Ed
eccomi qui!
Sto mantenendo fede al
mio impegno queste settimane, avete visto?
Se mi impegno ce la posso
fare anch’io xD
Certo, sto trascurando un
po’ di cosine a cui dovrei prestare attenzione *tipo studiare
per l’esame della
patente* però devo dire di essere soddisfatta della mia
velocità e anche
–strano ma vero- dei miei nuovi capitoli!
Indi per cui, non mi
resta che lasciarvelo leggere senza, per una volta, finire in sproloqui
senza
senso sulla mia vita XD
Solo una cosa: il
prossimo capitolo farà ritardo, perché finalmente
anche Giulia va in vacanza
*_* Cercherò comunque di non far passare un mese, tranquille
u.u
Ho cinque ore e mezza di
treno, scriverò qualcosa dai x3
Dunque, leggete e fatemi
sapere, come sempre, che ne pensate!
I vostri
commenti e i vostri complimenti mi donano sempre un po’
di allegria!
Un
bacione enorme e buone
vacanze a tutte/i voi! <3
PS.
Questo capitolo è un
omaggio alla grandissima Savannah,
che ha coronato il sogno di molte delle scrittrici di questo sito:
pubblicare
un racconto originale in pagine e inchiostro! Chi ha letto le sue ff
qui su EFP
capirà a cosa mi riferisco quando parlo di omaggio! Le
auguro tutta la fortuna
del mondo, sperando, nella mia piccola modestia, di riuscire un giorno
a
diventare come lei.
Alexis
Lily Potter
Chibi Alexis: http://www.youimages.org/public/images/181326Alexis.jpg
Diamond Anne Cherin: http://img33.imageshack.us/img33/9707/img008jy.jpg
~Un
Particolare In
Più~
Narcissa
Black Malfoy camminava a passo svelto lungo il corridoio
dell’enorme villa, in
cui viveva con il marito Lucius, il figlio Draco e l’elfo
domestico Dobby.
E
malediceva il buon nome di Lord Voldermort, perché in casa
sua, in quel momento
non c’era nessuno di loro! Possibile che quando servissero,
sparivano tutti?
Ok,
Draco era anche giustificato: era a scuola da mesi ormai e non lo
avrebbe visto
fino alla fine dell’anno, dal momento che Lucius aveva
preferito farlo
rimanere, anche per le vacanze natalizie, a Hogwarts, il luogo
sicuramente più
sicuro, di quei tempi. Lui era quasi sempre lontano da casa per affari
di
lavoro: dopo aver elargito un’ingente somma di denaro, molti
anni prima, per
convincere il Ministero della sua innocenza – per comprarla,
sarebbe meglio
dire – continuava a fare dei piccoli favori ai potenti del
settore, solo per
assicurarsi un posto nel mondo per il loro futuro e quello del figlio.
Per
tutti i dannati mezzosangue: non aveva nulla in contrario su questo, ma
se
qualche volta si fosse dato pace e avesse trascorso un po’ di
tempo con sua
moglie, non sarebbe di certo crollato il mondo!
E
poi, c’era quell’inutile essere di Dobby:
l’elfo domestico più inefficiente del
mondo magico! Aveva chiesto a Lucius di liberarlo e prenderne un altro:
sicuramente Kreacher, l’elfo della sua defunta zia e che ora
apparteneva a quel
buono a nulla di Sirius, nascosto chissà dove, come un
vecchio e lurido cane –
oh, avesse fatto le scelte
giuste, quando aveva potuto, ora non si sarebbe ritrovato a scappare
come un
impotente Babbano -, sarebbe stato molto più servizievole.
Quell’orrendo coso di
Dobby, le poche volte in cui era
presente, combinava più guai che cose giuste: aveva
più dita stirate, orecchie
bruciate e ferite da frusta – Lucius, quando era nervoso, ci
andava giù
pesante…Narcissa non approvava, ma non aveva il coraggio di
ribattere – che
altro. E poi, le uniche e rare volte in cui serviva, non lo si trovava
da
nessuna parte – cosa che, ultimamente, succedeva
più spesso del solito.
-DOBBY!-
Tuonò
ancora, mentre scendeva le imponenti scale che portavano
all’ingresso
principale. Il tempo di scendere l’ultimo gradino e
l’enorme porta di ingresso,
interamente intagliata nel legno, si aprì, lasciando entrare
una figura alta e
dal portamento fiero ed elegante.
-
Narcissa.-
La
voce fredda di Lucius Malfoy riempì il silenzio, colmato
appena dall’eco
dell’urlo della donna. In un turbinare di veli di gonna e di
boccoli biondi, la
Black si voltò verso suo marito, con l’espressione
sorpresa ancora leggermente
accigliata.
-Lucius!-
Esclamò
stupita, avvicinandoglisi mentre lui si sfilava il mantello nero, con
un gesto
fluido.
-Dobby!-
Al
richiamo del vero padrone, l’elfo domestico fece la sua
comparsa, con un
piccolo ‘pop’. Si chinò tanto, che il
naso lungo sfiorò il pavimento.
-Ai
suoi ordini, signore.-
Gracchiò
con voce titubante, mentre Lucius lasciava ricadere il mantello tra le
sue
mani.
Narcissa
sbuffò arrabbiata, lanciandogli un’occhiataccia.
-Si
puo’ sapere perché diavolo quando lo chiamo io non
compare?-
Si
lamentò stizzita, stringendo la lettera che teneva tra le
dita fine, con
espressione frustrata. Lucius si voltò a guardarla, con
entrambe le
sopracciglia fine sollevate.
-Dici
davvero?-
Si
informò, con voce apparentemente disinteressata. Il piccolo
elfo tremò, mentre
ripiegava il mantello.
Narcissa
sospirò e scosse la testa, dopo aver lanciato una lunga
occhiata all’elfo.
Aveva ancora un briciolo di pietà, per sua immensa fortuna.
-Lascia
stare.-
Mormorò,
stringendo le braccia al petto. Lucius la osservò per
qualche secondo
silenzioso.
-Dobby,
va. Ti voglio nel mio studio tra un’ora e se non ci sarai,
non sarò di nuovo
tanto clemente. E quando mia moglie ti chiama, ti ho ripetuto mille
volte che
devi obbedirle come se fossi io a chiamarti, sono stato chiaro?-
Il
tono con cui disse quelle parole era apparentemente calmo, ma
nascondeva una
sottile minaccia che l’elfo conosceva bene.
-Sì,
signore. Dobby è dispiaciuto di non aver obbedito alla
Signora. Dobby andrà a
bruciarsi le dita dei piedi, per questo.-
Si
mortificò, chinandosi ancora tanto da toccare terra anche
con le orecchie da
pipistrello.
