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Autore: GrumpyTrolla    06/07/2010    2 recensioni
Qualche mese è passato dal caso del finto Jack lo Squartatore, e le vite di tutti sono proseguite - più o meno - come al solito. Ora però, per l’investigatore è in arrivo un nuovo, inquietante caso. Questa storia è il seguito di “Red Flags and long Nights“.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Due Facce aka Harvey Dent, Enigmista aka Edward Nygma, Joker aka Jack Napier, Spaventapasseri aka Jonathan Crane
Note: Movieverse | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Per Sychophantwhore: Hello! Aww, ma i tuoi complimenti! Dio, quanta carica mi danno, non ne hai proprio idea! Ed hai anche notato il cambio di stile, diretto e senza più tanti orpelli. Ammetto che la cosa è voluta, sto cercando di sperimentare a fondo uno stile minimalista che mi tornerà utilissimo una volta che deciderò per il mio progetto di romanzo originale. Ti posso dire fin da ora, che il pipistrello in questa storia non comparirà neppure per un cameo xD! Le sottotrame .__.! Una volta, amavo scriverne tantissime nelle mie storie, ma poi mi son resa conto che la lettura diventava complessa, poco scorrevole, e i lettori tendevano a confondersi o dimenticare dove si era rimasti, quindi ho smesso. Ma sono lieta di sapere che tu le apprezzi *__*! Ti distingui dalla massa come sempre, ed in bene! Poor Gordon ç_ç in effetti parrebbe davvero a pezzi ormai, ma dalla mia prossima storia, ho deciso di dargli più spazio per dimostrare - volente o meno - il suo valore. Ho grandi progetti per lui :3! Ancora, ti ringrazio per i complimenti ad Edward, ho cercato di svilupparlo meglio che potevo essendo il protagonista, e sono contenta che lo apprezzi tanto! Crescerà sempre più! E mi pareva giusto dargli quella mole di ossessioni per la routine, la casa ed il lavoro visto che ormai, senza le sue preziose sfide, solo lì può sfogare le sue paranoie. All’inizio lo confesso, non è stato voluto, ma con l’andare del tempo, s’è consolidato in maniera troppo naturale. Joker lo tiene sulla retta via, comunque :3 serio sì, ma non troppo, o non reggerebbe nemmeno un minuto di quella vita, così diversa dalla sua! Ehh, per quanto riguarda Crane, i suoi cambiamenti inizieranno a mostrarsi più avanti con la storia xD nemmeno lui resterà indenne. Insomma, la vera roccia di tutti, resterà Joker ed è giusto così. Sono felicissima anche che ti piaccia il modo in cui interagiscono *__*! Ho cercato di umanizzarli più che potevo, rendendoli in situazioni sia critiche che quotidiane, beccandoli nei momenti in cui sono più sciolti e disinvolti. Per quanto riguarda le docce del clown xD, come ti avevo già detto, io ho sempre dato per scontato che fosse una persona abbastanza pulita, immaginando che i suoi capelli apparissero in quel modo per un uso smodato di tinte spray, di quelle che spariscono con una lavata di testa, in caso di necessità, se dovesse uscire in incognito insomma. Sono inoltre contenta che ti piaccia la canzone che ho scelto, la vedevo molto azzeccata! Ci ho messo una vita a trovarne una, ed alla fine, all’ultimo momento e quasi per caso mi sono ricordata di questa. Dal diario di Ed uscirà di tutto xD. Un ultimo grazie di cuore, prima di lasciarti al capitolo *__*!

