Legami Invisibili
di Lilyan
19. A volte… le cose cambiano
A colazione, quella mattina, Hermione non smetteva
di raccontare di quanto fosse fantastico dormire di
nuovo nel proprio letto e, soprattutto, nella propria camera. Aveva passato
tutto il pomeriggio e la sera a chiacchierare con le compagne di stanza, cosa
che non faceva da molto. E da come sorrideva e dall’allegria
che sprizzava da tutti i pori, si capiva benissimo che fosse davvero contenta.
Il pensiero di Harry e Draco rinchiusi chissà dove,
l’aveva sì accompagnata tutto il tempo, ma la gioia per la ritrovata libertà
era di gran lunga maggiore.
La voce si era già sparsa a macchia d’olio. Tutti
ormai sapevano che Hermione e Draco non erano più legati tra loro, ma mentre
molti gioivano di questa cosa, alcuni, tra cui i professori, non sapevano
ancora se fosse stato davvero un bene allontanare i due ragazzi. Troppe persone
erano ormai coinvolte, e forse il fatto di poter avvicinare finalmente
Grifondoro e Serpeverde doveva essere maggiormente considerato prima di agire.
Silente, invece, sorrideva di tutto ciò.
Dai suoi occhialetti osservava tutti:
I colleghi insegnanti, che seppur non a viso
aperto, non approvavano completamente la sua scelta di separarli, ritenuta
troppo prematura.
Molti studenti di Grifondoro e Serpeverde, che non
avendo colto l’importanza che quella situazione poteva avere, gioivano
anch’essi della riacquistata libertà.
Alcuni ragazzi che, in fondo, capivano che da quel
giorno le cose sarebbero, purtroppo, tornate come prima.
E soprattutto, aveva notato che due studenti
mancavano all’appello. Draco Malfoy e Harry Potter.
- Tu adesso me lo devi dire! – Urlò Harry.
- Che diavolo?… mollami
Potter! – Draco strattonò Harry, che gli aveva arpionato letteralmente un
braccio trascinandolo in uno stanzino in disuso sotto le scale.
- Non te ne vai fino a che non mi spieghi che cosa volevi dire ieri sera! – Harry era davvero
fuori di sé.
- Di che cosa parli sfregiato? – Il Serpeverde non
capiva davvero l’alterazione di Potter.
- Non fare il furbo, Malfoy! Di che diavolo parlavi
ieri sera quando stavi scendendo le scale? – Harry fissava intensamente Draco.
Voleva avere una risposta una volta per tutte.
Draco esitò un attimo. – Quello che hai sentito! –
Rispose serafico.
- Non giocare con me Malfoy! E per una volta cerca di essere sincero! -.
- Ma io non sto giocando.
Hai capito benissimo quello che ho detto, ma se vuoi te
lo ripeto: non voglio diventare come
loro! – Era davvero determinato nel parlare.
- Tu non sai quello che dici! Ti rendi conto di
quello che significa?- Harry era a dir poco sconvolto.
Quelle poche parole mettevano a soqquadro tutte le
certezze che credeva di avere riguardo a Malfoy… ora, tutto crollava davanti ai
suoi occhi e non sapeva né se crederci, né se sarebbe stato in grado di farsene
una ragiona.
- Io so benissimo quello che dico, piuttosto mi
sembra che la cosa sia un problema per te! -.
- E non dovrebbe esserlo?
Io credevo… tu… insomma… non puoi uscirtene con una
cosa del genere e pensare che tutto sia a posto!-.
- Appunto! Te l’ho già detto, tu
non sai nulla di me! Per te ero già condannato senza la possibilità di
dire come la pensavo, vero? Credi di essere il solo a volere che le cose
cambino e che il male venga sconfitto per sempre? Beh,
benvenuto nella realtà Potter, dovrai fartene una ragione! – Draco aveva spinto
Harry per farsi strada verso la porta finché, prima di uscire aggiunse – Non ti darò più alcun fastidio d’ora in poi, non
temere. Ti chiedo solo una cosa… l’unico favore che ti abbia
mai domandato e anche l’ultimo che sentirai dalla mia voce… -.
Harry ancora sotto shock annuì in
attesa di sentire di cosa si trattasse.
- L’unica cosa… è che ti chiedo di non raccontarlo
a nessuno. Non posso permettermi che qualcuno lo sappia, è ancora troppo presto
-.
- Presto per cosa? – Chiese il Grifondoro, quasi
senza pensare.
