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Autore: Padme86    21/09/2010    5 recensioni
Essere un cavaliere era sempre stato il suo sogno, un po’ insolito per una ragazza a quei tempi.
In un mondo al di là del tempo e dello spazio, dove umani e creature magiche, chi pacifiche e chi no, vivevano in simbiosi, cercando di mantenere l’armonia.
Purtroppo non tutti erano d’accordo: i Demoni e gli Orchi.
Così l’Accademia del regno di Arazonan cercava sempre nuove reclute per poter difendere il regno e il mondo stesso in cui vivevano.
Un giorno però fece il suo ingresso una persona molto speciale, che, con la sua determinazione e il suo grande coraggio, ha cambiato per sempre le regole.
-Dedicata a Lirin Lawliet-
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Rei Kon, Yuri
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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*Una dura sconfitta*

*Una dura sconfitta*



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Il sole sorgeva lentamente, alzandosi da dietro la montagna e cominciando ad irradiare tutto quello che vi era intorno. Deboli raggi entrarono nella finestra di una misera locanda, dove vi dormiva una giovane coraggiosa alla sua prima missione. Si stropicciò gli occhi, sbadigliando sonoramente, mentre si rendeva conto che accanto a lei non vi era nessuno: aveva dormito troppo! Forse l’avevano anche lasciata lì!

Stava già entrando nel panico, quando vide Kei entrare nella stanza con solo gli indumenti intimi addosso: Alina non poteva credere di aver davvero dormito con lui… Era stato un perfetto gentiluomo: non aveva sconfinato e nemmeno tentato di toccarla in alcun modo. Un vero uomo d’onore, come si addice ad ogni grande cavaliere.

“Ben svegliata, dormito bene?”

“Si… Ho dormito troppo?”

“Eh? No tranquilla, mi sono appena alzato, ero andato a svegliare quel pigrone di Boris. La mattina presto neanche il terremoto lo tirerebbe giù da letto.”- Alina si ritrovò a sorridere, alzandosi dal letto e sciacquandosi la faccia. Kei osservava ogni suo movimento, senza capirne il motivo: si sentiva attratto da quella ragazza così giovane, eppure così matura e determinata.

Aveva sedici anni ma si era distinta subito tra le giovani reclute, nonostante fosse una fanciulla. Era comparsa dal nulla, l’unica cosa sicura di lei era che voleva diventare cavaliere a tutti i costi, nessuno sapeva la vera motivazione di tanta determinazione.

E lui l’ammirava… Aveva visto il suo impegno, i suoi sforzi, la sua capacità di resistere alle derisioni di ogni tipo. Affrontava ogni allenamento e prova con grande determinazione, molta di più di quanto ne dimostrassero tante reclute che si addestravano da anni.

Ricordava ancora il momento in cui l’aveva vista per la prima volta…

Come al solito si stava allenando, gli esami per passare di grado erano vicini e non poteva permettersi di essere bocciato. Era uno dei migliori cadetti dell’Accademia, non aspirava a diventare il migliore in assoluto, ma senza dubbio uno dei più valorosi. Lui era Kei Hiwatari e non era nel suo stile fallire.

Si fermò qualche minuto per riprendere fiato, quando vide all’entrata una ragazza. Era piccola, non doveva avere più di quattordici anni, portava un pesante bagaglio sulle spalle e una spada: che volesse entrare all’accademia? No, alle ragazze non era permesso, per quanto ne sapeva.

Capelli corvini e occhi smeraldo, fisico magro ma tonico, viso dolce e innocente: non aveva proprio l’aria di un cavaliere.

Le si avvicinò curioso, vedendola smarrita e anche un po’ impaurita. Infatti appena si avvicinò a lei si mise sulla difensiva, sembrava affaticata e anche un po’ denutrita.

“Salve, posso esserti utile?”

“E’ questa l’accademia per diventare cavalieri?”

“Si, cerchi qualcuno? Non so, tuo fratello o il tuo ragazzo.”- lei lo guardò scettica, inclinando leggermente la testa di lato e inarcando un sopracciglio. Per un attimo Kei la trovò al quanto buffa e carina.