Per Rika_fma_lover: Hello! Innanzitutto, sappi che avere una nuova lettrice - ed una che nemmeno amava lo slash in questo fandom xD - mi riempie di orgoglio, specie in questi tempi in cui sembrano essersi tutti volatilizzati. Ti ringrazio moltissimo dei complimenti, anche se mi sento in dovere di informarti della mia timidezza cronica… li apprezzo anche se tendono ad imbarazzarmi. Spaventapasseri/Duefacce è una delle mie coppie preferite, venuta fuori praticamente per caso - eh sì, perfino io autrice, ci ho messo un po’, ad apprezzarli - durante la stesura di ‘Who will take my dreams away‘, e perseverata fino adesso. Sapere di essere riuscita, con la forza della mia passione, a farli piacere a chi non ne avrebbe mai voluto sentir parlare è una nuova gioia. A volte, mi rendo conto di dare il peggio di me stessa - almeno quando si arriva a toccare ciò che amo, ed i miei lavori -, apparendo saccente e velenosa, ma non mi permetterei mai di ritenere qualcuno ‘piccola ragazzina ignorante‘, perciò se ti ho dato motivo di pensare il contrario, ti chiedo perdono, è solo il mio caratteraccio. Anche prostrarsi ai miei piedi è un concetto completamente sbagliato, davvero. Per la mancanza di urletti, ti sarò eternamente grata =). Puoi vedere benissimo dalla mia risposta, che non ho trovato il tuo commento inutile o tanto meno noioso anzi, mi ha caricata moltissimo, te ne sono riconoscente. E gli abbracci virtuali non hanno mai fatto male a nessuno ;) io ne distribuisco come se piovesse. Ora ti lascio al capitolo, sperando che ti piaccia quanto i precedenti, e di leggere ancora le tue opinioni!

Un abbraccio,
XxX.SilverLexxy.XxX



BEAUTY KILLER:

Capitolo 2: Vanity.

Dal diario di Edward: Mi sento osservato. È come se fossi  il protagonista  
di un racconto in cui l’autore si divertisse a giocare con me,  e c’è gente che
Legge continuamente di ciò che faccio! Mah. Ho accettato un nuovo caso.

Vanity’s like a funeral, and everyone’s at my wake.
(La vanità è come un funerale, ed alla mia veglia ci sono tutti)

