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Autore: Mannu    01/09/2010    2 recensioni
Senza distintivo e senza pistola, un poliziotto non è nessuno nel terzo settore. Se non può nemmeno fare il poliziotto, Callahan non ha più una sola ragione per restare vivo. Con tutti i nemici che ha, non è un buon inizio. Sulla sua strada ci sono incontri che non si immagina nemmeno, e su tutto l'oscura ombra delle misteriose gemelle...
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Lilly e Callahan'
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16.

- ...alla fine l'ho portata da Mamasàn. Non so nemmeno perché l'ho fatto. Forse solo perché non mi andava di saperla per strada.
- La verità è che hai il cuore tenero come il burro.
- Ah... credo che tu ti sbagli di grosso. Beh, non appena quella pazza entra nel locale si volta e mi dice: “Se credi che mi metta a ballare nuda per te hai il cervello fuso, pancione!”.
La donna al di là della robusta rete metallica rise di cuore. Callahan, mantenuto a distanza da una sbarra orizzontale di acciaio sverniciato dal passaggio di migliaia di mani, la guardò cercando di cancellare la barriera. Il riso la illuminava: i capelli rossi, cupi e tesi sulla testa, imprigionati in una coda di cavallo stretta e ordinata; il viso angoloso, non bello ma non per questo meno femminile; la pelle candida, macchiata di efelidi del colore della ruggine.
- Che tipa... - commentò sorridendo.
Raggiunsero il fondo della stanza che i secondini chiamavano “la gabbia” e ripresero a camminare in senso opposto. Lui non c'era mai stato: era un premio che si dava per la buona condotta. Colloqui di trenta minuti nella gabbia, un parallelepipedo di venti metri di lunghezza diviso in due da una robusta rete metallica, altrettanto lunga e alta fino al soffitto. Un corrimano metallico impediva ai visitatori di avvicinarsi abbastanza da sfiorare la rete, mentre i prigionieri avevano una striscia parallela tracciata sul pavimento che delimitava la zona vietata. Non era un caso se la sbarra di metallo stava da un lato solo.
Camminavano misurando i passi, le mani affondate nella tasche del soprabito stazzonato lui, le dita intrecciate dietro la schiena lei. Fu O'Malley a interrompere il silenzio imbarazzato durato fin quasi al centro della stanza.
- Sai di essere l'unico che viene a trovarmi?
- Lo immaginavo – Callahan non riusciva a sostenere lo sguardo dei suoi occhi verdi e distoglieva spesso i propri da quel viso. A quelle parole li abbassò sul pavimento senza nemmeno sapere perché.
- Cominceranno a mormorare...
- Possono andare a farsi fottere – rispose lui con la voce ridotta a un brontolio. La guardò: lo stava fissando. Come stava male coi capelli così aderenti al cranio. Le si vedevano troppo la mascella squadrata e le orecchie a sventola, per tacere del naso che pareva più pronunciato e ossuto che mai. La divisa del Detentivo 14 le cascava informe dalle spalle come se fosse appesa a un attaccapanni. Non le disse niente, limitandosi a sorriderle. Avrebbe voluto vederla fuori da lì, pettinata come voleva lei, vestita come si vestiva lei. Lo desiderava immensamente, ma non glielo disse.
- Vorrei poterti ringraziare, Callahan.
- Io vorrei poterti portare qualcosa da mangiare, invece. Sei ogni giorno più magra.
Lei sorrise ancora stirando le labbra incolore e accarezzandosi il ventre quasi concavo.
- Se penso a tutte le volte che ho cercato di mettermi a dieta...
- Sto incontrando solo donne magrissime, ultimamente. Prima tu che ti metti a dieta qui dentro, poi quella scema coi capelli viola... ti ho detto che è molto alta ma non pesa quasi niente? È tutta ossa e...
O'Malley si fermò e affrontò Callahan.
- Non ti offendere, Cal... vorrei dirti una cosa.
Lui non rispose, limitandosi ad aggrottare la fronte.
- Lo si vede da lontano quanto soffri. Ho saputo della tua... della tua situazione in famiglia. Credimi, è meglio che perdere tutto. L'ho capito da come parli di questa ragazzina... si direbbe quasi che cerchi di sostituire le tue figlie con...
- Cazzate da strizzacervelli – troncò il poliziotto con un gesto autoritario della mano. Non voleva sentire parlare delle figlie né della moglie.