Lucius
lo liquidò con un gesto infastidito della mano e
l’elfo scomparve, così come
era apparso.
Narcissa
fissò il marito, che si concentrò finalmente su
di lei. Le si avvicinò,
sfiorandole il viso con una carezza delle dita gelide. Poi le
stampò un rovente
bacio sulle labbra. Solo allora lei si concesse di sorridere e lo
sguardo di
ghiaccio si sciolse appena in un’espressione più
morbida.
-Dove
sei stato?-
Gli
domandò, mentre lui le accarezzava i lunghi capelli e la
stringeva a sé,
passandole un braccio intorno alla vita; le mise la guancia sulla
tempia.
-Affari
di lavoro, come sempre.-
Le
rispose, in modo semplice e sbrigativo. Non amava parlare con la moglie
di
quelle cose: non ne andava molto fiero, ma doveva farlo per lei e per
loro
figlio.
Narcissa
sospirò, un po’ delusa, e gli posò una
mano sul petto.
-Come
mai cercavi Dobby?-
Si
informò con un mormorio, sfiorandole i capelli con le labbra.
-Draco
mi ha mandato una lettera, un po’ di tempo fa. Ma con tutta
la confusione di
pergamene che arrivano in questa casa, l’ho trovata solo
oggi.-
Alzò
il viso per poterlo guardare negli occhi e scorgere la sua espressione
lontana,
come sempre. Chissà a che stava pensando, ora. Era da un
po’ che Lucius le
sembrava distante, come quando si era unito al Signore Oscuro.
Sospirò,
disegnando una linea immaginaria sulla camicia di tessuto pregiato del
marito.
-Dovremmo
dire a chi ci scrive, di darci un taglio. La ‘Gazzetta
del Profeta’ e ‘Il
Settimanale delle Streghe’ chiedono ancora
un’intervista per sapere cosa
significhi essere sotto Imperius
del
Signore Oscuro. Ti rendi conto?! Ci tempestano ancora, dopo sedici
anni!-
Sbottò,
premendogli entrambe le mani sul petto e facendo per allontanarlo, un
po’
alterata. Ma lui non glielo permise e le strinse entrambe le braccia
intorno
alla vita, costringendola a restare in quell’abbraccio, che
la fece gemere
appena. Con sguardo vuoto, le depositò un bacio sulla tempia
e poi le mise il
mento sulla testa, cullandola un pochino.
-Dimmi:
che ti ha detto Draco nella sua lettera?-
Si
informò, ignorando del tutto il discorso precedente.
Narcissa
sbuffò contrariata: non c’era alcun modo per
affrontare quell’argomento con
Lucius.
-Mi
ha chiesto una cosa davvero strana.-
Sospirò,
arrendendosi. La stretta di Lucius si fece meno ferrea, mentre la
distanziava
per guardarla negli occhi, con un cipiglio confuso. Non la interruppe,
incitandola
silenziosamente ad andare avanti, mentre le accarezzava appena una
guancia.
-Voleva
sapere se avessi una cugina di nome Alexandra. Dovrebbe essere la
sorella
minore di quel buono a nulla di Sirius e avere quindici anni.-
Spiegò,
rimuginando su un pensiero che le era venuto ora in mente.
Lucius
la fissò, alzando un sopracciglio.
-Come
mai vuole saperlo?-
Narcissa
scosse la testa.
-Non
lo so, non ha specificato. In ogni caso, non ricordo di avere una
cugina con
quel nome.-
-E
allora?-
Lucius
corrugò la fronte. Lei fece spallucce.
-Nulla,
gli ho scritto una lettera di rimando in cui gli comunico di non
ricordare
affatto questa Alexandra. Mi serviva Dobby per fargli recapitare la
lettera: è
passato più di un mese da quando mi ha inviato questo
messaggio e utilizzando
il gufo, arriverebbe ancora più tardi.-
Spiegò,
mentre Lucius scioglieva l’abbraccio.
-Capisco.-
Le
sfiorò di nuovo le labbra con un bacio veloce, prima di
sfiorarle i capelli e
superarla.
-Comunque,
non darla a Dobby: quell’elfo fa più danni che
cose giuste.-
Affermò,
con tono annoiato.
-Puoi
darla a me: domani vado a scuola per vedere la partita di Quidditch di
Draco.-
La
informò, mentre saliva l’enorme scalinata, per
andare al piano superiore.
Narcissa fissò stupita la sua ampia schiena, prima di
rincorrerlo per i
gradini. Con la gonna lunga e ingombrante, rischiò di
inciampare, ma,
fortunatamente, Lucius si voltò in tempo e
l’afferrò per un gomito, impedendole
di rovinare giù per le scale – i riflessi che lo
avevano reso capitano della
squadra di Quidditch di Serpeverde, a suo tempo, non
l’avevano di certo
abbandonato con l’avanzare dell’età. La
fissò e un lampo divertito gli
attraversò lo sguardo argenteo.
-Sta
attenta, Cissy.-
La
rimproverò, ma il tono che aveva usato era dolce e gentile.
Il
cuore di Narcissa mancò un colpo: quanto
tempo era che non la chiamava in quel modo? Che non usava quella voce?
Che non
le sorrideva?
Bofonchiò
qualche scusa, nervosa e felice. La risata di Lucius si diffuse in
quella casa
che era sempre troppo vuota e silenziosa.
-Il
tempo passa, ma tu rimani sempre la mia piccola e maldestra Narcissa.-
Se
ne uscì, sfiorandole il viso con una carezza, prima di
riprendere a salire gli
scalini.
La
donna rimase a fissarlo, meravigliata e con il cuore che le pulsava
forte nel petto,
facendola sentire finalmente…viva.
Scosse
la testa, dopo qualche secondo, tornando alla realtà, e
riprese a seguirlo
lungo il corridoio che conduceva al suo studio.
-Vai
a trovare Draco?-
Gli
chiese affannata, dopo averlo raggiunto. Lui si limitò ad
annuire, mentre
apriva la porta dello studio e ci entrava. Narcissa si
accodò, introducendosi
nella stanza.
-Portami
con te, per favore!-
Se
ne uscì e Lucius quasi cadde dalla sedia, sulla quale si
stava accomodando.
Alzò il viso su quello triste della moglie, che lo fissava
speranzosa, con la
lettera stretta tra le mani piccole e affusolate, portate al petto.
Sospirò
e si mise seduto, poggiando i gomiti sul ripiano della scrivania e
prendendosi
la fronte tra le mani.