- Potter, tu sei l’unica persona, dopo Piton, al
quale l’abbia mai detto. E se questa
cosa arrivasse alle orecchie di mio padre… -. Draco rabbrividì al solo
pensiero di che cosa sarebbe potuto accadergli. E anche
Harry fu scosso dall’inquietudine. Non sapeva perché, ma non gli sembrava poi
tanto strano che Lucius se la sarebbe presa col figlio, se fosse venuto a
sapere di una simile chiacchiera.
- Va bene, te lo prometto…
-.
- Grazie… – sussurrò appena il Serpeverde. – Io
allora me ne vado -.
- … ma anche tu farai una
cosa per me! – Il moretto si era ripreso e ora, con sguardo poco rassicurante
fissava il nemico sorridendo.
- Lo sapevo che non me la sarei cavata con così
poco… vero? Mai pensato che saresti stato un perfetto Serpeverde, Potter?
Calcolatore, incline alla disobbedienza e alla ribellione, e ora anche
ricattatore… mi sorprendi ogni giorno di più! – Draco stava anche lui
sorridendo. – Allora che vuoi? Spara! -.
- Dimostramelo! -.
- Cosa? Cosa
dovrei dimostrare? – In un secondo il Serpeverde aveva perso il suo sorriso.
- Dimostra che non vuoi diventare un mangiamorte
come loro! -.
- Non è così facile Potter! Tu non sai quello che
dici! Che io non lo voglia diventare… non significa
che non lo sarò mai… non puoi capire! -.
- Io capisco che se non vuoi una cosa, devi lottare
affinché quello che desideri si realizzi! Non sei da
solo… e se vorrai aiuto, anch’io sono disposto a dartelo! – Harry era davvero
convinto di quello che stava dicendo.
- Il grande Harry Potter salvatore del mondo
all’opera! Sempre ad impicciarti dei fatti degli altri e nelle cose più grandi
di te! Non sai nemmeno di cosa parli e la fai così semplice… se fosse stato facile, e soprattutto indolore… credi che non ci
avrei già provato, credi che non lo avrei detto a mio padre… ? – Draco non
urlava, ma il tono della voce era secco e risentito, segno che l’argomento lo
toccava nel profondo.
- Ma se lo vuoi … -
- Non ci arrivi proprio, eh? Non importa quello che
voglio io! Non è mai importato! Mio padre farà di me un mangiamorte anche
contro la mia volontà! Se il Signore Oscuro chiama,
nessuno può dirgli di no senza incontrare la morte… e stai sicuro che quello
che vuole, lui lo ottiene! –
Draco senza lasciare ad
Harry la possibilità di ribattere uscì in fretta dallo stanzino e si diresse
verso il suo dormitorio senza nemmeno mangiare.
Erano ormai passate tre settimane dal loro ultimo incontro
e Harry e Draco non si erano più rivolti la parola.
Sembrava tutto tornato alla solita normalità, se
non per il fatto che, ora… si ignoravano.
Non si punzecchiavano più, non si
insultavano, non si lanciavano incantesimi. Niente di niente. Sembravano
due perfetti sconosciuti, nonostante i trascorsi burrascosi degli anni passati,
dopo tutto il tempo che avevano dovuto passare assieme ed il legame che,
nonostante le innumerevoli incomprensioni, ancora li univa.
Persino tra Grifondoro e Serpeverde era calato
l’antico gelo. Solo ogni tanto, era capitato di scorgere Hermione e Draco
insieme in biblioteca a fare i compiti. Non che i due
parlassero molto. Sedevano in silenzio allo stesso tavolo, ognuno
concentrato sui propri libri… ma l’idea iniziale di studiare insieme non era
stata poi tanto male; entrambi erano molto
intelligenti e si applicavano nello studio, che era piacevole condividere idee
e dubbi sulle lezioni della giornata.
Più passavano i giorni però, più quella sorta di tregua
appariva a tutti strana e atipica. Vedere Harry e Draco che quasi nemmeno si
guardavano in faccia non era cosa da sottovalutare; il pensiero comune era che prima o poi se fossero scoppiati, avrebbero incenerito
l’intera scuola.
Persino Harry era rimasto stupito dal comportamento
del biondino… aveva davvero mantenuto la promessa e non lo aveva più scocciato,
ma ad Harry la cosa pesava più di quanto non pensasse.
- Hei Potter, perché
quella faccia? –
- Mhh? –
Quella mattina Blaise Zabini si era avvicinato a
Harry nel cortile della scuola e ora sedeva al suo fianco.
