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Autore: L_Fy    04/11/2005    8 recensioni
E’ credenza comune che la migliore scuola del mondo magico sia la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. In realtà, una certa megalomania prettamente inglese ha influenzato il pensiero popolare. Per gli addetti ai lavori, per coloro, cioè, che possono valutare con cognizione di causa la preparazione degli studenti che terminano gli studi, è indubbio che la migliore scuola del mondo magico sia la scuola di magia e stregoneria di Durmstrang.
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4 : Tregua armata

 

La sala comune di Torre dei Lupi era insolitamente tranquilla quel pomeriggio. Merito degli studenti del settimo anno che, a differenza del solito, se ne stavano seduti compostamente e, soprattutto, muti, guardando le loro uova di drago come se fossero sfere di cristallo in cui leggere il loro futuro. Su uno dei divanetti bitorzoluti davanti al caminetto, diversamente dai compagni, Dimitri Korsakov e Detlef Himmell stavano animatamente discutendo davanti al loro uovo.

"Sul libro c’è scritto che questo affare deve essere tenuto ad una temperatura costante" ringhiava Dimitri a muso duro "Questo vuol dire che buttarlo tra le braci del camino è una pessima, pessima idea"

"Inventati tu qualcosa di intelligente allora, paparino" rispose Detlef, offeso "Sia chiaro che io non mi metto a covare un uovo, nemmeno per tutti i M.A.G.O. del mondo"

"Perché, pensi che lo voglia covare io, mammina?"

"Dammi ancora della mammina e ti spacco la faccia"

"Sei stato tu a darmi per primo del paparino"

Si guardarono in cagnesco, mortalmente offesi.

"Va bene" cedette alla fine Detlef "Niente mammina e paparino. Saremo zio Detlef e zio Dimitri, ok?"

"Ci sto" decise Dimitri "Allora…chi dei due lo cova per oggi?"

"Io non covo un bel niente!"

"E secondo te dovrei farlo io, zietto?"

"Dammi dello zietto un’altra volta e torno a chiamarti paparino!"

E via di questo passo. Generalmente, Sasha Valenskij sarebbe già intervenuto da un pezzo a sedare il battibecco fra i due amici: quel giorno invece, se ne stava seduto sul divano, immusonito e silenzioso. Non alzò nemmeno la testa quando Costanza Malatesta fece il suo ingresso nella sala comune. La ragazza lo cercò con lo sguardo e quando lo trovò gli si avvicinò a passo di carica.

"Valenskij" disse con voce insolitamente formale "Dobbiamo parlare"

Detlef e Dimitri smisero di litigare per osservare incuriositi la scena. Costanza sembrava essersi ripresa dallo scoramento del mattino: dopo aver fatto un bel aerosol di erbe aromatiche in infermeria ed essersi sparata una barretta gigante di cioccolato superfino, la vita aveva ripreso una parvenza di colore rosato. Certo, quello di Karkaroff era stato un bel colpo basso. Bassissimo, anzi. Da vero bastardo, per dirla tutta. D’altra parte, Costanza non aveva intenzione di darla vinta a quel puzzide dopo sei anni passati a subire i suoi sporchi soprusi. Avrebbe digerito anche quello smacco, e una volta fuori da Durmstrang, avrebbe fatto di tutto per fargliela pagare. Parola di Malatesta.

"Lieto di vedere che hai deciso di interessarti a questo progetto scolastico" mugugnò Valenskij senza nemmeno alzare lo sguardo su di lei. Intorno a loro si stava radunando una discreta folla, intenta a non perdersi nemmeno una parola di quello che si dicevano fingendo di fare tutt’altro. Un dialogo tra Valenskij e Malatesta poteva avere sviluppi molto interessanti e tutti erano ansiosi di assistere ad un vero e proprio duello tra maghi. Gli studenti in possesso di una macchina fotografica avevano caricato febbrilmente i loro rullini, speranzosi di immortalare un momento catartico della storia di Durmstrang. Costanza chiuse gli occhi, contò fino a centottanta poi li riaprì.