-Narcissa…-
-Ti
prego!-
Lo
implorò quasi, mentre si avvicinava alla scrivania e si
abbassava verso di lui,
per poterlo guardare in viso, le mani poggiate sul tavolo cosparso di
documenti
e lettere.
Lucius
rimase in silenzio, poi si umettò le labbra e una mano si
mosse lenta ad
accarezzare il dorso di una di quelle della moglie.
-Cissy,
mi dispiace. Non posso portarti con me e lo sai. Hanno già
cercato di
ispezionarci casa per trovare qualcosa di sospetto e i nostri
sotterranei sono
pieni di prove che potrebbero incarcerarmi con un soffio. Tu devi
restare qui.-
Lo
disse nel modo più dolce che conoscesse, mentre le prendeva
la mano e la
stringeva forte.
-Non
lasciarmi qui da sola, di nuovo…-
Mormorò
lei, abbassando lo sguardo e mordendosi forte il labbro inferiore. Gli
sembrò
di vedere una lacrima scivolare lungo il viso scarno, ma non ne era
sicuro,
perché si era nascosta dietro i capelli.
La
cosa, comunque, gli fece un male
d’inferno.
Le
lasciò andare la mano, bruscamente, e si girò con
la poltrona, dandogli le
spalle.
-Narcissa,
non ti porterò con me. Fine del discorso.-
Il
suo tono si era fatto improvvisamente gelido, duro e con un pizzico di
disprezzo. Si era voltato, per non vederla ancora in viso: da
Mangiamorte aveva
imparato a mentire e a trattare male le persone, per ottenere
ciò che voleva.
-Lascia
la lettera sulla mia scrivania e vattere, ora. Devo occuparmi di alcuni
affari.-
La
liquidò scostante e giurò di aver sentito un
debole singhiozzo, che gli si
conficcò nel petto come un’acuminata spilla di
ghiaccio. La ignorò, perché
aveva imparato a convivere col dolore da tempo, ormai.
Narcissa
non disse nulla. Si limitò a fare quanto detto dal marito,
senza protestare:
sapeva che sarebbe stato inutile e non voleva vedere Lucius arrabbiato.
Poi,
mentre si allontanava per uscire, la sua voce la costrinse a fermarsi.
-Chiederò
a Judice di venire a farti compagnia per il tempo che starò
fuori, d’accordo?-
Si
voltò per osservare il marito, che ora si era di nuovo
girato e la fissava con
un’occhiata impenetrabile.
Narcissa
si limitò ad annuire, socchiudendo appena gli occhi.
Judice
era la madre di Blaise Zabini e la conosceva fin da quando i loro figli
erano
piccoli e si erano ritrovati a giocare insieme in una festa
dell’alta società.
Poteva considerla più o meno come un’amica: per lo
meno c’era, quando aveva
bisogno di lei. Non avevano gli stessi gusti: quella donna parlava
sempre di
fama, sesso, soldi e trucchi, argomenti che a lei non interessavano poi
molto.
La fama che aveva, sinceramente, la odiava; il sesso? Solo con Lucius,
ma
preferiva chiamarlo amore –per quanto ne fosse rimasto nel
loro rapporto; i
soldi non le interessavano così tanto, ma forse solo
perché ne era piena e non
sapeva più cosa farci; e il trucco? Lo usava, ma non ne
faceva una ragione di
vita.
Ma,
nonostante tutto, era meglio di niente.
Chi
aveva inventato il proverbio ‘meglio
soli
che da Mangiamorte accompagnati’ evidentemente non
aveva mai provato la
vera solitudine.
Alla
fine, dopo un lieve inchino rispettoso, Narcissa si voltò,
ma proprio sullo
stipite della porta, si fermò di nuovo. Un lampo le aveva
attraversato la
mente, all’improvviso.
Si
girò verso il marito, con espressione corrucciata.
-In
ogni caso, quello che mi chiedeva nella lettera
Draco…è impossibile.-
Riflettè,
la mente lontana che elaborava i ricordi.
Lucius
la guardò confuso.
-Perché?-
-Perché
a quanto dice lui, questa
Alexandra avrebbe quindici anni e dovrebbe essere nata un anno dopo
Draco,
dunque nel 1981. E questo non è possibile: mio zio Orion
è morto nel 1979,
subito dopo la scomparsa di mio cugino Regulus…-
~~~
Se
c’era qualcuno a cui non poteva sfuggire neanche il
più nascosto pettegolezzo,
ad Hogwarts, quella era Coolen Careye, con le sue più fedeli
amiche, Cameron
Touchfeel, Charlie Liplose, Cleo Keenhear e Chantelle Noseypark.
Rinominate
inizialmente le F.C. – abbreviazioni sciocca del soprannome
‘Five C’ -, ora
erano note in tutta la scuola come ‘Untouchable
Ravens’. Corvonero, del quinto anno, erano tutto
quello che i ragazzi
vogliono e tutto quello che le ragazze desiderano essere: purosangue,
belle,
ricche, intelligenti e amate. Avevano uno stuolo di corteggiatori
secondo solo
a quello di Blaise Zabini – ma lui, infondo, era il Re degli
affari di cuore.
Avevano il potere ad Hogwarts e nessuno osava mai contraddirle.
Perché?
Dirigevano
una rivista segreta che veniva pubblicata ogni Domenica mattina, e di
cui solo
gli studenti erano a conoscenza – veramente, qualcuno
sospettava che Silente ne
sapesse qualcosa, ma si divertivano a credere che anche a lui piacesse
leggere
i loro articoli.
A
nessuno conveniva andare contro quelle cinque brillanti studentesse,
perché
potevano distruggerti in un solo secondo, con poche righe. Vanessa ‘Senza Cervello’ Fleming,
era stata
costretta a rimanere chiusa in camera sua per più di un
mese, per la vergogna.
L’articolo ‘Un cervello? A
che vi serve!
Fate come Vanessa Fleming: vendetelo a un Troll!” era
stato sulle bocche di
tutti fino alla fine del loro terzo anno.
Vanity
Witch era
conosciuto da tutti gli studenti e veniva portato
avanti da tre anni ormai. Non c’era ragazzo di Hogwarts che
non lo comprasse
per leggere i risultati delle partite di Quidditch, clandestine,
organizzate
nei parchi nascosti dalle colline, appena fuori Hogsmeade;
né ragazza che non
facesse i salti mortali per avere tutte le copie e informarsi sui
pettegolezzi
più succulenti all’interno delle varie case: amori
scoppiati; coppiette nuove;
tradimenti e triangoli imbarazzanti. Senza contare che, chi acquistava
le prime
dieci copie della settimana, riceveva un regalo in omaggio, di
produzione diretta
delle Untouchble Ravens, che
avevano
ormai avviato una catena vera e propria di prodotti per il corpo e la
bellezza,
firmata UT – in
concordanza anche con
il suo significato latino ‘affinche’.
