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Autore: GrumpyTrolla    25/06/2010    2 recensioni
Qualche mese è passato dal caso del finto Jack lo Squartatore, e le vite di tutti sono proseguite - più o meno - come al solito. Ora però, per l’investigatore è in arrivo un nuovo, inquietante caso. Questa storia è il seguito di “Red Flags and long Nights“.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Due Facce aka Harvey Dent, Enigmista aka Edward Nygma, Joker aka Jack Napier, Spaventapasseri aka Jonathan Crane
Note: Movieverse | Avvertimenti: Incompiuta
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Ragazzi o ragazze, prima di iniziare, i soliti convenevoli. Questa storia è il seguito di Red Flags and Long Nights. Di nuovo la trama di fondo è stata ispirata da un fumetto di Dylan Dog, ma il resto è tutto mio! Mio! Mwuahahaha! Ehm… sì, magari… è una fanfiction ed i personaggi non son miei. Diciamo però che li muovo come voglio, gné gné gné.
Il titolo, le varie frasi tradotte dall’inglese ad inizio capitolo, sono presi dalla canzone Beauty killer, di Jeffree Star. Vi lascio alla storia ora! Un grazie anticipato per gli avventori che decideranno di leggere!

Un abbraccio,
XxX.SilverLexxy.XxX


BEAUTY KILLER:

Capitolo 1: Strawberry youth.

Dal diario di Edward: dalla precedente avventura, ho imparato che:
Se c’è di mezzo una donna, non bisogna mai abbassare la guardia.

I’ve got a sweet tooth, and strawberry youth.
(Sono goloso, ho una fragolosa giovinezza)