“No, sono qui perché voglio diventare un cavaliere.”- il ragazzo la guardò sbalordito, per poi cominciare a ridere di gusto. Era stato più forte di lui: il sapere che quella ragazza così piccola e minuta volesse combattere lo aveva divertito.

Lei però non fu dello stesso parere… Sbatté il suo bagaglio per terra e prese la sua spada, ancora nel fodero, puntandola verso il giovane.

Kei smise di ridere, fissando quegli smeraldi: vi era il fuoco della battaglia. Quella ragazza era decisa, testarda e indomita… Lo aveva capito dal suo sguardo.

“Solo perché sono una ragazza non ti permetto di insultarmi! Io diventerò un cavaliere, a tutti i costi!”- l’argenteo sorrise, mettendo la mano sulla spada e abbassandola. La giovane lo guardò incuriosita: forse lui era il primo che la stava prendendo un po’ sul serio.

“Non sarà facile per una fanciulla, qui gli allenamenti sono duri ed estenuanti, potresti anche morire.”

“Supererò ogni prova e sopporterò ogni allenamento, sono disposta a tutto pur di realizzare il mio desiderio.”

E in quel momento il giovane cavaliere capì di avere davanti non la solita ragazzina impaurita, ma un’anima forte ed indomita che nessuno avrebbe piegato.

“Se è così vieni con me, ti porto dal precettore e vedremo se ti accetteranno. Come ti chiami?”

“Alina, signore.”

“Io sono Kei, un cadetto, non devi darmi del lei. Ora andiamo.”

Lei gli sorrise riconoscente e i due si incamminarono verso la sala del precettore.

Da quel giorno quella ragazza fece parte dell’Accademia, anche se lui non seppe mai come aveva fatto ad essere accettata. E fin da subito aveva dimostrato grande carattere e determinazione, resistendo a tutti gli allenamenti più duri e soprattutto alle angherie dei ragazzi che la prendevano in giro.

“Kei, va tutto bene?”- la voce di Alina lo riportò alla realtà, facendogli notare che si era immobilizzato a fissarla. E non era la prima volta che gli accadeva… Tante volte si era fermato ad osservarla. Così bella e forte… Non aveva mai incontrato nessuna che fosse come lei, era speciale e in gamba.

“Si tranquilla. Sei pronta? Gli altri ci stanno aspettando.”

“Certo, andiamo.”- i due si misero le armature, presero le loro cose e raggiungessero gli altri di sotto.

“Buongiorno piccioncini! Avete fatto i bravi?”- come al solito Boris non mancava di fare qualche battuta stupida anche di prima mattina, ma lo sguardo di fuoco del giovane cavaliere dagli occhi ametista lo fece subito arretrare. Rei e Alina risero sotto i baffi, mentre Yuri era sempre impassibile: la ragazza non faceva che pensare che avrebbe dovuto sciogliersi un po’.

Pagarono il conto delle stanze ed uscirono, montando sui loro cavalli e rimettendosi in cammino: le Colline Buie erano a circa quattro ore di cammino da dove si trovavano.

Alina era piuttosto nervosa, il combattimento sarebbe stato molto impegnativo e temeva di non essere all’altezza.

“Speriamo di non incontrare altri intoppi o saranno guai, dobbiamo essere in forze per affrontare quegli orchi.”- pensò Rei ad alta voce, avendo l’approvazione di tutti.

Il viaggio proseguì in silenzio, fino a che non arrivarono alle Colline Buie… Una fitta nebbia oscurava ogni cosa e nell’aria vi era un disgusto odore di marcio e sangue. Molte battaglie erano state combattute in quei luoghi, tanto sangue versato, umano e non, che ancora imbrattava quel terreno maledetto. Alina si guardava intorno, trattenendo un conato di vomito: quel posto era terribilmente spaventoso, ma lei era un cavaliere: non doveva farsi prendere dalla paura.

