Dolci segreti.
Michele
se ne stava
seduto tranquillamente, affondandosi nella manona da, ormai,
più di un’ora, mentre
sforzava la vista nella lettura di un foglietto.
«Ti
prego, guarda
tu perché io sono troppo nervosa!Non ce la posso
fare…» gli disse Monica, arrivando
dal corridoio e porgendogli un asticella bianca con una mano, mentre
con
l’altra si copriva gli occhi.
Michele
la guardò
scettico, sfilandogli l’asticella dalla mano, tesa verso di
lui.
Si
alzò, la esaminò
con minuzia eccessiva, girandolo al contrario, mettendosi di fronte
alla
finestra e in controluce per, poi, constatare la sua ignoranza in
materia.
«Monica,
scusa, ma
non ci capisco niente! Sarà che sono un uomo, ma, neanche
avendo letto le
istruzioni cento volte, ‘ste cose non riesco a
decifrarle.» constatò lui,
riporgendole l’oggetto di attenzioni tanto morbose.
Monica
si avvicinò
e si sedette in braccio all’uomo per, poi, prendere, a sua
volta, l’oggetto che
gli porgeva.
Lo
scrutò.
«Sono
due, Michele…»
disse lei, dopo un po’.
Monica
rimase
attonita, si voltò a guardare il suo uomo, lui le sorrise,
pur rimanendo
confuso.
«Michele,
secondo
te ci dobbiamo fidare? E’ attendibile, dico?» gli
domandò lei, stando tra le
sue braccia.
«Monica,
adesso
capisco uno, ma abbiamo
fatti otto, dico
otto test di gravidanza e sono tutti positivi, più
attendibile di così se
‘more’» -rispose lui con un sorriso,
accarezzandole la mano- «Se vuoi, per
farti stare tranquilla ne faccio uno anche io!...» la prese
in giro, stringendola
nelle spalle.
«Ahahah!
Quanto sei
divertente!» controbatté lei, ridendo.
Poi,
un attimo di
vuoto assoluto; Monica sospirò.
«Michele...»-
gli
si rivolse lei, cercando i suoi occhi- «Non so cosa
pensare...»
«Beh…penso
che per
il nome ci sia tempo, no?» sdrammatizzò lui per
strapparle un sorriso.
«Ma
no, scemo!» disse
lei, ridendo per, poi, continuare diventando seria- «Lo sai
che vuol dire
questo, sì?»
Michele
annuì,
guardandola negli occhi.
«Michele,
ho paura:
non potremo più nasconderci…»
sussurrò lei, non lasciando mai soli gli occhi di
lui.
«No,
non potremo
più farlo.»-riprese lui, dolcemente.
Attese
un attimo,
poi, guardandola negli occhi, le prese la mano, intrecciandola alla sua.
«Monica,...tu
lo
vuoi questo bambino?»
Monica
annuì
flebilmente, mentre gli occhi le diventavano lucidi e poggiava il capo
sulla
spalla dell’uomo che, nel frattempo, lasciava scivolare la
propria mano sulla
pancia di lei.
«E’
veramente un…»-
iniziò Michele, stupitosi del pensiero che aveva fatto
comparsa in lui-
«E’
il nostro segno.»-
sospirò lui, rivolgendo
gli occhi al cielo, mentre stringeva forte Monica.
«Che
stai dicendo?»-gli
chiese lei, ridendo e rimanendo a metà tra
l’essere perplessa e l’essere
curiosa.
«Sto
dicendo che
qualcuno ci vuole insieme, Monica.» rispose, abbassando lo
sguardo.
«Dici
davvero?» cercò
rassicurazione lei, guardandolo.
«Ne
sono sicuro, lassù
le cose o si fanno per bene o non si fanno…»
rispose lui, sorridendole.
Monica
lo guardava
perplessa, ma non poté non cedere a ricambiare il sorriso.
«E
perché dici
questo, no perché io non sto capendo…»
cercò di concludere la frase la donna,
prima di venire interrotta.
«Monica:
lascia
stare, non domandare!!» disse lui, comicamente, facendola
ridere.
Monica
raggiunse la
mano di Michele, ancora su di lei.
«Io
ne sono
felice.» le confessò lui- «Come pensi di
dirlo agli altri?»
Monica, per sfuggire al
discorso, si alzò di
fretta e, dopo poco, tornò con il piccolo Michele in braccio.
«Amore,
non ci
siamo mica dimenticati di te… » gli parlava lei,
tenendolo in braccio, mentre
agitava i piedini stretti nelle babbucce azzurre, ridendo.
«Lo
prendi tu? Devo
andare di là.» -disse a Michele, mentre glielo
porgeva- «Poi, si sa che la
solidarietà maschile... Io so già che me lo
rovini, me lo fai diventare un
essere terribile: insomma, un uomo!»
Michele
la guardò
perplesso allontanarsi, mentre prendeva il bimbo in braccio.
«Vieni
qua, amore
di papà! Che bello che sei…»
mormorò, mentre lo faceva giocare- «Io e te,
sì che
ci capiamo, non come qualcuno, qua
dentro, che evita i problemi.»
