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Autore: Jaasmine    30/07/2010    2 recensioni
Ayame Hyotaru,classica studentessa modello del liceo Otashi.Semplice ragazza,colma di pregi ma con il peggior difetto in assoluto : Non godersi la vita.Al contraio,troviamo Kanata Isokuro,che passa il 98&delle sue giornate a ''godersi la vita'',ma a modo suo.Isokuro è il classico donnaiolo,ben voluto dalle ragazze.Ayame odia i ragazzi come Kanata,ma per ironia della sorte,grazie al preside della scuola,i due si ritrovano a studiare insieme,come colleghi.Iniziano a conoscersi,ma Ayame non vuol sentir parlare d'amore!I giorni passano,e Kanata viene a sapere che la ragazza,Ayame,viene abusata dal padre,maltrattata e costretta a fare i suoi comodi.Kanata decide di aiutare Ayame ospitandola nel suo appartamento,immaginate: Due sedicenni con gli ormoni in fase di sviluppo,cosa mai potrà accadere?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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22 Capitolo 2.
La conoscenza.

 Era trascorsa una settimana da quando io e Kanata eravamo diventati ''colleghi di lavoro''.
La situazione si mostrò molto più difficile del previsto!Kanata non si applicava per niente,e ci sono state delle volte che ho creduto facesse a posta a non ascoltarmi,ad ignorarmi e a dirittura a sfottermi mentre facevo il suo lavoro. Lui e lo studio non erano compatibili,proprio per niente. Ma non avevo alternative,per quanto fosse difficile dovevo sopportarlo. Sopportare lui,le sue storie insulse e patetiche,del tipo ''esco con 3 ragazze contemporaneamente,alcune ragazze si sono picchiate per me'' e bla bla bla. Chiacchiere,solo chiacchiere. Con me questa tattica non attaccava! Ma stavo in silenzio,lasciandolo parlare e facendogli credere che ero interessata a ciò che stava dicendo.
E così un altro giorno passò senza aver concluso gran che!Non pretendevo molto da Kanata,ma mi aspettavo almeno uno ''sforzo'',se così si può definire!
Andai a casa. Il giorno seguente,come quelli precedenti,sapevo di dover andare nel  mio,ma ormai nostro,posto segreto. Che strano a dirsi!Sembrerebbe quasi un'altra cosa,come se io e lui fossimo una dolce coppietta di fidanzatini che condividono un posto meraviglioso!Beh,ma era ovvio che non era assolutamente così.
Iniziammo a conoscerci un meglio,ma mantenendo sempre una certa distanza!Eravamo troppo diversi per diventare degli ipotetici ''amici''. Insomma,io amavo lo studio e lui no!Lui era un donnaiolo,e io non sopporto i donnaioli. Troppe cose che non andavano,proprio quando sovrapponi dei pezzi si puzzle al contrario,non coincideranno mai.
«Ayame non ho capito!»
«Uff,sarà la ventesima volta che te lo spiego,sono stufa!»
«Non è colpa mia!Non sono tagliato per queste cose,punto e basta!»
«No,non è ''punto e basta''!» Precisai.
Ero stanca del suo modo di fare,nel dire e postare le cose,ero stufa di lui.
Mi precipitai dal preside per chiedere eventuali cambiamenti,ma niente!Il preside non ne voleva sentire. ''Sei una brava ragazza,so che Isokuro è un osso tosto,ma ho scelto proprio lei,Hyotaru,perchè so che ha molta pazienza e sarà di grande aiuto''diceva. Facile a dirsi no?
Mi rassegnai,non c'era niente da fare,niente!
Una,due,tre settimane. Ormai passavo l'ottanta per cento della mia giornata con Kanata. Mi stavo abituando al suo essere,alle sue storielle e al modo in cui ignorava ciò che gli spiegavo.
«Voglio fare un patto con te,ci stai?»Mi disse.
Un patto?
«Beh,dipende!»
«E da cosa?» Disse con un sorriso sarcastico.
«Beh,dipende di che tratta il patto,spiegati Kanata!»
«Io passerò questo semestre,giuro di impegnarmi e di mettere tutto me stesso per passare l'esame! »Ah bene,mi faceva piacere!Ma che cosa mai avrà voluto in cambio?Forse soldi?Lo lasciai continuare.
«...Solo se tu uscirai con me!»
Strano ma vero,ci avrei scommesso tutto. Sapevo che prima o poi avrebbe fatto il casca morto con me!Non perchè io fossi bella,ma perchè lo fa con tutte.
Lasciai perdere e mi limitai a guardarlo con aria di strafottenza.
«Cosa ti fa credere che io accetto questo ''patto''?»
«Beh,se vuoi che io mi metta d'impegno devi accettare!»
Ah ah,addirittura? Io dovevo accettare queste condizioni?
Feci una risatina e pensai che dopo tutto potevo accettare,e dopo che si sarebbe messo d'impegno,studiato e dato dei risultati,avrei rifiutato l'invito!E così feci.
«Va bene.»
 ***
Continuavano a passare i giorni,Kanata si impegnava veramente molto,ed io mi sono chiesta: Perchè? Insomma,il patto era il seguente: lui si impegnava,ed io uscivo con lui. Se si impegnava così tanto,significa che ci tiene ad uscire con me,o no?O forse a qualcosa in mente?