“Questo posto è inquietante, si sente ancora l’odore del sangue fresco.”

“Yuri, se eviti di fare la guida turistica ci fai solo un favore! Dove diavolo saranno quegli orchi?”- esclamò Boris, con il chiaro intento di volerli uccidere in fretta quelle creature e andarsene da quel posto.

“Gli orchi stanno sempre sul versante più alto, dobbiamo salire ancora.”- disse risoluto Kei, che cavalcava al fianco di Rei e Alina. Posò lo sguardo sulla giovane: era evidentemente tesa da quell’atmosfera così lugubre e sanguinaria.

“Cerca sempre di stare vicino ad uno di noi, non è saggio affrontare un orco da sola e da inesperta, sono stato chiaro?”- le ordinò l’argenteo, con il chiaro tentativo di volerla in qualche modo proteggere. Sentiva di volerlo fare, in qualche modo il suo istinto gli stava dicendo che se fosse capitato qualcosa a quella giovane non se lo sarebbe mai perdonato.

Alina annuì, quando all’improvviso sentirono una voce riecheggiare nell’aria…

Benvenuti, giovani cavalieri. Sono sorpreso che ci abbiate messo così poco, ero convito che i miei demoni-folletto vi avrebbero eliminato.

Era una voce fredda, crudele e piatta: di sicuro si trattava di un demone.  I cavalieri si fermarono, scendendo da cavallo e sguainando le spade: dovevano essere vicini alla tana, probabilmente era un demone a tirare i fili degli orchi… Molte cose diventavano chiare.

“Chi sei?! Fatti vedere, vile demone!”- urlò Kei alla nebbia, che immediatamente cominciò a diradarsi, mostrando il paesaggio circostante… Alina dovette trattenersi dal vomitare: cadaveri in putrefazione, scheletri umani e sangue ovunque. I cavalieri erano sconvolti da tale visione, quando sul versante più alto videro un giovane uomo dai capelli blu notte e gli occhi bianchi. Orecchie a punta, artigli affilati alle mani e zanne in bocca: era un demone. E Alina sembrava riconoscerlo… Che fosse davvero lui?

“Quattro cavalieri e una fanciulla, mi aspettavo che l’accademia di Arazonan avesse più rispetto per il demone Landor.”

“Tu! Maledetto, sei stato tu a sterminare il villaggio della mia famiglia!”- urlò in preda alla rabbia Alina, sguainando la spada e pronta a combattere. I quattro giovani la fissarono basiti: non erano al corrente del passato della fanciulla, ma dovevano fare in modo che mantenesse il controllo.

Landor la osservò attentamente: quegli occhi gli ricordavano qualcuno… Un uomo che lo aveva affrontato in passato e che aveva sconfitto.

“Combatti, maledetto! Vendicherò la mia gente!”

“Oh mia cara, non ho certo intenzione di sporcarmi le mani con degli insetti come voi.”- il demone alzò un braccio e dalla caverna dietro di lui uscirono quattro orchi. Erano neri come la pece, con gli occhi iniettati sangue, feroci e malvagi.

“I primi sarete voi e poi mi dedicherò alla gente dei villaggi, fino ad arrivare alla vostra cara accademia. Voi umani siete feccia, dovete sparire!”

“Questo lo vedremo!”- urlò Kei, ordinando l’attacco verso gli orchi, che si avvicinavano velocemente a loro.

Boris e Yuri ne affrontarono due, cercando di colpirlo con la loro spada, ma quell’essere sembrava d’acciaio, oltre ad essere rabbioso e veloce.

Kei, Alina e Rei ne affrontarono altri due, ma la ragazza era troppo interessata al demone per potersi concentrare su quella creatura. I suoi colpi non avevano abbastanza potenza e non andavano a segno nel modo giusto.

“Alina, dannazione concentrati!”- la rimproverò Kei, ma la ragazza non sembrava ascoltare nessuno. L’unica cosa a cui pensava era che doveva uccidere quel demone… E in preda alla furia vendicativa non si accorse di un quinto orco che comparve dall’oscurità e la ferì al braccio destro con i suoi artigli.

