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Autore: Lucy Light    04/10/2010    3 recensioni
Severus avrebbe voluto dirle alcune cose:
a) che non si fidava per niente di quella vecchia mezza matta
b) che aveva di meglio da fare e che il ciliegio se lo prendesse da sola
ma invece la fissò per un attimo e, mugugnando oscure minacce, marciò a testa bassa verso l'entrata.
Non sai mai cosa può succedere, se hai Lily Evans come amica...
Fan fiction terza classificata al contest “Come un film” di Remvsg.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Lily e Severus non avevano mai visto una casa come quella. Ne era sicura perché, come lei, anche lui aveva spalancato gli occhi entrando. Come suo solito non fece commenti ad alta voce, ma Lily gli leggeva in faccia che era stupito. E non poteva biasimarlo.
Le pareti erano tappezzate di fotografie vecchie di chissà quanti anni: erano tutte ballerine in diverse posizioni classiche. Erano pettinate e vestite alla perfezione, ma, notò Lily, nessuna di loro sorrideva.
Inoltre, tutta la casa era rosa. Erano rosa la tappezzeria, le tende, la moquette e le eleganti poltroncine all’ingresso, come anche la cucina e il salotto. In Lily crebbe l’impressione di essere intrappolata in una caramella.
"Accomodatevi, ma fate attenzione a quello che toccate. Questa casa è di una mia cara amica e non credo che le farebbe piacere se rompeste qualcosa." disse la signora una volta in salotto. I due bambini si sedettero nervosi sul sofà ricamato che sembrava più adatto a delle bambole che a degli esseri umani. "Lily!" chiamò sottovoce Severus mentre la donna era girata.
Lily si voltò verso di lui, facendo finta di essere tranquilla. "Che c'è?"
"Questo posto" disse Severus stringendosi nelle spalle "non mi piace. Questa donna ci farà del male" borbottò, cercando di non far vedere quanto fosse terrorizzato.
"A te non piacciono troppe cose, mio caro Sev" rispose la ragazzina in tono annoiato, mettendosi più dritta sulla sedia. Le sembrava che la voce di sua madre le ripetesse in testa un'infinità di ordini, tipo "Stai composta, tieni alta la testa, cerca di essere aggraziata. E sorridi, Lily"
Lily tirò verso l’alto i muscoli della bocca. Lei era felice. Non aveva mai desiderato altro nella vita che non fosse stare in una casa-caramella  sotto ricatto di una sconosciuta. Sorridi, Lily.
"Fai paura" bisbigliò Severus, sempre più inquietato.
Lily rinunciò al sorriso, facendo un appunto per il futuro: Severus  faceva cadere rami in testa alle persone, non aveva mai visto Bambi, diceva parole bizzarre e non era un grande sostenitore morale.
La donna si girò verso di loro. Aveva tolto la veste: indossava un body scuro e degli scaldamuscoli. Con un unico fluido movimento raccolse i capelli e li intrappolò in uno chignon severo, fermato con qualche forcina.
"Aaaah" sospirò a sé stessa "adesso va meglio"
Puntò lo sguardo di ferro sui due bambini e, finalmente, sorrise. Sembrò che la stanza s’illuminasse di colpo. Non era giovanissima, si capiva dalle rughe che aveva sul viso, ma Lily notò che il suo corpo era agile come quello di sua madre. Non capiva come fosse possibile, ma la cosa la affascinava.
"Bene. In piedi, su! Alla sbarra"
I due bambini si guardarono spaesati senza muoversi.  
Alla sbarra?
 "Siete sordi? Alzatevi, e andate verso la sbarra attaccata al muro, lì vicino alla finestra. E attenzione a come vi muovete, se rompete qualcosa dovrete pagarlo fino all'ultimo centesimo" avvertì con calma.
Lily capì e fece una smorfia. Non poteva credere di dover fare danza anche durante le vacanze! La odiava. Quella donna doveva essere un'insegnante di classico, di quelle che davano di matto se la tutulette non era perfetta. Soffocò il suo malcontento prendendo posto alla sbarra, pensando intensamente che c’era una buona ragione per non essere al parco a giocare con i suoi adorati fiori. Petunia l'avrebbe dovuta perdonare per forza!