Questo pensiero mi torturò per un paio di giorni,ma poi smisi di pensarci,d'altronde voglio ricordare che Kanata può avere tutte le ragazze che vuole,quindi io sarei stata solo ''la sua ultima preda''.
« Ayame,domani studiamo a casa tua?»
«  No,perchè?»
Era assolutamente fuori discussione.
 « Ho guardato il meteo,e ha messo pioggia per domani. Non credo sia l'ideale studiare in quel posto »
Merda.
« Allora studiamo a casa tua,se non hai niente in contrario,Kanata »
« Per me va bene,ma ho notato che ultimamente,quando ti chiedo se studiamo a casa tua,mi rispondi sempre con un NO,secchissimo. Perchè? »
Non potevo diglielo,lui non doveva sapere.
« Devi sapere che vivo sola con mio padre,quindi c'è molto disordine. » Mentii.
« Ah,capisco. Ma se è solo per questo non devi preoccuparti. »
«Senti Kanata ho detto di no,punto e basta.  »
Mi fissò. Forse ero stata stroppo schietta,e di certo il modo in cui gli avevo risposto non era dei migliori,ma non potevo fare altro.
Tornai a casa.
* * *
''Lasciami andare,ti prego basta,non ce la faccio più.''
Parole urlate,invano al vento.
Mio padre,quella bestia. Non era un'uomo.   
  . . .
Ero in camera mia e suonò il mio cellulare,era Kanata,che in quel momento era la mia salvezza.
« Ayame oggi studiamo? »  Meno male.
« Oggi no,però se ti va andiamo al centro commerciale ok? »  Cercai di sembrare il più calma e normale possibile,ma forse,il fatto di andare al centro commerciale risultava ''strano di suo''.
« Emh,si certo,a che ora? »
« Adesso,vengo a casa tua,ora. » E attaccai .
Uscii dalla mia stanza,cercando di fare il meno rumore possibile. Facevo silenzio,molto silenzio.
Mancavano tre passi e sarei uscita da questa casa,solo tre passi.
Due, uno .
« Dove diavolo stai andando? »
Mio padre.
« Io … Devo aiutare quel ragazzo a studiare,lasciami per favore. »
« Sai che oggi non mi hai soddisfatto,vero?Questa sera facciamo i conti! »
« Si. »
Uscii di casa in lacrime. Mancava un fottutissimo passo,solo uno,diamine!
Arrivai sotto casa di Kanata,pioveva. Ma prima di suonare il campanello,mi accertai che i miei occhi non erano rossi e gonfi,per colpa delle lacrime,ma troppo tardi,Kanata mi aveva preceduta.
« Cos'è successo Ayame?Perchè stai piangendo? » Era preoccupato. I suoi occhi castani fissavano i miei.
« Niente,davvero! »
« Sei sicura Ayame? » No. Non sono sicura di niente,perchè non c'è niente che vada bene nella mia vita,niente.
« Si,tranquillo!Sto benissimo. Andiamo ora? »
« Okay. »
Camminammo sotto la pioggia,i capelli di Kanata da castano chiaro,sembravano quasi neri. I nostri vestiti erano fradici . Per la fretta di uscire da quell'incubo chiamata anche casa, non presi nemmeno l'ombrello,e Kanata nemmeno.
Starnutii.
« Forse è meglio rimandare o ti prenderai un raffreddore,ti accompagno a casa Ayame. »
« No. »
Iniziai a piangere. Perchè? Perchè stavo piangendo davanti a lui? Sicuramente mi avrebbe fatto domande,ed io non potevo digli ciò che stava succedendo,non potevo.
« Ayame! »
« Non posso spiegarti,ti prego cerca di capirmi. Portami con te,solo per qualche ora a casa tua. »
Non volevo assolutamente andare a casa,non potevo proprio . Quel maiale,ovvero mio padre,me l'avrebbe fatta pagare.
« Certo,andiamo. »
Ci fu un silenzio simile a quello di un funerale. Non mi fece nessuna domanda. Strano,molto strano.
« Eccoci arrivati! »
Casa di Kanata. Wow .
Mi fece accomodare nel suo soggiorno,molto spazioso. Kanata viveva da solo,i suoi vivevano in Italia,per motivi di lavoro.
L'appartamento in cui mi trovavo era carino,molto accogliente sebbene ad abitarci ci fosse un ragazzo .
« Hai una faccia … Vuoi riposarti? »
Si,decisamente si. Avevo bisogno di assoluto riposo. Ero 5 notti senza chiudere occhio.
« Kanata on devi disturbarti! »
« Vieni. »
La sua mano toccò la mia e la strinse,mi alzai. Mi portò in camera sua .
« Riposati,io vado a prepararti qualcosa di caldo e poi,se ti va,potremmo parlare. »
Che gentile. Avevo giudicato male quel ragazzo,molto male. Prima che chiudesse la porta lo ringraziai e mi fece l'occhiolino. In quel momento,senza sapere il perchè,le mie guance arrossirono.
Mi levai i vestiti e mi misi sotto le coperte calde. La stanza di Kanata era molto piacevole,le pareti erano di un colore simile al blu,ma un po' più chiaro.
Era esausta e mi addormentai.
   
 
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