La ragazza gemette, cadendo all’indietro mentre i giovani guerrieri la fissarono sconvolti… Landor invece sembrava soddisfatto, tanto che richiamò gli orchi e gli ordinò di tornare nell’oscurità delle Colline. Kei e gli altri si avvicinarono ad Alina, ancora a terra e con un braccio sanguinante… Il cavaliere dagli occhi ametista la prese tra le braccia, quando la giovane cominciò ad urlare di dolore. Fissarono il braccio: era diventato nero, segno che era stata avvelenata.

“Ahaha! La vostra amica ha le ore contate, il veleno dei miei orchi è letale per chiunque. Morirà tra atroci sofferenze e non potete fare nulla per salvarla. La mia vendetta è completa, addio giovani stolti!”- una risata malefica riecheggiò nell’aria, mentre i giovani cavalieri osservavano la loro compagnia agonizzare dal dolore.

Kei la guardava e gli si stringeva il cuore: lei aveva sbagliato ma era una principiante… Il suo compito era proteggerla e non lo aveva fatto a dovere.

Si sentiva un idiota e un incapace: aveva fallito con lei.

“Kei, conosco un guaritore, non è molto lontano da qui ma dobbiamo sbrigarci!”- la voce di Rei lo distolse dai suoi pensieri; ora tutto quello che poteva fare per rimediare era tentare di salvarla.

La prese in braccio, caricandola sul suo cavallo, mentre Yuri e Boris si occupavano del suo. I cavalieri partirono al galoppo, seguendo il moro, correndo più veloci del vento in cerca del guaritore che potesse aiutare la loro compagna. Alina non smetteva di urlare dal dolore… Era atroce per tutti loro sentire quelle per urla... Nessuna fanciulla avrebbe mai dovuto soffrire tanto.

“Alina, resisti, siamo quasi arrivati! Non provare a morire, intesi? Non pensarci nemmeno, stupida ragazzina!”- Kei era molto spaventato all’idea che quella giovane potesse morire… Non voleva che accadesse, non doveva succedere.

Dopo circa un quarto d’ora arrivarono ad una piccola capanna di legno, un po’ mal ridotta. I quattro scesero da cavallo, aiutando Kei a scendere insieme ad Alina, Rei si avvicinò alla porta bussando per chiamare il guaritore. Un uomo adulto aprì loro, capelli castani e occhi neri, fisico esile ma non troppo magro, barba e viso dai lineamenti marcati.

“Rei, cosa ci fai qui?”

“Per favore Misil, devi aiutare la nostra compagna. È stata ferita da uno degli orchi delle Colline Buie e sta molto male.”- Kei si avvicinò, porgendogli Alina che non urlava più come prima…

“Prima urlava forte, adesso ha smesso, è un buon segno?”- chiese l’argenteo, preoccupato, al guaritore, che però non sembrava della stessa idea.

“Per niente, portiamola subito dentro!”- i quattro entrarono e Kei posò la giovane sul giaciglio che vi era all’interno della piccola stanza dove li aveva condotti Misil.

Il guaritore si avvicinò a lei, asciugandole la fronte madida di sudore… Kei la osservò: si vedeva che stava soffrendo tanto e si sentiva impotente nel non poter fare nulla.

Misil le prese il braccio, constatando che il veleno si stava diffondendo rapidamente nel corpo della ragazza: doveva intervenire e alla svelta.

“Ora dovete uscire, cavalieri.”- tutti annuirono, tranne Kei che restò immobile davanti al giaciglio, con la chiara intenzione di restare.

“Kei…”

“Io non mi muovo. Sono il suo responsabile, quindi non la lascio.”

“Cavaliere, capisco che tu sia preoccupato per la tua compagna, ma se vuoi davvero salvarla devi lasciarmi lavorare tranquillo.”- la voce di Misil era dura e imponeva obbedienza, ma l’argenteo sembrava non ascoltare nessuno. Rei gli mise una mano sulla spalla; doveva trovare il modo di smuoverlo.