Di fatti, il loro slogan recitava ‘Affinchè
ogni ragazza possa diventare tutto ciò che desidera
essere’. Erano molti i
prodotti che vendevano – perché non si limitavano
a regalarli in omaggio con le
prime uscite; avevano una attività commerciale molto
proficua: shampoo e
lozioni agli estratti di ogni frutto, balsami
districa-nodi-impossibili, creme
anti-brufoli, spray auto-abbronzanti, smalti allunga-unghie, rimmel
infoltisci-ciglia e molto altro ancora. I prezzi del loro listino erano
piuttosto cari, per questo un sacco di ragazze facevano a botte, la
Domenica
mattina, per riuscire ad avere una delle prime dieci copie.
Diamond
Anne Cherin, primo anno,
Serpeverde, era una di quelle.
Ma
quella Domenica mattina di fine Novembre, non dovette affrontare
nessuna
squinternata avversaria, perché, in occasione del centesimo
numero di Vanity Witch, le Untouchble Ravens avevano deciso di dare
un regalo omaggio per ogni
numero venduto.
Così,
si prese tutta la calma necessaria, per avviarsi ai piedi della torre
posta al
lato ovest del castello. Superò la lustra porta nera, senza
maniglia, della
Sala Comune di Corvonero, e si infilò in un corridoio buio,
nascosto all’occhio
di chi non ne conosceva l’esistenza. Era un vicolo cieco,
alla fine del quale
c’era un’enorme specchio. Osservò la sua
figura riflessa con poco interesse,
passando una mano a scompigliare i biondi capelli. Poi, estrasse la
bacchetta
da sotto il mantello nero e la puntò contro il suo riflesso:
solo chi conosceva
il Vanity Witch avrebbe saputo che
dietro quello specchio apparentemente normale, si nascondeva
l’accesso alla
piccola edicola clandestina.
-Finite
Incantatem.-
Mormorò
e lo specchio si infranse, lasciando solo la cornicie dorata a fare da
riquadro
al freddo muro in pietra.
Le
Untouchable Ravens erano
studentesse
davvero brillanti – non a caso erano finite tutte a
Corvonero. Per entrare in
quel luogo clandestino, che se scoperto sarebbe potuto valere loro
persino
l’espulsione, dal momento che c’era di mezzo anche
traffico commerciale
illecito, non bastava spezzare quel semplice incantesimo di illusione.
Chiunque, poteva essere in grado di farlo e si sarebbe ritrovato di
fronte ad
un muro liscio e vuoto, senza nulla di particolare. Ma se si
conoscevano a
fondo tutte le procedure, allora bastavano solo altre due mosse e
l’accesso
sarebbe stato garantito.
Diamond,
ovviamente, le conosceva.
Si
guardò intorno, per accertarsi che nessuno le fosse dietro,
e si piegò sul
pavimento, scostando appena la cornice dal muro. Dietro di essa, al
centro,
nella parte più bassa, si poteva notare una mattonella
dall’intonacato appena
più lucido. Ci puntò la bacchetta contro.
-Pietra
evanesca.-
Mormorò
e la pietra scomparve, lasciando al posto di essa,
nell’incavo ormai vuoto, una
minuscola porticina, grande all’incirca quanto una noce.
Diamond ridacchiò: non
aveva mai saputo spiegarsi perché, ma quella via
d’accesso così piccolina
l’aveva sempre divertita. Si puntò la bacchetta
alla testa.
-Diminuendo.-
Un
calore un po’ fastidioso la avvolse, e quando
riaprì gli occhi, la porta era
addirittura più alta di lei.
-Alohomora.-
Lo
scatto della serratura le permise di girare la maniglia ed entrare
nell’enorme
stanza, dove persone giganti circolavano confusionarie. Si chiuse la
porta alle
spalle, sigillandola dall’interno con un ‘Colloportus’.
Dall’altra parte del muro, nel vicolo cieco, lo specchio si
stava già
ricomponendo. Si ripuntò la bacchetta contro e con un
‘Engorgio’
tornò alle sue dimensioni normali.
-Diamond!-
Una
ragazza dai cortissimi capelli a spazzola, di un acceso blu elettrico,
si
avvicinò a lei, sventolando una mano in segno di saluto.
-Charlie.-
La
salutò, prima di venir travolta da un abbraccio. La piccola
fialetta che teneva
nella mano si versò appena su una ciocca di capelli della
bionda che,
istantaneamente, si colorò di blu.
-Ops!
Scusa…-
Ridacchiò,
mordendosi le carnose labbra. Diamond si osservò la nuova
ciocca e scosse la
testa, sorridendo.
-Però,
carino.-
Commentò
divertita.
-E’
vero? E’ una nuova lozione, appena sfornata! E puo’
essere mescolata facilmente
allo ‘Shampoo
taglio-perfetto’!-
Esclamò
Charlie entusiasta, scuotendo la testa per mostrare la sua nuova,
appariscente,
acconciatura.
-Vedo.-
-Ne
vuoi comprare una bottiglietta? E’ una nuova uscita, ma, per
te, la mettiamo a
metà prezzo! Solo 10 Falci!-
Propose,
ma Diamond fece segno di diniego, gesticolando frettolosamente.
-No,
ti ringrazio: vorrei tenere il mio colore, per il momento! Ma se
decidessi in
un cambio, spero che l’offertà sarà
sempre valida!-
Charlie
scrollò le spalle e sorrise, come a dire che lo sconto, per
lei, era sempre
concesso.
Diamond
era una delle clienti favorite dalle Untouchable
Ravens: non mancava mai di comprare uno dei loro nuovi
prodotti e,
solitamente, era la prima a riuscire a comprare il numero settimanale
di Vanity Witch.
Charlie
si allontanò, andando da un’altra giovane che era
appena entrata e travolgendo
anche questa con un abbraccio che, accidentalmente, colorò
un’altra ciocca blu.
Guardandosi intorno, Diamond notò che tutti, in quella sala,
avevano almeno una
ciocca colorata e ridacchiò della cosa.
-Charlie
non cambierà mai: farebbe di tutto per far
pubblicità a un nuovo prodotto.-
Osservò
una voce calda e seducente. Diamond si voltò ad osservare la
ragazza bruna che
aveva parlato, e che si trovava dietro un enorme scrivania, intenta a
contare
monete. Le si avvicinò, poggiandosi sul ripiano in legno con
la schiena.