"Devo ammettere che questo progetto è la cosa più schifosa che mi sia capitata da quando sono a Durmstrang" esordì con voce calma e pacata "E sia chiaro, preferirei essere in coppia col mostro del lago piuttosto che con te. Tuttavia, abbiamo bisogno entrambi di un voto positivo e quindi ho deciso che sorvolerò sull’odio profondo che provo per te e cercherò di mantenere una conversazione civile"

"Infatti, vedo che ti stai impegnando tantissimo" ribatté ironico Sasha sollevando un sopracciglio.

"Tu non mi rendi affatto le cose facili, però" rispose Costanza glaciale e Sasha si decise finalmente a guardarla negli occhi. I due si sfidarono con lo sguardo per un lungo momento mentre intorno a loro i ragazzi di Torre dei Lupi bevevano assetati di sangue ogni loro parola.

"E va bene" concesse alla fine Sasha con un gesto secco della mano "Cosa proponi di fare?"

"Quello che ci si aspetta da due maghi adulti e responsabili" rispose Costanza, pacata "Ci prenderemo cura dell’uovo, porteremo a termine il compito senza ucciderci a vicenda e ci diplomeremo alla fine dell’anno, per non rivederci mai più in tutta la vita. Sei d’accordo?"

Sasha si alzò in piedi e accarezzò il lungo mantello grigio con aria pensosa.

"Quella di non rivederci mai più in tutta la vita…è una promessa?" domandò infine con blando divertimento.

Costanza annuì solennemente.

"Ti avviso però…se solo trascurerai anche solo per un attimo i tuoi doveri nei confronti dell’uovo o se, per causa tua, verrò bocciata all’esame di fine anno, ricordati che ti aspetta una serie di Avada Kedavra lunga da qui a Hogwarts"

"Diciamo che questo splendido progetto vale per tutti e due" ringhiò Sasha con un sorriso malefico. Allungò una mano all’improvviso, sempre con un’espressione feroce sul viso.

"Allora…pace?"

Costanza rispose al sorriso, altrettanto a denti stretti.

"No. Tregua" rettificò stringendogli la mano. La sua era ghiacciata e piccola, quella di Sasha era grande, calda e asciutta. Nel momento in cui suggellarono il patto di armistizio, una decina di flash immortalarono il momento tra le facce incredule e deluse degli studenti. Entrambi mollarono la presa velocemente, imbarazzati da tanto interesse intorno a loro.

"Bene" esclamò Costanza, fingendosi disinvolta "Adesso che abbiamo risolto la questione principale…come la mettiamo con l’ovide?"

Sasha lanciò uno sguardo dubbioso alla sfera grigia.

"Direi, per prima cosa, di documentarci su di lui"

"Già fatto" rispose Costanza con voce saccente "Ovviamente, quella gran stella marina di Karkaroff ci ha assegnato l’uovo più delicato e difficile da accudire. Il Pungolo Islandese è un drago rarissimo e necessita di cure continue. Deve essere mantenuto ad una temperatura costante tra i 30° e i 50°, deve essere nebulizzato almeno tre volte al giorno con una mistura di acqua e zolfo, deve ricevere un contatto a pelle almeno per un’ora al giorno…"

"Ferma, ferma" la interruppe Sasha, allarmato "Contatto a pelle, hai detto?"

"Dobbiamo covarlo" rispose pazientemente Costanza mentre la faccia di Sasha si arricciava in una smorfia molto poco elegante "E non credere, la cosa schifa anche me. Ma il libro "Genesi dei Draghi" dice che è obbligatorio. Il cucciolo deve sentire il battito del cuore"

"E non possiamo mettergli di fianco un orologio a cucù?" sbottò Sasha sempre più cupo.

A Costanza scappò un sorrisetto velenoso.