“Kei, è in ottime mani, ora usciamo.”- il moro lo prese per un braccio e lo condusse fuori, lasciando il guaritore libero di lavorare tranquillo.

Misil prese alcune erbe medicinali, quando sentì la voce di Alina sussurrare qualcosa…

“Kei…”- il guaritore si avvicinò a lei, sorridendole: lui la conosceva, sapeva bene chi era quella ragazza dai capelli neri come la notte senza luna.

“Tranquilla bambina, ti salverò. Lo devo a tuo padre.”- mormorò Misil, cominciando a preparare l’infuso e l’impasto medico che l’avrebbero aiutata.

 

*

 

Passarono diverse ore da quando il guaritore si era messo all’opera per curare Alina, ma ancora non avevano saputo nulla.

Kei faceva avanti e indietro dalla stanza, aspettando che quel diavolo di uomo desse loro notizie su Alina: non era mai stato un tipo paziente e quell’attesa lo stava facendo innervosire parecchio.

“Ma quanto diavolo ci mette quel guaritore?! Comincio ad innervosirmi!”

“Kei stai calmo, sono sicuro che Alina è in ottime mani.”- cercò di rassicurarlo Yuri, ma con scarsi risultati. Tutti erano in ansia per la loro compagna: era così giovane, non meritava di fare quella fine. Continuavano a chiedersi cosa avesse spinto una ragazza così bella ad indossare l’armatura e sguainare la spada in favore dei più deboli.

“Qualcuno di voi sa perché ha voluto essere cavaliere? Me lo chiedo da quando l’ho vista per la prima volta all’accademia.”- domandò ad un tratto Boris, forse per spezzare la tensione che si era creata in quei momenti di attesa snervante. Tutti lo fissarono, incapaci di rispondere: nessuno lo sapeva, era sempre stato un mistero, così come avesse fatto ad essere ammessa.

Quella giovane era circondata da un fitto alone di mistero, ma gli altri ragazzi erano troppo presi a sbeffeggiarla per accorgersene.

“Nessuno lo sa, quando ho chiesto al precettore il motivo per cui l’aveva ammessa mi ha risposto solo ‘sono sicuro che sarà un valido elemento’. Altro non ho mai saputo.”- disse Kei, fermandosi e poggiandosi contro quella dannata porta, reprimendo l’impulso di aprirla e vedere cosa diavolo stava succedendo.

“Bhe, non aveva tutti i torti. Per essere dotata lo è, ma con quel demone oggi ha sbagliato, la vendetta non è un buon motore per un cavaliere.”

“Io sono convinto che c’è dell’altro, Boris.”- tutti si voltarono verso Kei: sembrava tenere molto a quella ragazza, eppure in due anni non li avevano visti in particolare sintonia.

“Che vuoi dire?”

“Ancora non lo so, ma…”- ad un tratto sentì la porta dietro di lui aprirsi e Misil raggiungerli. Kei volse uno sguardo al giaciglio e la vide: pallida, ma sembrava stare bene. Il suo viso non era più contratto in una smorfia di dolore, ma dolce e rilassato… Come la scorsa notte, quando l’aveva osservata dormire.

“Come sta?”- domandò l’argenteo al guaritore, che sorrise loro rassicurante: forse la loro compagna ce l’aveva fatta.

“E’ una ragazza molto forte e si rimetterà presto. Il veleno non è arrivato al cuore, così sono riuscito a deviarne il flusso in tempo e ad estirparlo dal suo corpo. Ma dovrà riposare, ora come ora è impensabile che torni subito a combattere.”- i quattro cavalieri ascoltarono le parole del guaritore con attenzione. Era giusto, ma loro avevano una missione da compiere: dovevano fermare quel demone prima che mettesse a ferro e fuoco ogni villaggio sul suo cammino.

“Possiamo lasciarla qui finché non sconfiggiamo il demone Landor? Dobbiamo farlo, altrimenti raderà al suolo ogni villaggio che incontrerà, fino ad arrivare alla nostra accademia, ad Arazonan.”