-Vedo
che gli affari vi vanno a gonfie vele, Coolen!-
La
Corvonero sorrise, scuotendo la massa di capelli castani, divisa in
morbidi
boccoli lucenti.
-Invece
io vedo che tu te la sei presa con comodo, oggi.-
Ribattè,
notando l’orario: solitamente Diamond era nel loro studio
dalle sei e mezza del
mattino. La biondina scrollò le spalle.
-Oggi
è la centesima uscita: sapendo che avreste dato un omaggio
per ogni giornalino
venduto, mi sono concessa di dormire un po’ di
più.-
Spiegò,
osservando come tutti gli altri studenti si affollassero nella piccola
sala,
intenti a comprare quella o questa cosa.
-Già.
A proposito, l’hai poi usata quella lozione alle more che ti
ho regalato la
scorsa volta? E’ uno dei nostri migliori prodotti!-
Si
informò Coolen, alzandosi dalla scrivania. Diamond la
seguì, scuotendo il capo,
mentre la ragazza si arrampicava su di una scaletta, per prendere il
nuovo
numero di Vanity Witch da darle.
-No,
l’ho dato ad una mia amica, forse la conosci: Alexandra
Black.-
Le
rispose, scuotendo le spalle con nonchalance.
-In
ogni caso, era veramente portentosa: i suoi capelli neri erano lucidi e
morbidi
come mai prima!-
Si
congratulò, ma la giornalista non la ascoltava
più. Al sentire quel nome era
quasi svenuta, rischiando di cadere dalla scala. Afferrò il
numero e saltò giù,
ponendosi davanti a Diamond.
-Quell’Alexandra
Black?-
Sibilò,
con uno strano scintillio negli occhi dorati.
La
notizia sembrava aver scatenato l’interesse generale,
perché ora tutte e cinque
le Untouchable Ravens la
circondavano, avide di sapere.
-Ehm…Credo
di sì: la conoscete? Non mi aveva detto che veniva anche lei
a rifornirsi da
voi.-
Coolen
scosse la testa, con un bel sorriso sulle labbra lucide.
-No,
è una delle poche studentesse a non interessarsi della
nostra rivista o dei
nostri prodotti!-
Fu
Cameron a rispondere: anche i suoi occhi azzurri brillavano, quasi
eccitati.
Diamond
corrugò le fine sopracciglia.
-Ho
provato a cercare di venderle un ombretto che facesse risplendere i
suoi occhi,
ma non ha ceduto neanche al mio miglior prezzo!-
Si
lamentò Charlie, imbronciando la bocca.
La
Serpeverde ci stava capendo sempre di meno, ma quando fece per
domandare il
perché di tutto quell’entusiasmo –non
credeva possibile, infondo, che fosse
solo perché lei era una Black, sorella di un pluriomicida
– Coolen si esibì in
un sorriso degno di Salazar in persona, mettendole la rivista davanti
agli
occhi, tutta soddisfatta.
A
Diamond Anne Cherin, quasi non venne
un infarto.
Sulla
copertina della sua rivista preferita, figurava la foto mobile di un
rovente
bacio tra Draco Lucius Malfoy e Alexandra Walburga Black. Il titolo
– verde
argento, in omaggio alla casata dei protagonisti – recitava: ‘Malfoy e Black: sboccia di nuovo
l’amore
per questi due nomi.’
Quella
Domenica mattina di fine Novembre, molti studenti e molte studentesse,
leggendo
l’articolo, ebbero una crisi. Ce ne furono di diverse:
rabbia, gelosia, odio,
frustrazione, tristezza.
Harry
Potter aveva avuto una crisi di totale shock, che lo aveva costretto a
restare
immobile, con lo sguardo perso nel vuoto e la bocca a muoversi come un
pesce
fuor d’acqua, per dieci minuti buoni, con Ron che cercava di
farlo riprendere
ed Hermione che sbraitava continui ‘io
l’avevo detto!’
Pansy
Parkinson venne colta da una crisi di pianto violenta, mentre lanciava
il
giornalino appena comprato dalla finestra e si rintanava nella sua
stanza,
subito seguita da Millicent Bulstrode, Claire Smeaton e Ashley
Cardwell, che
cercarono di calmarla e consolarla.
Nel
dormitorio maschile, invece, erano Draco Lucius Malfoy e Blaise
Elìas Zabini ad
avere delle pesanti crisi. Il primo era colto da una rabbia palpabile
con le
dita, che serviva a mascherare un imbarazzo che avrebbe preferito non
provare;
il secondo, aveva una crisi davvero violenta…di risate! Non
riusciva a smettere
di rotolarsi sul letto, ululando in modo osceno e abbandonando ogni
barlume di
eleganza. Teneva tra le mani la rivista aperta all’articolo
principale.
-“…e poi, finalmente,
dopo tanti tira e molla,
il giovane Malfoy e la bella Black hanno ceduto all’evidenza
e…” Oddio:
questa è bella! –
sghignazzò senza
pudore. –“…e si
sono lasciati andare ad
una dolce relazione: riuscirà Malfoy, questa volta, a
trattare bene la sua
nuova pr…”-
Non
riuscì a finire la frase, perché Draco gli
lanciò il libro di incantesimi
contro, senza però riuscire a prenderlo, perché
Blaise era rotolato di nuovo,
continuando a ridacchiare divertito.
-Io
le ammazzo…Le Untouchable Ravens sono
finite.-
Sibilò,
scrocchiando le dita e riprendendo a creare un solco sul pavimento
davanti al
letto, facendo avanti e indietro, lo sguardo argenteo brillante
d’ira, che
progettava una vendetta peggiore dell’altra.
Blaise
ululò più forte, mentre la porta della stanza si
apriva, lasciando entrare
Alexis e Diamond: la biondina aveva la sua copia tra le mani, segno che
avevano
già letto l’articolo. La Black era leggermente
arrossata sulle guancie, ma a
differenza di Draco, non aveva assolutamente l’aria
indispettita: sorrideva
persino. Diamond, invece, osservava il biondino con un cipiglio a
metà tra il
curioso e il divertito, mentre quello continua a ripetere ‘le ammazzo…le
ammazzo…le ammazzo.’
La
moretta si schiarì la voce, facendogli notare la sua
presenza. Blaise,
continuava a spanciarsi dalle risate.
Draco
si voltò finalmente a guardarla e gli occhi affilati si
spalancarono appena,
sopresi. Con due passi furiosi fu davanti a lei e l’aveva
presa per le spalle.
