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Autore: MusicAddicted    06/09/2010    5 recensioni
E se a Michele fosse data una seconda chance?
Genere: Romantico, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi

Rieccomi!

Chiedo scusa in ginocchio per il ritardo vergognoso, è che sono presa parecchio da altre cose ultimamente, ma M&M li amo sempre e comunque, ovvio!

 

Non ho il tempo di ringraziarvi una a una, ma sappiate che siete tutte splendide e vi adoro!!! Il vostro sostegno significa molto!

 

Quanto alla storia dei 2 puntini che sarebbero 3 lo so, lo faccio per un fatto di formattazione, siccome posto anche in forum dove se metto i 3 puntini non so perché ma appare un quadrato.. quindi ormai metto 2 punti ovunque.. sopportatelo..

 

Ecco il nuovo capitolo, spero mi faccia perdonare per il ritardo. Ah, scusate se ci saranno errori ma non ho il tempo di rileggerlo ora, poi eventualmente appena riesco lo correggo:

 

 

 

 

Capitolo VII: Sarà perché ti amo

 

“Ecco il pezzo pronto!” entra di getto in redazione Maya, lasciando sulla scrivania di Ennio i fogli stampati con l’intervista.

“E a giudicare dall’ora in cui sei arrivata, immagino tu abbia avuto un gran daffare!” commenta ironica Rosa.

Del resto, l’orologio segna le undici di mattina passate.

 

“Beh, sai… “ rimane sul vago lei, con un sorrisetto, mentre si sistema meglio il cerchietto sulla testa.

“Abbiamo capito, non c’è bisogno che scendi nei particolari!” la ferma Lea, un po’ stizzita.

Era forse invidiosa?

 

“Allora, ricapitoliamo, la copertina è pronta, Laura, tu mi hai mandato l’allegato con le lettere… “ fa il punto della situazione Elio.

Laura si limita ad annuire dalla sua postazione.

“Lea, tu mi hai già dato l’articolo con i consigli sul fitness, Rosa sui viaggi, Monica non c’è ma mi ha già lasciato da ieri il suo dossier su ‘Donna e Casa ‘… sì, direi che possiamo andare in stampa!”

decide il grafico.

 

“Che significa che Monica non c’è? Non sono la più ritardataria per una volta?” domanda speranzosa Maya.

“No, è che ha chiamato prima, aveva una commissione da fare, è di ritorno ma è imbottigliata nel traffico!” le spiega Laura.

 

“Fatto sta che non possiamo aspettare oltre. Dobbiamo andare in stampa o rischiamo di spostare l’uscita settimanale di un giorno!” insiste Elio.

“Questo è inammissibile. Confonderebbe troppo le nostre lettrici. Come co-direttrice posso prendere anch’io la decisione. Il materiale c’è, quindi andiamo in stampa!” sentenzia impassibile Lea.

 

Tutte le altre sembrano approvare, l’unica un po’ incerta è Laura, ma non lo da a vedere.

 

“Perfetto. Ermanno sarà contento di vedere la sua intervista!” esclama felice Maya, sorridendo estasiata al ricordo della loro notte focosa.

“Ermanno?! Ma scusa, non sei andata al ristorante di Michele?” domanda Rosa, confusa.

“Sì, ma  lui non c’era, però c’era il suo socio!” spiega la rossa.

“Maya, guarda che Michele non ha nessun socio!”  la avverte Laura.

“Uh! Vabbè, non m’importa. Io il mio dovere l’ho fatto!”  fa spallucce la ragazza, prima di sentire tutte le occhiate su di sé.

“Sì, vabbè, prima di passare al piacere. E che piacere, ragazze! Sapeste che fustacchione!” aggiunge lei, visibilmente soddisfatta.

 

“Ok, allora è deciso, mando tutto in stampa!” fa tornare tutti sul piano professionale Elio.

E, no, stavolta non ci prova nemmeno a puntualizzare che c’è anche lui presente e quindi non è corretto dire ‘ragazze ‘.

 

 

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Monica entra di getto all’incirca un’ora dopo, trafelata.

“Scusate, ma non avete idea di che inferno c’è in strada oggi!” si giustifica, togliendosi la giacca.