“Landor? È lui che dovete affrontare?”

“Si, lo conosci?”- domandò Rei al guaritore, che sembrava piuttosto sconvolto: forse anche lui era stato vittima, in qualche modo, della malvagità di quell’essere maligno.

Misil abbassò il capo e invitò i cavalieri nella stanza dove vi era Alina. Fu Kei il primo ad avvicinarsi al giaciglio, sedendosi sul bordo e prendendole la piccola mano, in quel momento fredda come il ghiaccio. Alina aprì debolmente gli occhi, trovandosi davanti gli occhi ametista e il debole sorriso di Kei.

“Kei… Ciao…”

“Ehi, come ti senti?”

“Meglio… Ciao ragazzi, vi sono mancata?”- tutti e quattro sorrisero lievemente, felici di vedere che stava bene e che presto sarebbe stata di nuovo in piedi  pronta a combattere.

“Ci hai fatto prendere un bello spavento, sei stata imprudente.”

“Yuri, hai la delicatezza di un troll nel dire le cose, te lo hanno mai detto?”- lo rimproverò Boris, vedendo che però Alina stava ridacchiando. Kei la osservò: più lo faceva e più quella giovane lo colpiva. Chissà come riusciva a sopportare quella vita, essendo una ragazza… Doveva avere una tale forza d’animo che loro si sognavano.

“Hai proprio ragione, Yuri, sono stata stupida. Ma la prossima volta…”

“Non ci sarà una prossima volta, almeno per te.”- la voce di Kei era dura e risoluta, un tono che non ammetteva repliche, ma Alina sperava tanto di sbagliarsi… Non poteva estrometterla dalla missione, lei doveva uccidere quel demone.

“Che cosa vuoi dire?”

“Misil pensa che sia meglio che tu stia a riposo, quindi a cercare quegli orchi e il demone andremo solo noi.”

“Ma Kei, io…”

“Non potete uccidere Landor, mi dispiace.”- Misil si intromise nel discorso, attirando l’attenzione di tutti. Che cosa voleva insinuare? Che non erano abbastanza forti per quel demone da strapazzo? Non sapeva con chi stava parlando: loro erano la squadra di cadetti migliore dell’accademia, non avevano mai fallito una missione e non avrebbero cominciato in quel momento.

“Non ci crede all’altezza?”

“Quel demone è molto potente, lo conosco. Solo un Uccisore di Demoni può ucciderlo, brandendo la Spada del Fuoco Blu.”

“E cosa sarebbe?”- domando Alina, curiosa di saperne di più, mentre gli altri cavalieri si ritenevano presi in giro e sminuiti: non avevamo mai sentito di questi Uccisori, né tanto meno di una fantomatica spada che uccideva i demoni.

“E’ una spada forgiata con il Fuoco Sacro Purificatore, milioni di anni fa. È l’unica arma che può uccidere un demone, le armi comuni non possono fare nulla.”

“Lo vedremo. Ora andiamo ragazzi, Misil si prenda cura di Alina, torneremo a riprenderla.”- Kei era fermo e risoluto, quando la giovane si alzò di scatto e lo fermò, tenendolo per un braccio.

L’argenteo sussultò appena a quel tocco così delicato, ma lo nascose…

“Per favore, fatemi venire con voi…”- Kei la guardò tristemente, così Rei decise che era meglio lasciarli da soli a parlare, cosa che capirono tutti seguendolo fuori dalla stanza.

“Alina, non sei in condizioni di combattere.”

“Ma io devo ucciderlo! Lui ha ucciso la mia gente, la mia famiglia!”

“Questo lo capisco, ma non è morendo contro di lui che li vendicherai.”- le mise le mani sulle spalle, sorridendole appena: non voleva darle un dolore ma allo stesso tempo non poteva permettere che le succedesse ancora qualcosa. Non voleva vederla morire… Era già stato atroce una volta.

“Alina, ti prego, fallo per me. Ci pensiamo noi, non devi temere.”