-Le
ammazzo.-
Ripetè
con un sibilo sicuro, a modi saluto forse, quasi non fosse in grado di
pronunciare altre parole, e fece per superarla. Ma lei
ridacchiò, per tutta
risposta, e lo prese delicatamente per un braccio, costringendolo a
fermarsi e
a prestarle di nuovo attenzione.
-Suvvia
Draco, non prendere sempre tutto così sul serio!-
Lo
schernì, sghignazzando. Lui le rivolse una lunga occhiata
accigliata, un po’
minacciosa.
-Che
cosa?-
Soffiò,
assottigliando lo sguardo argenteo, che brillò pericoloso.
Alexis scosse la
testa, esasperata.
-E’
solo un innocente articolo!-
Scrollò
le spalle, sorridendogli. Draco le lanciò un’altra
occhiataccia. Come
sottofondo, le risate di Blaise ancora riempivano la stanza.
Il
biondino la prese di nuovo per spalle e la inchiodò con uno
sguardo deciso e
furioso, che la fece fremere appena.
-Un
innocente articolo un corno! – sibilò, ad un
centimetro dalle sue labbra – Sono
cose nostre e quelle impiccione non dovevano permettersi! Ora siamo
sulla bocca
di tutta la scuola!-
Alexis
alzò un fine sopracciglio e, ancora una volta,
scrollò le spalle,
distanziandosi appena.
-Hanno
detto solo la verità. E poi, che importa se tutti lo sanno?-
Domandò
sorpresa, incrociando le braccia al petto con aria impunita, in
un’espressione
che a Draco sembrò molto tenera. Si riavvicinò a
lui e lo osservò dal basso, e
questa volta fu lei a far quasi sfiorare i loro visi. I suoi occhi
verdi
brillavano di una strana malizia.
-Cos’è,
ti vergogni del nostro rapporto? Oppure, hai paura di quello che la
gente
pensa, Malfoy?-
Lo
schernì, sorridendo come una vera malandrina. Draco
alzò un sopracciglio
biondo, con espressione sorpresa e orgogliosa. Le sue braccia corsero a
circondarle la vita, in una presa tanto forte da farle sembrare di
essere
stretta tra delle sbarre di ferro. Avvicinò il viso al suo,
fino quasi a
sfiorarle le labbra.
-Non
osare tanto con me, Black. Non ho paura di fartela pagare.-
Le
sibilò cattivo, sulle labbra. Eppure, lo sguardo
d’argento si era fatto
all’improvviso meno serio e minaccioso, mentre osservava
quello di lei. Alexis
lo fissò decisa, senza dare manifestazioni di cedimento.
Aveva ancora le
braccia incrociate al petto, cosa che li teneva distanti, nonostante
lui la
stesse abbracciando.
-E
io non ho paura di te.-
Ribattè
risoluta, posandogli le mani sul petto, per distanziarlo. Le sue dita
affusolate sfiorarono la pelle liscia e muscolosa del ragazzo, lasciata
scoperta dalla camicia aperta. Potè sentire ogni tendine
contrarsi, sotto il
suo tocco.
-Ma
davvero?-
La
sfidò, avvicinandoglisi così tanto al viso, che
ora lei era stata costretta a
piegare il collo all’indietro e lui la schiena in avanti. Era
una fortuna che
la tenesse stretta a sé, altrimenti, in quella posizione,
sarebbe certamente
caduta in terra.
-Uuuuh:
tira un’aria che sembra gridare ‘Fuori dai
piedi!’-
Li
interruppe Blaise, che si era alzato dal letto e aveva raggiunta una
divertita
Diamond, che si gustava la scena.
-Mi
sai che hai ragione, Zabini. Vi lasciamo soli, piccioncini
da copertina.-
Marcò
le ultime parole con una risata e scomparve insieme al ragazzo, prima
che i due
suddetti piccioncini decidessero di schiantarla con un doppio colpo ben
sincronizzato.
Alexis
aveva voltato la testa verso la porta e ora sorrideva divertita. Draco
però,
era ancora maledettamente serio. Sciolse la presa di un braccio,
tenendola
stretta a sé con l’altro e le prese il mento tra
le dita, costringendola a
guardarlo di nuovo.
-Non
ti ho dato il permesso di non prestarmi attenzione.-
Sibilò,
con tono laconico, lanciandole un’occhiataccia carica di
significato. Alexis
alzò un fine sopracciglio nero.
-Non
credo di aver bisogno del tuo permesso, Malfoy.-
Annunciò,
con alterigia. La presa intorno alla sua vita si fece più
ferrea, strappandole
un gemito sorpreso.
-Non
ti conviene sfidarmi, Black.-
La
avvertì, passandole le dita su di una guancia; lo sguardo
insondabile e
lontano.
-Non
ho paura di te.-
Ripetè
lei, sicura, scandendo bene ogni singola parola.
Draco
si avvicinò ancora di più al suo viso e la mano
tornò a stringerle il mento,
con forza. Fece aderire le loro fronti, inchiodandola con
un’occhiata intensa.
-No?-
-No.-
Il
guizzo di un ghigno gli colorò le labbra.
-Bugiarda…-
Mormorò,
abbassandosi ancora e costringendola a piegare le gambe. Le
accarezzò il naso
con la punta del proprio, senza mai chiudere gli occhi, tanto affilati
da
sembrare brillanti monete d’argento. Lei si
aggrappò ai lembi della sua
camicia, per non cadere.
-E’
la verità: io non ho paura di te.-
Ribadì,
con un’occhiata orgogliosa. Ma, nonostante tutte quelle belle
parole, in realtà
le era davvero difficile ragionare quando lui era così
vicino: specialmente ora
che aveva avvicinato le labbra alle sue e le stava sfiorando lentamente.
-Sicura?-
Mormorò,
chiudendo gli occhi e mordicchiandole il labbro inferiore.
-Sì.-
-Bhe,
dovresti averne, invece.-
Non
la lasciò neanche ribattere, perché appena lei
aprì la bocca per dire qualcosa,
lui ne approfittò per lasciar scivolare dentro la lingua,
che prese a giocare
con quella di lei con veemenza, violenza quasi. La mano le
lasciò andare il
mento e il braccio si serrò attorno alla vita,
schiacciandola di più contro il
suo corpo statuario. La sollevò senza alcuno sforzo, mentre
lei si aggrappava
forte alle sue spalle, i cui muscoli affioravano forti e decisi. La
trasportò
contro il muro, per poi depositarla a terra e prenderle il viso tra le
mani,
per approfondire quel bacio aggressivo. Con l’urgenza di
sentire il suo corpo
sotto il suo, le infilò un ginocchiò tra le
gambe, costringendola ad aprirle,
mentre le mordeva il labbro inferiore, facendole uscire un gemito di
protesta,
sorpresa, che lo costrinse a staccarsi bruscamente da lei: trattenersi
stava
diventando sempre più maledettamente difficile.
