era un sorriso così dolce e i suoi occhi tanto espressivi e in un certo senso magnetici che più volte Ron si trovò a fissare la ragazza come attirato da una qualche forza invisibile. "Sarai fra gli allievi del primo anno?" domandò Hermione. "No, entrerò direttamente al quinto anno" rivelò e quel rossore tornò sulle sue guange. "Sarai nel nostro stesso corso. Da quale scuola provieni?" "In verità da nessuna. L'istruzione alle Arti Magiche mi è stata impartita dai miei genitori" principiò, notando l'espressione dei tre. "Ho molto viaggiato e..." esitò ed i suoi limpidi occhi si velarono per un breve istante. "...e non mi è stato possibile frequentare stabilmente una scuola magica. Ma ora che sono giunta in queste terre potrò" raccontò Evelyn fra gli sguardi sorpresi di Ron ed Harry e quello ammirato di Hermione. "Highlands" mormorò Ronald soprappensiero. Evelyn lo guardò a metà fra l'interrogativo e il sorpreso, ma oltre a lei, nessun altro parve sentirlo. " Che ne dite di bere qualcosa? Per quanto mi riguarda, ho una sete tremenda" propose Ron, riscossosi. "Io ci sto. Voi cosa prendete?" si informò Harry. "Io una burrobirra" disse il giovane Weasley. "Con questo caldo?" esclamò accigliata Hermione. "Sì e allora?" "Mah... comunque per me...ehm..." incerta fece scorrere il dito sul listino delle bevande. "Una water wild berries" decretò infine. "Tu Evelyn?" "Be', non saprei..." "Vieni con me al bancone, così potrai scegliere. Ti va?" disse Harry. "Sì, d'accordo" e alzandosi, insieme si allontanarono dal loro tavolo diretti al bancone delle ordinazioni al di là del quale si potevano scorgere baristi e lo stesso proprietario, il signor Gohram, indaffaratissimi nel prendere ordinazioni e servire i non pochi clienti. "Di', come sono andate le vacanze?" proruppe Hermione , rompendo un insolito silenzio nervoso. "Bene, sono stato per lo più alla Tana. Però a fine luglio Charlie ci ha portati tutti in Galles a visitare una riserva di Draghi Verdi Gallesi. E tu invece? Non ti sei fatta sentire per più di due mesi...nemmeno una lettera" incalzò un po' risentito. "Oh, 'via Ron...be', ho avuto da fare". "Ah sì?" esclamò con aria di sfida e tono poco convinto. "Sei andata poi in Bulgaria a trovare Vicky?" "Si sono andata in Bulgaria...e non chiamarlo Vicky!!!" sbottò lei alquanto infastidita. "E com'è? La Bulgaria, intendo". "Oh, molto bella..." replicò distrattamente "...ehm...e ho raccolto molte informazioni utili per i compiti" tagliò corto la ragazza. Ron intese che c'era qualcosa di cui l'amica non valeva parlare e saggiamente non insistette con altre domande e cambiò discorso. Harry ed Evelyn ancora non si vedevano. "A proposito, a che punto sei con i compiti? Li hai finiti già, vero?" Ma non seppe mai cosa Hermione avrebbe risposto poiché in quel preciso istante arrivò la persona in cui per nessun motivo avrebbero pensato di imbattersi in quella giornata: l'insopportabile Draco Malfoy (il quale, naturalmente, era scortatato dai suoi due cani da guardia: Tiger e Goyle): "Ma che bel quadretto romantico!" esordì con quel suo tono fastidiosamente mellifluo, avvicinandosi al tavolo. Tiger e Goyle sogghignarono stupidamente. (Somigliavano proprio a due troll...quale ripugnante visione!). Ron e Hermione li ignorarono. "Soli soletti, piccioncini?" continuò Draco con falso fare amichevole. "Che te ne frega? Si può sapere che vuoi?" "Ero passato per farvi un salutino, Weasley" disse Malfoy sempre più beffardo. "Sì, come no. Be' ciao, adesso puoi anche andartene, Malfoy". "Le tue ultime parole famose Weasley. Fra cinque giorni non sarai più tanto allegro,sai...vi renderò la vita impossibile a Hogwarts". "Sai che novità!" brontolò Hermione, seccata. "Sono stato nominato Prefetto di Serpeverde, cara la mia Grenger" svelò ampollosamente. "Sì certo e io sono Robin Hood" ironizzò Ron. "Se no ci credi, guarda qui" e mostrò l'inconfondibile luccicante spilla da Prefetto che per anni il povero