Visto che Spaventapasseri continuava a fissarla senza muoversi di un millimetro, la gigantessa non poté che restare immobile, mentre i suoi occhi correvano tra l’interno della casa e la targa sulla porta.
“Questa… è l’agenzia investigativa Enigma?”
“Lo è.” Rispose Jonathan, finalmente scansandosi per lasciarla passare, ma la signora esitò. Al diavolo, ormai era lì, quindi decise di entrare,  e la porta venne richiusa immediatamente.
“È lei Edward Nigma?”
“Per carità, no.”
Lei annuì, ma entro breve il silenzio iniziò a farsi pesante; appena prima che si decidesse a fuggire di lì, il padrone di casa si palesò, con la sua sgargiante felpa verde, che vantava un grosso punto interrogativo nero sul petto - evidentemente le vecchie abitudini sono dure a morire. Con un sorriso le andò incontro per stringerle la mano; i suoi occhi brillavano di un qualche sentimento, e perfino lui era di qualche centimetro più basso della donna.
“Mi scusi. Sono io Edward Nigma, piacere di conoscerla. Suppongo tu sia qui per chiedere i miei servizi. Posso darti del tu, vero?” Domandò, un sorriso bianco ed affascinante sul viso.
Alle spalle della donna, Crane spalancò gli occhi, e la sua bocca si aprì nel ritratto scandalizzato di sé stesso: aveva sentito parlare eccome, dei mitici approcci di Edward, ma vederlo in azione era tutta un’altra storia.
“Perché piuttosto non darle del io?” Urlò ancora la voce dal bagno, ed Edward sorrise: magari Joker sapeva prevedere il presente, o non si sarebbe spiegato come facesse a sentirli fin da lì, anche se lo scroscio d’acqua era cessato.
Un dono non da poco. Pensò, ed avere un audience per  le sue conquiste non gli dispiaceva affatto, quindi strizzò l’occhio in direzione di Crane, e lo vide rispondergli con una smorfia di disgusto, per poi superarlo e tornare in salotto. Forse nonostante tutto, non voleva perdersi lo spettacolo. Per certe cose, c’era molto da imparare da Edward.
“Certamente. - rispose la donna, con un sorriso - Il mio nome è Eva. Eva Steiner.”
“Prego Eva, accomodati pure.”
La invitò, sfiorandole la schiena mentre l’accompagnava fino all’altra stanza.
“Qualcuno ha ucciso mio marito, Axel Steiner, qualche giorno fa.” Esordì la donna.
“Ci sono sospetti?”
“No. - ammise - A parte me, ovviamente.”
“Ah.”
Fu come un deja-vu. Il suo primo caso era iniziato più o meno con le stesse parole, e si era concluso orribilmente.
Andiamo bene… riflettè Edward, ma non disse nulla ed il suo silenzio invitò Eva a continuare.
“Io non ero neppure in America, però. E poi anche se ci eravamo separati da tempo, tenevo ancora  a lui. I poliziotti non sembrano affatto vicini alla verità, quindi sono tornata per occuparmene personalmente. So che mio marito era spaventato, aveva ricevuto minacce.”
Enigma lanciò uno sguardo verso Spaventapasseri: era lui a Gotham, che spaventava la gente dietro compenso. Grosso compenso. Ma nonostante la gloria che un caso simile avrebbe potuto portargli, lo aveva giurato da prima di aprire il suo studio: mai avrebbe indagato su un caso in cui potessero risultare coinvolti i suoi ex colleghi.
Quello scambio di sguardi comunque non passò inosservato, quindi Eva tossicchiò un paio di volte, riguadagnando l’attenzione dell’investigatore.
“Scusate l’indiscrezione, ma… voi due state insieme?”
Nigma aprì la bocca per rispondere, ma nello stesso momento la porta del bagno si spalancò, sbattendo violentemente contro il muro. Un ragazzo nudo dalla cintola in giù, un asciugamano sulla testa che scendeva a schermargli il viso, uscì ed attraversò il salotto.
“Ma non scherziamo.”
Mormorò, abbastanza forte da farsi sentire prima di sparire nella camera di Edward.
“Ci deve perdonare. - disse l’investigatore - Di solito siamo più professionali di così, ci ha solo beccati in un brutto momento.” Che va avanti da mesi pensò, terminando la frase.
“Ah! Quindi siete… colleghi?”
“Il ragazzo di prima è il mio assistente. - inventò - Mentre lui - disse, indicando Crane - è un medico, e mi fa da consulente.”
“Beh. - iniziò Joker, rientrando dopo essersi infilato una delle magliette di Edward, il viso nascosto dalla solita sciarpa - Il capo voleva un assistente serio, capace e silenzioso ma ancora non può permettersene tre. Ahh… non sono io quello silenzioso, e credo sia per questo che Johnny non accetta le mie avances. Lui ama la discrezione, mentre io ho la lingua così lunga, che potrei chiuderci le lettere dopo averle imbucate. Così ha detto lui, almeno.”
“Ma a proposito di discrezione! - S’intromise Nigma, alzando la voce, irritato per quell’evidente siparietto da sto marcando il mio territorio - Perché ti sei rivolta a me?”
“Vede, l’omicidio di mio marito non è cosa di poco conto. Col suo assistente, Jacob Wu, dirigeva la clinica di bellezza Paradise; non so perché, ma litigavano spesso. Ora lui gestisce tutto, ma i suoi dipendenti ne sono spaventati, e procurarsi un alibi gli sarebbe facile. Tutto lì dentro è strano, sebbene anch’io sia un medico, molte delle apparecchiature usate alla clinica non le ho mai viste. E Wu non apprezza che si ficchi il naso da quelle parti, neanche fosse roba sua, poi!”