- No, aspetta a chiuderti. Ascoltami... non rinunciare a ciò che hai. Non essere tu a spezzare i legami...
- Forse ti sei persa l'ultima puntata.
Callahan in poche parole la mise al corrente di ciò che era successo: sua moglie era diventata la concubina di un criminale mafioso, le sue adorate figlie erano schifose puttane drogate, titolari di una catena di locali privati dalla fama discutibile. O'Malley lo ascoltò attonita.
- Capito perché sono caduto tanto in basso da trovare carina e simpatica una stronzetta arrogante con la fedina penale sporca da quando aveva sedici anni? Ho trovato più... più sincerità in lei che mi ha mandato a fare in culo più di una volta che nelle mie figlie... amate e cresciute per venti anni. In quattro giorni mi ha regalato più soddisfazioni lei che la mia famiglia negli ultimi quattro anni. È più di quanto posso sopportare.
Povera Grace, pensò Callahan guardando la sua collega dall'altra parte della rete. Il viso era ancora più pallido e la sua espressione galleggiava a metà fra il dolore e la costernazione per aver toccato un tasto così dolente. Le sorrise, conscio che la sua dovette sembrarle una brutta smorfia. Lei gli sorrise di rimando, a labbra strette.
- Lo sai che mi ha chiamato “zio”?
O'Malley cercò di trattenersi, ma alla fine dovette lasciar sfuggire una risata. Modesta, misurata ma del tutto sincera.
- Ridi, ridi... non mi sentivo così bene da anni. Odio dirlo, ma quella smorfiosa insolente mi ha fatto stare bene per tutto il tempo che l'ho avuta intorno. Beh, quasi tutto.
La donna si portò una mano sulla bocca: rideva irrefrenabilmente. Rideva con le labbra, con gli occhi, con tutto il corpo. Callahan si rese conto di aver avuto un velo davanti agli occhi. L'aveva avuto a lungo, e non se n'era mai accorto fino a quando si era alzato, pochi istanti prima. Lo aveva alzato lui, finalmente, o era stata quella mocciosetta anoressica, esperta hacker e randagia incurabile? Si chiese se era davvero importante.
Si appoggiò al corrimano metallico afferrandolo con entrambe le mani. Strinse fino a far impallidire le nocche, fino a sentire tendersi la pelle sul dorso della mano ferita, segnata dai tagli ormai prossimi a rimarginarsi. La guardò, piegata in due dalle risate come una bambina un po' sciocca ma felice. La desiderava. Molto. Era stupido non ammetterlo. A cosa era servito rimanere fedele alla moglie e alle figlie che l'avevano tradito? Era scappato tra le braccia e le cosce di Lilly, lavandosi la coscienza con i soldi che abbandonava sul comodino mentre lei fingeva di non accorgersene. Già separato, la moglie l'aveva appena citato per la seconda volta consecutiva per danni morali; le figlie nascondevano a stento quanto malvolentieri lo incontrassero. Da lì in poi tutto era soltanto peggiorato. Anche Lilly lo aveva abbandonato. Aveva cercato affetto dove non ce n'era, in entrambi i casi. Aveva scelto di essere cieco. L'avrebbe fatto ancora?
Aprì la bocca, aspettando il momento migliore. In preda all'imbarazzo preparò a fatica le parole sulla lingua, non sapendo quali fosse meglio usare. O'Malley stava ancora ridendo a crepapelle.
- Scusami... – farfugliò, tirando su col naso. Era giunta alle lacrime. Lui mise da parte tutte le belle parole che stava pensando e le sorrise.
- Zio... occazzo, non riesco a smettere di ridere... – si batteva le mani sulle ginocchia, piegata in avanti; era in apnea, la voce che quasi squittiva. Contagiato da tutta quella ilarità esplosa all'improvviso per un nonnulla, anche lui cominciò a sorridere più sinceramente. Avrebbe voluto dirle quanto la desiderava, quanto forte se la sarebbe stretta al petto se avesse potuto. L'avrebbe colmata di complimenti per i suoi capelli, per il suo viso, per i suoi occhi belli; l'avrebbe coperta di baci sulla bocca, sul collo e sul seno, mentre con le mani le avrebbe carezzato la pelle. Ma non riuscì a fare altro che stare lì a guardarla splendere, stringendo forte il corrimano, con la faccia deformata da un sorriso a metà.
   
 
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