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Autore: virgily    17/09/2010    1 recensioni
Senza rispondergli allora la piccola mora fece un passettino in avanti, accorciando le distanze tra loro e si mise appena in punta di piedi, era un po’ titubante ma sicura di quello che voleva fare. Si avvicino’ ancora, quel tanto che le bastava per restituirgli un bacino sulle labbra. In quella piccola frazione di secondo, mentre le loro labbra erano semplicemente poggiate l’une sulle altre, sia Craig che Ettie sentirono i loro piccoli cuoricini cominciare a battere forte e quando si separarono la piccina gli sorrise -grazie- ridacchio’ prima di senitre la voce della mamma chiamarla per medircarle la mano. Lascio’ cosi’ Craig solo, sperso nel pieno del suo ingenuo e candido stupore.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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IL PRIMO BACIO

 

 

Finito di mangare i tre pupetti corsero immediatamente nelle loro camerette per mettersi dei vestiti puliti e balzarono fuori all’aria aperta correndo come tre piccoli razzi: Maxie con la sua inseparabile spada di legno, Craig con una piccola pistola laser tutta in plastica argentata e scintillante mentre Ettie camminava tenendo per mano Mr. Hugs, il suo orsacchiotto. Si chiusero all’interno della piccola capanna e mentre i due lottavano all’ultimo sangue, la giovane con il suo fido compagno stavano a guardare incantati; la grazia con cui il suo moretto preferito brandiva quella pistola era spaventosamente stupenda per lei. Il fruscio delle foglie colse d’un tratto la sua attenzione, facendola distrarre dal combattimento; si alzo’ di scatto e si sporse in punta di piedi alla finestrella, voleva vedere come quei lunghi rami danzavano a ritmo con la sinfonia del vento e scorse appena un fiorellino mai visto prima che faceva capolino dalle verdi foglie: aveva una bella corolla bianca e lo stelo molto lungo cotornato da altre piccole foglioline marroni dalle punte accuminate. Senza fiatare allora afferro’ l’orso e corse fuori, lasciando che i suoi amici si scannassero con calma. Evitando dolcemente i rametti che le andavano addosso raggiunse finalmente il fantomatico fiore bianco che tanto l’affascinava

-tu aspettami qui Mr. Hugs, torno subito...- affermo’ facendolo sedere a terra, successivamente si avvicino’ lentamente, quasi timorosa e lo osservo’ da piu’ vicino: quella corolla era veramente grande e emanava un buon profumo. Senza pensarci allora allungo’ una manina sfiorando appena lo stelo, ma quando senti’ quelle strane foglie marroni punzecchiarle la pelle immediatamente ritiro’ la mano. Se la guardo’ e vide una piccola gocciolina rossa che le colava dall’indice e le percorreva l’interno palmo della mano, cominciando a farle anche alquanto male. Con i lacrimoni che le gonfiavano gli occhi corse all’interno della casupola senza dimenticarsi dell’orsetto; continuando a gocciolare entro’ facendo sbattere la porta, cogliendo di sorpresa i due moretti che se le stavano dando di santa ragione: Craig sopra il suo compagno gli stava assestando dei pugnetti mentre Max gli sparava con la pistola che gli aveva strappato di mano

-che ti e’ successo?- domando’ stranito il piccolo Mabbit lasciando andare il suo prigioniero per andare a verificare cosa fosse successo alla sua compagna

-guarda quanto sangue! Vado a chiamare la mamma!- affermo’ Max facendo giacere la pistola a terra, avviandosi veloce sul sentiero per casa, lasciando da soli gli altri due.

-come hai fatto?- domando’ il moretto asciugandole una lacrimuccia che le era scappata da quegli occhioni cosi verdi e grandi che gli piacevano tanto

-c-c’era un fiorellino... ma le foglie mi hanno pungicata!- singhiozzo’ indicandoglielo dalla finestra, mentre con la mano buona lasciava il suo orso per aggiustarsi una ciocca corvina che si era liberata dalle treccine che la mamma gli aveva accuratamente acconciato

-stupida! quelle sono spine non sono foglie...- rispose dandogli un leggero boffetto sulla testa

-...ohh! E perche’ le spine pungicano?- domando’ improvvisamente perdendosi nel color nocciola degli occhi profondi di Craig

-perche’ devono proteggere il fiore...-

-ahhh... okey. Aja pero’ fa male!- mugugno’ trattenendo un’ennesima lacrimuccia, scatenando un’ondata di tenerezza nell’amico che quasi quasi rimase folgorato dalla fregilita’ e dalla dolcezza della bimba. Con eleganza allora afferro’ la manina piccola e bianca nella sua e se la porto’ alle labbra infilando l’indice sanguinante della piccola nella sua bocca. Serrando gli occhi assaporo’ il sangue caldo e denso della moretta affinche’ finisse di gocciolare e sporcare il pavimento di legno. La bambina intanto rimaneva afascinata dal modo incui il suo amichetto la stesse curando e senza rendersene conto Mabbit aveva gia’ finito di fermarle la fuoriuscita di sangue dal suo dito. La guardo’ un’ennesima volta nella sua espressione semplicemente incantata prima di portare nuovamente la manina bianca e affusolata alla labbra, ma stavolta per lasciarle un lieve bacino, facendo rimanere la piccola Ettie di stucco

-lo so che non e’ uguale al bacio della mamma... ma spero che ti faccia passare lo stesso il dolore...- sussurro’ sorridendogli, lasciandosi trasportare dagli occhioni della sua amichetta del cuore. Senza rispondergli allora la piccola mora fece un passettino in avanti, accorciando le distanze tra loro e si mise appena in punta di piedi, era un po’ titubante ma sicura di quello che voleva fare. Si avvicino’ ancora, quel tanto che le bastava che restituirgli un bacino sulle labbra. In quella piccola frazione di secondo, mentre le loro labbra erano semplicemente poggiate l’une sulle altre, sia Craig che Ettie sentirono i loro piccoli cuoricini cominciare a battere forte e quando si separarono la piccina gli sorrise

-grazie- ridacchio’ prima di senitre la voce della mamma chiamarla per medircarle la mano. Lascio’ cosi’ Craig solo, sperso nel pieno del suo ingenuo e candido stupore.

*FINE DELL'INFANZIA*

  
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