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Autore: Rowena    10/07/2010    4 recensioni
All'Host Club si mette in scena la passione letteraria più in voga del momento, Twilight, e ogni membro interpreta un diverso personaggio... Ma cosa succederebbe se per un incantesimo i nostri eroi finissero nel libro al posto dei protagonisti? A Forks ci sono dei nuovi soggetti, in città!
Genere: Commedia, Parodia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Angoletto dell'autrice:Ed eccoci all'ultimo capitolo... Vi avviso, la trama qui si stacca parecchio dal libro per esigenze di tempo: ho cominciato questo capitolo tipo quarantacinque minuti prima della scadenza del contest per cui è stata scritta la storia, perciò ho dovuto decidere se rimanere fedele al libro e ritirarmi dalla sfida o se tagliare e tentare il rush finale. Ho scelto la seconda, anche perché conoscendo chi stava in giuria avrei rischiato la morte, altrimenti! XDDD
Non so con che tempi né in che modo, ma vorrei scrivere anche la parodia degli altri libri; al momento mi spaventa Eclipse, perché l'ho trovato noioso se devo dire... Ma confido che infilandoci l'Host Club qualcosa si potrà migliorare! ^_^
@Mki90: Piaciuta la sorpresa? Vista la personalità mooooooolto sfaccettata di Renge, l'occasione era ghiotta! XD
@ThePirateSDaughter: vedo che lo spray al peperoncino è piaciuto un sacco! XD Non so, vedendo Twilight una delle cose che ho continuato a pensare è "Ma non si sconvolge che questo tizio entri ed esca dalla sua stanza in piena notte senza neanche dirglielo?"; è quel genere di cose "da Twilight" che io proprio non riesco a capire, non me ne vogliano le fan, che io trovo non romantiche, ma del tutto assurde. La cosa divertente è che queste cose si prestano benissimo alle parodie, perciò ben vengano! XD E la scogliera... No, non ho saputo resistere, ho sentito lo SPLAT mentre lo scrivevo ahahahah!
@rannina4ever: ciao! beh, io non sono una Twilighter, neanche un po' a dirla tutta, ma visto il prompt del contest non ho saputo resistere. Ci ho pensato a rendere Hikaru Jacob, ma poi credendo che fosse scontato ho preferito mantenere il rapporto speciale con Kaoru rendendoli Jasper&Alice. E poi dovevo sfruttare la personalità di Dark Honey, sarebbe stato un peccato altrimenti! XD

