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Autore: Cicci 12    20/09/2010    6 recensioni
Elettra Bertani, una ragazza italiana, da poco trasferitasi a Los Angeles, ma con tanta voglia di fare nuove esperienze e di conoscere gente nuova. Ed è proprio quello che le accadrà, anche se nel suo piano non era previsto un certo attore famoso dagli occhi cristallini che tante volte l’ha fatta sognare. Si incontrano per caso, sotto il sole californiano; come si dice, quando il destino ci mette lo zampino....
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- Scusami, non volevo. Tutto bene?- chiese una voce roca e profonda. Sollevai gli occhi per guardarlo in viso e il cuore mi si fermò per quelli che mi sembrarono almeno 5 secondi. Due occhi azzurri e profondi mi osservavano con un misto di preoccupazione e fastidio. Ma quello che mi fece rischiare l’infarto fu il fatto che io conoscevo quegli occhi, anche se li avevo sempre e solo visti in fotografie, film e programmi TV. Quegli stessi occhi azzurri che spesso tormentavano i miei sogni da ormai 2 anni, da quando li avevo incrociati nel film cult dell’anno precedente, “Twilight”. Quelli erano gli occhi di Robert Pattinson, il mio sogno proibito ed impossibile. (Capitolo 2)
Salve a tutti!! Bè, negli ultimi tempi le ff su Robert si sprecano,
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap. 38 Le prime difficoltà

Titolo: What do you live for? I live for you
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale
Autrice: Cicci 12
Capitolo: Le prime difficoltà
Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me

What do you live for? I live for you

…Le prime difficoltà…

Cap. 38 Le prime difficoltà

 

Ci trovavamo in macchina, diretti verso casa; non avevo più aperto bocca da quando mi ero resa conto che Robert mi stava mentendo, che l’uomo che amavo mi aveva detto non una, ma ben due bugie.

Avevo cercato di essere il più normale possibile, almeno con i famigliari di Rob, ma non ce la facevo, era più forte di me.

Mi era anche sembrato che Lizzy si fosse accorta del mio stato d’animo, ma forse era solo la mia voglia di avere un po’ di conforto a farmelo pensare.

- Finalmente anche questa è passata.- esclamò Robert appena entrati nell’appartamento, lasciando cadere le chiavi della macchina sul mobiletto nell’ingresso.

- Bè, però è andata bene, no?- aggiunse poi avvicinandosi a me e cingendomi i fianchi con un braccio.

- Mh, mh…- risposi io, voltandomi per appendere la borsa all’attaccapanni; non era un gesto incondizionato, ma dovevo fare qualcosa, non avevo voglia di guardarlo negli occhi.

- Ehi, piccola, si può sapere che hai? È da un po’ che sei silenziosa.-

- Niente. Sono solo un po’ stanca.- gli risposi sedendomi sul divano e togliendomi i sandali con il tacco, senza tuttavia guardarlo.

- Non me la racconti giusta. Dimmi cosa c’è.- insistette lui sedendosi accanto a me e sollevandomi il viso mettendomi un dito sotto al mento.

Fissai quegli enormi occhi blu, gli stessi occhi che pensavo non avrebbero mai potuto mentirmi e che invece lo stavano facendo.

- Non era Stephanie oggi pomeriggio.- gli dissi, incapace di continuare a fare finta di niente.

Lui non disse nulla, limitandosi a distogliere lo sguardo da me e posarlo sul tavolino davanti a lui.

- Ho visto che ere Ketie.- aggiunsi, rincarando la dose.

Lo vidi irrigidirsi e strofinarsi le mani, senza tuttavia dire una parola per giustificarsi.

- Non dici niente?- continuai imperterrita.

- Cosa vuoi che ti dica?-

- Magari il motivo per sui la tua ex ti chiama sul cellulare.-

- Tu arrivi sempre a conclusioni affrettate, vero?-

Si stava alterando, lo sentivo.

- Non sei tu quello che si deve incazzare.- gli feci notare, alzando un sopracciglio.

- Ah no? Mi stai facendo capire che non ti fidi di me. Solo perché una mia ex mi chiama, non vuol dire che me la porto a letto. Anche perché l’ho rivista ieri dopo più di 2 anni.- rispose lui, alzando il tono della voce.

- E invece il fatto che mi hai mentito per ben due volte ti giustifica?-

Anche io mi stavo alterando e non riuscivo a nasconderlo.

Mi guardò con la coda dell’occhio, senza tuttavia incatenare il suo sguardo al mio: sapeva che avevo ragione.

- Mi ci hai costretto. Sapevo che saresti arrivata subito a conclusioni sbagliate.-

Ero al limite, quello era davvero troppo.

Mi alzai in piedi di scatto, attirando finalmente il suo sguardo su di me.