Mezzo Arkham era ancora a piede libero, e l’apertura dei battenti del nuovo manicomio - non che fosse qualcosa da festeggiare, per carità - era ancora molto lontana nel futuro… quindi, il commissario non si meravigliò affatto del categorico divieto di tenere aperto un caso del genere, e visto che Batman sicuramente aveva altro a cui pensare, decise di invitare Edward a bere qualcosa. E parlargli.
Doveva riconoscerlo, durante il caso di Jack lo Squartatore Nigma si era comportato in modo serio e professionale. Per quanto gli fosse possibile. I suoi metodi non sempre ortodossi - per non parlare dei suoi atteggiamenti alquanto discutibili - erano qualcosa di facile da sorvolare, visto il suo poco lusinghiero background. Insomma, da lui si sarebbe potuto aspettare di peggio, quindi il risultato finale poteva dirsi una piacevole sorpresa.
Praticamente stravaccato sulla sedia, il mento poggiato su una mano, mentre con l’altra reggeva il giornale aperto davanti la faccia, scorreva la notizia - un trafiletto a metà del quotidiano.
Cantante pop muore suicida nella vasca da bagno.
“Uhm… - rifletté l’investigatore - droghe o roba del genere?”
“Niente, era pulita ed in salute. Anche troppo, direi… vedi, una volta assistetti ad un suo concerto ma era più di vent’anni fa, capisci? Eppure, al ritrovamento era identica a come la ricordavo.”
Edward scansò immediatamente il giornale dalla faccia.
“Incredibile! - esclamò, fissandolo con quegli occhi impossibilmente scuri - Cioè, perfino lei andava a dei concerti?!”
La risposta era irritante, ma un attimo dopo Nigma gli sorrise, lasciando intendere che si trattava solo di una battuta innocente: ecco, questo era uno degli atteggiamenti discutibili di cui sopra. Anche se il ragazzo il più delle volte non voleva davvero offendere nessuno, il sarcasmo era il suo prediletto modo di scherzare. Non tutti potevano accettarlo, e Gordon stesso ancora non si era abituato a quel modo di essere amichevole.
“Dì pure quello che ti pare - sorrise il commissario - ma sappi che alla tua età non passava Sabato sera che non mi fossi preso una sbronza.”
“Alla mia età? - Edward sollevò un sopracciglio, le labbra piegate da un lato in un sorrisetto furbo. - Commissario, credo che lei sia un po’ confuso.”
Disse, scuotendo la testa e dando alla frase un tono cantilenante e pomposo, per poi tornare al giornale. In verità, aveva i nervi a fior di pelle. Trovarsi in un locale pubblico, in pieno giorno, con lo stesso uomo che lo aveva più volte sbattuto in galera ed interrogato Gotham by night style, ancora gli sembrava assurdo, in un senso che - anche se non lo avrebbe mai ammesso -, lo imbarazzava moltissimo.
Per quanto riguardava il caso, la soluzione era semplice: la tizia doveva aver fatto qualche plastica, per poi ammazzarsi… una filosofia ammirevolmente edonista a parer suo, ma nulla più. L’unica scoperta che riusciva a trovare davvero stupefacente in tutta quella storia, era la giovinezza scatenata di Gordon, più il fatto che avesse amato una subrettina  come quella.
“Comunque, questo caso non mi convince. - insistette Gordon - Una cantante di mezz’età torna ragazzina grazie a chissà quale operazione, e già questo farebbe felice chiunque; riprende i concerti, ha successo, organizza tourneé… per poi suicidarsi?”
“Perché sta chiedendo il mio aiuto? - decise di chiederlo in modo diretto, ma si sbrigò ad aggiungere - Non che non mi faccia piacere.”
“Perché secondo me c’è sotto qualcosa. Non ti sto chiedendo di aprire un’indagine non retribuita solo perché sono io a chiedertelo, ma se ti capitasse di scoprire qualsiasi cosa che mi permetterebbe di riaprire il caso, te ne sarei riconoscente.”
Enigma annuì leggermente, un po’ dispiaciuto. Non sarebbe certo la prima volta che una persona ricca e famosa si rivelasse stanca della vita, ed a lui non era mai piaciuto inseguire fantasmi. Ma per l’ennesima volta, tenne le sue opinioni per sé.
“Proverò a fare qualche ricerca in giro.” Acconsentì senza impegno, e lasciarono il locale.
“Vuole un passaggio, commissario?” Chiese Edward, tirando le chiavi fuori dalla tasca.
“No grazie, farò due passi a piedi”
Non ci voleva un genio per capire che per Gordon, farsi vedere un giro con un ex criminale che gettava discredito sulla professione investigativa, sarebbe stato davvero imbarazzante e complicato da spiegare, quindi si limitò ad annuire per poi andarsene.
O magari non gradisce la mia macchina? Si domandò una volta sotto casa, e con un mezzo sorriso, fece una breve carezza al volante della sua corvette verde. Tutta invidia., pensò, prima di scendere ed entrare nel condominio.
Appena varcata la soglia del salotto vide Joker, tutto concentrato davanti alla tivù, ma da tempo aveva smesso di chiedersi perché il clown non tornasse a casa sua, visto che ne aveva una da qualche parte… apparentemente però, si muoveva solo per andare a trovare Crane.
“Eddie! Non puoi immaginare cos’ho visto!” Lo accolse il suo coinquilino.
“Ehm… il Milionario?” Tirò ad indovinare.
“Che dici, parlo del telegiornale, e…”
“Ah! Sai com’è, ogni giorno ne danno uno diverso, quin… ahio!”
Dopo aver centrato l’investigatore  in fronte col telecomando, Joker proseguì.
“Idiota. Stavo per dirti che il giornalista all’improvviso è diventato un mostro!”
“Cioè? Ha parlato bene di te?”
“Per carità! No, intendevo proprio che è diventato… qualcosa, ed ha tentato di divorare la sua collega. Ohh, Eddie, non è stupendo? Gotham sta impazzendo Sem. Pre. Più!”