Buona lettura, dunque!
Rowi




- Allora, Mori a ricevere, Hikaru batte, io lancio… Sempre che quel canide ci riporti la palla, non è vero, lupastro? – gridò Kaoru indirizzato a Honey, che saltellava in forma animale a metà del campo con la palla tra i denti.
- Qui faremo notte – borbottò Kyouya, che nel frattempo si era seduto sotto un albero; in quel momento, Tamaki ricomparve dal bosco. – Ehi, tutto bene? Dov’è Haruhi?
- Bella? Non lo so, è sparita, anzi, è scappata via come una furia dopo una scenata – si lamentò il ragazzo sedendosi accanto all’amico. – Io proprio non la capisco.
- Sei difficile da sopportare anche normalmente, figuriamoci in questi panni – commentò scocciato il primo, divertito. – La infastidisci parecchio, perciò lasciale spazio.
- È una parola… Io la amo così tanto, perché adesso all’improvviso mi respinge?
Perché sei un idiota, ma Kyouya non lo disse ad alta voce.
Tamaki fece per aggiungere qualcos’altro, ma s’interruppe e voltò la testa in un’altra direzione. – È qui, riesco a sentire l’odore del suo sangue.
- Ma non è sola, purtroppo – aggiunse Kyouya, che aveva notato un’altra presenza. – Ragazzi, venite qui!
- Perché, che succede? Haruhi… - i gemelli si zittirono nel veder comparire Renge in cima alla collinetta del lanciatore. Teneva Haruhi stretta a se, bloccata per la gola, e la ragazza sembrava visibilmente preoccupata.
- Che sta succedendo? – gridò Hikaru, spaventato.
- Ha cambiato personaggio – gli rispose il fratello. – Vedi i capelli rossi? Renge è passata dalla parte dei cattivi, purtroppo.
- Renge, che cosa vuoi? Che stai facendo? – le domandò Kyouya avvicinandosi lentamente e, soprattutto, trattenendo Tamaki che fremeva per lanciarsi all’attacco e salvare la sua amata.
- C’è che vi ho sentito, ieri sera! Volete tornare nel nostro mondo, non è vero? – gridò Renge con furore – Non avete neanche chiesto cosa ne penso io, crudeli! Non avete pensato che a me potrebbe piacere, qui? Io non voglio andarmene.
Certo, qui poteva avere il suo principe azzurro… Ora era tutto chiaro.
- Non vuoi… Ma tu sei matta! Ti sembra normale, tutto questo? A noi non sta bene!
- Renge-chan – sussurrò Haruhi, spaventata a morte – Renge-chan, non sai quello che fai: qui nessuno di noi è felice e…
- Zitta, non m’interessa! Io voglio restare, e l’unico problema perché tutti stiano felici sei proprio tu – disse Renge, scoprendo i denti. – Ma se tu diventassi un vampiro, tutte queste lagne sparirebbero subito, perciò…
- Non lo fare, Renge!
- Qualcuno deve fermarla – sbottò Tamaki in direzione dell’amico che ancora lo bloccava. – Non possiamo permetterle che la trasformi…
Prima che qualcuno si muovesse, però, una palla da baseball colpì la vampira diritta in testa, facendola svenire. – Chi ha detto che sono un inutile lupastro? – disse Honey, che era tornato umano giusto in tempo per agire. Probabilmente Renge non aveva neanche tenuto conto del grosso lupo che vagava per il campo, povera scema.
Haruhi si liberò e corse via, lontana, prima di crollare a terra per lo shock.
- Ci stiamo trasformando tutti in altre persone – balbettò quando riuscì a riprendere il controllo su di sé. – Dobbiamo andare via, subito.
- Punto primo, Renge è di per sé più di una persona, sempre! – le ricordarono i gemelli, che le si erano avvicinati per controllare che stesse bene. – E in secondo luogo, come facciamo?
- Io non lo so, ma non voglio rimanere qui. Rivoglio l’Ouran, rivoglio il Club e tutte le cose normali che eravamo abituati a fare.
Hikaru puntò gli occhi a terra, sapendo di odiarsi per quello che stava per dire. – E se voi due vi baciaste?
- Noi due chi?
- Tu e quel baka convinto di essere un semidio – sbottò indicando Tamaki. – Hai detto che secondo te è un incantesimo, no? Che sia di Nekozawa o di qualunque altro, in genere questo è il sistema migliore, nelle favole, per risolvere problemi di questo tipo. Perciò baciatevi.
Sbalordita, Haruhi lo fissò senza sapere cosa fare. – Hikaru… – non trovò altre parole.
- Fallo, in questo caso non m’importa! – ripeté il ragazzo voltando il capo dall’altra parte. Era arrabbiato? Sì, ma se era necessario si sarebbe messo il cuore in pace… In fondo era un bacio di cortesia, per rimettere a posto le cose, non significava che Haruhi era innamorata di Tamaki!
- Va bene, proviamo – acconsentì la ragazza, che ancora non aveva idea di cosa fare. Si alzò in piedi e si avvicinò a Tamaki, che le mise le mani sui fianchi. Chiuse gli occhi…
Fu un bacio strano: non che avesse tanta esperienza a riguardo, eppure sentì chiaramente che qualcosa non andava, e lo imputò allo strano gioco di ruoli che involontariamente stavano interpretando. Non avrebbe funzionato, lo sapeva, e si sentì gli occhi pieni di lacrime.
Si separarono lentamente, e negli occhi di Tamaki lesse la stessa delusione, ma prima che uno dei due potesse dire qualcosa un lampo di luce avvolse loro, i ragazzi e sì, anche Renge, che era ancora distesa a terra.
Era andata.

- NO, KANAZUKI! CHE COSA HAI FATTO – gridò Nekozawa. La ragazza si voltò e vide cos’era successo: una grossa ciotola era finita in terra, rompendosi, e la magia orchestrata dal presidente del Club si infranse in uno sbuffo di fumo.
- Oh, mi dispiace, Nekozawa-senpai, stavo pensando a una nuova maledizione per convincere Haninozuka a uscire con me e l’ho scontrata – rispose freddamente la giovane con aria abbastanza gelida – spero che non fosse una magia importante.
Lo era, pensò il ragazzo… Ma ormai non contava più. Dalla disperazione si sarebbe perfino fatto un giretto alla luce del sole, non avrebbe fatto caso a quegli odiosi raggi tanto era distrutto.
Kanazuki alzò le spalle e tornò al suo diabolico piano: con una fetta di torta stregata avrebbe fatto suo il cuore di Haninozuka, ne era certa!

