Dana
sentì un rumore, come una caduta, nel giardino di casa.
Sapeva che si era
ripromessa di non usare più la spada, ma la prese da sopra
al camino dove era
appesa e la tenne davanti a sé. Uscì in giardino.
In
piedi davanti a lei c’era un giovane con capelli rossi, corti
e scompigliati
dal leggero libeccio che c’era quel giorno. Ma ciò
che la colpì di più di
quella figura, furono gli occhi di un azzurro chiarissimo.
Sennar…
La
voce nella sua testa fu un sussurro, un soffio. Ma aveva già
visto quel
ragazzo. Ripose la spada e gli andò vicino guardando quegli
occhi pieni di luce
azzurrina.
“Chi
sei?” domandò guardinga. Il ragazzo sorridere.
“Sono Sennar…” la voce aveva
ragione. E quella stessa voce voleva uscire, la spingeva ad abbracciare
lo
sconosciuto. Quel nome così familiare… Chi era
lui?
Una
forza più grande di lei la spinse ad abbracciarlo, senza
pensare a quel nome
così strano.
Si
scansò di scatto e disse: “Che nome
strano… da dove vieni?” poi lo squadrò.
Aveva una lunga tunica nera con strani fregi rossi ed un occhio dello
stesso
colore al centro. Con orrore si accorse che aveva visto solo una
persona con
quella tunica e veniva dal Mondo Emerso: il suo maestro, Aster.
Puntò
la spada alla gola del giovane ma la voce, dentro di lei
urlava… NO! Non lo fare. Tu sei
me… lei chiuse
gli occhi rabbiosamente.
Si
doveva concentrare.
“Perché
sei qui? Non tornerò da Aster…” a quel
nome il ragazzo rabbrividì. No, non era
dalla sua parte, ma solo il Tiranno del Mondo Emerso poteva
attraversare le
dimensioni. “Lui è morto, Nihal…
cioè, Dana” lei scosse la testa. “Questo
lo
sapevo già, ma la sua essenza c’è
ancora” lui annuì serio.
“E’
lui che mi ha fatto arrivare qui…” “Ecco
lo sapevo!” disse lei arrabbiata come
non mai. “No, non sono qui per farti tornare alla magia. Sono
qui per
ricordarti chi sei, Nihal…” lei si girò
di spalle. Non voleva incontrare gli
occhi di Sennar per una seconda volta.
“Quel
nome non lo ho mai sentito… E comunque sia io sono Dana, non
sono Nihal non
sono Sheireen. Non sono niente per voi del Mondo Emerso” lui
annuì. “Per me sei
qualcosa di importante…” lei pestò il
terreno con i piedi.
“Cacchio!
Nemmeno ci conosciamo… mi avrai scambiata per
un’altra persona!” lui sembrò
ancora più determinato e la prese per le spalle.
“Tu sei Nihal della Terra del
Vento. Nihal, che ha sconfitto il Tiranno, Nihal che è
fuggita con me nelle
Terre Ignote in groppa al suo drago Oarf…” gli
occhi della mezzelfo si fecero
mesti.
Sennar…
perché sei qui? Ma chi era Sennar? Lei non lo
conosceva e del Mondo
Emerso aveva solo alcuni ricordi sfocati.
Però
ricordava un grande bestione verde pallido con occhi rosso fuoco: Oarf.
Ma quei
ricordi le appartenevano? Le sensazioni che provava quando quel ragazzo
le
sfiorava le spalle, erano sue?
“Nihal,
ti prego… ricordati” sulla guancia del giovane
scese una lacrima. Su quella
guancia c’era una ferita rosea, che suscitò in
Dana un ricordo impertinente…
Nihal
non aveva mai visto il mare. Quel
profumo le fece venire voglia di spingersi fino alla costa. Le
tornarono in
mente i racconti di Sennar sulla sua Terra. Il piccolo mare poco
distante dal
confine con
“Vieni
dalla Terra del Mare” disse. Non era una domanda: lei lo
sapeva. Sennar sorrise
dolcemente. “Ti ricordi? Ricordi i racconti sul Piccolo Mare
e Il Faro di
Dessa?” “Più o
meno…” disse lei abbassando il capo.
Era
incredibile, Sennar l’aveva ritrovata. Aveva ritrovato la sua
Nihal, o almeno
la stava ritrovando.
“Rimarrai
con me, vero? Finché non
ricorderò…” “E anche dopo,
Nihal. Ti amo” Dana
arrossì.
Un
altro ricordo, più forte di prima e più nitido.
Sentiva
le braccia di Sennar stringersi
intorno ai suoi fianchi e capiva che poteva finalmente riposare in
quell’abbraccio
pieno di desiderio. Era come se il suo corpo non le appartenesse
più; si
sentiva diversa, quasi che una parte nascosta di lei d’un
tratto si fosse
liberata. Sotto il tocco delle mani di Sennar la sua pelle rinasceva,
il suo
fisico si rimodellava. Sennar la stava chiamando alla vita;
più le sue mani
indugiavano su di lei, più Nihal sentiva che il ponte
gettato con il suo intimo
diveniva solido.
Era
stato un lampo. Ma lei ricordava e questo le faceva paura. Nihal della
Terra
del Vento. Ciò che aveva costruito anni fa con Sennar era
tornato da lei, così
come il mago.
“Sennar!”
si gettò su di lui dopo un po’ di esitazione e poi
lo baciò con passione.
Ricordava.
Ricordava
di essere una mezzelfo, ricordava il dolore nei mesi in cui Sennar era
assente,
ricordava il loro amore, la sconfitta del Tiranno ed il viaggio verso
le Terre
Ignote. Ricordava anche come si era sacrificata per Sennar e suo
figlio, Tarik.
“Sennar,
dov’è Tarik?” domandò
d’un tratto.