"Ah, capisco…effettivamente la tua immagine di tombeur des femmes risulterebbe un po’ appannata se le tue fans ti sorprendessero intento a covare…"

"Hei, ragazzi!" li distrasse la voce di Nadja che entrava in quel momento in sala comune: aveva indossato una specie di zaino con pettorina dove aveva amorevolmente avvolto il suo uovo in un nido di pelliccia tiepida. Accanto a lei, la sua compagna Sabina Jansen leggeva a voce alta le istruzioni per occuparsi al meglio dell’uovo di drago.

"Ma che quadretto meraviglioso…" tubò la giovane avvicinandosi a Sasha e Costanza "Voi due che conversate senza azzannarvi e senza lanciare fatture Orcovolanti. Qualcuno vi ha fatto una foto? Voglio immortalare il momento storico"

"Davvero spiritosa" borbottò Costanza, distratta "Ingegnoso quel marsupio…dove l’hai trovato?"

"I genitori di Sabina allevano grifoni" spiegò Nadja radiosa "Dice che questo è il metodo migliore per covare le uova senza sembrare un banco di galline vergognose"

"E’ un’idea furba" commentò Sasha pensieroso "Ho giusto una custodia per pluffe che potrebbe fare al caso mio…"

"Al caso nostro" rettificò Costanza, velenosa.

"Allora, voi che nome gli avete dato al vostro cucciolo?" trillò gradevolmente Nadja scongiurando una nuova battaglia verbale "Il nostro si chiama Fifì. Non è adorabile?"

Costanza e Sasha si scambiarono uno sguardo sorpreso.

"Nome…?" domandò la prima "Francamente, non ci avevo pensato"

"Nadja ha ragione" approvò Sasha, convinto "Visto che dovremo sorbircelo per tutto l’anno, almeno battezziamolo. Così saprò come insultarlo meglio… che ne dici di Balthus?"

Costanza aggrottò la fronte, corrucciata.

"Chi ti dice che sia un maschio?"

"E a te, chi ti dice che sia una femmina?"

"La vuoi piantare di rispondere a ogni mia domanda con una domanda?"

"Hei, smettetela entrambi!" si intromise Nadja, severamente "Come genitori adottivi dell’uovo dovete cercare di andare d’accordo. Per il suo bene"

"Comincio già ad odiarlo, ‘sto maledetto rettile pennuto" sibilò Sasha, malevolo "Va a finire che prima di sera ne faccio una frittata"

"Bravo, così io ci faccio uno spezzatino con le tue inutili membra" grugnì Costanza prima di ricevere una gomitata intercostale da Nadja.

"Costanza…" la ammonì seria.

Costanza chiuse di nuovo gli occhi, contò fino a millequattrocentododici poi riaprì gli occhi.

"E va bene" sbuffò, vinta "L’uovo lo chiameremo Balthus o comunque Sua Grazia Eminentissima lo voglia chiamare. Contento?"

"Sto schiattando di gioia" sputò fuori Sasha, con una smorfia corrucciata "Vado a prendere la custodia per pluffe. Se nel frattempo fossi così gentile da accudire tu Balthus senza farne zabaione ti sarei immensamente grato"

"Ai tuoi ordini, commodoro" ruggì Costanza "Ah! Visto che ci sei, attaccati una pluffa al collo, magari funziona meglio di quella inutile palla che hai per cervello"

"Vipera"

"Staffilococco"

"Questo sì che si chiama andare d’amore e d’accordo" mormorò Nadja, abbattuta mentre Sasha marciava a passo di carica verso il suo dormitorio.

* * *

Finiti gli allenamenti di Quidditch, la squadra di Torre dei Lupi tornò al dormitorio maschile: erano tutti sufficientemente stanchi e abbacchiati per guardare con odio le uova che attendevano pazienti il loro ritorno. Tutti a parte Sasha che aveva lasciato Balthus alle amorevoli cure di Costanza, con la speranza che le attaccasse qualche rara malattia esotica e la facesse schiattare nel giro di una notte.