- Ho chiesto perché hai quella faccia! Non era
quello che hai sempre voluto? – Lo stuzzicò il Serpeverde.
- Che cosa avrei sempre
voluto, secondo te? -.
- Liberarti di Malfoy, no? Meglio di così, si è
tolto dai piedi da solo! -.
- Come… Che cosa ti ha detto? – Harry sapeva che
dietro le parole di Zabini c’era di certo qualcosa che lui avrebbe dovuto
sapere.
- Mi ha raccontato della vostra
chiacchierata nel sottoscala… interessante, non credi? Ci ha messo un
po’ di giorni a dirmi proprio TUTTO, ma alla fine non ce la faceva
più a tenersi dentro un tale peso -.
- Tu lo trovi interessante? – Chiese incredulo il
Grifondoro.
- Beh, credo proprio di sì, visto
che ha parlato di certe cose prima con te, che con me che sono il suo migliore
amico. E
ti assicuro che io ne sono rimasto parecchio sconvolto! – Blaise sembrava davvero
sincero mentre parlava.
- A chi lo dici! – Harry aveva forse trovato
qualcuno a cui poter dire come si sentiva e che magari lo avrebbe anche capito.
– Ma tu, sì insomma… tu come hai reagito? – Harry
sapeva che stava pur sempre parlando con il figlio di un altro conosciuto
mangiamorte.
- Sapevo che me lo avresti chiesto! Devi sapere che
io, a differenza di Draco, ho da tempo sfidato mio
padre sull’argomento… non è stato facile, e non lo è tutt’ora,
ti risparmio i dettagli… ma non appena finirò la scuola me ne andrò di casa, e
lui non mi prenderà più! -.
- Come fai ad esserne certo? Che
non ti troverà, intendo. Come farai a sfuggirgli? -. Se possibile, le parole di
Blaise sembravano ad Harry ancor più surreali della
confessione di Draco. Che il mondo stesse tutto d’un
tratto andando al contrario?
- Mio padre è quello che è, non ho scusanti per lui
e per tutto quello che ha fatto… ma credo che alla fine abbia capito che ciò
che lui vuole per me, non è quello che io desidero… e che piuttosto che cedere
all’Oscuro, io morirei! Se non interferirò con la sua
vita e se mi toglierò definitivamente dai piedi, credo proprio che non verrà
mai a cercarmi – Blaise gli stava raccontando i suoi pensieri più nascosti come
se nulla fosse e soprattutto come se si conoscessero da anni. Harry, stupito,
non capiva come quel ragazzo possedesse tanta sicurezza e forza e per quale
motivo stava rivelando quelle cose proprio a lui.
- Posso capire… - tentò di dire il Grifondoro - … ma
se tu sei stato capace di ribellarti, se hai affrontato tuo padre, allora
perché anche Draco non… - Blaise non gli lasciò nemmeno finire la frase.
- Vedi Harry, Draco sapeva da
tempo come la pensavo su queste cose, ma prima di ieri non aveva mai
fatto il minimo accenno al fatto che anche lui fosse d’accordo. Non posso
parlare per lui, nonostante lo conosca molto bene, ma ti assicuro che essere il
figlio di Lucius Malfoy, non è affatto semplice. Lucius non accetterebbe mai
che il figlio infangasse il nome dei Malfoy rifiutandosi di diventare … beh lo
sai… lo ucciderebbe con le proprie mani pur di non deludere il Signore Oscuro -.
- Un padre ucciderebbe il proprio figlio? – Harry
era disgustato al solo pensiero e non credeva umanamente possibile una cosa del
genere.
- Lucius è ormai preda di un delirio di onnipotenza. Da quando il Lord Oscuro è
tornato, non vive che per il suo ritorno al potere e per sanare finalmente il
mondo magico da quella che lui definisce feccia mezzosangue. Credimi,
Harry, quell’uomo è pazzo e io lo capisco Draco se ha
paura… io ne avrei, e molta… -.
Harry si stava facendo un’idea del perché Draco
sembrasse intimorito nel confidargli quelle cose… doveva davvero essere
spaventato… E lui che cosa aveva fatto? Invece di aiutarlo, lo aveva solo
rimbeccato sul fatto che doveva ribellarsi al padre dando una dimostrazione del
fatto che realmente non volesse divenire un mangiamorte… ma chi era lui per
chiedergli una cosa del genere?
