Titolo:
What do you live for? I live
for you
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale
Autrice: Cicci 12
Capitolo: Le prime difficoltà
Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…Le prime difficoltà…
Ci trovavamo
in macchina, diretti verso casa; non avevo più aperto bocca da quando mi ero
resa conto che Robert mi stava mentendo, che l’uomo che amavo mi aveva detto
non una, ma ben due bugie.
Avevo cercato
di essere il più normale possibile, almeno con i famigliari di Rob, ma non ce
la facevo, era più forte di me.
Mi era anche
sembrato che Lizzy si fosse accorta del mio stato d’animo, ma forse era solo la
mia voglia di avere un po’ di conforto a farmelo pensare.
- Finalmente
anche questa è passata.- esclamò Robert appena entrati nell’appartamento,
lasciando cadere le chiavi della macchina sul mobiletto nell’ingresso.
- Bè, però è
andata bene, no?- aggiunse poi avvicinandosi a me e cingendomi i fianchi con un
braccio.
- Mh, mh…-
risposi io, voltandomi per appendere la borsa all’attaccapanni; non era un
gesto incondizionato, ma dovevo fare qualcosa, non avevo voglia di guardarlo
negli occhi.
- Ehi,
piccola, si può sapere che hai? È da un po’ che sei silenziosa.-
- Niente. Sono
solo un po’ stanca.- gli risposi sedendomi sul divano e togliendomi i sandali
con il tacco, senza tuttavia guardarlo.
- Non me la
racconti giusta. Dimmi cosa c’è.- insistette lui sedendosi accanto a me e
sollevandomi il viso mettendomi un dito sotto al mento.
Fissai quegli
enormi occhi blu, gli stessi occhi che pensavo non
avrebbero mai potuto mentirmi e che invece lo stavano facendo.
- Non era
Stephanie oggi pomeriggio.- gli dissi, incapace di continuare a fare finta di
niente.
Lui non disse
nulla, limitandosi a distogliere lo sguardo da me e posarlo sul tavolino
davanti a lui.
- Ho visto che
ere Ketie.- aggiunsi, rincarando la dose.
Lo vidi
irrigidirsi e strofinarsi le mani, senza tuttavia dire una parola per
giustificarsi.
- Non dici
niente?- continuai imperterrita.
- Cosa vuoi che ti dica?-
- Magari il
motivo per sui la tua ex ti chiama sul cellulare.-
- Tu arrivi
sempre a conclusioni affrettate, vero?-
Si stava
alterando, lo sentivo.
- Non sei tu
quello che si deve incazzare.- gli feci notare, alzando un sopracciglio.
- Ah no? Mi
stai facendo capire che non ti fidi di me. Solo perché una mia ex mi chiama,
non vuol dire che me la porto a letto. Anche perché l’ho rivista ieri dopo più
di 2 anni.- rispose lui, alzando il tono della voce.
- E invece il
fatto che mi hai mentito per ben due volte ti giustifica?-
Anche
io mi stavo
alterando e non riuscivo a nasconderlo.
Mi guardò con
la coda dell’occhio, senza tuttavia incatenare il suo sguardo al mio: sapeva
che avevo ragione.
- Mi ci hai
costretto. Sapevo che saresti arrivata subito a conclusioni sbagliate.-
Ero al limite, quello era davvero troppo.
Mi alzai in
piedi di scatto, attirando finalmente il suo sguardo su di me.
- Il fatto che
tu mi abbia detto una bugia, mi fa pensare proprio a
questo. Forse non mi conosci così bene come pensavo.-
Infilai di
nuovo i sandali e mi diressi verso la porta.
- Dove vai?-
cercò di fermarmi lui.
- Ho bisogno
di un po’ d’aria.-
Feci sbattere
la porta dell’appartamento, sperando che Rob non mi seguisse; avevo bisogno di
stare da sola.
Cominciai a
vagare per le strade di Londra senza una meta precisa; certo, non conoscevo la
città molto bene, ma abbastanza da non perdermi.
Giunsi nelle
vicinanze di Westminter Abbey e mi sedetti su un muretto che stava dalla parte
opposta della strada; forse pensare davanti ad una chiesa mi avrebbe aiutato.
Non ero mai
stata una credente; i miei genitori mi avevano fatto fare
tutti i sacramenti, nel caso avessi deciso, in futuro, di sposarmi in chiesa,
ma dopo la cresima la mia religione, che forse non c’era mai realmente stata,
era scemata, lasciando il vuoto.
Avevo sempre
creduto che fosse meglio così: non andavo mai a messa, non ero d’accordo con
nessuna delle cose che diceva la chiesa Cattolica.