Monica
sbucò, facendo
cucù dalla porta della cucina.
«Io
non evito i
problemi, solo che, non so te, ma non riesco a pensare a come
farlo…» ribatté, polemizzando
come al suo solito- «Ammetterai che non è la cosa
più comune al mondo!
Cosa
faccio?!
Vado
lì e dico: ‘Ragazze,
sapete la novità?! Vi devo dire una cosa: ve lo ricordate
Michele?! Sì, proprio
il mio quasi marito morto? Bene: è vivo, vegeto e ci amiamo
da morire, così tanto
che sono rimasta incinta.» borbottò tutto
d’un fiato lei.
Michele
la stette a
sentire in silenzio, dopo di che, accigliò gli occhi e
concluse con un: «Naa…lasciamo
stare!»
Monica,
disarmata
dal sorriso che lui aveva sfoderato, guardandola, abbracciò
i suoi uomini, scoppiando
a ridere.
~
(Un
mese e mezzo
dopo)
Monica
rifletteva
se stessa nello specchio della camera da letto calda, nonostante
febbraio si
presentasse fuori investito da un freddo innegabile.
Scrutava
in
silenzio l’immagine di quella sconosciuta
‘io’, cercando di convincersi che la
morbida dolcezza che stava acquisendo il suo corpo, in segno di una
vita
imminente, si sarebbe nascosta dietro le pieghe del vestito che aveva
indosso.
Purtroppo,
percepiva che non avrebbe potuto mantenere quel dolce segreto
all’inseguirsi
dei giorni che la spogliavano della sua verità lentamente,
mostrando l’esserci di
ciò che fin’ora aveva
serbato per sé.
Nel
rimanere
totalmente assorta in quell’osservazione tanto critica di
sé, non si accorse
della presenza di Michele che, arrivato dal corridoio alle sue spalle,
la
dissuase, cingendole i fianchi da dietro.
«Michele…»
sussurrò
lei, vagamente spaventata per poi voltarsi nuovamente verso
l’immagine dello
specchio, ora, più rassicurante di quella presente fino a
qualche istante
addietro- « Sei pazza?! Mi hai fatto prendere un
coccolone!»
«Sei
bellissima…» gli
mormorò lui all’orecchio, continuando a guardarla
con lui nel riflesso.
Monica
sorrise, facendovi
seguire un sospirone.
«Michele,
tra poco
non riuscirò più a nasconderlo...»
constatò lei, in tono realistico.
Michele
rispose con
il silenzio.
«Sapevo
che non ce
l’avrei fatta a nascondere a lungo una creatura...»
accennò lei.
«Eh…
non ce
l’aspettavamo di certo: ci ha fatto una bella
sorpresa.» rispose lui,
sfiorandole la pancia.
«Sinceramente,
era
l’ultima cosa che pensavo, quella di rimanere incinta di
nuovo, di te, poi…» rispose
lei, prendendolo in giro.
«Eh
beh… Vuoi
mettere, in Paradiso le angiolette non erano affatto
indifferenti…!»-la prese
in giro lui, ridendo.
«Ma
che stupido!»-
replicò lei- «Dato che confidi ancora nelle tue
doti di Don Giovanni, vai, che
aspetti?! D’altronde quelle ‘decolorate’
(disse, imitando il nitrito) con le
gambe chilometriche, tutte perfettine, sempre sorridenti sono meglio di
me, no?
Io sono umana con la ricrescita, spesso scazzata e, a breve,
diventerò una
mongolfiera- per giunta, per colpa tua, se proprio dobbiamo essere
fiscali- e
fai bene a lasciarmi qui, di nuovo, con due creature: sei il solito
maschio in
fuga con la ‘sindrome di Peter Pan’,
ammettilo!»
Michele
inarcò un
sopracciglio, spaventato dal tono minaccioso della compagna,
palesemente in
crisi di nervi.
«Oddio,
ricominciamo?! Monica… io rimango perché ci
amiamo!»
«Dici
davvero?»
chiese lei, arrossendo.
Michele
gli rivolse
uno sguardo perplesso; continuando a stare dietro di lei,
cercò le sue labbra per
baciarla per un po’, per sentirla tranquilla.
Stettero
a contatto
a lungo, finché Monica si allontanò lentamente.
«Michele,
si vede?»
domandò incerta, rivolta verso lo specchio.
«A
me piaci da
morire lo stesso.» rispose lui.
«Amore…»
-mormorò, voltandosi
in modo da poterlo guardare in volto- «Si nota tanto,
eh?»
«Veramente...»
iniziò
lui.
Lei
lo guardò vaga,
mentre lui fissava i suoi occhi azzurri, oscurati dal peso delle
preoccupazioni.
«Monica, basta: non nascondiamoci
più.»
@Ray08: Io non so come ringraziarti!!! Sei veramente troppo carina (<3). Spero che il risvolto che darò alla storia ti piaccia, anche se,ormai, siamo agli sgoccioli. Grazi grazie grazie grazie davvero, non sapete come sono felice (:
A prestissimo
Smack Smack
Chiara