- Il fatto che tu mi abbia detto una bugia, mi fa pensare proprio a questo. Forse non mi conosci così bene come pensavo.-

Infilai di nuovo i sandali e mi diressi verso la porta.

- Dove vai?- cercò di fermarmi lui.

- Ho bisogno di un po’ d’aria.-

Feci sbattere la porta dell’appartamento, sperando che Rob non mi seguisse; avevo bisogno di stare da sola.

Cominciai a vagare per le strade di Londra senza una meta precisa; certo, non conoscevo la città molto bene, ma abbastanza da non perdermi.

Giunsi nelle vicinanze di Westminter Abbey e mi sedetti su un muretto che stava dalla parte opposta della strada; forse pensare davanti ad una chiesa mi avrebbe aiutato.

Non ero mai stata una credente; i miei genitori mi avevano fatto fare tutti i sacramenti, nel caso avessi deciso, in futuro, di sposarmi in chiesa, ma dopo la cresima la mia religione, che forse non c’era mai realmente stata, era scemata, lasciando il vuoto.

Avevo sempre creduto che fosse meglio così: non andavo mai a messa, non ero d’accordo con nessuna delle cose che diceva la chiesa Cattolica.

Odiavo essere un’ipocrita e dire “sono credente ma non pratico”.

Ero convinta che non dovesse funzionare così; o credevi o non credevi, non poteva esserci una via di mezzo.

E io avevo scelto per la via del peccato.

- Elettra?- sentii pronunciare il mio nome, mentre ancora riflettevo su queste cose.

Mi voltai incuriosita, sicura che non si trattasse di Robert; avrei riconosciuto la sua voce ovunque.

- Tom.- esclamai quando riconobbi il ragazzo che mi stava davanti.

- Allora sei tu. Temevo di fare una figura di merda, ma ho voluto rischiare. Cosa ci fai qui?- mi chiese, sedendosi accanto a me.

- Rifletto.-

- È successo qualcosa con Rob?-

- Da cosa l’hai capito?- gli chiesi sospirando.

- Bè, un po’ dal fatto che tu sia tutta sola per le strade di una città che non conosci, e poi… bè, temevo che sarebbe successo. È per colpa di Ketie, vero?-

Al suono di quel nome sentii la rabbia montare dentro: se Robert mi aveva mentito, era solo colpa sua.

Avevo visto benissimo come gli si strusciava contro, la sera precedente.

Mi limitai ad annuire.

- Come immaginavo. Mi dispiace, è stato Marcus ad invitarla, io non ne sapevo niente. Non so cosa sia successo tra te e Pattz, però…-

- Mi ha mentito.- gli rivelai, tutto d’uno fiato: avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno.

- Su che cosa?-

- Oggi pomeriggio. Mi ha detto che l’aveva chiamato Stephanie, io invece avevo visto il nome di Ketie sul display.-

Lo sentii sospirare, forse alla ricerca delle parole giuste per consolarmi; ci sarebbe riuscito?

- Robert è un idiota.- esclamò dopo alcuni secondi di silenzio, guadagnandosi un’occhiata interrogativa da parte mia; così non aiutava nessuno dei due.

- Non mi guardare con quella faccia, è una cosa risaputa. Pattz è un idiota quando ci si mette e lo resterà per tutta la vita. Ma ti ama, lo so. E se ti ha mentito l’ha fatto per una buona causa. Lo conosco troppo bene.-

Non seppi cosa ribattere; forse Tom aveva ragione, in fondo era il suo migliore amico,  chi lo conosceva meglio di lui?

- Ora devo scappare, ma riflettici ok? Sono sicuro che adesso si sente una merda.- aggiunse il ragazzo, alzandosi in piedi, mentre io mi limitavo ad annuire.

- E promettimi anche di tornare a casa. Londra non è quella città così sicura di cui parlano.-

Mi fece un cenno di saluto e si allontanò, lasciandomi di nuovo sola con i miei pensieri.

 

 

* * *

 

Erano già le 10 passate ed Elettra non era ancora tornata.

Lanciai un’altra rapida occhiata all’orologio, prima di passarmi ancora un volta la mano tra i capelli; non mi ero mosso di un millimetro da quando era uscita di casa, ma ora cominciavo a preoccuparmi.

- Sei un idiota, Robert.- dissi ad alta voce imprecando contro me stesso, mentre finalmente mi alzavo ed uscivo a cercarla.

Avevo sbagliato, lo sapevo, ma il mio stupido orgoglio mi aveva impedito di darle ragione, di spiegarle come stavano realmente le cose.

L’avevo attaccata, senza neanche cercare di capire cosa volesse dirmi lei.

Ero un inguaribile idiota, Tom me lo diceva sempre.

Appena misi piede sul marciapiede davanti al mio appartamento, voltai la testa a destra e a sinistra: e ora dove l’andavo a cercare?