“Allora, fatemi vedere tutto così poi andiamo in stampa. Anche se siamo già in ritardo.. mi sa che stavolta saltiamo un giorno!” continua lei, prima di accorgersi dello sguardo degli altri, qualcuno soddisfatto, qualcun altro un po’ colpevole.

 

“Problema risolto, cara. Abbiamo già mandato via tutto!” la informa Lea.

“E come accidenti vi siete permessi?” sbotta lei.

“Da quando mi hai nominata co-direttrice sai che posso prendere le decisioni al posto tuo!” le ricorda l’altra. “E poi non capisco perché ti scaldi tanto, dovresti esserci grata!” aggiunge subito dopo.

“Sì, in affetti hai ragione, hai fatto bene, avete fatto bene. E’ solo che prima volevo vedere l’intervista al ristorante di Michele. Sapete, no? Col fatto che lui non c’era… “ si lascia sfuggire Monica.

Scatta subito l’inquisizione.

 

“Aspetta! E tu come lo sai di Ermanno? Io l’ho solo raccontato a loro!” la mette alle strette Maya.

“E.. come lo so! Ovvio, no? Mi ha chiamato ieri Michele per avvisarmi che non poteva esserci e si era fatto sostituire. Mi sembra il minimo della professionalità avvisare se non si può adempiere a un impegno preso? E di Michele si può dire tutto, ma non che non sia professionale!” si difende Monica, con un’arringa degna di un avvocato.

 

“E allora perché non hai avvisato anche me che c’era un suo sostituto?” continua l’altra.

Ma la donna sa come cavarsi d’impiccio anche stavolta.

“Perché non t’ho avvisata? Eh… figlia mia, non è che ti posso sempre stare appresso. Devi anche imparare a cavartela nelle difficoltà della vita, se no non crescerai mai!” sentenzia.

 

“Non è vero che devo crescere!” borbotta lei, offesa, incrociando le braccia, mettendo il broncio e sbuffando per sollevarsi la frangetta.

Insomma, l’atteggiamento tipico di chi non deve crescere!

 

“Ad ogni modo, la posso vedere quest’intervista o devo aspettare pure io di comprare la copia in edicola?” torna all’attacco Monica.

“Spiritosa. Toh, prendi l’originale… “ replica distrattamente Elio, passandole i fogli.

 

Dopo averli letti, per poco Monica non scivola dalla scrivania dove si era appoggiata.

“Oddio, ma è tremendo! No, dico, nessuno di voi ha controllato prima di dare il nulla osta?” si inalbera.

“Io devo solo impaginare, quello che c’è scritto non è affar mio!” si giustifica Elio, e così fanno tutte le altre, chiamandosi fuori dai giochi.

“Beh, che ha che non va? A me sembra un buon lavoro!” commenta Maya.

 

“Certo, Maya, a te sembra sempre un buon lavoro!” brontola lei.

 

Quasi come se si fosse sentito chiamato in causa, Ermanno entra di getto in redazione.

“Maya! E’ tutt’oggi che ti cerco, poi meno male mi so’ ricordato per che giornale lavori!” esclama, andando verso la ragazza.

“Ermanno, che ci fai qui? Mi sembrava di avertelo fatto capire che è stata solo cosa di una notte. “ si agita lei.

“Sì, sì, per carità, una botta e via, va bene così. Il fatto è che ti sei dimenticata queste… “ e dicendolo, sfila dalla tasca le mutandine rosa a pois bianchi della ragazza e gliele porge, senza curasi troppo del fatto che tutti li stiano guardando.

“Ma, no, stupidino! Guarda che quelle te le ho lasciate apposta per ricordo!” gli spiega lei facendogli l’occhiolino, per poi voltarsi verso gli altri.

“Avevo quelle di scorta, non pensate male!” precisa subito.

 

Invece Monica è giunta a un’altra conclusione.

“Tu sei Ermanno? L’artefice di quest’intervista?” chiede, sventolandogli davanti i fogli che ancora tiene in mano.

“Sì, perché? Me ne volete fare un’altra?” sorride lui, emozionato.

 

“Ma nemmeno per sogno! Anzi, tu non dovresti essere autorizzato a parlare! Non hai idea del casino che hai combinato!” sbotta lei.

