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Autore: alaal    10/08/2010    1 recensioni
Tutti sanno a memoria il contenuto del primo capitolo dei Pokémon visto in tv. Ma che succederebbe se l'episodio fosse traslato in chiave di lettura... e se il punto di vista fosse di qualcun altro?
Genere: Commedia, Introspettivo, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pikachu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Pokemon Prima Serie - Indigo Plateau'
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Una volta terminata la scossetta, i due umani, ancora confusi, escono dal Laboratorio e mi portano con sé, nuovamente alla luce del sole. La brezza marittima di quella cittadina mi solletica le narici e mi sento istantaneamente più quieto e felice. Il Laboratorio è in cima ad una lunga scalinata, ed i due umani la scendono quasi come se fossero degli ubriachi. Al fondo di questa bianca scalinata, un drappello di esseri umani sembra attendere il nostro arrivo. Pare inoltre che siano molto contenti, battono il tamburo e suonano delle minuscole trombe. Inoltre c’è uno striscione abbastanza grosso, dalle scritte molto colorate, che recita: “Go Ash Go!”. Ci sono umani vecchi, umani giovani, e tra questi, una donna dai capelli castano chiari ci guarda quasi con adorazione e con un poco di malinconia. Questa donna ha indosso un corpetto rosa e una gonna blu. È molto carina.
-Mamma!- Cosa? Questa donna è la madre di questo ragazzino? Ci avviciniamo ancora un po’, e posso vedere che questa donna, che il mio pseudo-allenatore ha chiamato “mamma”, porta in braccio uno zainetto verde.
-Oh, Ash, sono così fiera di te…- Ash (ah, questo è il suo nome?) mi posa in terra, finalmente! –Alla fine sei riuscito a realizzare il tuo sogno e a cominciare la tua formazione di allenatore, ma, mi mancherai tanto…- La voce della donna, dapprima lieta e felice, si incrina e l’umano inizia a piangere, portandosi lo zainetto sul volto.
-Oh… il mio bambino!- Mi dispiace vedere piangere una così bella donna. Mi avvicino un po’ e le sorrido. Dopotutto, gli esseri umani non possono essere così terribili. Alcuni, intendo dire. La stragrande maggioranza degli umani lo sono. La donna, tuttavia, non sembra essersi accorta del mio sorriso. La vedo comunque armeggiare con lo zainetto e, nuovamente ripresasi dallo sconforto, estrae alcuni oggetti da questo sacco e consegnarli direttamente nelle mani del ragazzino.
-Ti ho portato le scarpe, i jeans, delle camicie pulite e della biancheria, i tuoi biscotti preferiti e delle scatole di cioccolato solubile nel caso volessi qualcosa di caldo, un paio di guanti di gomma per fare il bucato e un filo per stendere la biancheria…- Mentre la donna continuava a parlare, gli oggetti presenti tra le braccia del mio pseudo-allenatore aumentano a dismisura. Il ragazzino non pare molto contento della descrizione minuziosa degli oggetti presenti nel suo zaino, tanto che si volta e li nasconde contro il proprio petto, quasi li volesse nascondere agli occhi dei presenti, vergognandosi come un ladro. Caso strano, gli oggetti finiscono automaticamente nello zainetto verde. Ancora non ho capito come abbia fatto a rimettere tutto a posto così velocemente.
-Mamma, mi stai mettendo in imbarazzo… ormai dovresti sapere che sono un ragazzo responsabile, e poi gli allenatori di Pokémon sanno badare a se stessi.- Sese, certo.
-D’accordo, ho capito…- La madre abbassa lo sguardo su di me, e finalmente anche il ragazzino mi guarda. Non mi sento in imbarazzo, anzi, sono davvero contento che la donna abbia focalizzato l’attenzione su di me.
-Questo è il tuo Pokémon?- Ebbene sì, signora, sono proprio io. Mi ci hanno costretto, purtroppo.
-Già, questo è proprio il mio Pokémon!- Il tuo Pokémon? Io sono un oggetto di tua proprietà? Scordatelo, amico. Ti volto pure la testa, io ti snobbo, io non ti considero minimamente. L’effetto da me voluto pare abbia dato il suo effetto, perché il ragazzino rimane in silenzio per qualche secondo. Purtroppo. Perché ora torna a parlare, più ringalluzzito di prima.
-Con Pikachu al mio fianco, riuscirò certamente ad avere tutti i Pokémon del mondo!- Sese, ti piace sognare, vero?
-Credevo che tutti i Pokémon stessero nella loro sfera Poké…perché questo no? Non capisco…- La domanda della madre del mio pseudo-allenatore mette immediatamente in difficoltà il ragazzino, il quale rimane imbambolato a fissarla per diversi secondi. Pure il suo pugno, stretto prima con tanta foga, viene allentato per la titubanza.
-Oh… oh beh, è vero…- L’allenatore prende dalla tasca la sfera Poké – la mia prigione – e la lancia verso di me.
-Pikachu, adesso entra nella sfera.- Rientrare lì dentro? Dico, ma sei pazzo? Io non ci torno più in quella prigione soffocante! Quasi con maestria, la respingo con la coda per una prima volta, e la sfera torna nella mano del ragazzino. Ah ah, il bambino con il pigiama verde sembra quasi spaventato dalla mia reazione! Ci riprova, ma io la respingo con un calcio. Ancora una volta, e respinta con un colpo di testa. Poi di nuovo con la coda, con un calcio e con la testa. Coda, calcio, testa. Il nostro siparietto sembra rendere felice la madre del mio pseudo-allenatore, la quale sorride addirittura. Io non ci trovo niente di divertente.
-Che bello, state già giocando, siete diventati amici! Come sono felice!- Finalmente il ragazzino smette di tormentarmi con quella prigione semovente e torna a guardare sua madre. Dietro di me, sento che c’è il vecchio che fissa sia il ragazzino che sua madre. Mi dà i brividi.
-Oh, certo!- L’esclamazione del ragazzino quasi mi spaventa, e chinandosi su di me mi raccoglie nuovamente da terra. Ma che vizio! Non mi piace affatto! Mi guarda e mi sorride. Che grande fastidio!
-Io e Pikachu siamo grandi amici…vero?-
-Ma…- La frase sospesa nel vuoto della madre cattura la nostra attenzione.
-Non ti pare un po’ strano?-
-Strano?- Strano? Ah, tu intendi dire che non lo abbia ancora fulminato? Non ti preoccupare, a questo rimediamo subito! Lo deve avere capito anche il ragazzino, perché mi guarda quasi con terrore. E fa bene, perché non mi lascio certo scappare questa occasione.