Londra era enorme, mi ci sarebbe voluta tutta la notte.

Optai per andare verso sinistra, verso il centro della città, sperando che non si fosse rintanata in qualche vicolo buio.

Guardai dentro le vetrine di ogni negozio che incontravo, dentro le finestre di tutti i bar e locali che si presentavano sul mio cammino, ma non c’era traccia di lei.

Infine giunsi davanti a Westminster Abbey, senza avere idea di dove altro cercarla.

Alzai gli occhi verso l’alto, quando il mio sguardo fu attratto dall’imponente figura del Big Ben che si stagliava contro il cielo scuro, l’orologio incredibilmente luminoso, e un ricordo improvviso mi balenò in mente.

 

“Adoro il Big Ben. Ma sai cosa mi piace di più? Il Tamigi di notte dal ponte; mi piace tantissimo guardare il London Eye illuminato e dietro la torre del Parlamento con il suo immenso orologio. Vorrei vivere a Londra solo per poter restare in quel posto ore ed ore.”

 

Me l’aveva confidato Elettra in aeroporto, poche ore prima di partire per la capitale inglese: sapevo che era già stata nella mia città natale, ma non immaginavo le piacesse così tanto.

Senza esitare oltre mi diressi correndo verso il ponte di Westminster, sicuro di trovarla lì.

E fu proprio ciò che accadde: mi voltava le spalle, intenta a guardare le barche illuminate che navigavano lungo il fiume, il London Eye che si stagliava contro il cielo le faceva da sfondo.

Mi avvicinai ad Elettra senza fare rumore, ma ero sicuro che si fosse accorta della mia presenza.

- Ero sicura che ti saresti ricordato di quello che ti avevo detto.- mi disse infatti, senza tuttavia voltarsi.

- A dire il vero ho girato mezza Londra prima di ricordarmene.-

Si voltò verso di me con espressione indecifrabile.

- Ele, mi dispiace, io… non volevo mentirti, è solo che… avevo… avevo paura di farti soffrire. Lo so che non è una scusa, e forse ho soltanto peggiorato le cose, perché ti ho fatta soffrire in ogni caso e…-

Mi zittì con un dito sulle labbra, impedendomi di andare avanti, ed incatenando i suoi occhi ai miei.

- Parli un po’ troppo quando sei nervoso.- mi fece notare sorridendomi, e togliendo il dito dalla mia bocca.

- È uno dei miei tanti difetti.- le concessi, rispondendo al sorriso.

Non riuscii più a resistere all’impulso di abbracciarla e la strinsi a me, affondando il viso nei suoi capelli profumati.

- Mi perdoni?- le chiesi poi, senza allontanarmi.

- Tutti facciamo i nostri errori, Rob, e sono convinta che non si debba rovinare una storia come la nostra per i capricci di una ex. È solo la prima delle tante difficoltà di coppia che dovremo affrontare, quindi non possiamo mostrarci deboli fin da subito, non credi?-

L’unica cosa che riuscii a rispondere fu quella di posare le labbra su quelle morbide di lei e baciarla, facendo danzare insieme le nostre lingue.

- Tom aveva ragione.- disse poi ridendo, quando mi allontanai dal suo viso.

- Tom?- chiesi, senza capire.

- Sì, l’ho incontrato poco fa. Mi sono sfogata un po’ con lui.-

- E cosa ti avrebbe detto?- le domandai sollevando un sopracciglio: quando c’era di mezzo il mio migliore amico non c’era mai da stare tranquilli.

- Che sei un idiota. Ma che mi ami.- mi rispose, con gli occhi che brillavano.

- Una volta tanto ha detto qualcosa di giusto.- commentai io facendola ridere, e riavvicinandomi per baciarla di nuovo.

- Ti amo.- le dissi poi, guardandola fissa nei suoi occhi azzurri.

- Ti amo anche io.- mi rispose lei, mettendosi in punta di piedi e sfiorandomi le labbra con un lieve bacio.

- Torniamo a casa?-

Lei si limitò ad annuire, così tornammo verso il mio appartamento, dopo aver lanciato un ultimo sguardo alla ruota panoramica.

 

* * *

 

Finalmente tornammo a casa; era stata una giornata lunga e difficile, e mai come in quel momento ero felice di avere un tetto sopra la testa.

Mi tolsi i sandali per la seconda volta in quella sera e mi diressi in cucina a prendere un bicchiere d’acqua.

Sentii Robert abbracciarmi da dietro e baciarmi il collo, in modo molto provocatorio.

- Rob, che fai?- chiesi io, divertita.

- Ho voglia di te.- mi soffiò all’orecchio, facendomi rabbrividire.

Sapevo cosa voleva dire: era arrivato il momento di rompere il nostro patto.

E io non chiedevo niente di meglio.