 

Tuttavia, Ermanno nemmeno la sta più ascoltando, tutto preso com’è a mangiarsi con gli occhi Lea e la bionda non resta indifferente a quegli sguardi famelici, sentendosi le gambe cedere.

 

E’ una cosa che non sfugge agli occhi di Maya.

 

Vabbuò, direi che qui sto creando più impicci che altro, sarà meglio che vada. “ annuncia l’uomo, avvicinandosi pericolosamente a Lea, finché è occhi negli occhi con lei.

 

“E dimmi, per caso fai le * interviste * anche tu?” domanda, in modo molto allusivo, con voce calda e sensuale.

 

“Uh? No, io faccio fitness! Cioè.. voglio dire.. mi occupo di quello che riguarda il fitness. “ farfuglia lei, visibilmente confusa.

 

“Peccato.” mormora lui andandosene.

 

 

“Ho già capito tutto. Vi combinerò un incontro!” deduce Maya.

Lea è ancora troppo scombussolata per rispondere.

 

Monica non ha tempo per quel quadretto. Sa che ciò che è successo avrà conseguenze. Conseguenze poco piacevoli.

 

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Per quel giorno la passa liscia.

Sembra sia così anche il mattino dopo, prima che, verso mezzogiorno, il suo cellulare suoni, con la scritta ‘chiamata Michele ‘ che lampeggia alquanto minacciosa.

 

“Pro.. pronto?” tentenna lei.

“Tu. Nel mio ristorante. Subito!” ordina perentorio lui, con un tono che non ammette obiezioni.

 

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All’incirca un quarto d’ora dopo si ritrova seduta al ristorante, con Michele che continua a girarle intorno, con fare inquisitorio.

“E dire che c’era una tregua! Avevamo smesso di farci la guerra!” esclama lui.

“Ma io non… “ obietta timidamente lei.

“Zitta! Allora la tua era tutta una tattica, per poi colpirmi alle spalle!” continua lui, impassibile.

“Ti giuro che non..

“E allora come me lo spieghi questo?” continua lui, sbattendole sul tavolo il suo giornale aperto sulla pagina dell’intervista.

 

 

“ “Perché la gente dovrebbe scegliere il vostro locale?” “Perché c’è tanta robba buona!”  E ti prego di notare robba proprio scritto con 2 b!” comincia a leggere ad alta voce lui.

 

“ E poi questo: “Qual è il vostro segreto in cucina “ “Mettiamo un po’ di questo, un po’ di quello .. “ “ continua, sempre più innervosito.

 

“Devo proseguire? Non credo, secondo me la conosci già più che bene quest’intervista!

 

“Michele, devi credermi, non sono stata io ad approvarla. Sono andati in stampa senza aspettare il mio consenso, io non l’avrei mai permesso!” riesce finalmente a spiegargli lei.

 

Lui la guarda dubbioso e il suo malumore non accenna comunque a migliorare.

“Non mi importa un accidenti delle dinamiche, fatto sta che è successo. Ti rendi conto che il mio ristorante è diventato una barzelletta? Mi hai rovinato la carriera!”

 

Monica sta per rispondergli, ma qualcuno li interrompe.

“Mi scusi, è permesso? E’ lei il proprietario del locale?” domandò un’opulenta signora sulla sessantina, con abiti e gioielli sfarzosi.

Michele la osserva stranito.

 

 “Ho quasi paura a risponderle, sai?” bisbiglia a Monica.

“Sì, sono io, come posso aiutarla?” si rivolge alla signora, andandole incontro.

“Le volevo solo fare i complimenti per l’intervista che ho letto su ‘Tu Donna ‘. Sa, in genere i titolari sono tutti così seri, tutti che parlano compiaciuti della loro cucina nel dettaglio, le tradizioni, invece.. lei si che è dotato del senso dell’umorismo, mi ha fatto morire dal ridere quell’intervista. Tanto che mi sono detta:devo assolutamente conoscere un proprietario così simpatico! ‘ “ spiega lei.

“Beh, sì, modestamente mi son detto, perché prendersi sempre così sul serio?” replica lui con nonchalance, mentre Monica lo guarda di sottecchi.