Spiegò il clown, col tono acuto e veloce che usava quando si sentiva davvero eccitato per qualcosa.
Nigma si prese qualche secondo per pensare alle sue parole, e percorrerlo con lo sguardo.
“Hai preso qualche droga strana?” Domandò, incrociando le braccia sul petto.
“Non se l’è inventato, Ed.”
Quella voce inaspettata lo colse di sorpresa, ma l’unico segno del suo spavento, fu lo scatto quando si voltò; vide Spaventapasseri appoggiato contro la finestra, non capì come avesse potuto non accorgersi della sua presenza, ma d’altronde Jonathan sapeva muoversi davvero silenziosamente quando voleva. L’aspetto dell’ex psichiatra era impeccabile, come al solito.
“Crane. Stavate dando un party? Sembra sempre tanto affollato qui, ultimamente.”
“Ohh Eddie, ma quanto sei scortese! Come puoi!” Lo rimbeccò Joker, lanciandogli una pantofola, stavolta l’investigatore l’afferrò prima che lo colpisse nuovamente in testa. Era pure sua.
“Intendevo solo: non sarebbe ora, dopo un mese che sei qui, di iniziare a dividerci l’affitto?”
Il clown spalancò gli occhi per un attimo, prima di rispondere con una risata talmente genuina, che Edward spostò lo sguardo su Crane, come in cerca d’aiuto. L’altro sorrise.
“Vabè. Comunque, stavo per andarmene.”
“Resta, sai che per te non c’è problema.” Lo invitò Nigma.
“Ahh, e per me sì, invece?” Chiese Joker, allungandosi comodamente, ed incrociando le braccia dietro la testa.
“Lo baratterei con te anche subito! - annuì l’investigatore, gli occhi spalancati nella parodia della sincerità - Sono certo che lui non si sveglierebbe ogni mattina giusto in tempo per rubarmi la colazione dalle mani. O per lo meno poi, avrebbe la decenza di non lamentarsi perché non uso il burro.”
“Ahhh, Eddie… - sorrise Joker. - Tu e le tue intolleranze! Ma. Po-overo cuore, chi ti farebbe mai una cosa simile? - riabbassò le braccia, si alzò e con un piede schiacciò il pulsante della tivù, spegnendola. - Beh, signorine, è stato un piacere. Ora chiedo venia, ma devo andare a farmi una doccia, o qualcuno potrebbe dire che non mi lavo.”
Appena il clown lasciò la stanza, Nigma spostò lo sguardo su Jonathan.
“Oh, in realtà lo so che si lava.”
Mormorò pianissimo, annuendo in modo furbo, e l’investigatore sorrise, portando le mani in tasca.
“Consumando sempre tutta la mia acqua calda, tra l‘altro. Sei dispettoso, sai.”
Buttò lì, piegando la testa di lato e sostenendo lo sguardo di Spaventapasseri, che lo osservava - lo faceva sempre - come se lo stesse valutando.
“Mi stai facendo capire che tra i due sei tu a non lavarti? Pensa un po’ le stranezze.”
“La risposta è acqua fredda, Crane. Gelida, assassina, maledetta acqua fredda. Ti offro qualcosa? - chiese poi, sfilandosi la giacca e voltandosi verso la sua camera da letto. Parlava, e la sua voce si allontanava sempre più - Un caffè? Una bibita? Un dolce?”
“Ti ringrazio, ma no. Ero solo passato.”
“Mi fa piacere, non passa mai nessuno. A parte Joker.”
Aprì l’armadio, ne estrasse una felpa verde ed un paio di jeans - la sua tenuta da casa - e lo richiuse. Mentre sfilava la cravatta, notò Jonathan appoggiato contro la cornice della porta, voltato dall’altra parte.
“Puoi entrare, se vuoi. Non hai mai visto la mia stanza, vero?”
“Dio, quanto ti odio da quando sei diventato così casalingo.” Rispose l’altro, storcendo il naso, ma entrò comunque.
Eh sì, Edward adorava quella casa, la prima che avesse mai considerato davvero sua, e che sperava lo sarebbe stata per sempre. Ed amava anche mostrarla, che poteva farci?  Anche se come aveva già detto a Crane, non andava mai nessuno a trovarlo. E ne era sicuro, neppure Jonathan passerebbe da lui, se non fosse per Joker.
“Hai più parlato con Harvey?” Domandò, mentre si sfilava la camicia.
“E cos’avrei da dire, io, ad Harvey? - Rispose l’altro, senza nemmeno voltarsi mentre esaminava i libri sugli scaffali della stanza. - Me lo presti, questo?” Chiese, estraendo un volume per mostrarglielo.
Enigma sollevò un sopracciglio e si avvicinò, lo prese e lesse il titolo.
“Prendilo pure. Comunque puoi stare tranquillo, non dirò niente a Joker.”
“Che vuoi che gliene freghi dei libri che mi presti?” Chiese, voltandosi e volontariamente cancellando quella parte di conversazione che non gradiva, poi tacque, come sfidandolo ad obiettare qualcosa.
“Mh. Sì, lo so perché sei ammutolito. È per via del mio corpo perfetto, succede a tutti non preoccuparti.”
Crane sgranò gli occhi per un momento. “Ma rivestiti. - Lo rimproverò, strappandogli il libro dalle mani ed uscendo dalla stanza. - Ci vediamo, Ed.” L’investigatore rise tra sé, tornando verso l’armadio per finire di cambiarsi.
Proprio nel momento in cui Crane poggiò la mano sulla maniglia della porta d’ingresso però, il campanello suonò. Alzò gli occhi al cielo ed aprì, un attimo dopo una voce risuonò, alta, dal bagno.
“Se è l’omino delle consegne, caccialo! L’ultima volta gli ho chiesto di darmi del latte, ma a lui non è bastato! Mi ha dato anche del cretino! E dell’imbecille!”
Durante questo sfogo, Crane restò immobile, senza dire una parola, facendosi carico di tutta la figuraccia di cui, immaginò, Edward gli avrebbe dovuto rendere conto. Magari non gli avrebbe mai restituito quel libro, tié. Quando si sentì meno imbarazzato alzò lo sguardo. Dovette alzarlo molto, perché a schiacciare il campanello era stato un gigante di sesso femminile.
Sembrava anche un po’ confusa.
“Si, penso che debba ridere adesso, signora.” Disse secco, lasciandola ancor più basita di prima.


  
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