Clinica di bellezza pensò Edward, poi ricordò. Cantante di mezz’età torna ragazzina grazie a chissà quale intervento.
“Quindi, cos’ha fatto?”
“Beh. - iniziò, abbassando lo sguardo - Mi ero ripromessa di aspettare l’apertura del testamento, ma una notte vidi questo... mostro, diciamo. Mi disse di stare lontana da Gotham e dal Paradise, che sarei comunque diventata ricca. Tentai di convincermi che si trattasse di un sogno, ma era così reale! Mi sentivo… strana.”
Avendo ascoltato abbastanza, Enigma si alzò in piedi.
“Ti ringrazio, Eva. Devo fare degli accertamenti, ma ti farò sapere il prima possibile.”
L’accompagnò alla porta, niente più giochi da Casanova, ed appena tornato in salotto, Crane lo anticipò.
“Io non c’entro niente.”
“Andiamo. Steiner spaventato, lei che vede i mostri… puoi dirmelo, non lo accetterei il caso.”
“Ed, lo saprei se fosse opera mia, no?”
“Calmati. - sospirò Enigma - Qui è comunque di dottori che si parla, però. Tuoi ex colleghi, dovrai pur saperne qualcosa.”
“Non ne so niente. - Spaventapasseri abbassò lo sguardo per un attimo, poi tornò a fissarlo dritto negli occhi. - Se… ti consigliassi di lasciar perdere tutto, le mie parole cadrebbero sul niente, vero?”
“Non se mi darai un valido motivo.”
“Conosco Wu. - ammise - Ho anche sentito parlare di Axel Steiner, e di certo non era la povera vittima descritta poco fa. Era potente, quindi molti fatti strani della clinica, non si sono mai risaputi.”
“Fatti del tipo?” Chiese Edward, prendendo nuovamente posto sul divano.
“Sparizioni. Decessi, oserei dire. Ed ancora altre morti inspiegabili successive ai loro interventi. Lo staff stesso è molto strano, addirittura succube di Steiner e Wu. Penso che il dottore si fosse stufato di tutto questo, così il suo collega lo ha fatto fuori. Cose che capitano.”
“Un caso già bell’e risolto, insomma. Basterebbe solo trovarne le prove.”
Crane sbuffò, facendo scattare la testa di lato. Ovvio, Nigma non ascoltava mai nessuno; Nigma avrebbe accettato quel caso nonostante gli avvertimenti. Naturalmente, Nigma era un vero idiota.
“Accetterai il lavoro, dunque?”
Edward tacque. Un’indagine simile lo avrebbe di volata catapultato nei cieli della notorietà, ma deludere Crane era un pensiero che lo disturbava. Continuò a fissare un punto indefinito, finché improvvisamente, il tocco di una mano sulla sua spalla non lo riportò alla realtà.
“Stai attento, Ed.”
Disse Spaventapasseri, ed un gesto simile da parte sua - per quanto semplice - era qualcosa di incredibile: Crane non si preoccupava mai per nessuno, ed era la prima volta che cercava volontariamente un contatto fisico con lui. Edward si sentì percorrere da un brivido.
“Hei, voi due! - scattò Joker, frapponendosi bruscamente tra loro - Non combinate roba alle mie spalle, se non sono io a chiedervelo. E poi di che ti preoccupi Johnny, ci sono io ad aiutarlo, no?”
Qualche secondo passò, in silenzio, poi Crane annuì ed un piccolo sorriso gli si aprì sul volto. Come se davvero, sarebbe bastata la presenza di Joker per mettere tutto a posto.
“Dopo la faccenda di Jack, ti devo un favore. - disse Spaventapasseri, senza guardare nessuno in particolare - Ti aiuterò anch’io, sono un medico e saprò muovermi meglio di te.”
Edward passò lo sguardo tra l’uno e l’altro e si sentì… strano. Come il personaggio di un racconto, dove l’autore inventa la prima cavolata per mettere insieme il gruppo di coraggiosi protagonisti che alla fine dell’avventura, si sarebbero ritrovati amici per la pelle, e probabilmente - ma questo non si dice mai - anche traumatizzati a vita. Sorrise.
“Apprezzerei molto il vostro aiuto.”
In verità, Enigma non sentiva proprio nessun bisogno di assistenza. Lui poteva cavarsela benissimo anche da solo, ma non avrebbe mai rifiutato: quel caso, oltre a portargli una notorietà senza precedenti, lo avrebbe avvicinato a quelli che, per un risvolto assurdo del destino, erano tornati ad essere suoi colleghi, anche se solo per poco tempo. E magari, Crane avrebbe iniziato a passare a trovare anche lui, qualche volta, e non solo il clown di casa. Forse faceva male a regolare tanto la sua vita in base alle loro, ma doveva ammetterlo, non aveva nient'altro. Senza quelle due presenze al suo fianco, la sua vita sarebbe più inutile e vuota che mai.
“Ahh… andiamo?” Propose Joker, guardando Spaventapasseri, che annuì in risposta.
“Ci vediamo, Ed.” Lo salutò Crane, seguendo l’altro fino alla porta, ma d’un tratto si fermò.
“E comunque. Non sei ancora nella posizione di poter fare lo strambo Ed, è una cosa che fa scappare i clienti! Cerca di essere più professionale, da oggi in poi.”
  
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