Rimasero
a fissarsi per qualche secondo, riprendendo fiato.
-Ti
sei sfogato?-
Gli
domandò, con voce rotta, le guance arrossate.
-No.-
Fu
la secca risposta, mentre la imprigionava di nuovo contro il muro e le
rapiva
le labbra.
-Sono
arrabbiato.-
Le
mormorò, tra un bacio e un altro.
-Lo
so.-
-Quelle
impiccione maledette me la
pagheranno
cara.-
-No,
non lo faranno.-
Draco
si staccò da lei, scrutandola con un’occhiata un
po’ annebbiata.
-Oh
sì, invece.-
Affermò,
sicuro di sé, riprendendo a baciarla. Fu lei a distanziarsi
adesso, premendogli
le mani sul petto.
-Oh
no, invece. Non te lo permetterei.-
E
riposò le labbra su quelle morbide del giovane, che
però si spostò di lato,
lasciando che le loro guance si sfiorassero.
-E
come intenderesti fermarmi, Black?-
Lei
lo guardò di sottecchi e fece scorrere le dita lungo tutto
il petto, infilando
la mano nella camicia e sentendo i muscoli irrigidirsi sotto il suo
tocco.
-Ho
i miei assi nella manica.-
Gli
sussurrò all’orecchio, cominciando a lasciargli
una scia di dolci baci sulla
guancia, fino ad arrivare a sfiorargli la mandibola.
Da
quando stavano insieme – due settimane, ormai –
Alexis era diventata molto più
sciolta ed esperta, lasciando quasi sempre da parte la timidezza e la
goffagine. Questo non le impediva però di perdere ogni
briciolo di lucidità,
quando il profumo di Draco la inebriava, né riusciva ad
impedirsi di tremare
appena o di far frullare il suo cuore nel petto, tanto forte da farle
male. Lui
non rispose, si limitò a stringerla forte a sé e
a sollevarla da terra, tanto
che lei fu costretta ad allacciargli le gambe intorno alla vita, per
non
cadere. La spinse contro il muro, mentre le riprendeva il mento tra le
dita e
la costringeva a voltarsi di nuovo verso di lui, per poterla baciare
con rabbiosa
dolcezza. Si allontanò di nuovo, con il fiato corto, e
posò la fronte su quella
di lei, socchiudendo gli occhi.
-No…Non
ci siamo proprio.-
Mormorò
pigramente, allontanandosi dal muro e costringendola a tornare per
terra.
-Quante
volte te lo devo ripetere di non giocare con me, piccola Black?-
Si
esibì in un sorrisino strano, mentre le serrava di nuovo la
vita con un
abbraccio impetuso, strappandole un verso di soffocata sorpresa.
-Che
cosa intendi fare?-
Sussurrò
la ragazza: doveva ammettere che, in quel momento, un po’ di
paura la provava
davvero; Draco aveva un’espressione strana, per niente
rassicurante. Non le
rispose e scosse la testa, strusciando le fronte contro quella di lei e
facendole un po’ male.
-Draco…?-
Cercò
di chiamarlo, ma lui si limitò a ghignare più
lentamente.
-Seconda
regola per vivere in armonia con un Malfoy… –
se ne uscì, con tono neutro
–…Mai sfidarlo.-
Alexis
lo osservò dal basso, con un’occhiata preoccupata.
Aveva smesso di accarezzarlo
e ora le sue mani erano ferme sul petto e si stringevano appena sui
lembi della
camicia aperta.
-
E quale sarebbe la prima?-
Ebbe
quasi paura di chiederglielo, mentre deglutiva. Il sorriso di Draco si
fece
ancora più ampio mentre, con uno slancio per niente
faticoso, la sollevava
ancora e se la metteva in spalla, trattenendola per le gambe.
-La
prima mi chiedi, impertinente Black?-
Alexis
cominciò ad agitarsi, tempestandogli la schiena di deboli
pugni e cercando di
muovere le gambe, imprigionate dalle braccia del ragazzo.
-No!
Lasciami giù, Draco!-
Urlò,
ma non riuscì ad impedirsi di ridacchiare appena. Oh,
avrebbe riso ora, ma
quando avrebbe visto ciò che l’aspettava non
sarebbe stata più così tanto
divertita.
-La
prima regola per vivere in armonia con un Malfoy…-
La
ignorò, aprendo la porta della sua camera con un calcio e
avviandosi per il
corridoio.
-Mai dirgli che non lo temi.-
*
x
Lione94: Ciao
Chiara e benvenutissima in questa storia! Sono stata davvero contenta
di
leggere la tua recensione, perché vedere nuove persone che
si appassionano alla
storia e passano un po’ delle loro giornate a leggere
qualcosa scritto da me, è
sempre una grande soddisfazione! Per cui grazie mille, davvero!*_*
Sono contenta che la mia idea ti sia
piaciuta: quando ero più piccola, ho sempre fantastico su
una possibile
sorellina di Harry –almeno non sarebbe stato il povero
ragazzino destino ad
essere per sempre senza famiglia- e quando mi sono resa conto che
potevo, in
effetti, scriverla, tutta la storia ha cominciato a formarsi nella mia
mente,
quindi non mi restava altro da fare che prendere il pc e cominciare a
metterla
giù! E così ho fatto: non avrei mai immaginato,
poi, che a qualcuno sarebbe
potuta piacere davvero! Quindi, vedere che non solo i vecchi
appassionati, ma
anche nuove persone si apprestano a leggerla, fa sempre un immenso
piacere!
Inoltre, Draco è un personaggio che adoro –come
molte qui, in effetti x3- e
quindi, come potevo lasciarmi sfuggire l’occasione di farlo
mettere con
Alexis?xD
All’inizio avevo paura che il
personaggio non piacesse, specialmente con Malfoy…un sacco
di gente ha
pregiudizi per i nuovi personaggi, ma alla fine a qualcuno è
piaciuta la mia
idea e ne sono davvero felice! Per il resto, le reazioni di Harry e
Draco alla
verità, non ti resta che aspettare qualche capitolo, e
finalmente la realtà
verrà rivelata – o almeno in parte, ma non
spoilero u.u
Spero dunque che tu continui a seguirmi
e a farmi sapere che ne pensi!
