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Autore: Groucho    01/11/2005    2 recensioni
Harry potter è un ragazzino come tanti, ma un giorno arriva un gigante di nome Hagrid e gli impone di darsi una svagliata che la vita non è tutta tv e playstation. Come reagirà Harry, trascinato in un mondo a cui non è preparato, un mondo i cui problemi non sono certo la finale dei mondiali di calcio o chi ha vinto il Grande Fratello? Come potrà affrontare problemi quali l'U.238, il terrorismo, l'informazione, la guerra? Strappato al suo dolce mondo ovattato, dovrà combattere con i problemi della vita reale, e scoprirà che la realtà, il più delle volte, supera la fantasia.
Genere: Comico, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4 – I’m lovin’ it

Capitolo 4 – I’m lovin’ it

 

Harry e Ron erano ancora sul treno, aspettando pazientemente che quel viaggio ai confini della realtà finisse. Erano già le sei di sera e stava cominciando a piovere.

 

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TG della sera prima:

-         Ed ecco le previsioni del tempo per domani, 1 settembre: sole su tutta l’isola, un’ondata di caldo tardiva ci regalerà un ultimo assaggio d’estate… le massime trai 27 e i 34 gradi, le minime tra i 18 e i 22 gradi… -

 

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Vabbè, adesso non spariamo sulla croce rossa.

Nel frattempo i due ragazzi avevano fatto amicizia, si erano raccontati tutto delle loro rispettive vite (prendendo in prestito anche qualcosa dalle vite di Gorge Clooney, Keanu Reeves e Britney Spears) e si erano scambiati le solite storielle da uomini di cui nessuno dei due capiva niente ma facevano entrambi finta di sapere tutto.

Adesso Harry sapeva che Ron aveva una famiglia numerosa, ma così numerosa che se ognuno di loro avesse avuto una macchina li avrebbero fatti girare a targhe alterne. E inoltre, erano poveri. Così poveri che quando andavano al mare, invece dei castelli di sabbia costruivano le case popolari.

Per non essere da meno, stava raccontando all’amico di quando tre anni prima suo zio l’aveva costretto a costruire mattone su mattone il garage per la macchina, sotto il sole cocente di luglio, frustandolo con stecchette sciolte di liquirizia per farlo sgobbare di più… quando, sul più bello, qualcuno bussò alla porta dello scompartimento.

-         Avanti –

La porta si aprì scivolando di lato, lasciando entrare una ragazza bruttina con corti capelli crespi.

-         Buonaseeeera! -

-         Potevano mandarne una meglio… – commentò Ron, critico

Hermione lo ignorò, ma non prima di averlo incenerito con un’occhiataccia

-         Ah… - commentarono le ceneri di Ron

-         Avete visto un rospo? Un ragazzo di nome Neville l’ha perso –

-         Ho visto un sacco di rospi ma nessuno si chiamava Neville – rispose Harry

-         Non hai capito. Il rospo non si chiama Neville. È Neville che l’ha perso. –

-         E chi è Neville? –

-         Oh, e che ne so! Un ragazzo che ho incontrato per caso! –

-         E tu vai in giro a fare l’elemosina per tutto il treno per cercare un rospo che non si chiama Neville ma che appartiene a un certo Neville che non sai chi sia? –

-         Ehm… stupido, vero? – azzardò Hermione

-         Già – disse Harry

-         In effetti… - dissero le ceneri di Ron

-         Il rospo si chiama Oscar – aggiunse timidamente Hermione, in tono di scusa

Harry e Ron si scambiarono un’occhiata. O almeno, ci provarono.

-         senti, ragazza… -

-         Hermione. Ma tutti mi chiamano Harmony. Sapete, leggo molto*. –

-         senti, ragazza – ripeté Harry imperturbabile – perché adesso non ti levi dai co****ni? –

Da quel momento risultò ovvio che quei tre fossero destinati ad essere legati da una profonda e inscindibile amicizia. Circa. 