“Tornerò di sicuro una sera e spargerò la voce, sa, io conosco almeno mezza città!” lo informa la ricca signora.

“Molto bene. E se tornerà sarà mio grande piacere trattarla da regina. E questo non è uno scherzo!” ammicca lui con un sorrisone, accompagnandola all’uscita.

 

 

“Allora, sentiamo un po’, esattamente da 1 a 10 quanto ti avrebbe rovinato la carriera la sottoscritta?” lo mette alle stretta Monica, incrociando le braccia sul petto.

“Hai avuto solo fortuna!” si difende lui, non volendogliela dare vinta.

“Cosa?! Nell’ultimo quarto d’ora mi hai praticamente incolpato di tutte le catastrofi che si sono abbattute sulla tua esistenza e ora pensi di cavartela così? Hai molto da farti perdonare, signorino, molto!” sbotta lei.

“Ho capito, hai ragione tu, Monica, ho esagerato, ti chiedo scusa. Ti offro la cena da me stasera?” propone lui.

“Ora sì che si comincia a ragionare!” sorride lei.

 

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Il giorno dopo, Monica è alle prese con la posta da smistare, come le accade quotidianamente.

Ci sono bollette, volantini pubblicitari a non finire, avvisi di inaugurazione di qualche nuovo negozio e una busta chiusa con un invito che non le fa presagire nulla di buono.

Fa un veloce calcolo mentale e capisce che sono già passati dieci anni dall’ultima volta: la storia si ripete.

 

E aprendo la busta ha la conferma dei suoi pessimistici sospetti.

 

“No, la cena di ritrovo fra le vecchie compagne di Liceo è quanto di più bieco si potesse inventare sulla faccia di questo Pianeta!” brontola, parlando al vento.

 

E sono pressappoco le stesse argomentazioni che utilizza qualche ora dopo con Michele, mentre prendono un caffè in un bar vicino alla redazione del giornale.

 

“Ti prego, sei la mia unica ancora di salvezza!” lo supplica Monica, dopo avergli spiegato la situazione.

“Ma dai, come se non ci fossero altri uomini disposti ad aiutarti.” replica lui.

“E chi? Paolo? Per carità, Laura ne è così gelosa che non me lo ‘presterebbe ‘ nemmeno per finta! Elio? Non riuscirebbe a reggermi il gioco per più di mezzo secondo. E con tutti i miei ex ti informo che sono in rapporti pressoché burrascosi, per lo più tutti loro si augurano che io marcisca all’inferno, questo non li rende esattamente propensi ad aiutarmi!” chiarisce lei.

 

“Non ci credo, ti sei fatta dei nemici? Con il carattere zuccheroso che ti ritrovi?” la prende in giro lui.

“A Michè, vedi di far poco lo spiritoso. O mi aiuti o sparisci. Guarda che comunque ti pago, non te lo chiedo così, senza dar nulla in cambio.” lo informa.

 

“E cosa ti aspetti che faccia esattamente?” le domanda Michele.

 

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Due giorni dopo, alla serata in cui è previsto l’evento, Monica si presenta in compagnia di Michele, presentandolo a tutte le donne presenti alla festa come il suo fidanzato.

Anche tutte le altre avevano sfoggiato mariti e fidanzati vari, snocciolando le varie importanti professioni che svolgevano, quasi come se fossero più accessori da ostentare che persone.

 

 

Ma Monica a quell ‘accessorio ‘ ci tiene parecchio e non gradisce le occhiate che qualche donna o qualche cameriera di quel locale gli rivolgono.

Tuttavia, quella sera Michele non ha occhi che per lei, forse perché è  particolarmente radiosa in quel lungo abito color petrolio che le mette in risalto gli occhi, abbinato a un pendente dello stesso colore.

 

Anche Michele è molto elegante ed impeccabile nel suo completo in gessato.

 

“Vedi quella là nell’angolo a sinistra? Ecco, lei si rivolgeva a me solo per copiarmi i compiti o avere i suggerimenti nelle verifiche; quell’altra, quella al bancone lavorava con me al giornalino della scuola ed eravamo in continua competizione; e quell’altra, quella che sta parlando col cameriere, beh.. lei mi ha fregato il ragazzo!” spiega Monica a Michele, mentre sono seduti su un divanetto, lontano da occhi e orecchi indiscreti.