Odiavo essere
un’ipocrita e dire “sono credente ma non pratico”.
Ero convinta
che non dovesse funzionare così; o credevi o non credevi,
non poteva esserci una via di mezzo.
E io avevo scelto per la via del
peccato.
- Elettra?-
sentii pronunciare il mio nome, mentre ancora riflettevo su queste cose.
Mi voltai
incuriosita, sicura che non si trattasse di Robert; avrei riconosciuto la sua
voce ovunque.
- Tom.- esclamai quando riconobbi il ragazzo che mi stava
davanti.
- Allora sei
tu. Temevo di fare una figura di merda, ma ho voluto rischiare. Cosa ci fai
qui?- mi chiese, sedendosi accanto a me.
- Rifletto.-
- È successo
qualcosa con Rob?-
- Da cosa
l’hai capito?- gli chiesi sospirando.
- Bè, un po’
dal fatto che tu sia tutta sola per le strade di una città che non conosci, e
poi… bè, temevo che sarebbe successo. È per colpa di
Ketie, vero?-
Al suono di
quel nome sentii la rabbia montare dentro: se Robert mi aveva mentito, era solo
colpa sua.
Avevo visto
benissimo come gli si strusciava contro, la sera precedente.
Mi limitai ad
annuire.
- Come
immaginavo. Mi dispiace, è stato Marcus ad invitarla,
io non ne sapevo niente. Non so cosa sia successo tra te e Pattz, però…-
- Mi ha
mentito.- gli rivelai, tutto d’uno fiato: avevo
bisogno di sfogarmi con qualcuno.
- Su che
cosa?-
- Oggi
pomeriggio. Mi ha detto che l’aveva chiamato Stephanie, io invece avevo visto
il nome di Ketie sul display.-
Lo sentii
sospirare, forse alla ricerca delle parole giuste per consolarmi; ci sarebbe
riuscito?
- Robert è un
idiota.- esclamò dopo alcuni secondi di silenzio, guadagnandosi un’occhiata
interrogativa da parte mia; così non aiutava nessuno dei due.
- Non mi
guardare con quella faccia, è una cosa risaputa. Pattz è un idiota quando ci si
mette e lo resterà per tutta la vita. Ma ti ama, lo
so. E se ti ha mentito l’ha fatto per una buona causa.
Lo conosco troppo bene.-
Non seppi cosa
ribattere; forse Tom aveva ragione, in fondo era il suo migliore amico, chi lo conosceva
meglio di lui?
- Ora devo
scappare, ma riflettici ok? Sono sicuro che adesso si sente
una merda.- aggiunse il ragazzo, alzandosi in piedi, mentre io mi limitavo ad
annuire.
- E promettimi
anche di tornare a casa. Londra non è quella città così sicura di cui parlano.-
Mi fece un
cenno di saluto e si allontanò, lasciandomi di nuovo sola con i miei pensieri.
* * *
Erano già le 10 passate ed Elettra non era ancora tornata.
Lanciai
un’altra rapida occhiata all’orologio, prima di passarmi ancora un volta la mano tra i capelli; non mi ero mosso di un
millimetro da quando era uscita di casa, ma ora cominciavo a preoccuparmi.
- Sei un
idiota, Robert.- dissi ad alta voce imprecando contro me stesso, mentre
finalmente mi alzavo ed uscivo a cercarla.
Avevo
sbagliato, lo sapevo, ma il mio stupido orgoglio mi aveva impedito di darle
ragione, di spiegarle come stavano realmente le cose.
L’avevo
attaccata, senza neanche cercare di capire cosa volesse dirmi lei.
Ero un
inguaribile idiota, Tom me lo diceva sempre.
Appena misi
piede sul marciapiede davanti al mio appartamento, voltai la testa a destra e a
sinistra: e ora dove l’andavo a cercare?
Londra era
enorme, mi ci sarebbe voluta tutta la notte.
Optai
per andare verso
sinistra, verso il centro della città, sperando che non si fosse rintanata in
qualche vicolo buio.
Guardai dentro
le vetrine di ogni negozio che incontravo, dentro le finestre di tutti i bar e
locali che si presentavano sul mio cammino, ma non c’era traccia di lei.
Infine giunsi
davanti a Westminster Abbey, senza avere idea di dove altro cercarla.
Alzai gli
occhi verso l’alto, quando il mio sguardo fu attratto dall’imponente figura del
Big Ben che si stagliava contro il cielo scuro, l’orologio incredibilmente
luminoso, e un ricordo improvviso mi balenò in mente.