“Ma non hai sentito Misil? Nessuna arma comunque può uccidere quel mostro, ed io ci credo!”

“Le chiacchiere di un guaritore non mi interessano, la cosa principale è eliminare gli orchi e contro quegli esseri le spade funzionano. Al demone penseranno gli stregoni superiori quando li informeremo delle sue intenzioni, stai tranquilla.”

“Non riesco a crederti… Sento che non tornerai più…”- solo dopo Alina si rese conto di aver parlato al singolare? Ma cosa le stava succedendo? Perché aveva così tanta paura di perderlo?

“Tornerete! Volevo dire, ecco… Bhe…”- la giovane era ormai nel più totale imbarazzo e Kei rise nel vederla rossa in viso e così timida: sembrava una vera fanciulla, come avrebbe dovuto essere.

Le prese il mento tra il pollice e l’indice, sorridendole dolcemente… Alina si perse in quello sguardo così magnetico che la stava stregando poco a poco.

“Tornerò, te lo prometto. Torneremo tutti e quando sarà finita io e te usciremo a cena.”

“Mi stai prendendo in giro?”- chiese la giovane, ridendo lievemente.

“Assolutamente no, questa è una promessa sincera.”

“Allora prendi questo.”- Alina si sfilò in ciondolo d’oro che portava sempre al collo, allacciandolo a quello di Kei. Era un bellissimo pendente con raffigurante un quadrifoglio. -“E’ il mio portafortuna, me lo diede mio padre poco prima di morire. Portalo con te, me lo ridarai quando torni… E bada che lo rivoglio indietro a tutti i costi.”- Kei fu sorpreso da un gesto tanto dolce, nessuna lo era mai stata in modo così sincero con lui.

Senza indugiare oltre si sporse verso la giovane, poggiando lievemente le sue labbra si quelle rosee di lei. Fu un bacio delicato, appena accennato, ma che trasmetteva molteplici sentimenti… Qualcosa che entrambi non avevano mai provato.

Quando si staccarono, Alina poggiò la testa sul petto di Kei, che le carezzò dolcemente i capelli: ora lasciarla diventava più dura.

“Devo andare, scusami.”

“Ti aspetterò… Sempre.”

“Alina, se entro tre giorni non siamo tornati, vai all’Accademia e dai l’allarme, intesi? Questo è un ordine del tuo superiore, vedi di portarlo a termine.”

“Agli ordini, mio signore.”- l’argenteo le sorrise, le baciò la fronte e raggiunse i suoi compagni, che la salutarono tutti amichevolmente: era chiaro che si fossero affezionati a lei e gli era grata di tale onore. Sperava solo che tornassero tutti sani e salvi.

I quattro cavalieri ringraziarono ancora Misil, pregandolo di nuovo di occuparsi di Alina, dopo di che partirono al galoppo verso le Colline Buie.

Il guaritore rientrò in casa, vedendo la giovane che singhiozzava sul suo giaciglio: forse era il momento di rivelarle la verità.

“Stai tranquilla, li raggiungerai presto.”

“Che cosa vuole dire?”- Misil le sorrise e si avvicinò ad un armadio, tirando fuori una custodia molto grande, dove di solito vi erano riposte le spade più pregiate o importanti.

Il guaritore gliela porse, incitandola ad aprirla…

“Che cos’è?”

“Era di tuo padre, adesso spetta a te averla. Prima non potevo in presenza di quei cavalieri, mi dispiace.”- Alina era confusa e scioccata, ma decise di aprire quella custodia. Quello che vi era dentro la scioccò ancora di più: una meravigliosa spada, dalle rifiniture in oro e dai riflessi azzurri, non molto grande ma soprattutto maneggevole.

“Ma questa… E’ un spada.”

“Non è una spada qualsiasi: è la Spada del Fuoco Blu e apparteneva a tuo padre.”

“Non è possibile… Questo significa che…”

“Si bambina: tuo padre era un Uccisore di Demoni. E tu sei il suo successore.”