- Harry, Draco non sa assolutamente che io oggi sono qui a dirti tutto questo. E non
l’ho fatto perché tu lo compatissi e nemmeno perché tu parta alla carica,
cercando di convincerlo a fare di tutto per ribellarsi. Io gli voglio bene come
a un fratello e ora so che anche tu sei legato a lui
indissolubilmente. Non pretendo che tu capisca, ma ti chiedo di stargli vicino…
ora ha più bisogno di te che di me, anche se ad entrambi la cosa sembrerà un
po’ strana. Avete una grande opportunità tra le mani…
non lasciatevela scappare… siete anime affini e potrete fare grandi cose se
solo lo vorrete! -.
Harry era rimasto senza parole.
Non aveva mai pensato a Blaise come ad un ragazzo
così profondo e pieno di buone qualità. Era un amico sincero e si stava
veramente preoccupando per Draco…
Harry in quel momento si decise… avrebbe
fatto in modo che le cose cambiassero.
- Credo tu abbia messo troppe radici di asfodelo in quella pozione! – Draco fece qualche passo indietro prima che il calderone di Hermione
iniziasse a sputacchiare qua e là scintille di un verde acceso che non
sembravano aver a che fare con il siero del
sonno che stavano cercando di preparare.
- Tu credi? – Hermione si era a sua volta scostata
e aveva iniziato a ridere di gusto nell’ammirare quella sorta di fuochi
artificiali che uscivano dal pentolone. – A me non sembra poi così male! – La
ragazza non riusciva a smettere di ridacchiare.
- Certo… se paragonato ai casini di Paciock, questo
è un vero capolavoro… dovresti insegnarglielo! – Anche Draco era stato contagiato e ora sorrideva anche lui
all’idea di Paciock che combinava un simile disastro durante una lezione di
Piton.
- Oddio… n-non ce la faccio più, mi f-fa male la
p-pancia dal ridere… - Senza nemmeno pensarci la Grifondoro si era appoggiata
ad un braccio del Serpeverde per reggersi mentre ancora rideva. Draco a quel
gesto rimase di sasso. Non capiva perché, ma non gli diede affatto fastidio. Anzi.
Non avrebbe mai pensato che una simile azione da parte proprio della
mezzosangue che aveva sempre insultato, potesse in un
certo senso scaldargli il cuore. Non riusciva a descrivere la sensazione
provata, ma era molto simile a come si sentiva quando parlava con Blaise. In
effetti, da quando aveva passato tutto quel tempo con lei, aveva rivalutato
parecchio Hermione, nonostante non lo avesse mai apertamente espresso. Era una
ragazza molto intelligente e caparbia, e in fondo era anche carina… “ma perché
diavolo Potter è così deficiente?” si chiese all’improvviso, pensando ai
sentimenti di Harry nei confronti della compagna di
casa. Draco non riusciva proprio a capire perché quel ragazzo facesse tutte
quelle storie per confessare quello che provava alla Grifondoro.
- Ora è meglio fare qualcosa prima che l’aula si
bruci! – Draco aveva preso la bacchetta e con un paio di incantesimi
aveva spento il fuoco e svuotato il calderone. – Sarà meglio riprovare la
prossima volta! – Malfoy sorrise.
Hermione rimase incantata per un attimo a
guardarlo. Non lo aveva mai visto così rilassato e sereno…
e a dirla tutta non era proprio niente male…
- Che c’è Granger,
qualcosa non va? – Draco si era accorto che lo stava fissando.
Arrossendo lievemente in volto la ragazza distolse
in fretta lo sguardo. – No, niente, è che è così strano vederti sorridere, sai…
- riprese poi più sicura – assumi la stessa espressione di Harry quando è
contento… - ma lasciò subito cadere il discorso. Le
faceva male parlare di Harry da quando sembrava che il ragazzo facesse di tutto
per tenerla lontana.
- Stai scherzando? Io somigliare allo sfregiato? E’
meglio che andiamo a pranzo, prima che ti venga in mente di dire un’altra
sciocchezza! – Sbraitò Draco facendole strada e nascondendo un sorriso che gli aveva increspato le labbra.
- Signor Preside, siete sicuro
di quello che state facendo? Non per mettere in dubbio le vostre scelte, ma
credo che quei due non andranno d’accordo così in
fretta e, se mi posso permettere, trovo sia stato un tantino avventato separare
Draco dalla Granger così presto -. Piton stava in piedi di fronte a Silente
che, seduto alla sua scrivania, lo guardava con un ghigno sulle labbra.