Mi voltai verso di lui unendo le nostre labbra, mentre sentivo le mani di Robert percorrere in miei fianchi con desiderio.

Lo spinsi velocemente fuori dalla cucina, mentre gli sbottonavo la camicia e una volta varcata la soglia, lui mi sollevò, trasportandomi rapidamente verso la camera da letto.

Mi adagiò sul materasso, mentre il suo indumento cadeva a terra, lasciando scoperti gli addominali scolpiti, e subito seguito dalla mia maglietta.

Continuò a baciarmi il collo, mentre mi accarezzava la schiena: sentivo che mi voleva, esattamente tanto quanto io volevo lui.

Fece scorrere la sua mano destra sulla mia gamba, fino ad arrivare all’orlo della gonna, lasciando trasparire quell’attesa che voleva diventasse eccitante.

E riuscì perfettamente nel suo intento, perché un gemito di beatitudine uscì dalla mia bocca.

Mi rubò ancora una volta le labbra in un bacio che di casto non aveva proprio niente, mentre anche la mia gonna e i suoi jeans raggiungevano i vestiti già presenti sul pavimento.

Sentivo la sua eccitazione premere contro il mio interno coscia, cosa che aumentò ancora di più la mia voglia di sentirlo.

Non ci volle molto prima che anche la biancheria intima venisse eliminata, lasciandoci vulnerabili agli occhi l’una dell’altro.

Lo vidi passare lo sguardo su tutto il mio corpo, mentre le mie guance si tingevano di rosso: non era la mia prima volta, ma il suo sguardo mi metteva in soggezione e vedermi osservata in quel modo mi faceva sentire in imbarazzo.

- Sei bellissima.- mi disse lui, baciandomi le guance imporporate, come a voler cancellare quel colore così accesso.

Mi posò un bacio leggero sulle labbra, poi incatenò il suo sguardo al mio: ed entrò in me.

Le sensazioni che si susseguirono nel mio cuore furono infinte; paura di perdere la cosa più importante che avevo, felicità nell’essere amata in quel modo da una persona così speciale, beatitudine nel riuscire a toccare il cielo con un dito solo grazie alla sua presenza.

Non staccò i suoi occhi azzurri dai miei neanche per un secondo, fino a quando entrambi non raggiungemmo l’apice del piacere.

Solo allora si chinò su di me per regalarmi un altro bacio dolcissimo.

- So che te l’ho già detto, ma… non mi stancherò mai di dirtelo. Ti amo.- mi disse ancora un volta.

- Anche io.- ricambiai, sorridendogli.

Non passò molto tempo prima che Morfeo ci accogliesse tra le sue braccia, ancora nudi e soddisfatti.

 

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Lo so, lo so, lo so, sono sparita per quasi un mese, ma cercate di capirmi: ho avuto un mese infernale con tutti questi esami. ç_ç

Però penso di essermi fatta perdonare, no??

Finalmente il capitolo che tutte aspettavate; ROB ED ELETTRA HANNO ROTTO IL LORO PATTO!!!!! >.<

Spero che la mia “descrizione” sia stata soddisfacente.

Non volevo che fosse troppo spinta, anche perché il reating è arancione, per cui.

Però penso lo sia abbastanza da lasciare libero sfogo all’immaginazione.

O sbaglio?? ;)

Bè, che dire… l’estate è finita (da parecchio anche! -.-) e tra un po’ si torna alla vita quotidiana con l’università (qualcuno ci è già tornata con la scuola)….

Quindi non ci resta che dire… QUANDO ARRIVA IL NATALE???? XDXD

Zizzicullen: verissimoooooo!! V.V infatti Elettra l’ha beccato subito, ma lui ha trovato il modo per farsi perdonare. Non credi? ;) un bacionee

Elly4ever: grazieeeee!! Sono contenta che la mia storia ti piaccia. Eh, già, qui Rob ha fatto il birbantello. V.V però dai, una storia senza un po’ di pepe, che storia d’amore è? ;) per fortuna hanno fatto pace alla svelta. Continua a seguirmi… un bacioneeee!!!

Lyla_: amoreeeeeeeeeeeeeeee!! Cavolo, è una vita che non ci sentiamo. Ma con sti esami sono stata un sacco impegnata. ç_ç come stai??? E tu con gli esami?? Veroooo, le ex sono sempre poco affidabili. -.- Xò come vedi sono riusciti a risolvere alla svelta. Anche con il provvidenziale aiuto del nostro Tom. ;) Lo so che mi avevi chiesto di non farti aspettare troppo, ma capiscimi… ç_ç esami del cacchio! -.- ti adoroooooo un bacioneeee!!!

Eldariel: Ehi, una nuova lettrice, che bello!! ^^ Sono contenta che la mia storia ti piaccia. Appena riesco vado a dare un’occhiata alla tua, promesso. un bacio!!!

  
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