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Autore: Padmini    09/07/2010    2 recensioni
è una storia che ho scritto tanti anni fa. L'anno scorso l'ho ripresa in mano e l'ho riscritta migliorandola e inserendo particolare molto interessanti. Spero che vi piaccia...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5.Una fine e un inizio

La mattina seguente si risvegliò nel suo letto. La luce del mattino entrava dalla finestra e le illuminava il viso. Si alzò, fece una bella doccia calda, fece colazione allegramete e si vestì. Tutto quello che era successo il giorno prima sembrava non esistere. La morte di Carol, le cose che aveva appreso dai due spiriti... le sembravano fatti successi ad un'altra persona.

Era felice. Era libera e, soprattutto, era serena. Serena come non le capitava da molto tempo ormai. Da quando Thomas era partito.

 

Passò qualche giorno. Andò spesso a trovare John, ancora disperato per la morte dell'amata. Quando andava da lui cercava di non parlare. Non gli avrebbe mai detto il motivo per il quale lei lo respingeva. Stava semplicemente con lui per confortarlo. Un giorno, però, non resistette.

“John, non puoi vivere così in eterno. Devi reagire. Anche se tu l'amavi tanto, Carol non ti amava. È stata sempre sincera con te e...” si interruppe. Sincera? Dubitò che mai potesse essere stata sincera. Continuò ugualmente “Se fossi in te, cercherei di continuare a vivere e ricordarla come una buona amica. Nient'altro. Vedrai che se la terrai nel tuo cuore, non sarà mai morta veramente.”
John la guardò con occhi pieni di lacrime e di riconoscenza e le sorrise.

Quel giorno stesso Kate andò in cimitero. Non era andata al funerale. Molti avevano pensato che non fosse andata perchè troppo sconvolta e, in realtà, sconvolta lo era. Sapeva che non poteva distruggere un'amicizia sulla base di quello che le avevano detto due spiriti, ma le parole che aveva sentito quella sera in quella tomba erano la conferma di un qualcosa che lei aveva già dentro ma che non voleva accettare.

 

“Carol, la tua amica, in realtà ti stava pugnalando alle spalle”

Il suono delle parole della dama le parve così assurdo che ritornò in sé.
“Come sarebbe a dire? Non capisco...”

“Perchè tuo marito Thomas è partito, sei mesi fa?
“Per lavoro...” rispose lei incerta

“Non è solo questo il motivo. Ormai erano mesi che i suoi capi gli proponevano quel breve soggiorno all'estero, ma lui non si decideva ad accettare. Alla fine accadde qualcosa che non si aspettava e che lo fece decidere”

Kate fissava la dama con apprensione.

“Una sera, mentre tu eri fuori, Carol venne in casa vostra. Sapeva che non ti avrebbe trovata e proprio per questo scelse quella sera. Era venuta in casa vostra per sedurre Thomas. Dopo che ebbero parlato per un po' lei, senza preavviso, lo baciò. Si baciarono intensamente e stavano per fare l'amore. Erano quasi nudi entrambi ma all'improvviso qualcosa scattò in tuo marito. Dentro il  suo cuore c'eri tu. Solo tu. Non poteva credere a quello che stava per fare. Scacciò in malo modo Carol e, una volta che lei se ne fu andata, si mise a piangere. Quella sera, sconvolto, decise di scappare. Era pentito di quello che aveva fatto, anche se in realtà non aveva fatto niente. Decise di staccarsi per un po' da te per poter trovare il coraggio di guardarti di nuovo negli occhi.

Carol, nel frattempo, continuò a tormantarlo con molte telefonate, nelle quali gli diceva che doveva lasciarti per stare con lei”
Mentre la dama parlava, gli occhi di Carol si allargavano sempre di più alla disperazione.

“Hai capito bene, mia cara. Davanti a te era sempre sorridente e amichevole, ma la sera, quando era sola in casa, telefonava a tuo marito per tentare di corromperlo. Thomas, però, è una persona buona e onesta. Non cadde nella sua seduzione.”

 

Guardando quella che per molto tempo aveva considerato sua amica, storse involontariamente la bocca. Non la salutò. Si girò semplicemente. Non sarebbe più tornata lì.

 

Una mattina, una meravigliosa e soleggiata domenica mattina, Kate era distesa, rilassata sul divano e leggeva un libro. Era totalmente immersa nella storia, quando un rumore la fece sobbalzare.

Era il campanello.

Sospirando per essere stata distolta dalla sua lettura, si alzò, chiedendosi chi mai poteva essere a quell'ora la domenica mattina.

Aprì stancamente la porta e rimase senza fiato.

Davanti a lei, con una grossa valigia in fianco, c'era Thomas.

Aveva l'aria di chi aveva mille cose da spiegare ma non ne trovava il coraggio. Leggeva nei suoi occhi parole di pentimento che però non riuscivano ad uscire dalle labbra.

Kate sapeva già tutto. Non voleva inutili parole. Voleva solo abbracciare l'uomo che amava e che l'amava. Allargò le braccia e lui capì che lei lo aveva perdonato.

 

 

 

Un anno dopo.

La madre di Kate correva lungo il corridoio dell'ospedale. Era spettinata e sconvolta dal poco sonno, ma finalmente quello che stava aspettando era arrivato. Si fermò davanti alla porta, decorata con due fiocchi, uno azzurro e uno rosa. Entrò.

“Ciao mamma! Benarrivata!” disse Kate. Era stanca, si vedeva, ma felice. Accanto a lei c'era Thomas. Entrambi tenevano in braccio un bambino.

“Sono dizigoti, allora!” disse la donna sorpresa

“Si” rispose Kate guardando gli occhi di suo figlio, azzurri come un cielo estivo “Lui è David”

“E lei è Julia” disse Thomas mentre la figlia lo osservava con due occhi verdi come un prato”

   
 
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