"Molto bene, vedo che tu sei già pronta" commentò serafica la signora raddrizzandole di poco le spalle. Aggrottò le sopracciglia davanti alla posa sgraziata di Severus, in piedi di fianco alla sbarra, che la fissava truce. "Giovanotto, non posso dire lo stesso di te. Su con quelle spalle! E cos'è questo sguardo cupo? Non chiedo che sprizzi gioia da tutti i pori, ma gradirei che non mi incenerissi il tappeto."
Il bambino si sistemò goffamente, muovendo appena le labbra. Lily riuscì a captare un "dannata vecchia" e  fece un risolino.
"Direi che siamo pronti. Be', devo dire che è stata quasi una fortuna incontrarvi - anche se sottolineerei il quasi- perché così potete farmi compagnia mentre faccio i miei esercizi quotidiani. Sapete, trovo che la danza sia un passatempo meraviglioso per due ragazzini come voi e per una signora come me. E adesso, stretching!"
Fu il riscaldamento più buffo che Lily avesse mai fatto. Lei e Severus si lanciavano occhiate durante ogni esercizio e la bambina era sicura che lui trovasse tutto assurdo quanto lei. La signora non ci mise molto a rendersi conto che gli alunni improvvisati stavano snobbando le sue direttive.
"Credo che voi non capiate l'importanza di quello che stiamo facendo. Lo stretching è una parte fondamentale degli esercizi, nonché ciò che vi evita di fare strappi assai dolorosi. E' giunto il momento di vedere se volete quel ciliegio o no!"
Il saggio riferimento alla pianta bastò per zittire l'improvvisa ribellione in Lily, che si diede della stupida. E se quella donna avesse detto tutto a sua mamma? Si sarebbe arrabbiata tantissimo!
La signora si avvicinò con grazia ad un vecchio grammofono che riposava in un angolo e lo accese; la stanza si riempì di musica allegra che stupì Lily e incupì ancora di più Severus.
"Allora, ascoltatemi" ordinò la signora mettendosi davanti a loro "Venite più avanti. Forza, coraggio. Non mangio nessuno. Molto bene.  E adesso fate quello che dico!"
Il salotto sembrava improvvisamente sgombro dai mobili, ma nessuno li aveva toccati, Lily ne era sicura. Cosa...?
"E' solo un salto verso sinistra!" canticchiò la signora seguendo la musica. Lily vide Severus fare un impacciato salto verso di lei e guardarla in modo disperato.
"E poi un passo verso destra" continuò a  cantare la ballerina. Questa volta i bambini eseguirono subito il passo sotto il suo sguardo compiaciuto.
"Lodevole. Con le vostre mani sui fianchi, bambini, e le ginocchia ben strette! E poi..." fece un movimento con il bacino e Lily credette di morire dal ridere quando vide Severus cercare di ripeterlo.
"Ancora non ci siamo. Da capo, andiamo!".
Fu più facile per i ragazzini seguire i movimenti, anche se Severus sembrava più a disagio che mai. Continuarono per un'altra volta, poi un'altra e un'altra ancora. Alla fine Lily lo imparò e quasi si divertì e lo stesso valse per Severus che, per la prima volta da quando si conoscevano, rise come un bambino qualsiasi.
Quando la donna fece loro cenno di smettere crollarono esausti sul tappeto, mettendosi in piedi subito dopo. Sicuramente non era una cosa educata da fare e quella donna sembrava tenere molto alla disciplina anche se, secondo Lily, "tenere alla disciplina" era un simpatico eufemismo per indicare che era fissata con le regole.  
"Siete stati molto gentili a tenere compagnia ad una signora" disse la donna con voce gentile. Inspiegabilmente, il suo chignon era rimasto impeccabile e svettava ancora sulla sua testa. "Vi aiuterò a trapiantare quel ciliegio in un vaso e dopo sarà il caso che andiate. I vostri genitori vi aspetteranno"
Lily vide il sorriso vacillare e spegnersi sul viso di Severus. Forse, realizzò, i suoi genitori non si erano neppure accorti che era uscito. Forse sua madre non lo aspettava se faceva tardi e non si preoccupava se passava tutto il giorno fuori casa. Tutti raccontavano storie sugli Snape di Spinner's End, e per la prima volta la ragazzina sospettò che ci fosse qualcosa di vero.