PIKAAA-CHUUUUU!!!!

Che bello! Il mio attacco elettrico ha colpito tutti! Anche la folla festante! Deve essere stato particolarmente potente! Ma niente da fare, il ragazzino non accenna a lasciarmi andare. Continua a tenermi in braccio!
-I guanti di gomma di tua madre ti saranno utili!- La voce del Professor Oak, stranamente non colpito dal mio attacco elettrico, suona nuovamente stentorea alle nostre orecchie. Si è nascosto dietro ad una colonna del cancello. Furbo lui. Il ragazzino ha ancora la forza di parlare.
-Ahhhhhh…. E comeeeeeee…????-
-La gomma blocca l’elettricità!-
-Uhhh…uhhhhh… fantasticoooooo…!!- Dopo la scossetta, tutti cascano in terra, tramortiti. La madre, quasi fosse in preda ad una sbornia, torna a parlare, sdraiata sul pavimento di pietra.
-Non dimenticarti di cambiare la biancheria…tutti i giorni, mi raccomando…-
-Oook…- Il bambino è mezzo bruciacchiato, i suoi indumenti pure e la sua capigliatura assomiglia a quella di un pazzo. A me fa ridere. Non so se trovo la questione divertente o rido solo per deriderlo. Forse tutti e due.

Anche questa parte è fatta! Ne rimangono solo due per terminare il primo episodio dei Pokémon! Mi è sempre piaciuto immaginare cosa abbia mai potuto pensare veramente Pikachu nel suo primo incontro con Ash, e me lo sono sempre immaginato cinico e sprezzante. Spero che abbiate gradito la mia reinterpretazione del primo episodio, e non me ne abbiate per questo! Ciaoooo! ^__^
   
 
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