- Abbi pazienza Severus, non sottovalutarli, sono
tutti ragazzi intelligenti e credo che presto otterremo i primi risultati -.
- Ma signore, Malfoy e
Potter non ci sono riusciti in sette anni, cosa le dà la certezza che ora sia
tutto diverso? – Piton aveva da tempo dei dubbi
sull’integrità mentale del vecchio preside e ora stava, a suo dire, avendo le
prime conferme.
- Ora anche Harry sa di avere un’anima affine e sa che
questi è Draco. E non dubito che entrambi si siano
confidati con qualcuno su questa situazione… vedrai Severus, questa partita
avrà più protagonisti e io sono fiducioso sul fatto che si risolverà tutto per
il meglio! – Silente sorrise soddisfatto vedendo il più giovane insegnante
fissarlo incredulo.
- Draco non lo ha mai detto a nessuno, nemmeno a
me, perché ora dovrebbe… -.
- Perché ora sa di avere
un’occasione per ottenere quello che ha sempre voluto in questi ultimi sette
anni - Lo zittì il Preside con il suo solito ghigno sulla faccia.
- E si può sapere cosa
desidererebbe tanto Draco? – Chiese Piton incuriosito e alquanto stizzito.
- L’amicizia di Harry! –
- Draco volere l’amicizia di… Potter?! –
l’espressione di Piton era un misto tra la sorpresa e il disgusto.
- Non fingere di non averlo ancora capito Severus…
perché credi che Draco abbia tormentato Harry tutti questi anni, se non per
attirarne l’attenzione su di sé? Lo conosci bene anche tu, in fondo non è un
ragazzo malvagio come vuol far credere… - Silente si alzò
dalla poltrona andando ad affacciarsi alla finestra del suo studio. Fuori ormai
l’inverno stava prendendo il sopravvento e le ultime tracce
dell’autunno stavano svanendo. – La guerra è vicina, Severus! Questi
ragazzi tra poco saranno chiamati a schierarsi dall’una o dall’altra parte, con
o senza il loro assenso. Molti di loro moriranno, e noi non potremo impedirlo.
Anime innocenti sacrificate per cosa? Finché resteranno qui ad
Hogwarts, dobbiamo cercare di fare tutto quello che è in nostro potere per
proteggerli. Scopriranno troppo presto cosa significa soffrire… - Il vecchio
professore si voltò un’ultima volta, guardando
tristemente quello più giovane per poi smaterializzarsi con uno schiocco delle
dita. E Piton rimase lì in quello studio ancora
parecchi minuti prima di tornare alla propria stanza.
Stava camminando lungo un corridoio semideserto del
secondo piano diretto alla biblioteca. Lo avrebbe trovato di certo lì e sapeva anche che lo doveva cercare nella sezione proibita.
Nella sua testa si stava intanto ripetendo, per la centesima volta, quello che
avrebbe dovuto dire e come lo avrebbe dovuto dire, per non scatenare le ire
dell’inferno. Non era facile! No, proprio per niente! Ma
ormai doveva agire. Non ne poteva più di notti insonni passate a rimuginare
sulla cazzata che aveva fatto. Ma perché poi aveva
detto quelle cose? Dannata boccaccia che non se ne sta mai zitta quando
dovrebbe!!
Arrivò davanti all’entrata. La prima cosa a cui
pensò è che anche questa era una grande idiozia e che forse era meglio tornare
da dove era venuto. Ma ripensò anche al perché lo
faceva e, fatto un profondo respiro, aprì la porta ed entrò. Dovette sfoderare
tutte le sue buone maniere per convincere Madama Pince che non avrebbe tentato
di portare via i libri della sezione proibita come l’ultima volta. Solo dopo
alcuni minuti, quindi, riuscì a farsi strada tra gli oscuri scaffali della sua destinazione.
Vagò con circospezione, come se non volesse farsi notare da quegli studenti che
erano intenti a sfogliare avidamente quei libri antichi, e solo quando
intravide il proprio obiettivo si fermò un istante per raccogliere tutte le
idee e tutto il coraggio.
- Ciao! – La parola gli uscì come un flebile
sussurro nonostante fosse determinato a portare a termine la sua “missione”.
L’altro alzò lo sguardo su di lui, fissandolo, ma
dalla sua espressione non si capiva se fosse sorpreso o meno di vederlo.
- Posso parlarti? – Una semplice domanda. Niente
più. Ma quanto gli era costato dirla!