Mentre uscivano di nuovo in giardino capì che si sentiva dispiaciuta per lui; doveva avere davvero bisogno di un amico... o di un’amica.
"Ecco, questo è un vaso perfetto" disse la donna scegliendone uno dalla fila ordinata in fondo al prato. Severus la seguiva in silenzio. "E adesso possiamo usare le palette. Io ho la mia... e so già che anche tu ne hai una, ragazzina. Stavi facendo un bel lavoro, a ogni modo."
Lily arrossì.
Trapiantare il ciliegio fu più facile di quanto pensasse, ma forse era solo quella strana signora che faceva sembrare tutto semplice. Il sole stava tramontando quando finirono.
Lily tirò fuori un fazzoletto e si asciugò la fronte; malgrado fosse sera, il caldo non dava tregua.
Sorrise alla signora e strinse felice il ciliegio al petto. "Grazie mille" mormorò
"Non c'è di che. E adesso andate, su!"
Severus borbottò qualcosa che sembrava un saluto.
Lei rimase a guardarli finché non oltrepassarono il cancello di casa sua. "Ho l'impressione che ci rivedremo fra non molto" disse come ultima cosa, poi fece un sorriso indecifrabile e ritornò in casa.

Procedettero per un po' in silenzio lungo Abbey Road, sprofondando nella sera. Le vie erano deserte, perché molto probabilmente tutti erano in casa a guardare la tivù.
Quel pomeriggio a Lily era piaciuto così tanto che cercava di riviverlo continuamente. La casa di Sev, la corsa, poi quella strana signora e i suoi esercizi buffi... come faceva il balletto?
"Un salto a sinistra" canticchiò "E un passo verso destra!” Severus diede un colpetto di tosse imbarazzato e distolse lo sguardo, come a dire che preferiva dimenticare quello che era successo.
“Oh, Sev, non essere così timido! Non balli mica male, sai?”
Severus si fermò al suo fianco. Senza che Lily se ne rendesse conto, erano arrivati a Spinner's End.
"Per favore, non raccontare a nessuno di oggi pomeriggio" le chiese improvvisamente. Teneva la testa bassa.
"E perché no?"
"Mio papà si arrabbierebbe... lui... non gli piace ballare...e non credo gli piacerebbe quello che ho fatto..."
Sembrava terribilmente serio. Lily decise di rassicurarlo. Gli appoggiò una mano sulla spalla e annuì, sorridendo nel modo più gentile possibile. Severus sembrò sollevato.
"Ci vediamo domani al parco, va bene?" disse Lily "Ciao!"
S'incamminò con il suo minuscolo ciliegio sottobraccio e lo salutò con la mano prima di girare in una laterale. Fischiettò di nuovo la canzone che avevano ballato quel pomeriggio, già sapendo che non se la sarebbe tolta dalla testa molto facilmente, poi accarezzò le tenere foglioline della pianta che teneva in braccio.
Se a Petunia non fosse piaciuto, decise, se lo sarebbe tenuto lei!

“Oh Lily! E’ bellissimo!” strillò Petunia abbracciandola con trasporto.
Per fortuna (o forse no?) il ciliegio aveva fatto la sua parte, e sua sorella aveva deciso di perdonarla. “Ma dove lo hai trovato?”
“E’ una storia molto, molto, molto lunga. Te la racconterò”  promise Lily, felice ed esausta.
“Lily, Petunia! La cena è pronta!” gridò la loro mamma dal piano di sotto.
Qualcosa scintillò negli occhi di Petunia “Chi arriva per ultimo mangia due volte gli spinaci!”
Si lanciò giù per le scale ridendo, ma Lily non la inseguì. Aveva i muscoli un po’ doloranti e poi far vincere Petunia era un ottimo modo per allungare la durata del suo buon umore.
Guardò ancora una volta l’alberello immerso nella penombra e sorrise. Le prime ciliegie le avrebbe portate a Spinner’s End, Severus se le meritava davvero, le avrebbero mangiate tutti insieme: lei, sua sorella e Sev.  Sarebbe stato un bel pomeriggio, felice e spensierato.
E qualche frutto, magari, sarebbe scivolato anche in un certo giardino.
Chissà. Forse sarebbe nato un nuovo ciliegio, in Abbey Road.


The end :)
  
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