-         Ma tu… tu… non posso crederci! Tu sei Harry Potter! –

-         come l’hai capito? –

-         Hai il marchio della Chiquita sulla fronte –

-         Senti, ragazza, non è che vuoi un po’ di Martini? – chiese Harry, porgendole gentilmente la bottiglia mezza vuota

Harmony lo ignorò, e si sedette davanti a lui, prendendo a enumerare con aria saputa tutto quello che sapeva di Harry:

-         Dicono che tu abbia dei poteri speciali –

-         Si, beh, una volta mi è caduto del materiale radioattivo sui piedi, e da allora ogni volta che mi tolgo le scarpe da tennis… -

-         No! Dicono che tu sappia… leggere nella mente –

-         Non credo sia vero –

“Oh, andiamo bene. Ecco che il nostro eroe è un completo incapace!” pensò Harmony

-         Non sono un completo incapace! –

-         Oooh – dissero le ceneri di Ron

-         Allora è vero! Lo vedi? Tu leggi nella mente! – insistette la ragazza

-         Naaa… è stato un caso, non ci credo! –

-         Va bene allora. Facciamo una prova. Io dico una parola e tu dici la prima cosa che ti viene in mente. Se è la stessa cosa che ho pensato io…-

-         Mio dio, siamo arrivati ai giochetti scemi! – sospirò Harry

-         Oro – cominciò Harmony

-         Saiva – rispose Harry

-         Gianni –

-         Pinotto –

-         Pino – disse Harmony

-         Silvestre – ribattè pronto Harry

-         Abra –

-         Cadabra –

-         Treno –

-         Quattrosì –

-         Romeo –

-         Alfa! – alla risposta, Harmony risacchiò

-         Oscar –

-         Per il miglior attore non protagonista… -

-         Pensavo al rospo di Neville! –

-         Ma chi diavolo è ‘sto Neville? –

-         Oh, beh… tutto sommato, forse, non leggi nel pensiero –

“Meno male che non si è accorta che leggo nel pensiero” pensò Harry

“Peccato che non sia straordinario come credevo” pensò Harmony

“Però a guardarla bene è carina!”

“Però sotto sotto è carino!”

“Forse dovrei…” pensarono in concomitanza, e si bloccarono

“Prego, prima tu” pensò cavallerescamente il ragazzo

“No, no, prima tu” rispose lei

“Non era niente di importante” pensò Harry, imbarazzato

“No, infatti, idem per me”

 

Per fortuna, a interrompere il momento imbarazzante, il treno arrivò alla stazione di Hogsmeade (o comunque si scriva. Per comodità d’ora in poi la chiamerò Trezzano Sul Naviglio). Harry raccolse con una paletta le ceneri di Ron (e per questo ebbe qualche problema con gli agenti della narcotici, giù dal treno, anzi, dal quattrosì).

 

Però, com’è scomodo avere un personaggio ridotto in cenere. [Cenere al posacenere, polvere all’aspirapolvere. NdNonna] Magicamente Ron torna in vita. No, non si può fare. Cavolo, ho deciso di essere coerente con la realtà… ok, Ron non era mai morto, aveva solo inscenato la cosa, e nella sua tomba (cioè nel posacenere) al suo posto avevano messo un po’ di sabbia di Lignano Sabbiadoro, che conteneva abbastanza cellule organiche e cicche di sigarette per poter benissimo essere scambiata per le ceneri di Ron (e nessuno ci teneva ad indagare).

 

Harry, Ron e la ragazza scesero dal treno. Anche il ragazzo pallido scese dal treno, però trasportato in una barella. Il veleno nel Martini era anche leggermente allucinogeno, cosa che l’aveva convinto di essere George Clooney.

 

Arrivarono al portone di Hogwarts senza particolari incidenti (delusi, eh?). C’era ad attenderli una vecchietta, che però dimostrava meno della sua età per via della prestanza fisica ancora intatta e probabilmente dal regime alimentare equilibrato e ricco di fibre. O forse del processo di mummificazione a cui era stata sottoposta anni prima dalla zia psicolabile di Norman Bates.

-         Buonasera, ragazzi. Io sono la vicepreside, nonché la vostra prof di Trasfigurazione, Minerva McGonall** -

 

Parte un coro di sottofondo:

 

McGonall…parappappappà… I’m lovin’ it!

 

 

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Cosa abbiamo imparato oggi:

 

  1. che l’autore, a sorpresa, non è morto a causa di un incidente aereo quest’estate
  2. l’altruismo non paga
  3. gli Harmony fanno schifo e sono dannosi alla salute mentale
  4. Se incontrate la zia psicolabile di Norman Bates, per carità, girate al largo!!
  5. I’m lovin’ it!
  6. Previsioni del tempo per domani… un ciclone si abbatterà sull’area di via Lorenteggio, più precisamente sulla casa della mia prof di inglese…


* Harmony: Casa Editrice che pubblica libretti rosa da quattro soldi. Ehm, voglio dire, poco impegnativi. [fonte bibliografica: “Dizionario Universale delle Parole Che Fanno Prudere Gli Alluci”, Salani, 2003]

** McGonall è il nome inglese della McGranitt

  
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