Natale.
Luci,
parole, colori
e gioia- almeno, per quanto possibile- brillavano sotto quel tetto.
C’erano
veramente
tutti!
Casa
Giorgi – Del
Fiore aveva aperto le porte a tutta la famiglia allargata: figli e
rispettivi
fidanzati, zie, nonni, Stefania e famiglia, la redazione al completo
con tanto
di dolci metà a seguito, ecc, ecc, ecc..
[pff!!
Che fatica -.-
’]
Mentre
l’andirivieni di quella casa si impegnava a diventare sempre
più caotico,
qualcuno aveva trovato un buon modo per isolarsi da tutta quella
confusione,
aizzatasi nell’arco di così poco tempo.
Infatti,
Cristina, seduta
sul letto della sua camera,accanto a Raoul, giocava con il piccolo
Michele,
senza dare importanza a nient’altro.
«Certo
che è
incredibile, Cris!»- notò Raoul, continuando ad
osservarla.
«E’
incredibile
cosa?» chiese Cristina, distogliendo per un attimo lo sguardo
inebetito dalla
creatura.
«Come
cos’è
incredibile?!»- replicò retorico Raoul
–«Beh, è una bella sorpresa! Guardati:
tu
che perdi la testa per un neonato, non ci avrei mai
scommesso…»- ammise
intenerito il ragazzo.
«Ma
questo non è
mica un neonato qualunque! Michelino è come se è
- boh...non lo so- come si
dice in questi casi?! Un fratellino, un cuginetto, un nipotino o forse
no; anzi,
famo così: è tutte ‘ste cose
insieme!» spiegò con il suo modo impacciato
Cristina, continuando ad agitare un morbido coniglio di pezza dinnanzi
al
musetto del bimbo, intento a ridere delle smorfie che i due gli
facevano.
«Te
lo ricorda molto,
vero?» chiese cautamente il ragazzo, diventando serio.
«Certo
che me lo
ricorda… A volte spero di poterci parlare ancora, di potermi
confidare con lui.
Per me
era come un secondo papà, non so se mi
capisci…»- confessò Cristina,
intristendosi in volto -«Io sono cresciuta con lui e
papà, quindi sono contenta
che sono la madrina di Michelino, così sento meno la
mancanza, no?»
Raoul
la abbracciò
e le propose: «Senti, che ne dici di andare fuori a guardare
le stelle?»
«Va
bene!»- rispose
Cristina – «Però aspetta ‘n
attimo, che lo dovrò pure restituì ‘il
pargolo,
no?!»-continuò Cris, baciando il bambino sulla
guancia, mentre si alzava dal
letto.
Percorse
il corridoio
tenendolo in braccio e, arrivata dinnanzi al divano, in salotto, lo
porse a Monica
che, prendendolo in braccio, si rivolse alla ragazza: «Oh
eccolo qua! Ti ha
dato problemi?»
«Ma
certo che no!
Anzi...» rispose Cristina entusiasta.
«Cris
ci perderebbe
il sonno dietro a quest’angioletto: ne è
innamorata persa ed io comincio, pure,
a esserne geloso, per la cronaca!» confessò Raoul
scherzando, mentre
abbracciava la ragazza.
Monica,
in
risposta, sorrise.
«Madonna
oh! Sei
sempre il solito scemo!»- replicò Cristina rivolta
al fidanzato, per poi
riprendere –«Comunque, Monica, davvero, quando ce
sta bisogno de faglie da’ ‘n
occhiata, chiamami: mi fa piacere!»
Monica
le sorrise e
Cristina fece altrettanto per, poi, soggiungere- «Beh, sai,
averlo con me per un
po’- non so… magari capita anche a te- me lo
fa sentire vicino ancora, lui...»
Monica
la guardò,
mentre il volto della ragazza si incupiva: «No, non capita
solo a te.
Tutte
le volte che
lo guardo, per me, è come sentirlo ancora, ma, forse, ora
che…»-si lasciò
sfuggire Monica, mentre guardava il piccolo tra le sue braccia.
«Ora
che…?» domandò
Cristina, incuriosita e perplessa da quella frase lasciata a
metà.
«No,niente.
Pensavo
a voce alta, volevo dire che, quando diventerà grande,
sarà inevitabile pensarci,
no?’-cercò di rimediare Monica, guardando i due
ragazzi dubbiosi.
«Beh,
certo! Come
non farlo? E’ proprio spiccicato, come ‘a
fotocopia, vero Raoul?» chiese
Cristina, persuasa dall’entusiasmo ed apparentemente convinta
dalla scusa di
Monica, rivolgendosi al biondo.
«Sì,
Cris! ‘A
fotocopia, però, lo sai, che non ti posso dare conferme
perché non l’ho
conosciuto l’originale…» si
giustificò Raoul.
«Ah
vero, c’hai
ragione…»- constatò la ragazza,
proiettando i suoi, ormai, malinconici occhioni
verde smeraldo a terra- «Però, se non fosse stato
per lui, noi manco ci
incontravamo, Amò...»
Raoul
sorrise a
Monica, nel frattempo, scoppiò a ridere al sentire parlare
così serenamente del
suo uomo.
«Sai,
quando avrò
bisogno di sentir raccontare di lui, verrò da te, Cris! Sei,
probabilmente,
l’unica persona che riesce a ricordarlo perfettamente come
vorrebbe lui.» le
confessò Monica con un viso sorridente, seppur ombrato di
malinconia e dubbi
incessanti.
Cristina
le
sorrise, quasi imbarazzata, e, prendendo per mano Raoul, si
allontanò.