 

“Però, belle amiche che frequentavi!” ridacchia lui.

Infatti non erano amiche, solo compagne di classe!” puntualizza lei.

 

“Piuttosto, grazie infinite, davvero, hai fatto un ottimo lavoro, praticamente mi invidiano tutte!” aggiunge subito dopo.

“Bene, ti sei guadagnata la tua rivincita!” le sorride lui.

“Già, ma per lo più… è che io queste cose non le so proprio gestire da sola. Per farti un esempio, qualche mese fa ho avuto l’insana idea di andare senza uno straccio di accompagnatore nientemeno che al matrimonio del più importante dei miei ex!” gli svela lei, raccontandogli i disastrosi eventi che ne sono conseguiti.

 

“Mi prendi in giro? Davvero pensavano ti volessi gettare dalla finestra?” domanda lui fra le risate.

“Nessuno scherzo, è successo per davvero… non mi ci far ripensare!” alza gli occhi lei.

 

< Ma come può una donna così meravigliosa essere sola? Cos’è, il genere maschile s’è accecato tutto d’un tratto? > si ritrova a pensare Michele, forse senza nemmeno accorgersene.

 

“Hey, voi due, dai, venite a ballare, sono già tutti in pista!” interrompe quel momento il marito della ex collega del giornalino, nonché l’organizzatrice di quel ritrovo.

 

Ai due non resta che seguirli.

 

Neanche a farlo apposta, dopo pochi minuti che sono lì, la canzone movimentata cede il passo a una romantica ballata dove tutte le coppie si abbracciano, lasciandosi andare a tenere effusioni.

 

Michele non ci pensa due volte e la tiene stretta a sé, dondolando lentamente.

“Scusa… questo non era previsto. E’ che ora mi sa che desteremo dei sospetti se tu.. tu non.. “ mormora sconclusionatamente lei, alzando lo sguardo per fissarlo negli occhi.

“Non serve che tu dica altro.” le sussurra Michele, accarezzandole il mento con un dito e chinandosi su di lei, poggiando delicatamente le labbra sulle sue, sorridendo quando le sente dischiudersi.

E’ un bacio che da timido e incerto impiega solo pochi secondi per farsi più deciso e appassionato, con Monica che lascia scorrere una mano fra i capelli d Michele, mentre l’altra gli accarezza il collo, e Michele che le accarezza con entrambe le mani il viso, scendendo verso il collo, le spalle, tutta la lunghezza della schiena, per poi approdare sui fianchi, dove la cinge teneramente.

 

Non hanno idea di quanto sia lungo quel bacio, sanno solo che quando, a fatica, lo interrompono, le canzoni sono tornate movimentate e la ballata è finita da un pezzo.

Gli occhi di tutti sono su di loro, forse un po’ invidiosi di una tale passione che invece negli altre coppie è rimasta solo un pallido ricordo.

 

 

Un po’ scombussolata, Monica torna a sedersi, con Michele che la segue.

 

La donna raccoglie le sue cose, saluta tutte le presenti e decide che la serata si conclude lì.

 

Il viaggio di ritorno lo passano quasi in assoluto silenzio, solo la radio tiene loro compagnia.

Non appena Michele arriva sotto casa di lei, Monica estrae qualcosa dalla sua borsa.

“Di nuovo grazie per stasera, non hai idea della situazione imbarazzante da cui mi hai tolto. E questo te lo sei proprio meritato!” esclama lei, porgendogli un assegno.

 

“Non credo proprio!” le sorride lui, strappandolo in tanti pezzettini, davanti ai suoi occhi.

“E’ stata una bellissima serata e la compagnia è stata semplicemente deliziosa. Tu non mi devi proprio niente!” le spiega.

In un impeto di gioia e gratitudine, Monica gli butta le braccia al collo, tirandolo  a sé.

L’intento era solo quello di ringraziarlo.. invece finiscono nuovamente per baciarsi, ma stavolta la durata è più breve, perché, conscia di quello che ha fatto, è lei a ritirarsi subito.