"Ragazzi!" esclamò Detlef sollevandosi a sedere dal letto su cui era buttato "Con tutto il putiferio che è scoppiato oggi me ne ero quasi scordato! Ho una sorpresona per voi"

"Sarà mica un nuovo tipo di Caccabomba" domandò Dimitri, dubbioso "L’ultima volta che hai portato una sorpresa al dormitorio hai quasi demolito il muro portante e ci siamo beccati due giorni nella Stanza delle Punizioni…"

"No no, niente Caccabombe" ribatté eccitato Detlef "E’ un regalo che mi ha fatto mio zio Yuri…fa il custode a Beauxbaton ed è incaricato di requisire i manufatti magici illegali che gli studenti introducono a scuola"

"Che cos’è?" domandò Dimitri, incuriosito.

"Venite in bagno, vi faccio vedere" squittì Detlef afferrando un oggetto dal baule e saltellando verso il bagno.

"Ooooh…zia Detlef vuole farci vedere qualcosa in bagno!" tubò con voce mielosa Dimitri attirandosi un’occhiataccia da parte di Detlef.

"Se continui così per prima cosa ti sbatto l’uovo sulla testa e per seconda cosa non ti faccio vedere la sorpresa. Sasha, vieni, ci sarà da divertirsi!"

"Va bene" sospirò Sasha seguendolo "Con la giornataccia che ho avuto oggi, ho proprio bisogno di un po’ di divertimento"

Giunti in bagno, un agitatissimo Detlef tolse dalla custodia di pelle un sottile rotolo argentato simile ad un foglio di stagnola.

"Cos’è?" chiese Sasha allungando il collo.

"E uno Specchio Magico" trillò Detlef, allegramente "Se lo appoggi ad una parete, crea una finestra sulla stanza opposta senza che dall’altra parte riescano a vederla. Zio Yuri l’ha trovato nel dormitorio delle ragazze: spiavano il dormitorio maschile, a Beauxbaton…"

"Le ragazze spiavano i maschi..?" esalò Dimitri, rapito "Lo sapevo io che avevo sbagliato scuola"

"Noi lo piazzeremo qui, su questa parete…indovinate cosa vedremo?"

"Il bagno delle ragazze!" esultò Dimitri, di colpo radioso come una sposa "Ma…è fantastico!"

"Già, sarà un vero spasso ascoltare le ragazze che chiacchierano del più e del meno mentre si disboscano le ascelle" borbottò Sasha, nervosamente.

"Non fare il guastafeste, Valenskij: aiutami ad appendere lo Specchio. E attento a non romperlo, è molto fragile"

Dopo qualche minuto di laboriosa attività, i tre si piazzarono davanti alla lamina opalescente appesa sbilenca al muro.

"Non succede niente" mormorò Dimitri imbronciato. Lanciandogli uno sguardo di sufficienza, Detlef sguainò la bacchetta magica e la puntò contro lo Specchio Magico.

"Rivela Speculum" declamò esultante. Dopo qualche secondo, la superficie dello Specchio si intorbidì come agitata da acque oscure: poi, pian piano, cominciarono ad apparire degli oggetti finchè la visione divenne cristallina come se al posto della lamina metallica si fosse aperto uno squarcio sul muro. Davanti ai tre apparve il bagno delle ragazze di Torre dei Lupi, momentaneamente disabitato.

"Cavolo" mormorò Dimitri, impressionato "Questa sì che è una magia coi fiocchi"

"Zitto, arriva qualcuno" squittì Deltef, eccitato.

Olga Sharapova entrò canticchiando nel locale, addobbata di tutto punto con un orribile pigiamone a fiori: con noncuranza, andò a piazzarsi dritta davanti ai ragazzi scrutando davanti a sé come se li vedesse; venne istintivo trattenere il fiato, inutilmente.

"Ci sarà uno specchio nell’altra parete" azzardò Sasha inquieto. Infatti, Olga allungò il viso, concentrata come se si stesse guardando attentamente la faccia. Dopo qualche secondo di diligente analisi, si piazzò due dita sul mento e schiacciò un grasso foruncolo, soddisfatta.