Due giorni dopo, tutto era normale al Club: i ragazzi intrattenevano le clienti senza particolari rappresentazioni creative – e dopo quello che era successo, era normale!
Nessuna delle clienti si era accorta di niente, della sparizione degli Host o della loro assenza, il che era stato molto d’aiuto nel momento di riprendere il controllo della situazione.
Renge non si ricordava nulla, probabilmente a causa della palla in testa che le aveva lanciato Honey, ma vista la sua perfomance forse era meglio così; quanto a Ranka… Beh, a detta di Haruhi, era convinto di aver fatto un sogno particolarmente strano e aveva già lasciato correre.
Se però i ragazzi cercavano a loro volta di scordare l’accaduto, Haruhi l’aveva presa in maniera strana, probabilmente perché differiva così tanto dal personaggio di Isabella da essere andata davvero in crisi, e probabilmente le sarebbe servito del tempo.
Anche Tamaki era in una fase critica, se così poteva essere chiamata, e viveva rannicchiato in un angolo da quando erano tornati, senza quasi muoversi.
- Voi dite che dovremmo provare a scongelarlo? – disse Kaoru fissandolo. Iniziava a essere inquietante, come decorazione, e le ragazze erano sempre più preoccupate nel vederlo così in pena.
- Vuoi scherzare, dopo tutto il casino che ha fatto mentre eravamo dall’altra parte? Questo meraviglioso silenzio è una benedizione! – gli rispose Hikaru con aria scocciata. Non aveva dimenticato il bacio a cui aveva acconsentito e, sebbene avesse avuto l’impressione che non fosse stato un granché, gli dava comunque fastidio.
- CI SONO!
- Uh? Lord, ti sei risvegliato dal coma?
- Dov’è Haruhi? – domandò senza badare ai gemelli.
- È fuori in giardino, era così strana che Kyouya si è impietosito e le ha dato mezz’ora d’aria.
- Che dovrà recuperare nel prossimo pomeriggio, sia ben chiaro – specificò il Re nell’Ombra, che non scollava da almeno trenta ore il naso dal pc. Doveva recuperare il tempo perduto in quello stupido paradiso delle adolescenti!
- La raggiungo, grazie.
Tamaki corse fuori a cercare la ragazza, finalmente conscio di quello che doveva dirle. La trovò sotto un albero a fissare le foglie con aria assente.
- Haruhi?
Si mosse appena, sorpresa. – Senpai… Che succede, c’è bisogno di me al Club?
Il ragazzo scosse il capo, cercando di mantenere il controllo sul suo lato drammatico. – No, niente di tutto questo. Volevo dirti che ho capito il discorso che hai fatto.
- Quale, quello sul fatto che non ti volevo in versione vampiro glamour?
Tamaki tossicchiò, imbarazzato: pensava che vergognarsi dei mostruosi trip che si era fatto durante l’anno fosse abbastanza, nella sua nuova consapevolezza dell’amore che provava per Haruhi, ma a quanto pareva il destino aveva per lui qualcosa di peggio. Tutta la storia del super vampiro era stata tremenda, e se ne vergognava molto.
- No, di quella cosa che hai detto al Club prima che fossimo risucchiati nel libro: sul fatto che non è l’amore che vuoi per te, quello di Twilight.
- Oh. E allora?
Haruhi era davvero apatica, non sapeva più che fare.
- Allora… Lo capisco, anche io penso che l’amore sia qualcosa di diverso; i miei genitori si sono scelti, ma non hanno pensato a niente se non alla passione, e guarda che è successo…
Era successo che erano impossibilitati a vedersi, dovevano stare separati per il bene di tutti. Haruhi si avvicinò e gli pose le mani sulle sue, per rassicurarlo.
- Non era quello che intendevo dire, Tamaki.
- Lo so, lo dico io. Tu vuoi qualcosa di reale, come il sentimento che hai visto esistere tra i tuoi genitori. E lo capisco. Lo voglio anch’io.
- Davvero? – forse, allora, non aveva bisogno di leggere nel pensiero.
- Sì… Ma non credo di essere ancora capace di offrire quell’amore a qualcuno.
Delusione. Molta delusione, ma non l’avrebbe data a vedere.
- Beh, allora che succede adesso? – domandò ancora Haruhi, senza capire dove volesse andare a parare il ragazzo.
- Ehi, voi due! Caccia al tesoro, giocate?
- Arriviamo! – gridò Tamaki, prima di porgere una mano ad Haruhi. – Arriverà, più avanti. Ora raggiungiamo gli altri.
Lei sorrise… Sì, erano tornati.
- Va bene.
Tamaki aveva ragione, al momento non erano ancora pronti per niente. Erano come bambini – lui di sicuro! – e come tali si comportavano, perciò era meglio aspettare.
Aspettare il giorno in cui un bacio sarebbe stato spontaneo e voluto, non necessario, e forse sarebbe stato anche più bello.
Haruhi si riscosse da quei pensieri così sdolcinati, sconvolta da se stessa, e sorrise, mettendosi a correre dietro al ragazzo che si era scoperta ad amare.
Tutto andava bene così, per il momento, e non l’avrebbe sostituito con niente al mondo.

   
 
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