Grazie ancora per il tuo commento.
Un bacione, Giulia.
Dunque, che dire? Questo nuovo capitolo
è stato sicuramente meno romantico del precedente, ma io ne
sono soddisfatta,
tu che ne dici? Va bene?*_*
Infondo, si dovrà pur tornare alla vita
normale, no?XD
Povero Draco, non gli do un secondo di
pace :3 Però sto cercando di farlo rientrare nel
personaggio, perché con tutte
quelle smancerie avevo paura di averlo fatto uscire un po’
troppo! Meglio
riportarlo con i piedi per terra e la mente di un vero Malfoy, non
credi?u.u
Ordunque, non mi raccomando neanche di
farmi sapere che ne pensi, tanto so che lo farai di certo!^_^
Ti adoro!
Dunque, un altro grazie è decisamente
d’obbligo per i tuoi complimenti! Sono contenta di riuscire a
muovere Draco
bene anche in situazioni romantiche come quelle del capitolo scorso!
Ma, in
questo, come hai potuto vedere, ho deciso di farlo tornare quanto
più Malfoy
possibile, infondo non mi sembra il tipo da essere sempre zuccheroso
con la sua
ragazza, giusto?!x3 Inoltre, ho cercato di far uscire un po’
di più anche
Alexis, che ne pensi? Infondo, mica può essere sempre
sottomessa da Draco, no?
Deve farsi valere XD
Per quanto riguarda i disegni, allora,
non vedo decisamente l’ora di vederli *____* Spero quindi che
troverai presto
lo spinotto, perché mi renderesti davvero onoratissima!*O*
Inoltre, sono felice di essere riuscita
a rispondere in modo esaudiente a tutte le tue domande e non esitare a
farne di
nuove, quando ti sorgono XD
Dunque, mi accingo anche io a
salutarti, ritenendomi ancora una volta onoratissima del fatto che
continuerai
a seguirmi e a farmi sapere che ne pensi! E non preoccuparti, la tua
lunghissima recensione è apprezzatissima, quindi scrivi pure
tutto quello che
vuoi, senza preoccuparti della lunghezza: non puo’ far altro
che bene!
Ti lascio con un bacione enorme e tanto
affetto!
Giulia.
Dunque, ora che ci siamo entrambe
riprese dalle sorpresa (XD) passo a ringraziarti infinitamente per i
tuoi
commenti pieni di complimenti e dettagli! Sei una delle poche persone
che mi
recensisce con così tanta cura dei particolari, dunque direi
che la mia dedica
dello scorso capitolo sia più che meritata!^o^ E’
il minimo che possa fare per
ringraziarti del tuo sostegno –oltre che, ovviamente,
aggiornate il più
velocemente possibile!
Per quanto riguarda lo scorso capitolo:
sono davvero contenta che ti sia piaciuta l’idea della benda;
anche io l’ho
provata sulla mia pelle e per questo ho voluto inserirla! Inoltre,
è proprio
vero che è una grande prova di fiducia! Per quanto riguarda
l’intimità della
stanza, ad un certo punto ho pensato che i personaggi si sarebbero
mossi da
soli e avrebbero deciso di fare cose non consone alla sua
età, e molte persone
che mi seguono mi hanno fatto intendere che avevano sperato in
qualcosina in
più di un bacio violento e una scia fino al collo, ma non me
la sono sentita
perché Alexis ha solo quindici anni. Lo so che nella
realtà ci sono un sacco di
ragazzine che, al giorno d’oggi, consumano rapporti sessuali
anche prima di
quest’età, ma non volevo che la mia Alexis fosse
una di quelle. Inoltre, ho
voluto dimostrare che l’amore che Draco prova per lei, va ben
al di là del solo
desiderio fisico e questa, per me, è una grande prova che
lui ha affrontato e
superato! E sapere che tu sei d’accordo con me, mi rende
davvero felice!
Per quello che mi hai detto della scena
del platano picchiatore, come posso non arrossire, me lo
spieghi?>//////<
Le tue parole sono stupende, così tanto che quasi non credo
di meritarle
davvero! Quindi grazie mille! Davvero grazie grazie grazie! Non saprei
più come
dirtelo!*è commossa*
Ordunque, spero che anche questo nuovo
capitolo, dove si torna alla vita di tutti i giorni, ti sia piaciuto!
Ti lascio
con un bacione enorme <3
Giulia.
Quindi per la scena ‘conclusiva’ dovrai
aspettare e tanto anche *fa pernacchia*
Intanto, anche se l’hai già letto in
anteprima, eccoti il nuovo chap!;D
Comunque, eccomi con il prossimo
capitolo! Allora, vi è piaciuto?*_* Secondo la mia modesta
opinione di piccola
scrittrice, anche in questo chap Draco è molto SBAAAAV XQ___
Voi che ne
dite?*____*
Inoltre, per Sirius, tra poco tornerà
alla ribalta, quindi non temere Ele! Inoltre mi sono fermata a leggere
perché
in questi giorni sono stata davvero impegnata, ma appena torno dalla
vacanza
riprendo a leggerla, promesso!*O*
Bhe, che altro dire?
Spero che anche questo capitolo vi sia
piaciuto!
Vi lascio un bacio enorme!
Giulia.
Oddio: addirittura un
monumento?>/////< Così mi farai credere di
essere davver brava, quando
non mi ritengo affatto tale!x3 In ogni caso sono davvero onorata che la
mia
storia ti sia piaciuta tanto! Te la sei letta addirittura tutta in un
solo
giorno, rinunciando ad andare al mare?*_* Bhe, wow: ti faccio i miei
più
sinceri complimenti, perché la storia, fin’ora, ha
quasi 300 pagine XD Comunque
non potrei essere più contenta per le tue parole, significa
che la storia ti è
piaciuta davvero! Inoltre, vedo che sei una pro-Draco al 100%, mentre
il povero
Harry non ti è molto simpatico xD Bhe, in ogni caso, ne
vedremo ancora delle
belle, tra i nostri tre protagonisti…e quando
verrà il momento della verità…xD
Non dico nulla, non amo spoilerare! Per saperlo, infondo, non ti resta
che
seguirmi, e dalla recensione che mi hai lasciato, sono sicura che
continuerai a
farlo e a farmi sapere che ne pensi, vero?*_*
Spero che questo capitolo e il Draco in
esso ti sia piaciuto *ç* Fammi sapere!
Comunque tranquilla, non mi hai
annoiata affatto!*___*
Amo leggere recensioni così lunghe, per
cui: Grazie mille, davvero *-*