“Adoro il Big Ben. Ma
sai cosa mi piace di più? Il Tamigi di notte dal ponte; mi piace tantissimo
guardare il London Eye illuminato e dietro la torre
del Parlamento con il suo immenso orologio. Vorrei vivere a Londra solo per poter restare in quel posto ore ed ore.”
Me l’aveva
confidato Elettra in aeroporto, poche ore prima di partire per la capitale
inglese: sapevo che era già stata nella mia città natale, ma non immaginavo le
piacesse così tanto.
Senza esitare
oltre mi diressi correndo verso il ponte di Westminster, sicuro di trovarla lì.
E fu proprio
ciò che accadde: mi voltava le spalle, intenta a guardare le barche illuminate
che navigavano lungo il fiume, il London Eye che si
stagliava contro il cielo le faceva da sfondo.
Mi avvicinai ad Elettra senza fare rumore, ma ero sicuro che si fosse
accorta della mia presenza.
- Ero sicura
che ti saresti ricordato di quello che ti avevo detto.-
mi disse infatti, senza tuttavia voltarsi.
- A dire il
vero ho girato mezza Londra prima di ricordarmene.-
Si voltò verso
di me con espressione indecifrabile.
- Ele, mi
dispiace, io… non volevo mentirti, è solo che… avevo… avevo paura di farti
soffrire. Lo so che non è una scusa, e forse ho soltanto peggiorato le cose,
perché ti ho fatta soffrire in ogni caso e…-
Mi zittì con
un dito sulle labbra, impedendomi di andare avanti, ed
incatenando i suoi occhi ai miei.
- Parli un po’
troppo quando sei nervoso.- mi fece notare sorridendomi, e togliendo il dito
dalla mia bocca.
- È uno dei
miei tanti difetti.- le concessi, rispondendo al sorriso.
Non riuscii
più a resistere all’impulso di abbracciarla e la strinsi a me, affondando il
viso nei suoi capelli profumati.
- Mi perdoni?-
le chiesi poi, senza allontanarmi.
- Tutti
facciamo i nostri errori, Rob, e sono convinta che non si debba rovinare una
storia come la nostra per i capricci di una ex. È solo
la prima delle tante difficoltà di coppia che dovremo affrontare, quindi non
possiamo mostrarci deboli fin da subito, non credi?-
L’unica cosa
che riuscii a rispondere fu quella di posare le labbra su quelle morbide di lei
e baciarla, facendo danzare insieme le nostre lingue.
- Tom aveva
ragione.- disse poi ridendo, quando mi allontanai dal suo viso.
- Tom?-
chiesi, senza capire.
- Sì, l’ho
incontrato poco fa. Mi sono sfogata un po’ con lui.-
- E cosa ti
avrebbe detto?- le domandai sollevando un sopracciglio: quando c’era di mezzo il mio migliore amico non c’era mai da stare
tranquilli.
- Che sei un
idiota. Ma che mi ami.- mi rispose, con gli occhi che
brillavano.
- Una volta
tanto ha detto qualcosa di giusto.- commentai io
facendola ridere, e riavvicinandomi per baciarla di nuovo.
- Ti amo.- le dissi poi, guardandola fissa nei suoi occhi
azzurri.
- Ti amo anche
io.- mi rispose lei, mettendosi in punta di piedi e
sfiorandomi le labbra con un lieve bacio.
- Torniamo a
casa?-
Lei si limitò
ad annuire, così tornammo verso il mio appartamento, dopo aver lanciato un
ultimo sguardo alla ruota panoramica.
* * *
Finalmente
tornammo a casa; era stata una giornata lunga e difficile, e mai come in quel
momento ero felice di avere un tetto sopra la testa.
Mi tolsi i
sandali per la seconda volta in quella sera e mi diressi in cucina a prendere
un bicchiere d’acqua.
Sentii Robert
abbracciarmi da dietro e baciarmi il collo, in modo molto provocatorio.
- Rob, che
fai?- chiesi io, divertita.
- Ho voglia di
te.- mi soffiò all’orecchio, facendomi rabbrividire.
Sapevo cosa
voleva dire: era arrivato il momento di rompere il nostro patto.
E io non chiedevo niente di meglio.
Mi voltai
verso di lui unendo le nostre labbra, mentre sentivo le mani di Robert
percorrere in miei fianchi con desiderio.
Lo spinsi
velocemente fuori dalla cucina, mentre gli sbottonavo la camicia e una volta
varcata la soglia, lui mi sollevò, trasportandomi rapidamente verso la camera da letto.