Ron aveva visto appuntata al mantello di suo fratello Percy. "Oh be', non penserai di essere l'unico". "E chi altri...tu, Weasley?" si beffeggiò di lui Malfoy visibilmente divertito. Era riuscito nel suo intento di provocarlo. "Non lui...IO!" annunciò inaspettatamente Hermione alzandosi in piedi con aria di sfida, lasciando Ron sbalordito e a bocca aperta tanto quanto Malfoy. "Ah, com'è finita in basso Hogwarts...Mezzosangue come prefetti" concluse mellifluo, scuotendo la testa deluso e facendo segno ai due energumeni di seguirlo e se ne andò. Né Ron né Hermione -che nel frattempo era tornata a sedersi- udirono l'ultima sentenza di Malfoy. "Ron, ti slogherai le mascelle se continui a stare a bocca spalancata". "Scusa...po-potresti ripetere?" balbettò. "Che ti slogherai le mascelle..." "No...prima" "Cosa? Che sono diventata Prefetto di Grifondoro?" "Allora è vero?" esclamò incredulo, tenendosi al tavolo come se fosse lì lì per cadere. "Ma certo, pensavi che stessi scherzando poco fa? Ah, Malfoy non avrà vita facile...e poi, scusami, ma ti sembra così impossibile che sia diventata prefetto?!" "Niente affatto, anzi. Solo...Wow!" In fondo era quasi prevedibile che una studentessa modello come Hermione venisse nominata prefetto. "C'era una fila incredibile". Harry ed Evelyn erano tornati. "Che succede?" chiese Harry, vedendo le strane espressioni dei suoi amici. "Era Malfoy quello con cui parlavate prima?" "Sì, ma sta' sicuro, per oggi non ci disturberà più" affermò soddisfatta Hermione Granger. Evelyn e Harry presero posto e distribuirono le bevande. La burrobirra sembrò riportare alla realtà il lentigginoso Ronald. "Harry, sai che la nostra Hermione ci ha nascosto per tutto questo tempo che è stata nominata come nuovo prefetto di grifondoro?" disse tutto d'un fiato. "Davvero? Che bella notizia!" si complimentò con l'amica. "Ma non l'ho affatto tenuto nascosto. Ho ricevuto la lettera di nomina solo dopo il mio ritorno dalla Bulgaria" "Così sei andata a trovare Krum?" esclamò Harry. "Già, ma ci sarà tempo di parlare delle mie vecanze" disse, fingendo disinvoltura. Il giovane Weasley notò nuovamente quel velo di mestizia posarsi sullo sguardo di Hermione ed intervenne in suo aiuto. "Ma non è tutto. Disgraziatamente, anche il caro Malfoy sarà prefetto...uff!" informò. "Scherzi?" disse allibito (ma non troppo perchè in fondo, se lo aspettava) Harry. "Magari,ma, ahimè, codesta è la cruenta realtà" enunciò con fare teatrale. "Chi è Malfoy?" domandò Evelyn. "Un vostro amico,forse?" "Sì, forse in qualche universo parallelo" disse Ron sarcastico. "E' la persona più odiosa e razzista che si possa incontrare". "Capisco, è dunque una persona dalla quale guardarsi" concluse la ragazza dagli occhi viola. "Hai centrato il bersaglio, fanciulla!" Evelyn sorrise alla battuta del ragazzo dai capelli del medesimo colore dei suoi ed egli arrossì. Dopo poco uscirono dal Gatto Nero per dirigersi presso i negozi dove avrebbero trovato il materiale scolastico. L'ultima tappa fu il Ghirigoro, dal quale uscirono carichi di libri di testo. "Abbiamo le stesse materie" esclamò raggiante Hermione, scoprendo che nella lista di Evelyn v'erano gli stessi titoli presenti nella sua. "Ma...hai anche Divinazione..." osservò subito dopo "Interessante, avrai un programma individualizzato. Vedrai che ti divertirai. Le lezioni di Aritmanzia sono...stimolanti". "Stimolanti?!" balbettò Ron stizzito. "Oh, per favore, Hermione, risparmiala". Hermione gli lanciò una truce occhiata omicida e Ron tacque per la propria incolumità. Hai già una bacchetta,Evelyn?" le chiese Harry. "Oh sì, da molti anni ormai...a dire il vero, da sempre". Passarono il resto del pomeriggio girovagando per le viette di Diagon Alley, illustrando ogni vetrina, oggetto o particolare sul mondo magico alla nuova amica che (per loro) per la prima volta faceva capolino in un universo tanto straordinario. Fra le mille spiegazioni della saccente Hermione (ormai Ron s'era arreso al tentativo di zittirla e si limitava a scuotere rassegnato il capo, ovviamente senza farsi vedere da lei: il che divertiva molto Harry) si divertirono grandemente, sopratutto da Zonko. Ma le 5.00 arrivarono fulminee...era ora di tornare al luogo del ritrovo. I quattro si diressero verso la Gringott dove trovarono i coniugi Weasley ad attenderli. "Eccovi qui". "Salve signori Weasley" dissero Harry e Hermione. "E gli altri?" chiese Ron. "Staranno arrivando". "Mamma, papà, vi presento Evelyn Deirdre McMallory" introdusse Ron, affiancandosi alla ragazzina. Sembravano quasi gemelli. "Oh...ma tu sei la figlia di Gwyneth e Alexandr! Arthur, la piccola Evy!" esclamò Molly, abbracciandola. "Ma sicuro. Sei diventata una signorina. L'ultima volta che ti vedemmo non superavi i sette anni". Ron sembrava interdetto e visibilmente stranito dalla situazione, mentre Harry e Hermione erano solo curiosi di vedere come sarebbe andata a finire. "Sei...sei tu? Evy? La stessa Evy...che cambiava il colore dei fiori?!" esclamò sbalordito. E così, in un lampo, così improvvisamente la riconobbe. Come aveva fatto a non accorgersene per tutto il pomeriggio?! "E tu che lo stesso Ronald che fuggiva ogni volta che compivo quel gioco" gli sorrise la giovinetta come se sapesse e avesse atteso che fosse lui a ricordare e a riconoscerla. Entrambi rividero nell'altro l'amico d'infanzia d'un tempo. "Be'...era...un gioco inquietante" bofonchiò il ragazzo, imbarazzato. "Ma sei tu e sei tornata!" esclamò mentre il suo viso si illuminava di gioia. L'abbracciò, sollevandola da terra, facendo una giravolta. Tosto si accorse del gesto compiuto e arrossendo visibilmente lasciò la presa, indietreggiando di un paio di passi. Evelyn rise. "Ma Ron, come hai fatto a non ricordare che la conoscevi già?" chiese stupita Hermione. "Be', ero piccolo allora, sono passati... quanti... otto anni?" "Sette anni e otto mesi" corresse la fanciulla. "Wow, credo che tu sia portata per l'Aritmanzia. Hermione avrai concorrenza" scherzò Harry. "Oh no!" sospirò sconsolato Ron mentre la ragazze sorrisero. "Dicci,cara, sei sola? State tutti bene?" chiese miss Weasley, nella sua voce un accenno d'apprensione. "Sì, stiamo bene zia Molly. Solo non sono potuti venire con me oggi...impegni li anno trattenuti, ma sono certa che saranno felicissimi di sapere che vi ho rivisti e che frequenterò la medesima scuola di Ronald". "Che giornata piena di sorprese!" "E' meraviglioso avervi rivisto. Ora devo andare, Timothy mi attende all'uscita del Paiolo Magico" disse Evelyn. "Arrivederci, cara". "Ciao Evelyn". "Ci vedremo il primo settembre. Non sai quanto mi faccia piacere che tu sia tornata" le disse Ron. I suoi occhi ambrati erano molto lucidi. "Ci sarò. A presto" e detto ciò corse via in direzione del Paiolo Magico. AVVISO AI LETTORI. Ecco a voi il secondo capitolo. Questa fanfiction è ambientata durante il quinto anno di Harry a Hogwarts (senza nulla togliere all' Ordine della Fenice, beninteso. Che tra l'altro è quello che della saga preferisco). Pertanto, non ci saranno spoiler né del quinto né del nuovo sesto libro (se non forse il fatto che Hermione diventa Prefetto. Ma, in realtà, io non lo considero uno spoiler dal momento che molti dei capitoli della storia li avevo scritti addirittura nel giugno del 2003, quando ancora non avevo avuto modo di leggere il quinto volume della Rowling. Quindi le vicende si svilupperanno in modo sostanzialmente differente e in un certo qual modo saranno parallele a quelle della scrittrice inglese). Un consiglio: non soffermatevi ai primi capitoli, perchè andando avanti con la storia le vicende che narrerò si faranno sicuramente più movimentate e interessanti (almeno è ciò che mi auguro). Ancora una cosa...COMMENTATE, please! Sono curiosa di sapere cosa ne pensate di questa mia opera (che parolone... hihihi!). A presto. Undomiel.
  
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