 

Scusami, non so che mi è preso! Decisamente ho bevuto troppo vino. Buonanotte, Michele!” si giustifica lei, affrettandosi a raggiungere il portone di casa sua.

 

E’ profondamente confusa, stordita , ma felice, così felice che nonostante l’ora tarda ha voglia di mettersi a cantare ed è quello che fa.

 

“ Con te dovrò combattere
non ti si può pigliare come sei
i tuoi difetti son talmente tanti
che nemmeno tu li sai.  “ canticchia sorridente, mentre sale le scale.

 

“Sei peggio di un bambino capriccioso
la vuoi sempre vinta tu,
sei l'uomo più egoista e prepotente
che abbia conosciuto mai. “ entra, avvicinandosi di soppiatto alla finestra.

 

 

“ Ma c'è di buono che al momento giusto
tu sai diventare un altro,
in un attimo tu
sei grande, grande, grande, le mie pene
non me le ricordo più. “ continua a cantare, mentre lo sbircia dalla finestra, guardando la sua auto che progressivamente si allontana.

 

“Io vedo tutte quante le mie amiche
son tranquille più di me,
non devono discutere ogni cosa
come tu fai fare a me,
ricevono regali e rose rosse
per il loro compleanno
dicon sempre di sì
non hanno mai problemi e son convinte
che la vita è tutta lì.
Invece no, invece no
la vita è quella che tu dai a me,
in guerra tutti i giorni sono viva
sono come piace a te. “ va avanti a cantare, mentre percorre le stanze, diretta alla camera da letto.

 

 

“Ti odio poi ti amo poi ti amo, poi ti odio, poi… ti amo. “ canta, sedendosi sul letto, ma si interrompe quasi subito, leggendo in quelle parole che ha appena detto la verità.

 

< Oddio, povera me! Mi sono cacciata in un guaio bello grosso! > si auto commisera, distendendosi sul materasso.

 

 

****************************** (contemporaneamente)

 

Monica non è certo l’unica scombussolata da quel bacio.

Anche Michele non fa che pensarci, affidandosi alla radio perché lo aiuti a distogliersi, ma le cose vanno diversamente.

 

“Ed ora, in questa fredda serata, trasmettiamo un pezzo che scalderà i vostri cuori. “ annuncia la sensuale voce della speaker, lasciando spazio a una canzone in cui Michele non può fare a meno di riconoscersi.

 

Ho capito che ti amo
quando ho visto che bastava
un tuo ritardo
per sentir svanire in me
l'indifferenza
per temere che tu
non venissi più

 

Michele ripensa a tutte le volte che non vedendola arrivare, temeva che Monica avesse cambiato idea e non si presentasse ai suoi appuntamenti, non importa se anche solo per bisticciare.

 

Ho capito che ti amo
quando ho visto che bastava
una tua frase
per far sì che una serata
come un'altra
cominciasse per incanto
a illuminarsi

 

Come una catena di flashback, Michele ripercorre nella mente tutte le serate trascorse con lei a ridere, scherzare, punzecchiarsi a vicenda.

 

E pensare
che poco tempo prima
parlando con qualcuno
mi ero messo a dire
che oramai
non sarei più tornato
a credere all'amore
a illudermi a sognare

 

Michele ha l’impressione di risentire i suoi discorsi, quando spergiurava a Paolo che mai nessuna donna l’avrebbe fatto capitolare, che lui non avrebbe mai ceduto a un sentimento instabile come l’amore.

Ma ora non è  questione di tornarci a credere, si tratta di sperimentarlo per la prima volta.

 

Michele spegne la radio, assalito da una paura tremenda.

 

< No. Non può essere. Oddio, ti prego no! >

 

TBC

 

Disclaimer : le canzoni sono rispettivamente ‘Grande Grande Grande ‘ di Mina e ‘Ho capito che ti amo ‘ dell’indimenticabile grandioso Luigi Tenco.

 

Spero vi sia piaciuta anche questa parte.

 

Alla prossima, anche se… non garantisco sulla rapidità degli aggiornamenti, però posso dirvi che non manca molto ormai ;)

 

 

   
 
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