"Ma che schifo!" strillò Dimitri facendo un salto all’indietro mentre Sasha scoppiava a ridere come un matto.

"Ben ti sta, spione dei miei stivali!" gorgogliò poi divertito "Cosa credevi, che le ragazze avrebbero fatto una sfilata in lingerie solo per tuo sollazzo?"

"Più o meno l’idea era questa" borbottò Dimitri, affranto.

Poi, tutti e tre ammutolirono quando nel bagno delle ragazze fecero il loro ingresso Costanza Malatesta e Nadja Iljovich che chiacchieravano amabilmente, ancora vestite di tutto punto.

"Ecco così andiamo meglio" chiocciò sostenuto Detlef. Sasha invece smise di ridere e si rabbuiò appena: chissà perché ma non aveva un buon presentimento.

"Ragazzi…" provò a dire, ma Detlef lo zittì seccamente con una mano.

"Zitto!" strillò eccitato "Nadja Iljovich ha appena cominciato a spogliarsi!"

 

 

 

 

Note dell’autrice:

Lo so, lo so…comincio a cazzeggiare un po’ troppo. D’altra parte avevo in mente la scena del bagno delle ragazze da un sacco di tempo e mi sto divertendo come una pazza a scriverla. Quindi, perdonate la mia puerile scenetta e abbiate pazienza. Prima o poi tornerò seria. Più poi che prima, però…Ci si risente lunedì, arrivedorci!

RINGRAZIAMENTI:

Minako-chan : Hei, non scherzare: fare i complimenti non è MAI inutile! Qualunque scrittore vive per essere apprezzato anche dagli altri e non solo dal suo strabordante ego. Quindi, continua pure, ripetiti se vuoi, mica mi offendo…Sì, avere delle amiche come le mie è una grossa fortuna, non ci si annoia mai. Quando poi cominciamo ad insultarci…è uno spasso! Perché la parola d’ordine è "mai usare parole classicamente offensive". Devi sentire che roba fiorita che salta fuori…Un giorno ti farò qualche esempio, quando saremo più intime… Baci, a presto

Helen Lance: Effettivamente…come si è letto chiaramente in questo capitolo, e ancora di più nel prossimo (uaz uaz!! Che sadika!!) ai maschietti di Durmstrang Costanza non fa proprio schifo. Certo, le tirerebbero il collo per il suo caratteraccio, ma un giro turistico ce lo farebbero (e scusa il francesismo "turistico", hai capito cosa intendo, no?). Sasha ancora non ho finito di dipingerlo come vorrei. Sappi solo una cosa: lo amo. E’ sexy, ironico e bastardo… la quintessenza di quello che fa andare fuori di testa noi donnette. Fortuna che è solo un parto di fantasia, o me ne sarei già innamorata davvero!! Un bacione, alla prossima!!

Pé: Per questa settimana, questo è l’ultimo capitolo.. nel week-end devo pulire casa, lavare la macchina, stirare, depilarmi le gambe, finire il cambio degli armadi e trovare una cura per il virus della pellagra. No, scherzo, non farò proprio tutte quelle cose… non mi depilerò le gambe! Comunque (coff coff!!) grazie per la "segnalazione orrori": ho corretto. Mi raccomando, continua a farmi da beta reader postuma (….), sei un tesoro! Adesso passiamo alle cose serie: voglio sapere TUTTO del tuo Sasha: quanti anni ha, capelli, occhi, altezza, peso, numero di scarpe, taglia di pantaloni, hobbies, numero dei peli sull'ombelico…tutto, insomma! Già il nome basta a renderlo figo (eh, quanto conta un semplice nome!!). Il mio Sasha invece ti sta preparando la camera degli ospiti (…in camera sua…okkio, non è mica tanto biondo, questo qui!). Aspetto tue notizie…a lunedì!!

  
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