L’ennesimo
bicchierino gli scese nella gola, forse più bruciante degli
altri. Non era la
prima volta che affogava i suoi dispiaceri
nell’alcol… La prima volta era stato
tanti anni fa, la prima notte in cui l’aveva rifiutato. Forse
doveva aspettarselo
sin da quel giorno…
“Adesso…
questo è il momento giusto. Trasformami,
Liam…” lui indugiava, seduto sul letto a
baldacchino della camera della
ragazza. Quella notte, come tante altre, era salito dalla finestra. Era
un
gesto molto romantico - eludere le sorveglianze ed incontrarla di
nascosto- ma
lei non se ne curava. Però quel ragazzo disperato era
accecato dall’amore e si
accorgeva a malapena che in quel periodo il suo era un amore a senso
unico. Certo,
per la loro relazione c’erano stati periodi migliori, ma lui
confidava nel
fatto che fosse una nuvola passeggera. “Io non ce la faccio
Lisbeth…” sussultò
lui. Lei si fece cupa. “Allora non ho nient’altro
da dire… sparisci dalla mia
vista” lui sentì che il suo cuore veniva trafitto
e fatto allo spiedo. Lo
avevano già fatto altre volte, di sicuro lei non aveva
paura, per lei non era
la prima volta… Gli sembrò che non lo amasse
più come una volta.
Ed
era la verità. Lisbeth era tornata chissà come,
solo per avere quello che
cercava anche duecento anni fa: l’immortalità. Ma
il corpo era quello di una
Swan, quindi la maledizione la avrebbe colpita se la avesse
trasformata. E poi
Bella non se lo meritava…
Bella…
un
nome che negli ultimi tempi si presentava nella sua
mente un po’ troppe volte.
Non
poteva innamorarsene. Edward e la sua famiglia erano stati premurosi
nei suoi
confronti e non lo poteva tradire così.
Ma
lui la amava già: c’era poco da fare.
A
quel punto c’era da capire se la amava veramente o amava i
ricordi dei suoi
tempi d’oro con Lisbeth, attraverso lei. Erano due cose molto
diverse…
Perché
l’amore con Lisbeth c’era stato, di questo ne era
sicuro. Poi, poco dopo aver
scoperto che lui era un vampiro, quella ragazza era cambiata. Aveva
iniziato ad
essere egoista, fredda e calcolatrice. Eppure lui ricordava ancora
così bene la
loro prima volta… quando lei era ancora incosciente di
ciò che era lui…
“Amami”
aveva sussurrato lei poco prima
di spogliarsi dall’ampia veste. Lui invece era lì,
ad aspettarla. “Io già
t’amo…”
e detto questo la baciò, con tutto l’ardore di cui
era capace. Poi le bacio il
collo e proseguì verso le spalle.
Nessuno
poteva rovinare quel momento,
nessuno poteva separarli… Da lì
all’eternità. “Prima o poi
scoprirò cosa sei…”
disse lei, tra i baci.
Un
altro bicchiere.
Era
ancora sobrio e questo lo faceva arrabbiare da matti. Una volta era
più facile
ubriacarsi… Come quella volta in cui lui e Lisbeth erano
andati ad una festa in
maschera, tutti e due camuffati per bene: in modo che nessuno li
riconoscesse.
Vagava
per la stanza affollata. La stava
cercando; ancora una volta. Quel giorno aveva voglia di vederla
più di ogni
altra cosa - come sempre del resto- ma quella volta era diverso. Tutti
e due
erano mascherati… potevano stare allo scoperto senza che
nessuno li
riconoscesse. Poi la vide: inconfondibile.
Indossava
un vestito blu, molto stretto
in vita che poi scendeva a campana, in una cascata di lustrini.
Riusciva a
riconoscerla perché la maschera lasciava scoperte le sue
labbra. Le avrebbe
riconosciute tra mille… Il labbro superiore poco
più pieno rispetto a quello
inferiore.
Bellissima…
“Eccoti
finalmente” lei sobbalzò. “Lo ho
fatto di nuovo?” “Intendi spaventarmi a morte?
Sì, in quel caso l’hai
fatto…” lui
sorrise. “Un bicchiere?” “Ehm…
in realtà io sono astemio” “Solo
uno… del resto
questa è una festa” lo prese.
Quello
fu solo il primo di una serie
interminabile di bicchieri alcolici.
Si
riscosse… Ma quel giorno il flusso dei ricordi era troppo
potente e
Ormai
combattere contro
Erano
passate ormai alcune settimane da
quando il vecchio stregone gli aveva inflitto la
maledizione… Ma non aveva
ancora alcun effetto collaterale.
Stava
camminando, era notte. Gli piaceva
la brezza notturna che gli sferzava la pelle. Da quando lei era morta
non
riusciva a pensare ad altro se non al suo corpo freddo; il corpo che si
era
ritrovato in grembo… Era stato così terribile,
così devastante che aveva perso
tutta la sua voglia di vivere. Persino la maledizione che il vecchio
aveva
scagliato su di lui, non lo aveva scalfito. La sua vita era finita
senza
Lisbeth.
Poi un
dolore tremendo, come se qualcuno
stesse cercando di ucciderlo dall’interno. Una zampata di un
animale feroce:
era l’unico modo per definire quell’atroce
sensazione. In pochi decimi di
secondi tutti i suoi sensi diventarono più acuti. Intanto
qualcosa lo divorava
dall’interno, divorava la sua anima. Urlò, un urlo
disumano.
Ma
ormai il suo corpo non apparteneva
più a lui, bensì a quella Bestia.
Qualcuno
entrò nel locale. Non si girò nemmeno a vedere
chi fosse…
Lo
sapeva.
“Ciao
Bella” disse senza voltarsi.
“Liam…” riuscì a sussurrare
lei. “Ti ha raccontato
tutto vero?” “Sì. E mi
dispiace… mi dispiace molto per quello che ti è
successo, ma ora io bisogno di te” lo disse con risolutezza,
ma allo stesso
tempo con dolcezza. Lui si voltò, la guardò. E
lei posò le sue labbra su quelle
del vampiro.
Nota
dell’autrice:
Questi
sono tanti flashback di Liam… E’ la parte finale
che ci lascia un po’ perplessi…
Beh scoprirete il resto nel prossimo capitolo.
A
questo punto vorrei ringraziare anche Eliza1755,
dato che anche lei segue la storia partecipando grazie alle sue belle
recensioni! Allora grazie anche a lei!