Per la giovane Alina si stava aprendo un futuro diverso da quello che immaginava, sarebbe riuscita ad affrontare la verità che circondava il suo passato per accettare il suo destino?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed eccoci arrivati alla fine di questo secondo capitolo^^ L’altra volta mi sono dimenticata di precisarlo e chiedo venia: questa storia sarà molto breve. L’ho scritta per puro piacere di scrivere, ma spero che, anche se breve, vi piaccia fino alla fine^^ Come avete visto in questo capitolo ci sono stati azione e una grande rivelazione! Riuscirà Alina ad accettare il suo destino e a sconfiggere il demone Landor? E come finirà il suo legame con Kei? Sarà destinato a sbocciare? Tutte cose che scoprirete leggendo, signori! Ed ora passo a ringraziare le persone che mi hanno recensito il primo capitolo^^ Grazie mille per il vostro sostegno ^*^

 

Ps I love You: Ciao bella! Mi fa piacere che ti piace Alina, è un personaggio a cui tengo^^ Ho sempre desiderato di scrivere di una ragazza che impugna le armi e ti ringrazio anche a nome di Lirin per i complimenti sul disegno^^ Davvero ti ricorda una cosa così bella? Tu mi lusinghi =) Spero di avere la tua anche su questo secondo capitolo, grazie mille dei tuoi complimenti ^*^

Un bacio =)

 

Lirin Lawliet: Tesoro mio, lo so che non vedevi l’ora che postassi e sei stata accontentata, come vedi xD Hai proprio ragione su Alina: lei va dritta per la sua strada, seguendo le sue convinzioni e lottando per realizzare il suo sogno^^ Sono felice che la storia ti travolga a tal punto, quindi attendo impaziente la tua su questo secondo capitolo ^*^ Un bacio forte, mio tesoro, ti voglio tanto bene <3

 

Pich: Ma salve, guarda chi si vede xD Eh si, la cara Alina è fortunata, tanti bei maschioni accanto a lei v.v Ma come vedi combina con Kei e non Boris, cosa che a te farà solo piacere xD Anche a te piace Alina, ma io sono feliceeeeee ^o^ Si, stavolta ho cercando di renderli IC il più possibile quei due, dopo tutto sono cavalieri v.v Ecco qui il secondo capitolo, attendo la tua allora v.v Un bacio forte, cara, ti voglio bene <3

 

Hallet Silver Comet: Oddio, ci credi che quando ho visto la tua recensione sono stata talmente felice che ho urlato? XD Tanto che di sopra mi dicevano “Ma che cavolo ti urli?!” XD Ma li ho ignorati e sono stata sempre felice xD Davvero il fantasy è il tuo genere preferito? Doppia tombola, allora ^*^ Si, Alina come hai visto è personaggio che riserva molte sorprese^^ Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e mi farai avere la tua, ci conto ^*^ Un bacio forte, stella <3

 

Aphrodite: La mia amata lover ^*^ La tua sincerità mi aiuta sempre a migliorare e spero di aver fatto ancora meglio in questo secondo capitolo, il tuo giudizio è molto importante per me, come ben sai v.v Il personaggio di Alina, come vedi, ha riservato una bella sorpresa, per quanto riguarda il gruppo sono felice che ti piaccia^^ Mh… Kei arrogante, dici? Bhe, qui non lo è stato tantissimo, dai v.v Aspetto la tua su questo secondo capitolo, mio amato maggiordomo ^*^

Un bacio dalla tua Shinigami, love <3

 

 

Ringrazio Flamara, Pich e Ps I love You per averla messa tra le seguite^^

 

 

Un grazie a Lory-Chan per averla messa tra le preferite^^ Se hai voglia di farmi sapere cosa ne pensi a me fa solo piacere, cara ^*^

 

 

P.s: L’immagine a inizio capitolo sono le Colline Buie^^ Spero che rendano bene l’idea xD

 

 

 

Un bacio forte a tutti^^

 

 

 

 

                                                            La cara Pad

  
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