Mi adagiò sul
materasso, mentre il suo indumento cadeva a terra, lasciando scoperti gli
addominali scolpiti, e subito seguito dalla mia maglietta.
Continuò a
baciarmi il collo, mentre mi accarezzava la schiena: sentivo che mi voleva,
esattamente tanto quanto io volevo lui.
Fece scorrere
la sua mano destra sulla mia gamba, fino ad arrivare all’orlo della gonna,
lasciando trasparire quell’attesa che voleva diventasse eccitante.
E riuscì
perfettamente nel suo intento, perché un gemito di beatitudine uscì dalla mia
bocca.
Mi rubò ancora
una volta le labbra in un bacio che di casto non aveva proprio niente, mentre
anche la mia gonna e i suoi jeans raggiungevano i vestiti già presenti sul
pavimento.
Sentivo la sua
eccitazione premere contro il mio interno coscia, cosa
che aumentò ancora di più la mia voglia di sentirlo.
Non ci volle
molto prima che anche la biancheria intima venisse
eliminata, lasciandoci vulnerabili agli occhi l’una dell’altro.
Lo vidi
passare lo sguardo su tutto il mio corpo, mentre le mie guance si tingevano di
rosso: non era la mia prima volta, ma il suo sguardo mi metteva in soggezione e
vedermi osservata in quel modo mi faceva sentire in
imbarazzo.
- Sei
bellissima.- mi disse lui, baciandomi le guance imporporate, come a voler
cancellare quel colore così accesso.
Mi posò un
bacio leggero sulle labbra, poi incatenò il suo sguardo al mio: ed entrò in me.
Le sensazioni
che si susseguirono nel mio cuore furono infinte; paura di perdere la cosa più
importante che avevo, felicità nell’essere amata in quel modo da una persona
così speciale, beatitudine nel riuscire a toccare il cielo con un dito solo
grazie alla sua presenza.
Non staccò i
suoi occhi azzurri dai miei neanche per un secondo, fino a quando entrambi non raggiungemmo l’apice del piacere.
Solo allora si
chinò su di me per regalarmi un altro bacio dolcissimo.
- So che te
l’ho già detto, ma… non mi stancherò mai di dirtelo. Ti
amo.- mi disse ancora un volta.
- Anche io.- ricambiai, sorridendogli.
Non passò
molto tempo prima che Morfeo ci accogliesse tra le sue braccia, ancora nudi e
soddisfatti.
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Lo so, lo so, lo so, sono sparita per quasi un mese, ma cercate di
capirmi: ho avuto un mese infernale con tutti questi esami. ç_ç
Però penso di
essermi fatta perdonare, no??
Finalmente il
capitolo che tutte aspettavate; ROB ED ELETTRA HANNO ROTTO IL LORO PATTO!!!!! >.<
Spero che la
mia “descrizione” sia stata soddisfacente.
Non volevo che
fosse troppo spinta, anche perché il reating è arancione, per cui.
Però penso lo sia abbastanza da lasciare
libero sfogo all’immaginazione.
O sbaglio?? ;)
Bè, che dire…
l’estate è finita (da parecchio anche! -.-) e tra un
po’ si torna alla vita quotidiana con l’università (qualcuno ci
è già tornata con la scuola)….
Quindi non ci
resta che dire… QUANDO ARRIVA IL NATALE???? XDXD
Zizzicullen: verissimoooooo!!
V.V infatti Elettra l’ha beccato subito, ma lui ha
trovato il modo per farsi perdonare. Non credi? ;) un
bacionee
Elly4ever: grazieeeee!!
Sono contenta che la mia storia ti piaccia. Eh, già, qui Rob ha fatto il
birbantello. V.V però dai, una storia senza un po’ di
pepe, che storia d’amore è? ;) per fortuna hanno fatto
pace alla svelta. Continua a seguirmi… un bacioneeee!!!
Lyla_: amoreeeeeeeeeeeeeeee!! Cavolo,
è una vita che non ci sentiamo. Ma con sti esami sono stata un
sacco impegnata. ç_ç come stai??? E tu con gli
esami?? Veroooo, le ex sono sempre poco affidabili.
-.- Xò come vedi sono riusciti a risolvere alla
svelta. Anche con il provvidenziale aiuto del nostro Tom. ;)
Lo so che mi avevi chiesto di non farti aspettare troppo, ma capiscimi… ç_ç esami
del cacchio! -.- ti adoroooooo un bacioneeee!!!
Eldariel: Ehi, una nuova lettrice, che bello!! ^^ Sono contenta che la mia storia ti piaccia. Appena riesco vado a dare un’occhiata alla tua, promesso. un bacio!!!