Gente,
sguardi,
amici e parole erano trascorsi inesorabili, davanti a lei, in quelle
poche ore,
ma solo il ricordo del sorriso, scaturito dal racconto di Cristina,
sembrava
dare un senso ad un’eventuale risposta per il suo futuro.
Guardando
il suo
piccolo giocare tranquillo tra le sue braccia, capì che
senza la luce di quegli
occhi neri, come la notte fuori la finestra in quelle ore, nulla
avrebbe più posseduto
senso per quanto concerne l’amore.
Ripensando
agli
sguardi, alle parole e all’essenza che esalava da quei
giorni, capì che non
poteva rinunciare alla forza che le trasmetteva la presenza del suo
uomo per un
capriccio dettato dall’ incredulità.
Ma
il sentirsi donna,
viva e capace di mostrarsi al mondo come ninfa, rivelando il suo essere
ancora innamorata
di lui erano tentazioni irresistibili, capaci di dichiarar guerra,
persino,
alla razionalità.
Tutti
coloro che la
circondavano possedevano una loro felicità; lei
no…
Quest’amara
constatazione del presente, la spinse a imbrancare la sua vita tra le
mani.
Lo
voleva con sé,
voleva realizzare una follia d’amore…o forse no?
Era
folle, era
immorale, era immaturo, era impossibile:
si
sarebbe rivelato
così, un altro sbaglio.
Eppure,
la felicità
degli altri, il Natale, il ricordo di Michele nel bambino che teneva
con sè,
l’ebbrezza d’un attimo e la voglia di trasgressione
si schieravano davanti a
lei, incitandola a realizzare i suoi desideri.
Quella
follia si
sarebbe rivelata giusta per lei, per quello che sentiva ed era
ciò che poteva concretamente
importare in quel momento, fosse stato per una notte sola o per sempre.
La
sua felicità
risedeva nel desiderarlo ancora e il
Natale poteva,veramente, portare un’ occasione per regalarsi
un ritaglio di
speranza.
«Monica,
tutto
Bene?» domandò Laura, schioccando davanti ai suoi
occhi le dita per riportarla
alla realtà.
«Sì…
Cioè non lo
so, ma non ha importanza!» rispose sbalordita Monica
– «Laura, senti, devo
chiederti un favore enorme.»
«Dimmi»
rispose la
donna.
«Non
mi fare
domande, ti prego. Quando potrò, se mai potrò
farlo, spiegherò tutto, ma ora
devo andare.» disse Monica, tutto d’un fiato.
«Andare
a fare
cosa? Monica, è la vigilia di Natale!!»
osservò perplessa l’amica.
«Sì,infatti.
O ora
o mai più, vado a regalarmi la mia felicità, per
quanto folle sia, la voglio.»
confessò spigliata.
«Ho
promesso che non
ti chiederò nulla,anche se…» fece per
finire il pensiero Laura, prima di essere
interrotta.
«No,
ti prego…» la
supplicò Monica.
«Vai
allora…» disse
Laura, sorridendole.
«Grazie…»
disse, mentre
l’abbracciava.
«Monica…»-sussurrò
Laura prima che se ne andasse, facendola voltare - «Buon
Natale…»
In risposta, un
sorriso.
***
Rieccomi!!
Scusatemi, mi sono fatta desiderare,ma l'influenza mi ha tolto
l'ispirazione e,ahimè, ho dovuto rimandare di un paio di
giorni la stesura del capitolo.
Vi ringrazio sempre tutte tantissimissimissimo!!
MusicAddicted: Lù!! Sei troppo troppo buona davvero! Sono
contenta ti siano piaciute le scelte che ho fatto e le scene sia quella
del bimbo, sia quella dell'incontro, sia quella dove cito la
lettera..(aww..<3 me ancora sognante,si commuove sempre alla
98,99,100!! Che sono un crescendo magnifico!!).[Chiudo la parentesi,
sennò divento noiosa!! u.ù]. Comunque davvero
grazie ancora e spero vivamente che ti possa piacere il continuo, anche
perchè,come ti ho anticipato, ci sarà un risvolto
tosto...che metterà un po' alla prova tutta la situazione..
Clappy: Claudia come ringraziarti!!??<3 Anche tu davvero troppo
buona! Dirmi che ti piace il mondo in cui rendo Monica e Michele
è per me davvero qualcosa di fantastico, essendo io pazza
d'amore per loro.!!!
Mi fa un piacere immenso che ti piaccia la storia, spero possa
continuare a piacerte con le scelte che adotterò per il
continuo. (:
Ili91: Grazie anche te sia del complimento che dell'appunto, anche
quelli servono tantissimo. Ora ti spiego la scelta mia di non
descrivere dettagliatamente il centro della storia: è
nient'altro che comodità, vedi, questa storia è
commissionata per un contest che prevede nel bando il ritorno di un
personaggio, ma non poteva essere una long fic, essendo la mia storia
parecchio lunga, qui, su efp, l'ho suddivisa in parti, ma
sarà un testo unico, una one shot infinitesimale, me ne
rendo conto,ma sono fatta così, ahimè.. per
questo non mi sono soffermata su tutto il periodo della 'missione' e
anche perchè sarebbe risultato mooolto noioso ripetere le
stesse sensazioni dei due protagonisti durante l'arco di quei 20
giorni.. anche perchè non intendo dare fine alla narrazione
con l'avvenimnto della 'dimostrazione d'amore',
bensì si svilupperà il seguito che
darà una svolta che determinerà una situazione
finale un po' critica..quindi per queste ragioni ho deciso di mia
volontà di tralasciare qualcosa in lunghezza, ma penso che
come entità di contenuto, tutti i sentimenti che volevo
trasmettere tramite i due personaggi siano stati esternati..
In ogni caso grazie (: ^^