Gli venne indicata una
poltroncina vicino a quella ove era seduto il suo interlocutore. Si sedette
accavallando le gambe e rimase qualche istante in silenzio per organizzare le
idee prima di cominciare.
- Ti chiedo scusa! – All’improvviso, come una
doccia gelata, l’altro lo aveva anticipato parlando per primo, lasciandolo oltremodo
basito con quelle poche parole.
- C-cosa? – Non doveva
andare così, si era preparato tutto il discorso, doveva dirgli cosa pensava…
invece l’altro aveva aperto bocca facendolo rimanere di sasso.
- So che non è molto, e forse non ti importerà nemmeno, ma volevo scusarmi con te per le cose
che ti ho detto l’altro giorno – Disse Harry continuando a fissare Draco da quando
si era accomodato.
- I-io… si, insomma… oh
cavolo sempre a rovinare tutto, vero Potter? -.
- Che cosa ho fatto
adesso? Ti chiedo scusa e tu ti arrabbi? – Harry non capiva l’irrequietezza di
Malfoy..
- Certo che mi arrabbio, ero venuto io per
parlarti… tu non dovevi dire nulla, solo ascoltare… ora non so
più… -.
- Allora parla! -.
- Io… io… volevo… - Quanto era difficile dire
quello che gli passava per la testa in quel momento – Sì, io… anch’io… volevo…
scusami! – Draco aveva abbassato lo sguardo e aveva paura a guardare nuovamente
il Grifondoro. Paura di vedere derisione e scherno sul suo
volto dopo che si era umiliato a quel modo di fronte a lui. Ma quando alla fine si fece coraggio, sul viso di Harry vide
solo un sorriso luminoso e tanta comprensione.
- A quanto pare abbiamo
avuto entrambi la stessa idea! – Continuò il Grifondoro chiudendo il libro che
aveva tra le mani ed appoggiandolo a lato – Credi che sia il caso di iniziare preoccuparci?
– Entrambi lasciarono che le risate li contagiassero.
La tensione provata da Draco si era allentata e ora
si trovava a suo agio di fronte a Harry. Sorrise. Non credeva possibile una
cosa del genere, ma in fondo si rese conto che aveva desiderato per anni poter
stare così, tranquillamente, a chiacchierare con Harry Potter come fossero…
AMICI… Che suono dolce aveva quella parola in quel momento. Forse era sperare
troppo, ma in fondo ora come ora tutto poteva accadere…
E in effetti accadde!
Harry prese l’iniziativa. Si alzò in piedi e fece
segno a Draco di fare lo stesso. Ora erano in piedi l’uno di fronte all’altro.
In silenzio. I suoi amici forse non avrebbero approvato. Hermione probabilmente
avrebbe capito, Ron certamente ne avrebbe fatto una
tragedia… così come gran parte dei Grifondoro… per non parlare del resto della
scuola… ma ormai era determinato ad andare avanti… forse, doveva essere così
fin dall’inizio…
Harry prese un profondo respiro mentre un confuso Draco
lo osservava senza capire.
Sorridente come non accadeva da molto tempo Harry porse la propria mano a Draco e disse – Io sono Harry,
Harry Potter, molto piacere! -.
Draco spalancò gli occhi
incredulo e quasi spaventato. Era davvero successo, oppure si trattava
dell’ennesimo sogno? Gli tornarono in un baleno alla mente scene che ormai appartenevano ad un lontano passato. Lui che porgeva la
propria mano a Harry… la speranza di diventare amico di quel ragazzo, la
consapevolezza di avere un’anima affine…
- I-Io… non capisco… - Furono le uniche parole che
il Serpeverde riuscì a mettere insieme.
- Non c’è nulla da capire, vorrei
solo poter ricominciare da capo… se ovviamente anche per te va bene…- Harry
aveva riflettuto a lungo su tutto ciò, ed ora era convinto che in quel modo
avrebbe potuto aiutare Draco e, perché no, anche se stesso.
Draco fissò ancora un po’ la mano, che l’altro
ragazzo ancora gli porgeva. Solo nei suoi sogni aveva sperato che un giorno
questo succedesse… e poi lasciandosi alle spalle ogni timore per le conseguenze
di quel gesto, tese a sua volta la mano a Harry – Piacere, Malfoy, Draco Malfoy!
-.
Da quel momento, molte cose sarebbero cambiate.
*
*
*
Continua
* * * * * *
Sorry, Sorry, Sorry
per il ritardo… non c’è altro da dire se non scusarmi!
Come
sempre un abbraccio a tutti!
© Lilyan ©